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  1. ZAGOR: "SATKO!" (Ivan)

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    By joe 7 il 11 May 2018
     
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    ZAGOR 45-46: SATKO! (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 96-97 (usciti nel 1969). I numeri reali di Zagor sono: 45-46. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 45-46.

    TRAMA

    Zagor e Cico incontrano Satko, un indiano Cherokee che ha studiato dai bianchi e può passare tranquillamente dal suo stato indiano, con tanto di piume e mocassini, a quello di un normale abitante di un villaggio dei bianchi, con camicia e pantaloni. Vorrebbe sposare Linda Benson, la figlia di Amos Benson, un ricco possidente terriero che, in passato, aveva combattuto contro gli indiani e, una volta scoperto che questo Satko è un Cherokee, cioè un indiano, lo scaccia via di casa. Successivamente, sembra che Satko voglia vendicarsi derubando la carovana di Benson: ma si tratta di un inganno dello sceriffo corrotto Driscoll, che, sotto le sembianze di un incappucciato chiamato Testanera, insieme ad un pugno di delinquenti travestiti da indiani, cerca di far cadere la colpa a Satko. Zagor scopre la verità e cerca di fermare Driscoll, ma viene catturato, insieme a Cico, a Hopeless City, un paese abbandonato dove vivono degli straccioni e dei mezzi delinquenti: era proprio tra di loro che Driscoll aveva trovato la manovalanza necessaria per il suo "lavoro". Proprio quando Zagor e Cico stanno per essere giustiziati, mentre Driscoll attacca la carovana insieme ai suoi, il Sindaco del paese, per quanto straccione come gli altri, interviene e, anche se perde la vita nel tentativo, riesce a liberare Zagor e Cico. Zagor avvisa Amos Benson della trappola, ma lui non gli crede e viene attaccato dai finti indiani: quando scopre che dietro tutto c'è Driscoll, capisce l'errore e, proprio quando tutto sembra perduto, arrivano Satko e i suoi compagni indiani che sconfiggono la banda di Driscoll, mentre Zagor, alla fine, cattura lo sceriffo corrotto. Amos Benson è costretto a rimangiare quello che aveva detto su Satko, ma lo fa volentieri e accetta Satko come uno di famiglia.

    COMMENTO

    Episodio leggero e godibile, anche se realizzato da un Nolitta sotto il suo standard. Evidente il riferimento al dramma “Romeo e Giulietta”, qui trasposto in chiave western. Ci sono alcune ingenuità, compensate però dalla capacità di Nolitta di incantare il lettore con uno stile narrativo ricco di pathos. Anche in un episodio così breve, è possibile riscontrare la tipica suddivisione nolittiana della trama in 3 segmenti principali ben distinti:
    1) L'incontro con Satko e il conflitto col padre di Linda Benson.
    2) L'intermezzo nella ghost town.
    3) L'assedio della carovana da parte dei finti indiani.

    PREGI

    Interessante ed insolita la figura di Satko, pellerossa civilizzato che intende difendere la causa indiana tramite le vie “diplomatiche”. Suoi efficaci contraltari sono la fidanzata Linda e il padre di lei, il ricco Amos Benson, che si oppone ferocemente alle nozze per via del suo odio verso i pellerossa. Cico è ben valorizzato (come sempre in questo periodo della serie). Data la brevità dell'episodio, stavolta Nolitta non gli assegna ruoli attivi nella trama, ma le sue gag sono sempre piazzate al momento giusto.

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    La sequenza nella ghost town è la più intensa dal punto di vista emotivo. Da sola varrebbe già tutto l'episodio. In particolare, spicca il “Sindaco”, presentato prima come un derelitto pacioso e pure un po' codardo, per poi rivelare un insospettato coraggio che gli costerà la vita nel tentativo di aiutare Zagor e Cico. Un personaggio multiforme e contraddittorio, comico e tragico allo stesso tempo. Nolittiano al 100%.

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    Ben giocata la rivelazione della vera identità di Testanera. Infatti lo sceriffo Driscoll si era visto solo di sfuggita in una sequenza secondaria, e pareva che il suo ruolo nella storia fosse esaurito lì.

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    DIFETTI

    Dopo che Zagor avvisa Benson dell'agguato e questi non gli crede, Zagor si comporta in maniera decisamente anomala, rispondendo “Beh, allora peggio per voi, andate pure a farvi massacrare, io me ne infischio”, e dopo accenna ad andarsene. Può darsi che avesse comunque intenzione di aiutarli a modo suo, ma nulla viene detto in tal senso. Dobbiamo perciò ritenere che in quel momento Zagor intendesse tener fede al suo proposito di lavarsene le mani.

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    Il dubbio che Testanera potesse essere davvero Satko andava rimarcato maggiormente, poiché per ciò che si è visto il lettore non può credere che l'uomo mascherato sia davvero lui (come invece crede Benson). Un minimo di sospetto Nolitta doveva farlo coltivare anche ai lettori, non solo ai personaggi. Secondo me qui pecca un po' di sufficienza nel gestire questo piccolo “giallo”. Inoltre, durante l'assedio finale, gli uomini di Benson si ritrovano a corto di proiettili...e Zagor cosa fa? Si permette il lusso di svuotare un tamburo contro Driscoll mancandolo apposta, giusto per mettergli un po' di pepe al sedere. Scena che lascia un po' perplessi, dati gli sviluppi appena seguenti: infatti, poco dopo, gli assediati terminano i colpi. Quindi, tutti insieme, nello stesso momento, sono all'improvviso SENZA PROIETTILI?! Irrealistico. Come pure è irrealistico che gli uomini di Driscoll, accortisi del fatto, escano tranquillamente allo scoperto, sicuri di non correre più nessun pericolo. Infatti basterebbe che agli assediati sia rimasto UN solo proiettile, per scoraggiare una avanzata così disinvolta. Va bene il porre gli assediati in una situazione disperata, però qui Nolitta ha decisamente sorvolato sulla credibilità dello svolgimento.

    Un punto che non so se collocare tra i pregi o i difetti è il ravvedimento finale di Amos Benson. Lui, alla fine, accetta Satko...ma solo perché lo ha salvato da una situazione disperata. In teoria, ciò non dovrebbe influire sul suo pregiudizio verso gli indiani. Infatti, se Satko non avesse avuto interesse a salvare ANCHE la sua fidanzata Linda, avrebbe lasciato tranquillamente crepare Benson e tutti gli altri carovanieri. Insomma, quella di Benson mi appare una redenzione “di circostanza” più che “ideologica”. Narrativamente funzionale, ma secondo me non del tutto convincente.

    DISEGNI

    Anche nel periodo pre-Angoscia, Ferri è sempre un bel vedere. Manco a dirlo, stupenda la sua Linda; la delicatezza nel tratteggiare i personaggi femminili è sempre stato uno dei marchi distintivi del Maestro.

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    Storia: 7,5
    Disegni: 9


    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:28
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    Il personaggio del Sindaco é stato il migliore della storia; infatti, quando chiede a Zagor di essere sepolto accanto al ruscello, sarei voluto entrare nell'albo per farlo io stesso.
    Per certi versi, Satko é molto simile a Mister-Mister, in quanto entrambi vogliono migliorare la condizione degli indiani attraverso la cultura, anziché la violenza.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 23/4/2020, 21:48) 
    Il personaggio del Sindaco é stato il migliore della storia; infatti, quando chiede a Zagor di essere sepolto accanto al ruscello, sarei voluto entrare nell'albo per farlo io stesso.
    Per certi versi, Satko é molto simile a Mister-Mister, in quanto entrambi vogliono migliorare la condizione degli indiani attraverso la cultura, anziché la violenza.

    La scena del sindaco è stata davvero struggente, e, quando Cico aveva detto che "non sapevamo nemmeno il suo nome", in quel momento ero rimasto stupito: mi ero accorto infatti che mi dispiaceva per la morte di un totale sconosciuto! :( Era la magia poetica di Nolitta.

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    Mister-Mister aveva scimmiottato la cultura, considerandone tale solo la parodia: cioè gli aspetti più degradanti dell'uomo, tipo l'ubriachezza, le scommesse, la vanità, le costruzioni faraoniche e vuote, la violenza. Il fatto che si riscatti alla fine non toglie il fatto che era in errore, anche se l'aveva capito troppo tardi. Satko invece ha voluto prendere la cultura sul serio, a differenza di Mister-Mister.
     
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