Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "SOLO CONTRO TUTTI" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 9 Oct. 2020
     
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    35-37: SOLO CONTRO TUTTI - Analisi di Joe7

    Testi: Guido Nolitta/Sergio Bonelli
    Disegni: Franco Bignotti, Gallieno Ferri, Sergio Tarquinio

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 86-88 (usciti nel 1968). I numeri reali sono 35-37. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 35-37. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto "Quarta Serie-Collana Lampo" n. 16-24 (Agosto-Dicembre 1967):
    16 - I ricattatori
    17 - Giorni di angoscia
    18 - Zagor va in città!
    19 - Contro la legge
    20 - Un prezioso alleato
    21 - Notte violenta
    22 - Solo contro tutti
    23 - L'ultima sfida
    24 - Addio, Chicago

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    TRAMA

    Zagor e Cico incontrano Harry Keller, un trapper che ha organizzato, insieme ai suoi compagni cacciatori, un'associazione per la raccolta e vendita delle pellicce. Ma questa è una cosa che dà fastidio alla potente compagnia delle pellicce, la Lake's Fur Company di Chicago, perchè fa concorrenza alle sue vendite. Siccome Keller non cede alle ingiunzioni della compagnia, l'avvocato Langan rapisce Skip Keller, il figlio di Keller, e lo porta a Chicago per avere un'arma con cui ricattarlo. Per salvare il bambino, Zagor e Cico accompagnano Keller a Chicago, dove incontrano il simpatico borsaiolo Conte di Lapalette. Una volta denunciato il rapimento al capo della polizia di Chicago, Crabbitt, questi, legato a doppio filo con la Lake's Fur Company, arresta Zagor e gli altri. Ma questi scappano e, una volta rifugiatisi in una camera nascosta in periferia, contattano il Conte di Lapalette, che era diventato loro amico. Grazie al suo aiuto, Zagor entra di nascosto nello studio del Generale Blow, il capo della Lake's Fur Company, e, grazie all'aiuto del borsaiolo, prendono dalla cassaforte i documenti con cui Blow ricattava il capo della polizia e lo teneva alla sua mercé. Una volta mostrato i documenti a Crabbitt, Zagor gli propone le dimissioni in cambio dei fogli. Il capo della polizia accetta. Furioso, il generale Blow organizza una trappola per Zagor: fa sapere che Skip è in un magazzino sul mare. Laggiù Zagor affronta gli uomini di Blow e incendia il magazzino. Una volta salvato Skip, Zagor sale sul tetto del deposito in fiamme e compie un tremendo tuffo, riuscendo a salvarsi insieme al ragazzo. Gli uomini di Blow sono stupefatti per l'impresa di Zagor, ma gli danno la caccia nel parco. Lo spirito con la scure, però, abituato all'ambiente della foresta, li sgomina facilmente. Alla fine arriva il Generale Blow di persona, che gli spara addosso con l'inganno. Ma Zagor, anche se ferito, affronta Blow e, dopo una lotta serrata, il generale perde la vita. Il conte di Lapalette porta via Zagor, ferito, e chiama un medico per curarlo. Nel frattempo, il nuovo capitano della polizia, Simpson, approfitta della debolezza della Lake's Fur Company, ormai priva del suo capo, per arrestare tutti i suoi membri, compreso l'avvocato Langan. Zagor, ormai guarito, e tutti gli altri tornano a casa col piccolo Skip.

    COMMENTO

    Questo è un classico zagoriano, anche se minore, ed è una storia ricordata con affetto da molti lettori. E' anche una delle rare storie disegnate circa per metà da un autore (Bignotti) e per il resto da un altro autore (Ferri). Parte quasi in sordina (grandiosa la scena di Cico e della metempsicosi, quando il messicano crede che il coniglio abbattuto sia suo nonno! :lol: ) iniziando le scene nella foresta di Darkwood, poi portando il lettore inaspettatamente al largo, in una vera e propria città. Il dubbio, l'esitazione di Zagor in città è anche quello del lettore: come se la caverà l'uomo dei boschi in un ambiente così a lui alieno? Qui l'eroismo di Zagor si mostra in modo superbo, più evidente del solito, perchè stavolta è in un ambiente diverso dalla foresta di Darkwood: la città di Chicago e tutto il suo mondo di relazioni e rapporti completamente sconosciuti per lui. Inoltre, ha una missione quasi impossibile: recuperare un ragazzino rapito in una città ignota su cui non sa niente. Le sue difficoltà di adattamento sono inevitabili: è memorabile la scena in cui gli si scoppiano i vestiti appena comperati perchè non riescono a contenerlo.

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    Zagor, l'incubo dei sarti


    Tuttavia, Zagor in questa storia mostra di avere una notevole intelligenza e perspicacia: in poco tempo riesce a capire la mentalità della città. Infatti, scopre l'esistenza del ricatto di Blow sul capo della polizia, riesce ad agire con naturalezza sia nel ristorante che nell'ingannare i poliziotti notturni di ronda. Ma, soprattutto, sa riconoscere nel ladro raffinato Conte di Lapalette un valido aiuto. Tra l'altro, questa è l'unica storia nolittiana dove compare il Conte, che di certo avrebbe meritato qualche altra apparizione, visto che ha abbastanza carisma da essere uno dei comprimari di Zagor al livello di Bat Batterton o Digging Bill. Forse Nolitta l'ha escluso dalle sue storie future perchè, dopotutto, è una persona di città e quindi difficile da inserire nelle storie zagoriane. In ogni caso, Raymond Dusmenil, Conte di Lapalette, si rivela essere un valido alleato per Zagor. Una curiosità: nella sua prima apparizione, realizzata da Bignotti, porta un cappello che lo accomuna al Conte Oliver di Alan Ford, anche lui una manosvelta.

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    Trovate le differenze


    Successivamente, nella seconda parte della storia, disegnata da Ferri, il Conte perde la sua bombetta e ha un atteggiamento più aristocratico, da Arsenio Lupin (il ladro di Leblanc, non il Lupin dei cartoni, ovviamente). La sua scena da cameriere che porta l'aragosta al marchese è una di quelle che si ricordano di più nella saga. :lol:

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    Il capo della polizia, Crabbitt, è il tipico personaggio nolittiano, che obbedisce malvolentieri al generale Blow ed è tormentato dai rimorsi: quando lui accetta la proposta di Zagor, cioè le carte compromettenti in cambio delle sue dimissioni, gli dice anche che vedrebbe volentieri la sconfitta di Blow. Ma era necessario chiedergli le dimissioni? Non sarebbe stato meglio avere Crabbitt dalla propria parte? Io credo che Nolitta abbia fatto così per rendere più drammatica la scena. Inoltre, Zagor qui mostra anche di essere piuttosto furbo: sa che Crabbitt si è compromesso più volte con Blow, e, se rimanesse al suo posto, in un modo o nell'altro sarebbe stato comunque ricattabile, visto che Blow gli avrebbe potuto rinfacciare tutte le porcherie della Lake's Fur Company che lui ha nascosto nel corso degli anni, senza mai compromettere direttamente la sua azienda. Quindi credo che Zagor abbia fatto bene a togliere di mezzo un elemento magari utile, ma non affidabile come Crabbitt.

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    Vestito da cittadino e con la scure in mano: ormai Zagor si è adattato perfettamente alla città.


    Questa storia è avventura allo stato puro: dall'arrivo a Chicago, passando per le imprese di Lapalette, sino alla notte decisiva nel magazzino sull'isolotto, dove Zagor tiene in scacco gli uomini di Blow. Zagor sa che è una trappola e nel magazzino molta gente sarà nascosta lì, pronta ad ucciderlo: ma lui ci va lo stesso, e il conte gli chiede perchè lo fa. La risposta di Zagor è anche la sua filosofia di vita:
    "Perchè ci vado, conte? E' semplice! Perchè la vita nella foresta mi ha insegnato a non mancare mai agli appuntamenti stabiliti dal destino...neanche quando ad attendermi può esserci la morte!".
    Eroismo allo stato puro, col tuffo di Zagor dal magazzino in fiamme, portando Skip in braccio, che lascia stupefatti gli uomini di Blow e diventa la scema che rimane più impressa nel lettore.

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    Nella scena del parco, in cui Zagor attacca gli uomini di Blow, si viene a sapere che - cosa rara - lui ne ha ucciso qualcuno. E' la prima volta che si vede uno Zagor così spietato. Nolitta inoltre fa vedere tutto a cose fatte: quindi non si sa se Zagor ha ucciso in modo premeditato o per legittima difesa, lasciando la risposta al lettore. E' uno degli esempi dell'ambiguità di Nolitta: i suoi personaggi hanno dei lati chiari e dei lati oscuri. Non sapremo mai cosa è successo davvero quella notte al parco. In ogni caso, questa è una cosa non zagoriana: ammazzare così facilmente non fa parte dello spirito del personaggio. Inoltre, c'è un'altra scena che fa discutere, stavolta per la sua assurdità: Zagor si fa sparare da Blow a bruciapelo. E' chiaro che nessuno può sopravvivere ad un colpo simile, o, se lo fa, non ha certo la forza di fare a pugni con qualcuno fino ad ammazzarlo, come ha fatto Zagor. Ma questo fa parte del dramma della storia: Zagor e Blow si affrontano come se fossero due nemici di vecchia data che si odiano l'un l'altro (invece quella è la prima volta che si vedono). Non solo: sono entrambi alla pari a livello fisico. Una cosa poco credibile, ma giustificabile con uno Zagor ferito. Lo scontro, assai drammatico, finisce con Zagor che uccide Blow e si allontana, quasi moribondo per la ferita. La scena di Blow morto, a faccia in giù nell'acqua della fontana, e di Zagor che si allontana da lì a fatica, gravemente ferito, sottolinea l'incredibile violenza dello scontro finale. Una storia iniziata tranquillamente è ascesa fino ad un crescendo che qui raggiunge l'apice. Sono scene che restano impresse.

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    La parte della storia disegnata da Ferri è spettacolare, mostrando i chiaroscuri dell'ambiente della città (gran parte dell'azione si svolge di notte). Bignotti, di canto suo, anche se non riesce ad avere la capacità evocativa di Ferri, si mostra però più sicuro nel tratteggiare i personaggi dopo le sue precedenti storie di Zagor ("Il nemico nell'ombra" e "Clark City"): anche Cico è più convincente (il "ricciolo tirabaci" di Cico è davvero una finezza). E' da notare l'aiuto di Sergio Tarquinio, il famoso disegnatore della Storia del West, che ha realizzato i volti dell'avvocato Langan nella prima parte della storia disegnata da Bignotti.

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    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:24
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    Hai detto bene. Questa è una storia che ogni Zagoriano ricorda con affetto, indimenticabile lo stupore di Zagor nell’arrivare per la prima volta in una città, così come la scenetta del sarto, quando si poteva ancora osare una scena comica, per giunta senza il bisogno di Cico.
    Ecco, a volte spiace non vedere più la meraviglia di Zagor davanti a nuove situazioni, ma è anche vero che dopo 700 albi e 60 anni di storia dove si sono incontrate orde di Vampiri, di mostri, di Zombies e quant’altro, sarebbe molto difficile ricreare quella atmosfera.
    Un po’ di ironia sarebbe invece davvero possibile da inserire, ma non si vuole fare, chissà perché...
     
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    CITAZIONE (MauroC @ 12/10/2020, 11:44) 
    Hai detto bene. Questa è una storia che ogni Zagoriano ricorda con affetto, indimenticabile lo stupore di Zagor nell’arrivare per la prima volta in una città, così come la scenetta del sarto, quando si poteva ancora osare una scena comica, per giunta senza il bisogno di Cico.
    Ecco, a volte spiace non vedere più la meraviglia di Zagor davanti a nuove situazioni, ma è anche vero che dopo 700 albi e 60 anni di storia dove si sono incontrate orde di Vampiri, di mostri, di Zombies e quant’altro, sarebbe molto difficile ricreare quella atmosfera.
    Un po’ di ironia sarebbe invece davvero possibile da inserire, ma non si vuole fare, chissà perché...

    Anch'io sono uno tra li lettori zagoriani che ricorda questa storia con affetto. ^_^

    Non è che 700 albi e 60 anni di storia rovinino la sorpresa: ogni storia dovrebbe essere la prima per ogni autore e lettore, dovrebbe colpire a coinvolgere. Non conta il numero di storie fatte prima, conta il narratore. Però manca la capacità narrativa di Nolitta, la fantasia, l'entusiasmo, la capacità di amare e capire i personaggi...ma queste cose non si imparano col mestiere. O le hai o non le hai. E purtroppo sono doni rari.

    L'ironia può esserci in qualche storia (a volte c'è, anche se a piccole dosi), manca piuttosto l'umorismo. Non so perchè, ma gli sceneggiatori della Bonelli non sono capaci di far ridere, e quando ci provano è persino peggio.

    "Solo contro tutti" è una storia in cui il protagonista affronta situazioni ignote e il lettore partecipa con lui. E' questa partecipazione che manca: le storie di Zagor oggi sembrano dei documentari o delle storie da playstation, in cui il personaggio principale e tutti gli altri sono praticamente inesistenti dal punto di vista psicologico e caratteriale. Invece qui ci ricordiamo bene anche dei personaggi minori come l'avvocato Langan, la famiglia di Keller, Crabbitt, il nobile che vuole l'aragosta freschissima, i due poliziotti che vogliono fumare in segreto, il portiere che chiama "cafone" Cico, il sarto. I dettagli come la giacca di Zagor, il fatto che il conte si insospettisca perchè viene a sapere tutt'ad un tratto del nascondiglio di Skip, e così via...sono cose che rendono il racconto più vivo e coinvolgente, invece delle attuali storie che sono delle noiose conferenze con azioni banali e realizzate con la stessa tensione di chi deve compilare un modulo per il comune.
     
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    Si, ho sbagliato. Ho scritto ironia, ma intendevo umorismo, che è totalmente sparito.

    Concordo che certe abilità siano come il coraggio di Don Abbondio, se non le hai non te le puoi dare, è però vero che, dal momento che su Zagor sono passati e passano anche ottimi sceneggiatori, faccio fatica a credere che siano tutti incapaci di emozionare o anche di far ridere (lo stesso Burattini, o Faraci per fare due esempi, sono anche autori umoristici). Per inciso io ho letto ottime storie, rispettose delle caratteristiche del personaggio anche dopo il 1980.

    Più che incapacità sembra una precisa volontà quella di cambiare lo stile narrativo, per raggiungere un pubblico diverso, con la consapevolezza che tanto i vecchi lettori rimarranno fedeli al brand “a prescindere“. Del resto basta rileggere il primo Burattini e quello attuale per cogliere delle differenze enormi di stile.

    Il fatto è che purtroppo Zagor non riuscirà mai a conquistare nuovi lettori, se non in misura molto marginale, per cui converrebbe, come primo obbiettivo, cercare di accontentare il suo pubblico di vecchietti, se poi in mezzo cascasse qualche giovanotto, amante del vintage, ben venga!
     
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    Nolitta é sempre stato sinonimo di storia qualitativa quando scriveva su Zagor.
    Lui sapeva far andare la fantasia a ruota libera e questa é una cosa che pochi autori odierni sanno fare.
     
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    CITAZIONE (MauroC @ 12/10/2020, 15:33) 
    Si, ho sbagliato. Ho scritto ironia, ma intendevo umorismo, che è totalmente sparito.

    Concordo che certe abilità siano come il coraggio di Don Abbondio, se non le hai non te le puoi dare, è però vero che, dal momento che su Zagor sono passati e passano anche ottimi sceneggiatori, faccio fatica a credere che siano tutti incapaci di emozionare o anche di far ridere (lo stesso Burattini, o Faraci per fare due esempi, sono anche autori umoristici). Per inciso io ho letto ottime storie, rispettose delle caratteristiche del personaggio anche dopo il 1980.

    Più che incapacità sembra una precisa volontà quella di cambiare lo stile narrativo, per raggiungere un pubblico diverso, con la consapevolezza che tanto i vecchi lettori rimarranno fedeli al brand “a prescindere“. Del resto basta rileggere il primo Burattini e quello attuale per cogliere delle differenze enormi di stile.

    Il fatto è che purtroppo Zagor non riuscirà mai a conquistare nuovi lettori, se non in misura molto marginale, per cui converrebbe, come primo obbiettivo, cercare di accontentare il suo pubblico di vecchietti, se poi in mezzo cascasse qualche giovanotto, amante del vintage, ben venga!

    Sono d'accordo.

    Inoltre, l'umorismo di Burattini non riesce a coinvolgermi, lo trovo troppo forzato. Tito Faraci finora, a quanto ne so, non ha mai fatto delle storie di Zagor, però ha fatto i due speciali di Cico, "Un'eredità per Cico" (che è uno sperticato omaggio ai paperi Disney) e "Cico moschettiere", che ho trovato molto divertenti. Ma questi sono solo gusti personali, ciascuno ha le sue preferenze. ^_^

    CITAZIONE (Andrea Micky @ 12/10/2020, 15:46) 
    Nolitta é sempre stato sinonimo di storia qualitativa quando scriveva su Zagor.
    Lui sapeva far andare la fantasia a ruota libera e questa é una cosa che pochi autori odierni sanno fare.

    Quoto in pieno.

    E' vero che si trattava di qualità uniche, ma non certo irraggiungibili: c'è chi è riuscito a fare delle storie simili e coinvolgenti. Ma credo che sia un pò vero quello che dice MauroC: oggi su Zagor non c'è l'intenzione di seguire lo spirito nolittiano, solo di scimmiottarlo senza mai veramente capirlo.
     
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    Ho letto le prime pagine di questa storia sui volumi della gazzetta.
    L'avvocato Langan é bel personaggio, la cui viscidità é ben resa sia dai dialoghi, che dal modo in cui é disegnato.
    Anche io ho riso della scena con Cico e il suo nonno/Coniglio.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 21/2/2021, 11:39) 
    Ho letto le prime pagine di questa storia sui volumi della gazzetta.
    L'avvocato Langan é bel personaggio, la cui viscidità é ben resa sia dai dialoghi, che dal modo in cui é disegnato.
    Anche io ho riso della scena con Cico e il suo nonno/Coniglio.

    Tarquinio era bravo a disegnare dei personaggi viscidi come Langan. Solo per aver letto le prime pagine sei già coinvolto: la bravura narrativa di Nolitta era davvero straordinaria! ^_^
     
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    Letta anche la seconda parte.
    Questa storia é fantastica e ci fa capire perché lo Zagor di Nolitta é irripetibile.
    Vera perla e la sequenza in cui Zagor riflette sulla vita degli uomini di città "sempre indaffarati, vestiti tutti uguali, coi visi bianchi raramente sfiorati dai raggi del sole, che a fatica penetrano la barriera dei tetti".
    Una profonda riflessione, che lo Zagor Robot di oggi non avrebbe di certo.
    Anche il personaggio del Conte di Lapalette é ben riuscito e oltre a risultare simpatico, si rivela in più occasioni una preziosa risorsa per Zagor.
    Infine, trovo la Lake's Furry Company un avversario molto "texiano", senza però che che la cosa nuoccia all'economia della storia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 28/2/2021, 12:36) 
    Letta anche la seconda parte.
    Questa storia é fantastica e ci fa capire perché lo Zagor di Nolitta é irripetibile.
    Vera perla e la sequenza in cui Zagor riflette sulla vita degli uomini di città "sempre indaffarati, vestiti tutti uguali, coi visi bianchi raramente sfiorati dai raggi del sole, che a fatica penetrano la barriera dei tetti".
    Una profonda riflessione, che lo Zagor Robot di oggi non avrebbe di certo.
    Anche il personaggio del Conte di Lapalette é ben riuscito e oltre a risultare simpatico, si rivela in più occasioni una preziosa risorsa per Zagor.
    Infine, trovo la Lake's Furry Company un avversario molto "texiano", senza però che che la cosa nuoccia all'economia della storia.

    A dire la verità, non mi era sembrata una profonda riflessione quella di Zagor sulla città. Quello è un pò il punto di vista del "buon selvaggio" che giudica la "città cattiva". E' una frase detta con un tono poetico, quindi fa di certo effetto, ma mostra lo stesso quell'ideologia che ogni tanto vedo spuntare nelle storie di Nolitta. L'ideologia cioè, oggi diventata luogo comune, della "giungla e dello stato selvaggio migliore della cosiddetta civiltà".

    Ma quella è una "giungla" mitizzata, che non esiste. La civiltà, i paesi, le città, erano nate proprio per sopravvivere agli orrori della giungla vera. Che era un luogo dove c'era solo la volenza sui deboli, la sopraffazione, la legge del più forte. Solo chi è sempre vissuto nella civiltà e non è mai stato nella giungla vera è capace di dire delle frasi simili, che sono false: sono prive di fondamento e piene di retorica. Certo, il mondo moderno in cui viviamo non è perfetto, ma non c'è confronto con gli orrori della giungla vera, da tanti mitizzata. E' proprio quando si rifiuta questo nostro modo quotidiano di vivere che si ricade nella barbarie. Sarebbe meglio cercare di migliorarlo, invece di rifiutarlo in blocco come fa Nolitta.
     
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    Finito di leggere.
    Anche io trovo inverosimile la scena in cui Zagor si fa da sparare, ma del resto, certe volte il personaggio ha dimostrato una certa incoscienza e quindi, ci su può stare.
    Simpatico il piccolo Skip Keller, che passa dal candore fanciullesco nelle scene del magazzino al ruolo di piccolo millantatore nella scena finale.
    Fa gelare il sangue la didascalia che mostra il corpo senza vita del Generale Blow: un vero e proprio epitaffio.
    Piccolo sobbalzo l'apparizione a sorpresa del nuovo commissario di Chigaco sul battello che riporta Zagor e e gli altri a casa.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 7/3/2021, 11:31) 
    Finito di leggere.
    Anche io trovo inverosimile la scena in cui Zagor si fa da sparare, ma del resto, certe volte il personaggio ha dimostrato una certa incoscienza e quindi, ci su può stare.
    Simpatico il piccolo Skip Keller, che passa dal candore fanciullesco nelle scene del magazzino al ruolo di piccolo millantatore nella scena finale.
    Fa gelare il sangue la didascalia che mostra il corpo senza vita del Generale Blow: un vero e proprio epitaffio.
    Piccolo sobbalzo l'apparizione a sorpresa del nuovo commissario di Chigaco sul battello che riporta Zagor e e gli altri a casa.

    In effetti, a sparare a quella distanza e dritto in petto, anche solo con una derringer, tu MUORI. Ti trapassano gli organi vitali, tipo il cuore, i polmoni, la spina dorsale: tu muori o finisci moribondo. Punto. Invece Zagor, dopo che gli hanno sparato, affronta Blow, lo strangola, si fa curare, un pò di bende e alè, dopo sei a posto.

    E' un fumetto, non è vita reale: quindi queste esagerazioni ci stanno. Pure l'Uomo Mascherato sopravvive quando gli sparano, anche a bruciapelo. Si tratta di un espediente narrativo per rendere più drammatica la scena.

    In ogni caso, se un giorno ti dovessero puntare contro una pistola, ti consiglio di spostarti e di non farti colpire stando fermo e stringendo i denti come fa Zagor...queste cose le fanno solo i protagonisti dei fumetti. ^_^
     
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    Ah, ah!
    Terrò presente il tuo suggerimento.
     
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    Per alcuni aspetti questa bellissima avventura “cittadina” di Zagor mi ricorda una storia alla Tex: ci sono diverse spiegazioni, dovute al fatto che c’è una serie di intrighi e ricatti. Zagor risulta invincibile, pur affrontando decine di avversari, non è mai alla mercede dei nemici e prende pugni solo nel combattimento finale con Blow. Questa "invulnerabilità" di Zagor penso sia giustificata in questo caso dal fatto che è davvero "solo contro tutti" ed il minimo errore gli sarebbe fatale, lontano dalle sue foreste in cui sa sfruttare l'ambiente per difendersi ed attaccare e non potendo contare su trappers, indiani amici. Keller è ferito e Cico non accompagna Zagor nell'azione, Lapallette è di aiuto, ma non quando si tratta di lottare con le mani.
    Le somiglianze con Tex per fortuna finiscono qui. Zagor è al centro dell’episodio, ma viene data molta importanza anche ai comprimari: nemici e amici sono caratterizzati così bene da rimanere impressi nella memoria. Il volto di Zagor è un caleidoscopio di emozioni, furente, feroce, ironico, divertito. Nulla a che fare con quello più freddo, quasi impassibile del ranger.
    Memorabile la vignetta che ritrae Zagor silenzioso con in braccio Skip nella luce notturna, prima di lanciarsi in un salto nel vuoto presumibilmente mortale. In quel silenzio epico, concentrato a raccogliere tutte le proprie forze per l’impresa, c’è già l’ombra della vittoria, indipendentemente da cosa succederà. Ci ha portato tutti dalla sua parte, insieme a lui su quel tetto, pronti a lanciarci con lui.
    Il finale a casa Keller per me è uno dei più belli e divertenti della saga, c’è tutta la fantasia infantile che trasforma in magia ogni cosa.
    Quello che amo in Zagor è il suo senso della giustizia, che lo porta ad azioni generose, a volte impulsive ed affrettate. Errare humanum est. Sbagliare è umano e tuttavia l’errore mi rende più vicino a chi l’ha commesso, se le sue motivazioni sono moralmente giuste ( difendere la parte che appare più debole in quella circostanza) e se l’autore dopo fa un passo indietro per ammettere le sue colpe.
     
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    Davvero una bella recensione, complimenti! ^_^

    Effettivamente, sembra quasi una storia di Tex in città con Zagor al suo posto: e la differenza di stile si sente. Qui Zagor mostra di avere una qualità che non sempre gli viene riconosciuta dagli sceneggiatori: l'intelligenza. Infatti, scopre i punti deboli della potente organizzazione di Blow (cioè il documento capestro che lega la polizia nei suoi confronti) e sa colpire nei punti giusti. Lo stesso Blow riconosce che Zagor è pericoloso: non è solo un forzuto col costumino che picchia qua e là. E' costretto a fare una trappola apposta per lui, segno che capisce che non è da sottovalutare. Senza contare che Zagor abbatte gli uomini di Blow praticamente da solo.

    Inoltre, come tu dici, c'è anche l'ironia, l'umorismo, non solo il dramma, mentre in Tex di umorismo ce n'è davvero poco, e solo nelle battute di spirito tra Tex e Carson.

    E in effetti hai ragione, qui non ci avevo mai pensato: Tex ha sempre la stessa faccia, praticamente è amimico, mentre Zagor ha molte espressioni e si dimostra quindi più "vivo" del Ranger, che, rappresentando la legge e la giustizia, non può mostrare tante espressioni. La Giustizia infatti deve mostrarsi sempre ferma: un Tex "alla Zagor" fallirebbe la sua missione e non sarebbe più lui. Sono personaggi impostati in modo completamente diverso, ed è giusto che sia così.

    Comunque, ottima recensione.
     
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