Il blog di Joe7

  1. TEX: "WOLFMAN!"

    By joe 7 il 22 Nov. 2017
     
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    TEX 684-685: WOLFMAN (NO SPOILER) E IL PROBLEMA DELLE STORIE LIMITATE A DUE NUMERI

    Sceneggiatore: Pasquale Ruju
    Disegnatore: Alfonso Font
    Copertina: Claudio Villa
    Uscita: Ottobre, Novembre 2017

    684_Wolfman 685_I_difensori_di_Silver_Bow
    Villa fa delle copertine così splendide che sembrano manifesti del cinema ^_^


    TRAMA DI BASE

    A Silver Bow ("arco d'argento"), un paese del Montana, ai piedi delle Montagne Rocciose, siamo in pieno inverno e la cittadina è circondata dalla neve, come pure i dintorni. Un misterioso pistolero, dopo aver giocato a poker derubando i vincitori, e dopo aver rapito e maltrattato Tara, una ballerina del saloon, viene ucciso da un colpo di pistola sparato da ignoti. Quell'uomo era Justin Lang, il fratello del bestiale Duncan Lang, detto "Wolfman", famoso per essersi cibato dei lupi per sopravvivere. Appena viene a sapere della morte del fratello, Wolfman uccide atrocemente lo sceriffo e tutti gli abitanti del villaggio che gli capitano a tiro: dichiara che continuerà a farlo fino a che non sarà trovato l'assassino di suo fratello. Nel frattempo, Tex Willer e Kit Carson, che erano alla caccia di un gruppo di delinquenti che avevano ucciso un vecchio cercatore d'oro che era loro amico, dopo aver inseguito e ucciso i criminali, scoprono che l'ultimo sopravvissuto della banda era proprio il fratello di Wolfman, che avevano inseguito fino a Silver Bow.

    684-1 684-2
    La ballerina Tara col fratello di Wolfman; lo spietato "Wolfman" Lang. La storia gira attorno a questi tre personaggi.


    Ora, Willer e Carson sono coinvolti nel pericolo di una città isolata e assediata da un pazzo omicida come Wolfman e dal suo amico indiano, War Cry. Chi ha ammazzato il fratello di Wolfman? Come farà Tex a liberare la città dal pericolo di un pazzo furioso? La storia si sviluppa sia come un giallo che come una storia avventurosa di grande livello: gli sfondi innevati sono molto suggestivi e i protagonisti sono molto ben definiti. Tex è perfetto: il solito ranger tutto d'un pezzo che alla fine risolve la situazione.

    685-1
    Sin dal tempo del Texone "Gli assassini", ho sempre amato il Tex di Font. ^_^


    L'unico appunto è, come al solito, il finale troppo affrettato tipico dell'assurda limitazione bonelliana della "storia che deve durare nè più nè meno di due numeri".

    LA SOLITA FACCENDA DELLA LIMITAZIONE DELLA STORIA A "DUE NUMERI"

    Le opinioni a favore delle "storie che durano due numeri" tirano fuori le solite osservazioni, che qui riassumo e alle quali rispondo:

    - un bravo sceneggiatore è capace di stare dentro ad un numero tot di pagine
    Questo è ovvio: ma Tex non ha mai avuto storie limitate a due numeri fino a qualche anno fa, perchè le sue sono storie a più ampio respiro. Per sua natura, Tex è un fumetto un pò "contemplativo": tagliare bruscamente la storia a due numeri toglie inevitabilmente le sfumature tipiche del racconto texiano, trasformandolo in un banale telefilm western. Non parliamo poi di Zagor, che nel suo caso la limitazione provoca danni ancora più grandi.

    - gli albi devono essere in una, due o tre parti per motivi editoriali ed è inevitabile. Una volta si spezzettava perché si poteva (Galep, Letteri e altri facevano quaranta tavole al mese e anche di più). I disegnatori odierni sono lenti. Quindi cosa succede? Se la storia di due albi prevista per (esempio) i mesi marzo e aprile non può uscire la casa editrice deve subito sostituirla con un'altra della stessa lunghezza, in modo da non stravolgere il piano editoriale complessivo. Operando in questo modo, si può intervenire con efficacia.
    Può essere: ma, se una storia non è pronta, se ne può mettere benissimo un'altra di tot pagine, che sarà senz'altro pronta per l'uso, a meno che TUTTI i disegnatori non siano riusciti a completare manco una storia, cosa che francamente mi pare impossibile. In tal caso, non è lentezza, ma incapacità di organizzazione.

    - il numero prefissato di pagine è la regola in tutto il mondo e in tutte le pubblicazioni extra Bonelli in Italia e non è mai stato un problema per nessuno sceneggiatore.
    In tutto il mondo non so, bisognerebbe aver letto tutti fumetti del mondo e aver conosciuto tutte le organizzazioni dietro le quinte. Ma, anche ammettendo questo (e qui avrei delle riserve), cosa c'entra? La Bonelli ha una sua tradizione: se tutto il mondo ne ha un'altra, che importanza ha? Se la Bonelli è andata avanti PER ANNI con questo sistema significa che funzionava. Una cosa che fanno tutti non significa automaticamente l'unica via possibile da fare.

    - la fissa del "se ci fossero state più pagine" o "se ci fossero state meno pagine" è tipica del lettore non solo bonelliano ma più specificatamente dei lettori di Tex e Zagor. Non ricordo di aver mai sentito qualcuno lamentarsi che le storie del Comandante Mark erano di 64 pagine al mese e quasi tutte autoconclusive. Idem per i lettori abituali di Dylan Dog. O di quel capolavoro assoluto che è la Storia del West coi suoi capitoli di 96 pagine l'uno.
    Uno che dice così si condanna con le sue parole. Il Comandante Mark, Dylan Dog, la Storia del West, Ken Parker, eccetera, sono serie che hanno iniziato sin dal primo numero con un tot definito di pagine per episodio, a differenza di Tex e Zagor: quindi hanno una tradizione diversa dalla loro. E, guarda caso, Tex e Zagor, nonostante tutto, ci sono ancora, mentre gli altri citati no, tranne Dylan Dog, che oggi non se la passa certo bene, anzi...


    TUTTI I LINK SU TEX

    Edited by joe 7 - 12/1/2019, 15:46
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    Concordo. Trovo un’assurdità che tra l’estro Dello sceneggiatore e le esigenze redazionali vincano queste ultime. Rimpiango molto le storie di due albi e mezzo, tre e un pezzo o 4 e poche pagine..... sia su TEX sia su ZAGOR.
     
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    CITAZIONE (maurocorti68@gmail.com2 @ 1/12/2017, 14:11) 
    Concordo. Trovo un’assurdità che tra l’estro Dello sceneggiatore e le esigenze redazionali vincano queste ultime. Rimpiango molto le storie di due albi e mezzo, tre e un pezzo o 4 e poche pagine..... sia su TEX sia su ZAGOR.

    Quelle erano storie molto più coinvolgenti non solo perchè c'erano ottimi sceneggiatori, ma anche perchè c'èra più spazio per raccontare. Che fine avrebbero fatto La marcia della disperazione, o Oceano, o, per restare in ambito texiano, Gli invincibili, ridotti a due numeri netti? Sarebbero state delle storielline anemiche e anonime, come le tonnellate di storielline che pubblicano alla Bonelli oggi. Wolfman sarebbe stato realizzato meglio con un numero di pagine maggiore: la drammaticità, l'approfondimento dei personaggi, le battute texiane, l'atmosfera, il finale...ci sarebbe stato molto di più.

    Ci vuole spazio, ma oggi alla Bonelli questo nessuno lo capisce, demolendo le storie con la ghigliottina dei due numeri, tre in casi eccezionalissimi e rarissimi. Prosit.
     
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