FILM NATALIZI1979: LUPIN III E IL CASTELLO DI CAGLIOSTRORegia: Hayao Miyazaki
Produzione: Tokyo Movie Shinsha (TMS)
Prima uscita in Giappone: 15 Dicembre 1979
Prima uscita in Italia: 1° Gennaio 1984 in TV su Italia 1.
Prima uscita in Europa: Non indicato. Si parla di una sua prima uscita a Cannes, in Francia, nel 1980, ma sul sito relativo non ho trovato nessuna indicazione al riguardo.
Durata: 100 minuti
Il 15 Dicembre 2019 sono passati 40 anni dalla prima trasmissione in Giappone del
Castello di Cagliostro, uno dei film da mettere nella lista di quelli da vedere almeno una volta a Natale. Visto che ormai siamo sotto le Feste di Natale, almeno un cenno a questo capolavoro bisogna farlo.
TRAMADopo una rapina al Casinò di Montecarlo, Lupin e Jigen si accorgono che il denaro rubato è tutto falso, proveniente dall'Arciducato di Cagliostro, un luogo dove Lupin era già stato in passato e dove aveva subito una delle sue rare sconfitte. I due si recano nello stato di Cagliostro, dove si trovano coinvolti in un inseguimento rocambolesco per salvare una ragazza in vestito da sposa: si tratta di Clarissa, la giovane duchessa, costretta a sposare il Conte di Cagliostro, vera anima nera che risiede nell'omonimo castello e tiene in mano il potere, grazie ai suoi soldi falsi e al suo esercito di uomini attrezzati ed esperti anche nell'omicidio, come gli Uomini-Ragno. Clarissa alla fine viene catturata, nonostante l'intervento di Lupin. Zenigata accorre nel castello, insieme ai suoi uomini, per catturare Lupin; intanto Fujiko, da tempo, risiede lì come assistente del conte per poter mettere le mani sulle matrici che il Conte usa per realizzare le banconote false. Lupin riesce a raggiungere Clarissa, ma la sfida col Conte sarà più ardua del previsto, con un tesoro in gioco da trovare e due anelli misteriosi che contengono il segreto. Lupin è costretto a ritirarsi, ma, con l'arrivo di Goemon a Cagliostro, inizia la riscossa, che avverrà proprio nel momento del matrimonio tra il Conte e Clarissa, interrotto da Lupin e dai suoi; inoltre Fujiko, temporanea alleata di Zenigata, fa vedere al mondo i traffici del Conte. Dopo lo scontro finale tra il Conte e Lup
in, avviene la scena toccante del saluto tra Clarissa e il ladro gentiluomo. Mentre si allontanano, Fujiko in moto saluta Lupin mostrandogli le matrici del Conte che era riuscita a prendere. E ovviamente la storia si conclude con l'inseguimento d Lupin da parte di Zenigata e della polizia.
COMMENTOUno dei film natalizi per eccellenza, trasmesso più volte in TV durante le feste. Poesia allo stato puro. Un paesaggio fiabesco con un castello da sogno. In soli 100 minuti, "Il castello di Cagliostro" mostra un numero incredibile di scene e situazioni rocambolesche senza apparire mai affrettato, con un inseguimento in macchina che è diventato un capolavoro da cineteca. Miyazaki si basò anche sui romanzi di Arsene Lupin di Maurice Leblanc, in cui comparivano personaggi come Clarissa e il Conte di Cagliostro. In un certo senso, "Il Castello di Cagliostro" potrebbe essere visto come un meisaku
1 su Lupin. Miyazaki e lo staff lavorarono direttamente sugli storyboard: ogni scena è ricca di tanti piccoli dettagli in movimento sui personaggi e sugli ambienti, che sono una gioia per gli occhi. E poi, i protagonisti. Dico,
i protagonisti. Chi se li dimentica?
Il
Conte di Cagliostro: un malvagio spietato, potente e pericoloso, tanto da mettere in difficoltà persino il più grande ladro del mondo. Un Dottor Destino impossibile da sconfiggere, nel suo inattaccabile castello-fortezza, coi suoi Uomini-Ragno (o Uomini-Ombra, a seconda del doppiaggio), il suo esercito personale, il suo maligno servitore Jodo. E' un concentrato di malvagità pura: arrivista, crudele, privo di morale e capace di spazzare via chiunque osi intralciargli il cammino, con la violenza o con l'inganno. Clarissa è una sua pedina da usare e nulla più. Lo stesso Lupin aveva provato in passato ad entrare nel castello, anni fa, ed aveva fallito. Difficile trovare un avversario più temibile. E una fine più tremenda per il malvagio Conte.
Un
Lupin cavaliere come non era mai stato prima, di fronte a una
Clarissa da salvare, che sfida i secoli con la sua semplicità, il suo coraggio e pure il suo vestito bianco da Principessa Leila o il completo da studentessa da collegio femminile. E' la "damigella in pericolo", pura e innocente, che mostra di avere un grande coraggio: non solo con la sua fuga in macchina dal castello, ma anche attaccando la mitragliatrice che aveva colpito Lupin. Clarissa è diventata una vera e propria icona per i giapponesi a quei tempi, con tanto di rivista amatoriale dei fan, come dice
Anime Click. L'incontro tra Lupin e Clarissa, all'interno del castello, è uno dei momenti più alti del film, tanto da essere citati mille volte: prigioniera, rassegnata, la visita di Lupin dà a Clarissa la forza di contrastare il Conte e la sua stessa rassegnazione. "Chi siete?" "Sono un ladro..." e si entra nella leggenda.
Una
Fiat 500 che ha fatto epoca con un inseguimento che ha lasciato a bocca aperta Spielberg
2 e milioni di telespettatori: di certo il miglior inseguimento automobilistico del cinema, sia quello con attori veri che quello di animazione. La Fiat 500 era la macchina di Yasuo Ōtsuka, il maestro-collega di Miyazaki: era già apparsa in diversi episodi della prima serie di Lupin, ma è in questo film che diventa un'icona.
Un
Jigen Daisuke di poche parole, da gran mattatore carismatico, vera ombra di Lupin, con la sua sigaretta smozzicata, i suoi proiettili rinforzati, la sua corona sul cappello e il mitra anticarro: il culmine della hard boiled stile Ispettore Callaghan e Rambo messi insieme.
Ma pure il samurai
Goemon Ishikawa, anche se compare poco, è tosto in modo impressionante. Freddo, anzi glaciale, calmo, anzi imperturbabile, quando interviene è sempre una stoccata di lame, quando parla è sempre una sentenza: "La mia katana ha sete di vendetta". Mitico.
Fujiko Mine - trasformata in una sconosciuta "Rosaria" nel primo doppiaggio - qui è davvero scatenata: o è vestita da Rottenmeier o da soldato da combattimento con la divisa cachi con tanto di bombe a mano e mitra (non c'è molta differenza, in fondo), o da telegiornalista d'assalto con un servizio da record. E alla fine bagna il naso a Lupin, portandosi via le lastre di Cagliostro per fare le banconote false (lastre che, dopotutto, erano forse l'obiettivo originario di Lupin). Una Fujiko tosta come non mai, che, per una volta, non fa la bambola sexy: ma qui non c'è bisogno di farlo.
Persino
l'Ispettore Zenigata è un poliziotto serio per tutto il film: prima è costretto ad allearsi con Lupin e poi con Fujiko per incastrare il Conte. Il suo isterismo per la caccia di Lupin sarebbe stato fuori luogo in questo contesto, e Miyazaki lo mette da parte, scoprendo così il suo lato meno evidente: quello del poliziotto onesto che dà la caccia non solo a Lupin, ma anche ai criminali in genere, e che capisce le persone che sono vicine a Lupin, come Clarissa. Infatti, in un dialogo indimenticabile, la vera chiusura del film, l'ispettore dice la verità alla ragazza:
Clarissa: Perchè lo insegue? Lupin non ha rubato niente.
Zenigata: Non è vero, qualcosa ha rubato: il tuo cuore, Clarissa.
Zenigata capisce i sentimenti di Clarissa, ma non dimentica il concetto di base: Lupin è comunque un ladro e va catturato, quindi l'eterno inseguimento continua. Ma anche a noi spettatori Lupin ha rubato un pezzo di cuore, ogni volta che rivediamo questo film.
LUPIN NASCE QUICol "Castello di Cagliostro", una storia citata da tutti, appassionati e non dell'animazione giapponese, Lupin entra nella leggenda. Fino ad allora era solo un vero criminale, con qualche momento umoristico: ma qui diventa il Lupin che conosciamo, quello che ama le sfide e fa il ladro gentiluomo. Il Lupin di Miyazaki è il
Lupin definitivo, col quale tutti gli autori, successivamente, dovranno fare i conti. Non più un ladro interessato solo al denaro o al sesso (lo è ancora, se è per questo) ma soprattutto al piacere della sfida in se stessa, nel piacere di affrontare l'impresa e anche, implicitamente, a fare un'azione da ladro gentiluomo, che raddrizza i torti salvando i deboli come Clarissa, anche se non lo fa mai esplicitamente. Questo per lui è il vero tesoro, come appare alla fine del film sotto le note del soundtrack "Fire Treasure" di Yuji Ohno. Miyazaki ha reso Lupin un personaggio senza tempo e immortale. Grazie al "Castello di Cagliostro", le storie di Lupin da allora in poi avranno delle costanti che, se erano state solo accennate prima, ora saranno presenti in modo definitivo:
- una ragazza da salvare o da aiutare, accanto a Fujiko
- la Fiat 500, ormai entrata nell'immaginario comune come "la macchina di Lupin"
- la presenza di nazioni inventate
- i gadget da 007 che compaiono in continuazione
- l'amore per l'avventura dietro la ricerca del tesoro nascosto
UN CAPOLAVORO SENZA TEMPOAnche se sono passati ben 40 anni, il film mostra di avere sempre una trama solidissima e coinvolgente, con delle animazioni eccezionali e curatissime, ancora attuali, con una resa incredibile dei colori (per esempio il bianco di Clarissa, insieme ai suoi colori dolci e armoniosi, che fanno da contrasto coi colori cupi del Conte, dallo scuro al rosso). In tutti questi anni, la storia non ha perso la sua bellezza e la sua poesia. Ancora oggi "Il Castello di Cagliostro" riesce ad emozionare, divertire, intrigare e a tenere lo spettatore con gli occhi incollati sullo schermo. La regia di Miyazaki ci trasporta nella vicenda, facendoci diventare uno dei membri della banda di Lupin, tifando per Clarissa e per la sconfitta del perfido Conte, ogni volta che lo si vedeva a Natale: non poteva esserci un Natale senza Clarissa che veniva rapita dal malvagio Conte...
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1 meisaku: anime preso da un'opera occidentale, tipo Heidi o Anna dai capelli rossi.
2 si dice che - vero no che sia - lo stesso Steven Spielberg si alzò in piedi per applaudire la scena dell'inseguimento.
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