ZAGOR 51-53: GLI EVASI (analisi di Ivan)Testi: Sergio Bonelli (Guido Nolitta)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 102-104 (usciti nel 1969). I numeri reali di Zagor sono:
51-53. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 51-53.
TRAMADi ritorno a Darkwood dopo le loro avventure, Zagor e Cico pregustano il riposo che avranno nella loro capanna: invece, proprio lì vengono catturati e legati da alcuni evasi di prigione, capeggiati da Sam Fletcher, che in passato aveva affrontato Zagor, contendendo con lui il comando a Darkwood, grazie ad una cotta speciale di metallo, per cui veniva soprannominato
"Iron-Man", uomo di ferro (Zagor 14-15). Finito in prigione, Fletcher era riuscito a fuggire, insieme a quattro altri evasi: l'indiano mohawk Lupo Bianco, il nero Tommy "Snowball", Eric Gessner e "Mozart" Kelly. Fletcher consegna Zagor, insieme a Cico, al capo indiano Cayuga Na-Pawa, che prova rancore verso Zagor per via della sconfitta da lui subita quando stava con "Iron-Man". Inoltre, suggerisce a Na-Pawa un modo per sconfiggere a sorpresa i Mohawk, loro acerrimi nemici, così da poter avere via libera al tesoro dei Mohawk, di cui gli aveva parlato Lupo Bianco. Ma Zagor riesce a liberarsi e a guidare la tribù Mohawk alla vittoria; subito dopo dà la caccia agli evasi, in un'alternarsi di molti momenti drammatici, fino alla definitiva sconfitta di Fletcher e dei suoi compari.
COMMENTOStoria degna della
golden age, a cui non si può che inchinarsi. Una nolittianata pura al 100%. Soggetto relativamente semplice, ma sceneggiatura mozzafiato. Come nella maggior parte delle storie di Nolitta, anche qui possiamo riscontrare la sua canonica suddivisione della trama in 3 segmenti principali: la cattura di Zagor e la sua consegna ai Cayugas di Na-Pawa; lo scontro tra
Mohawks e Cayugas; l'inseguimento di Zagor agli evasi.
PREGIIl principale pregio, secondo me, è quello di equilibrare l'intreccio di elementi molto diversificati fra loro: la fuga dei cinque evasi, la vendetta personale di Fletcher, l'odio endemico tra Mohawks e Cayugas, gli smeraldi dell'idolo sacro...Un lavoro magistrale di fusione di svariati elementi narrativi in una unica trama solida e scorrevole. Il gruppo di evasi forma una comunità equilibratissima, anche per differenze individuali. Impeccabili le singole caratterizzazioni:
- Sam Fletcher: L'ex “Iron-Man” dismette la sua muta metallica e si presenta come un comune criminale, dimostrando, comunque, una grande astuzia nel far coincidere il proprio desiderio di vendetta con la possibilità di arricchirsi. Sfrutta bene la sua grande conoscenza della cultura pellerossa (roba da far invidia a Zagor) per mediare questi due obiettivi.
- Lupo Bianco: Pellerossa rinnegato pavido e ubriacone. Incarna bene l'immagine del codardo che ha bisogno del “gruppo” per sentirsi forte, pure se il gruppo stesso lo tratta in modo umiliante.
- Eric Gessner: Col suo aspetto piccolo e grassoccio, faccia mite e occhialetti da talpa, sembra il più inoffensivo dei cinque...ma proprio per questo è di grande effetto vederlo agire in modo astuto e spietato.
- Tommy “Snowball”: Gigantesco nero dotato di forza erculea. Forse è il personaggio meno definito del gruppo, ma fa comunque la sua bella figura nel combattimento corpo-a-corpo con Zagor.
- “Mozart” Kelly: Il
cattivo più controverso: è sia uno spietato assassino, che un artista sensibile e debole di nervi.
Anche
Na-Pawa è ben caratterizzato: bellicoso sakem che cova rancore per l'umiliazione subita da Zagor e che dimostra un'insolita ammirazione per il suo vecchio “amico bianco” Fletcher. Spassosa la scenetta di Cico con lo stregone dei Cayugas. Da manuale di sceneggiatura al capitolo:
Come inserire nel punto e nel modo giusto una scena comica in un contesto drammatico. Avvincente la battaglia tra Mohawks e Cayugas, con la disfatta di questi ultimi quando perdono il vantaggio dell'attacco a sorpresa. Pur se scontata, è narrativamente efficace la vittoria di Tonka nel duello con Na-Pawa. Ottima la trovata degli smeraldi che
“sono solo quattro e non cinque”; ciò innesca i primi contrasti interni al gruppo di evasi, che trova la soluzione “matematica” facendo eliminare Lupo Bianco (diventato ormai inutile) da Fletcher.
Lo scontro con l'orologiaio Gessner è un mix di tensione, ironia e poetica. Realisticamente improbabile, ma emozionante la trovata dell'orologio che rintocca l'ora, segnalando a Zagor sia il pericolo che la posizione dello svizzero. L'uccisione a vicenda di Fletcher e Kelly è un colpo di scena inatteso. A quel punto della storia, tutto faceva pensare ad un epico scontro diretto tra Zagor e Fletcher...ma Nolitta cambia le carte in tavola spiazzando (positivamente) le aspettative del lettore. Nel finale, Nolitta coglie l'occasione anche per inserire un episodio che sottolinea la psicologia del “suo” Zagor, quando contempla con distacco gli smeraldi per i quali è scorso tanto sangue dicendo:
«E' pazzesco...E pensare che a me non sembrano altro che quattro banali pezzi di vetro...Al diavolo, pietre maledette!» In sole due semplici vignette, Nolitta riesce a descrivere magistralmente l'intima filosofia di Zagor. Da additare ad esempio per quegli autori che abbisognano di 50 pagine per descrivere il carattere di un personaggio.
DIFETTINessuno di rilevante. A voler proprio fare i pignoli, forse si potrebbe obiettare l'eccessiva
leggerezza di Zagor nel voler inseguire DA SOLO dei criminali così pericolosi (e pure
numerosi, col rischio che si dividano; infatti questa scelta azzardata di Zagor avrebbe potuto - indirettamente - provocare la morte della coppia di coloni a cui Gessner ruba l'orologio), e di non volerli abbattere quando li ha sotto tiro preferendo buttarla sulla “guerra di nervi”...ma questi comportamenti fanno parte della filosofia del personaggio (filosofia a volte
illogica, ma ormai pienamente accettata dai lettori della collana).
DISEGNIUn Ferri al meglio della forma di quei tempi. Non è ancora il Ferri di
“ANGOSCIA”, ma il suo segno è già
magico. Da segnalare in particolar modo la sua rappresentazione di
Nelly Adams, la moglie del trapper: bellissima, sembra quasi prendere vita e uscire dalle pagine.
Storia:
9,5Disegni:
9,5QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:31
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