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  1. ZAGOR: "L'ASSASSINO DI DARKWOOD" (Ivan)

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    Ivan
    Zagor
    By joe 7 il 8 Mar. 2018
     
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    ZAGOR 215-217: L'ASSASSINO DI DARKWOOD (analisi di Ivan)

    Testi: Marcello Toninelli
    Disegni: Franco Donatelli

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 266-268 (usciti nel 1983). I numeri reali di Zagor sono: 215-217. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 215-217.

    TRAMA

    A Darkwood avvengono molte misteriose uccisioni, e Zagor è sospettato dagli indiani Tunican di Tawar di essere il colpevole, a causa di uno spirito maligno che si è impossessato di lui. Zagor indaga per trovare il vero colpevole. Tawar non crede alla colpevolezza di Zagor e, per aiutarlo, lascia il comando a Shenankar, un indiano facile alla violenza. Tawar viene ucciso, ma, prima di morire, riesce a comunicare a Zagor chi sia il vero responsabile di tutti questi omicidi: si tratta di un complotto dei bianchi. Zagor interviene e pone fine alle stragi.

    COMMENTO

    Lo ammetto: io ero uno di quei lettori che quando vedevano il nome “Toninelli” nei credits andavano in crisi depressiva...però questa storia non è affatto malaccio, a dimostrazione che, se messo nelle giuste condizioni, il Marcello ci sapeva anche fare. Semplicemente, la Bonelli non avrebbe mai dovuto assegnargli l'impossibile onere di condurre tutta la collana di Zagor praticamente da solo per 8 anni, con ovvie conseguenze sul rapporto Qualità/Quantità.

    PREGI

    Buona la trovata dei teli mimetici, che rendono apparentemente inspiegabili le improvvise scomparse degli assassini. Apprezzabile anche l'idea di screditare Zagor agli occhi del popolo rosso. Diciamolo: la sua accettazione come “fratello bianco” da parte di tutti gli indiani stava diventando un po' troppo scontata. Anche la morte di Tawar ci sta bene; nell'universo zagoriano era un personaggio importante-ma-non-troppo, cioè quello adatto da far morire per dare uno shock emotivo al lettore senza con ciò compromettere la continuity della collana. Azzeccata pure l'idea di lasciare il finale “aperto”, senza rivelare chi fosse il misterioso burattinaio dietro le quinte. A quel tempo, di getto, avevo pensato al Tessitore. Simpatico lo stregone dei Cayuga, il “rivale culinario” di Cico.

    DIFETTI

    I “cattivi” sono semplici scagnozzi, ben poco caratterizzati (come accadeva spesso nei lavori di Toninelli). Qui hanno la particolarità di essere stati tutti sottoposti ad un addestramento speciale...ma anche così, non si differenziano l'uno dall'altro per psicologie. Altra caratteristica ricorrente nelle storie di Toninelli: i dialoghi in generale sono sempre piuttosto banalotti, specialmente durante gli scontri, dove i contendenti non fanno altro che minacciarsi o dirsi spacconate. L'inseguimento finale ai due furfanti superstiti si conclude in modo a dir poco RIDICOLO: l'indiano prima si sloga una caviglia in modo del tutto gratuito, e infine cade da solo sul suo stesso pugnale...e al capo viene un infarto per la fatica della corsa! E dire che all'inizio ci erano stati presentati come dei lottatori fisicamente superallenati! Sì, da Enrico la Talpa! In definitiva, è una delle poche storie di Toninelli che salvo dal rogo, al pari di alcune altre del suo periodo iniziale su Zagor. Velo pietoso, invece, su quelle che ha scritto come autore unico della testata.

    Storia: 7
    Disegni: 7


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    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:37
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