ZAGOR 20-21: L'INFERNO DEI VIVI - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 71-72 (usciti nel 1967). I numeri reali sono 20-21. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 20-21. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto
"Terza Serie-Collana Lampo" (50 lire) da Aprile a Giugno 1965:
24 - Una tragica missione
25 - Condannato!
26 - L'inferno dei vivi
27 - La grande paura
28 - Giustizia!
(con una copertina tra le più iconiche e replicate di Zagor)
TRAMAZagor viene chiamato a Fort Springtime ("tempo di primavera", un nome piuttosto balordo per un forte militare) dal maggiore Walcott, un amico di Zagor, che però, all'arrivo di Zagor al forte, è già stato trasferito e al suo posto c'è il
colonnello Dillon, che non conosce lo spirito con la scure. Tuttavia, gli dà l'incarico per cui lo aveva chiamato il suo predecessore: Zagor dovrebbe fare da scorta ad un carico di denaro, insieme al
capitano Grayson. La spedizione all'inizio è tranquilla, ma, all'improvviso, dei banditi attaccano il carico e uccidono i conducenti e anche il capitano Grayson. Zagor viene colpito alle spalle da uno sconosciuto, un traditore, che partecipava alla spedizione. I banditi prendono l'oro e buttano Zagor e il conestoga (il carro che portava il carico) nel fiume. Ma Zagor, creduto morto, si riprende e raggiunge la riva. Tuttavia, indebolito, non riesce a resistere all'attacco degli sciacalli della foresta, che stanno per sbranarlo: ma l'intervento di
Tawar, uno stregone dei Tunican
che si era rifugiato in una caverna vicina, salva Zagor. Lo spirito con la scure viene curato e poi ritorna al forte, dove però il colonnello Dillon lo accusa di aver rubato il carico e lo condanna all'ergastolo a Hellgate, il carcere conosciuto come l'
Inferno dei vivi. Laggiù Zagor rivede
Johnny Mackett, un criminale che lui stesso aveva catturato e mandato a Hellgate. Dopo un inevitabile diverbio, Mackett propone a Zagor un piano di fuga perchè, con la sua forza, è l'unico capace di aiutarlo a fuggire. Mentre scappano, Mackett vorrebbe ammazzare il medico della prigione, il
dottor Hogan, ma Zagor glielo impedisce. Questo comporta il fallimento della fuga: Mackett viene ammazzato e Zagor messo in cella di punizione. Ma il dottor Hogan, per ringraziare Zagor di avergli salvato la vita, e per di più convinto della sua innocenza, inietta a Zagor una sostanza che lo porta ad uno stato di morte apparente. Cico porta via il finto cadavere di Zagor e i due cercano di trovare i veri colpevoli. Zagor contatta un suo amico giornalista, tal Bob, che dirige l'"Eco di Brandville", perchè pubblichi una falsa notizia con cui si dichiara che Cico ha delle prove inconfutabili dell'innocenza di Zagor e della colpevolezza dei veri ladri. In questo modo, facendo da esca, Cico viene assalito dai veri responsabili dell'assalto al forte: gli anonimi Caldwell/Mortensen e Kennett/Morgan (nome vero e nome fittizio) e infine il vero colpevole, l'organizzatore dell'impresa: il capitano Grayson, che aveva condotto la spedizione accanto a Zagor e aveva fatto finta di essere morto. Zagor viene riabilitato e quell'idiota del colonnello Dillon, l'accusatore di Zagor, è costretto a scusarsi.
COMMENTOUna delle storie più drammatiche di Zagor, tanto che da alcuni è considerato il primo passaggio da storie brevi a storie più impegnate. Il concetto dell'innocente ingiustamente accusato è sempre stato fonte di storie coinvolgenti tipo il Conte di Montecristo: e Zagor riesce a fuggire dalla prigione fingendosi morto proprio come il protagonista del romanzo (Nolitta infatti, a proposito di questa storia, disse che era stato ispirato proprio dal Conte di Montecristo). La storia avrebbe potuto svilupparsi meglio con una permanenza alla prigione più lunga, in modo da sottolineare meglio la situazione in cui si trova Zagor. La sensazione di "storia sviluppata in modo sbrigativo" si avverte durante la lettura, che resta comunque capace di mantenere alta l'attenzione del lettore.
Tuttavia, nella storia ci sono diverse incongruenze: la più vistosa è quella nella scena in cui il vero colpevole, nascosto fuori campo, spara a Zagor svenuto. Quindi uno Zagor che NON può muoversi, e a una distanza di certo non lontana. E nonostante questo, LO MANCA. Altrochè sospensione dell'incredulità, questa è una scena da sospendere!
Il malvagio nemico Occhio di Falco ha colpito ancora!
Inoltre, Zagor chiede al suo amico giornalista di mettere l'inserzione: ebbene, è ben curioso che un giornaletto di provincia come "L'eco di Brandville", che dovrebbe essere diffuso al massimo in tutta Brandville, abbia una distribuzione territoriale tale da essere letto in tutti gli Stati Uniti manco fosse il New York Times. I tre banditi, diffusi negli angoli degli USA, leggono l'Eco tutti quanti e agiscono di conseguenza...forse erano degli abbonati.
Un'altra cosa forzata è
l'accusa fatta a Zagor. Su di lui compare un mandato di cattura solo perchè non si trovava il corpo: lo stesso ragionamento allora avrebbe dovuto essere fatto anche per il vero colpevole, il capitano Grayson, visto che non c'era più il suo corpo. Inoltre, il comportamento del colonnello Dillon è veramente
inqualificabile: per ogni accusato deve essere concesso il privilegio del dubbio. Al massimo Zagor avrebbe dovuto essere sospettato, non accusato e mandato in carcere a vita solo perchè Dillon sostiene che
"probabilmente tutto questo fa parte di un piano che io non conosco". Cioè: per un "probabilmente" questo Dillon manda un sospettato
in prigione a vita a Hellgate, l'Inferno dei vivi? Roba da legge di Lynch. E' una cosa talmente forzata che Nolitta, per metterci una pezza, dice che Dillon fa così perchè non conosce Zagor. Ma questo fa aumentare la sua stupidità, anzichè diminuirla: a parte il fatto che non ci vuole molto ad informarsi su Zagor, Dillon affida quindi il trasporto dell'oro
a un perfetto sconosciuto!
Quando gli idioti comandano, l'ingiustizia diventa legge.
Le dimissioni che Dillon alla fine propone a Zagor erano
doverose, non potevano essere solo "un modo per scusarsi". Una persona così ottusa è capace di mandare altri innocenti al carcere a vita o alla condanna a morte, quindi dovrebbe essere degradata. Tantopiù che le accuse fatte a Zagor erano talmente
labili che il medico della prigione, dopo averle lette, si convince dell'innocenza di Zagor. E questo sottolinea ulteriormente la stupidità di Dillon (e dei giurati, tra l'altro). Capisco che era necessario che Zagor venisse accusato per mandare avanti la storia, ma la
leggerezza con cui l'accusa è stata fatta e il modo di concludere questa vicenda, in cui Dillon, dopotutto, la fa franca grazie al "perdono di Zagor" lascia un pò di amaro in bocca.
A proposito del vero colpevole, il
capitano Grayson: quando alla fine tu scopri che il colpevole è lui, ti chiedi: "Grayson chi?" e vai indietro al momento in cui Grayson fa finta di essere morto ammazzato. Ora: il colpevole è un perfetto
sconosciuto che è comparso di sfuggita (una manciata di vignette scarse), come cavolo fai a ricordartelo? E' una rivelazione che non fa molto effetto, visto che è un tizio che praticamente non si sa chi sia. Magari sarebbe stato meglio fare comparire di più Grayson prima e dargli un minimo di caratterizzazione, così da rendere la rivelazione più efficace.
Infine, in questa storia compare lo stregone indiano
Tawar, che diventerà lo spunto per la storia successiva: ormai Zagor sta diventando un fumetto seriale. Non è più un insieme di storie casuali di avventure che accadono qua e la: il mondo di Darkwood di Zagor comincia a delinearsi, e il personaggio così acquista sempre più spessore.
QUI TUTTI I LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 19:17
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