Il blog di Joe7

  1. PERSONAGGI DI GOLDRAKE (AGGIORNATO): KEIN

    By joe 7 il 6 Feb. 2020
     
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    COMANDANTE KEIN
    (è l'aggiornamento dell'articolo su Kein postato qui)

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    Il comandante Kein, o Kane, compare nell’episodio 68 della serie, intitolato: “Maria nella tempesta”. E’ un personaggio disegnato da Shingo Araki. Siamo verso la fine della storia, e il Ministro delle Scienze Zuril è ferito per via degli scontri avuti in passato contro Goldrake: nascondendosi in una base veghiana a Hokkaido in Giappone, affida la missione di gestirla al suo sottoposto, il comandante Kein, sul quale nutre una profonda fiducia, a differenza dei soldati veghiani, che lo disprezzano perché è fleediano, e quindi un miserabile perdente, a differenza dei veghiani, che si considerano “vincitori”. Questo mette in luce anche l’umiliazione dei veghiani di essere sconfitti in continuazione da Goldrake, che è guidato da uno di “razza inferiore” come Duke Fleed e che è stato costruito dagli stessi fleediani.

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    Nonostante tutte le precauzioni, la base di Kein e di Zuril è stata scoperta e Zuril rimprovera aspramente il comandante davanti a tutti, umiliandolo e dicendo che lui è un perdente perchè appartiene ad una razza di perdenti, cioè i fleediani. Il razzismo veghiano esplode in tutto il suo livore nelle parole di Zuril, che mostra quanto, nonostante l'apparente fiducia, in realtà disprezzasse Kein come inferiore. Il ministro delle scienze si mostra in linea col razzismo dei soldati veghiani.

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    Umiliato e desideroso di riscattarsi, Kein parte insieme agli UFO per fermare Goldrake e gli altri: alla fine, riesce ad abbattere la Trivella Spaziale di Maria, anche se il suo stesso UFO cade abbattuto. Riuscendo ad uscire dal disco volante, Kein si avvicina a piedi alla Trivella Spaziale, con l’intenzione di eliminare il pilota e riscattarsi. Quando si accorge che ai comandi c’è Maria, svenuta, rimane sconvolto, perché riconosce la ragazzina con la quale correva sui prati di Fleed, quand’era piccolo.

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    Anche Maria lo riconosce, quando apre gli occhi, e cerca di avvicinarsi a lui per abbracciarlo: ma Kein si allontana da lei. Ormai è un soldato di Vega, non ha più nulla a che fare con il passato di Fleed: non può cedere a sentimenti vergognosi per un uomo di Vega. Kein, invece di ritornare alle sue origini, sceglie di essere un "vero soldato di Vega" fino alla fine, sparandosi in testa. Il condizionamento che ha avuto vivendo tra i Veghiani e cercando in ogni modo la loro approvazione spinge una personalità fragile e insicura come Kein al gesto estremo. Nella sua morte ha un terribile sorriso sul volto, espressione di soddisfazione di essere stato un "bravo soldato di Vega che non cede al nemico" fino all'ultimo. E, nello stesso tempo, ci sono delle lacrime ghiacciate sul suo volto, che mostrano quanto fossero falsi i sentimenti che l'avevano portato al suicidio: una parte di Kein voleva vivere e abbracciare Maria. Ma la parte "veghiana" dell'animo di Kein alla fine ha prevalso, e il gelo della scena esprime in modo eloquente lo spaventoso gelo che si era annidato nell'animo di Kein.

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    Alla ragazza rimane solo da piangere davanti al corpo di una persona che forse aveva amato in passato, in mezzo ad una terribile tormenta di neve, davanti agli sguardi ammutoliti di Actarus ed Alcor.

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    Kein è l’unico fleediano diventato capitano di Vega: ma non è stato condizionato dai veghiani, bensì è diventato capitano di Vega consapevolmente. E’ un mistero sui motivi che l’hanno spinto a farlo. L’ambizione? Il desiderio di primeggiare comunque, indipendentemente dalle proprie origini? Il desiderio di essere accettato dai veghiani e di non essere più considerato come uno di razza inferiore?
    Lo sguardo di Kein è sempre duro, ma senza avere quella spietatezza tipica degli uomini crudeli: è lo sguardo duro e, in fondo, triste di chi è completamente solo e abbandonato da tutti. L’incontro con Maria gli dà la capacità di avvertire il suo errore, ma purtroppo non la capacità di accettarlo. Questa è la tragedia di Kein: il rifiuto di una possibile salvezza.

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