ZAGOR 17: I PREDONI DELLA MONTAGNA - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri, Mario Cubbino
Zagor edizione originale Zenith: n. 67-68 (usciti nel 1966). I numeri reali di Zagor sono 16-17. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè col numero 16-17. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto
"Terza Serie-Collana Lampo" (50 lire) il Settembre-Ottobre 1964:
n. 10: "I predoni della montagna"
n. 11: "L'ultimo agguato"
Le copertine sono piuttosto anonime, ma, vista la storia (e i DISEGNI) non si poteva davvero fare di meglio...
TRAMAIl maggiore
Thompson chiede a Zagor di controllare il furto di spedizioni dell'esercito a Golden Rock, dove c'è un avamposto di soldati e una città mineraria in decadenza perchè le miniere sono esaurite. Thompson sospetta che ci sia una spia nell'esercito: e infatti Zagor la scopre. Si tratta del tenente
Mark Robbins, che è il figlio dell'eroe di guerra Alan Robbins. Ma il cattivo vero è un tal
Dixon, che è il barista del paese di Golden Rock. Infatti controlla le rapine con la complicità di Mark Robbins, per via del fatto che Dixon possiede delle carte compromettenti sul passato del padre di Mark, il cui nome sarebbe infangato se si venisse a sapere di questo. Zagor pesta tutti, cattura il malvagio Dixon e lo porta dal maggiore Thompson, insieme all'incauta spia Mark Robbins. Quando il maggiore Thompson riceve da Dixon le carte compromettenti del ricatto, che incastravano Mark Robbins e suo padre, le fa bruciare casualmente, per errore, con gran faccia tosta, quindi non c'è nessuna colpa da imputare a nessuno e Dixon può andare in prigione senza problemi.
COMMENTOAlzi la mano chi si ricorda questa storia. Nessuno? Non vedo nessuna mano alzata. Lo immaginavo. Probabilmente è stato un episodio pubblicato originariamente in Francia e solo dopo sarebbe stato tradotto in Italia. Anche se c'è chi sostiene che all'inizio avrebbe dovuto essere pubblicato in Francia ma poi il Sergio lo fece pubblicare prima in Italia e poi in Francia su "Special Kiwi". Il disegnatore,
Mario Cubbino (sembra che abbia lavorato su Pantera Bionda e Pecos Bill), ha disegnato Zagor solo in questa storia e, visti i risultati, è meglio che sia andata così. I disegni sono superficiali e certe proporzioni non stanno in piedi. Zagor qui è allucinante: alcuni primi piani sono inquietanti, con uno Zagor semplicemente irriconoscibile. O_O Non conosco Cubbino, sarà stato un bravo disegnatore in altri lavori, non lo so, ma qui si vede che Zagor non era nelle sue corde.
I primissimi piani sono
ancora più inquietanti, trasformando Zagor in una specie di Diabolik.
Ma non è tutto. Il cattivo dal nome di fustino,
Dixon, ha sempre il sigaro in bocca che sfida la forza di gravità, dando la sensazione di leggere un fumetto di Topolino e Gambadilegno. La cosa DAVVERO inquietante è che anche Zagor avrebbe dovuto, all'inizio, avere il nome di un fustino. Nolitta, infatti, aveva pensato all'inizio di chiamarlo
Aiax (storia vera). Ma poi si è ricordato che c'era già un fustino sul mercato che si chiamava così, e allora ha cambiato il nome in Zagor, usando "Aiax" come grido di guerra di Zagor, cambiandolo un pò in "Aaaayakkk". Quindi è quasi una battaglia tra due fustini. Questo dà il tono dell'assurdità della storia.
Ferri ha disegnato le prime strisce e poi l'ultima della storia, e il confronto con Cubbino è impietoso. Ma non è tutto: persino la
trama non coinvolge. La storia è di una banalità incredibile: a parte l'introduzione, con una gag di Trampy e Cico che fanno i finti pittori, piuttosto ben realizzata nonostante i disegni, lo svolgimento è veramente noioso. Zagor va in quel paese di comesichiama a indagare, scopre subito il colpevole-fustino, Dixon, perchè proprio lui gli dice, appena lo vede, che ha della roba interessante che lui ha rubato e che gli può vendere a prezzi modici. Questo Dixon è talmente idiota che ha anche il cervello di un fustino. Inoltre, Zagor fruga tra i documenti di Dixon e scopre la lettera con la quale lui ricatta il tal tenente, coso, Mark Robbins. Bè, poi che fa? Li distrugge? Li porta via? No,
li lascia lì. E' anche strampalata come storia, non solo noiosa.
CONCLUSIONEE' chiaro che si tratta di una storia-riempitivo per guadagnare tempo e realizzare storie migliori. Ma è veramente orrenda e persino vagamente Gianluigibonelliana. Zagor va in una città per indagare su dei traffici, scopre subito il cattivo, fruga tra le carte del cattivo, scappa via, fa un'imboscata, cattura il cattivo. Sembra tanto una storia di Tex riciclata.
QUI TUTTI I LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 19:14
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