35-37: SOLO CONTRO TUTTI - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta/Sergio Bonelli
Disegni: Franco Bignotti, Gallieno Ferri, Sergio Tarquinio
Zagor edizione originale Zenith: n. 86-88 (usciti nel 1968). I numeri reali sono 35-37. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 35-37. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto
"Quarta Serie-Collana Lampo" n. 16-24 (Agosto-Dicembre 1967):
16 - I ricattatori
17 - Giorni di angoscia
18 - Zagor va in città!
19 - Contro la legge
20 - Un prezioso alleato
21 - Notte violenta
22 - Solo contro tutti
23 - L'ultima sfida
24 - Addio, Chicago
TRAMAZagor e Cico incontrano
Harry Keller, un trapper che ha organizzato, insieme ai suoi compagni cacciatori, un'associazione per la raccolta e vendita delle pellicce. Ma questa è una cosa che dà fastidio alla potente compagnia delle pellicce, la
Lake's Fur Company di Chicago, perchè fa concorrenza alle sue vendite. Siccome Keller non cede alle ingiunzioni della compagnia, l'avvocato
Langan rapisce
Skip Keller, il figlio di Keller, e lo porta a Chicago per avere un'arma con cui ricattarlo. Per salvare il bambino, Zagor e Cico accompagnano Keller a Chicago, dove incontrano il simpatico borsaiolo
Conte di Lapalette. Una volta denunciato il rapimento al capo della polizia di Chicago,
Crabbitt, questi, legato a doppio filo con la Lake's Fur Company, arresta Zagor e gli altri. Ma questi scappano e, una volta rifugiatisi in una camera nascosta in periferia, contattano il Conte di Lapalette, che era diventato loro amico. Grazie al suo aiuto, Zagor entra di nascosto nello studio del
Generale Blow, il capo della Lake's Fur Company, e, grazie all'aiuto del borsaiolo, prendono dalla cassaforte i documenti con cui Blow ricattava il capo della polizia e lo teneva alla sua mercé. Una volta mostrato i documenti a Crabbitt, Zagor gli propone le dimissioni in cambio dei fogli. Il capo della polizia accetta. Furioso, il generale Blow organ
izza una trappola per Zagor: fa sapere che Skip è in un magazzino sul mare. Laggiù Zagor affronta gli uomini di Blow e incendia il magazzino. Una volta salvato Skip, Zagor sale sul tetto del deposito in fiamme e compie un tremendo tuffo, riuscendo a salvarsi insieme al ragazzo. Gli uomini di Blow sono stupefatti per l'impresa di Zagor, ma gli danno la caccia nel parco. Lo spirito con la scure, però, abituato all'ambiente della foresta, li sgomina facilmente. Alla fine arriva il Generale Blow di persona, che gli spara addosso con l'inganno. Ma Zagor, anche se ferito, affronta Blow e, dopo una lotta serrata, il generale perde la vita. Il conte di Lapalette porta via Zagor, ferito, e chiama un medico per curarlo. Nel frattempo, il nuovo capitano della polizia, Simpson, approfitta della debolezza della Lake's Fur Company, ormai priva del suo capo, per arrestare tutti i suoi membri, compreso l'avvocato Langan. Zagor, ormai guarito, e tutti gli altri tornano a casa col piccolo Skip.
COMMENTOQuesto è un classico zagoriano, anche se minore, ed è una storia ricordata con affetto da molti lettori. E' anche una delle rare storie disegnate circa per metà da un autore (Bignotti) e per il resto da un altro autore (Ferri). Parte quasi in sordina (grandiosa la scena di Cico e della metempsicosi, quando il messicano crede che il coniglio abbattuto sia suo nonno!
) iniziando le scene nella foresta di Darkwood, poi portando il lettore inaspettatamente al largo, in una vera e propria città. Il dubbio, l'esitazione di Zagor in città è anche quello del lettore: come se la caverà l'uomo dei boschi in un ambiente così a lui alieno? Qui l'eroismo di Zagor si mostra in modo superbo, più evidente del solito, perchè stavolta è in un ambiente diverso dalla foresta di Darkwood: la città di Chicago e tutto il suo mondo di relazioni e rapporti completamente sconosciuti per lui. Inoltre, ha una missione quasi impossibile: recuperare un ragazzino rapito in una città ignota su cui non sa niente. Le sue difficoltà di adattamento sono inevitabili: è memorabile la scena in cui gli si scoppiano i vestiti appena comperati perchè non riescono a contenerlo.
Zagor, l'incubo dei sarti
Tuttavia, Zagor in questa storia mostra di avere una notevole intelligenza e perspicacia: in poco tempo riesce a capire la mentalità della città. Infatti, scopre l'esistenza del ricatto di Blow sul capo della polizia, riesce ad agire con naturalezza sia nel ristorante che nell'ingannare i poliziotti notturni di ronda. Ma, soprattutto, sa riconoscere nel ladro raffinato
Conte di Lapalette un valido aiuto. Tra l'altro, questa è l'unica storia nolittiana dove compare il Conte, che di certo avrebbe meritato qualche altra apparizione, visto che ha abbastanza carisma da essere uno dei comprimari di Zagor al livello di Bat Batterton o Digging Bill. Forse Nolitta l'ha escluso dalle sue storie future perchè, dopotutto, è una persona di città e quindi difficile da inserire nelle storie zagoriane. In ogni caso, Raymond Dusmenil, Conte di Lapalette, si rivela essere un valido alleato per Zagor. Una curiosità: nella sua prima apparizione, realizzata da Bignotti, porta un cappello che lo accomuna al Conte Oliver di Alan Ford, anche lui una manosvelta.
Trovate le differenze
Successivamente, nella seconda parte della storia, disegnata da Ferri, il Conte perde la sua bombetta e ha un atteggiamento più aristocratico, da Arsenio Lupin (il ladro di Leblanc, non il Lupin dei cartoni, ovviamente). La sua scena da cameriere che porta l'aragosta al marchese è una di quelle che si ricordano di più nella saga.
Il capo della polizia,
Crabbitt, è il tipico personaggio nolittiano, che obbedisce malvolentieri al generale Blow ed è tormentato dai rimorsi: quando lui accetta la proposta di Zagor, cioè le carte compromettenti in cambio delle sue dimissioni, gli dice anche che vedrebbe volentieri la sconfitta di Blow. Ma era necessario chiedergli le dimissioni? Non sarebbe stato meglio avere Crabbitt dalla propria parte? Io credo che Nolitta abbia fatto così per rendere più drammatica la scena. Inoltre, Zagor qui mostra anche di essere piuttosto furbo: sa che Crabbitt si è compromesso più volte con Blow, e, se rimanesse al suo posto, in un modo o nell'altro sarebbe stato comunque ricattabile, visto che Blow gli avrebbe potuto rinfacciare tutte le porcherie della Lake's Fur Company che lui ha nascosto nel corso degli anni, senza mai compromettere direttamente la sua azienda. Quindi credo che Zagor abbia fatto bene a togliere di mezzo un elemento magari utile, ma non affidabile come Crabbitt.
Vestito da cittadino e con la scure in mano: ormai Zagor si è adattato perfettamente alla città.
Questa storia è avventura allo stato puro: dall'arrivo a Chicago, passando per le imprese di Lapalette, sino alla notte decisiva nel magazzino sull'isolotto, dove Zagor tiene in scacco gli uomini di Blow. Zagor sa che è una trappola e nel magazzino molta gente sarà nascosta lì, pronta ad ucciderlo: ma lui ci va lo stesso, e il conte gli chiede perchè lo fa. La risposta di Zagor è anche la sua filosofia di vita:
"Perchè ci vado, conte? E' semplice! Perchè la vita nella foresta mi ha insegnato a non mancare mai agli appuntamenti stabiliti dal destino...neanche quando ad attendermi può esserci la morte!".Eroismo allo stato puro, col tuffo di Zagor dal magazzino in fiamme, portando Skip in braccio, che lascia stupefatti gli uomini di Blow e diventa la scema che rimane più impressa nel lettore.
Nella scena del parco, in cui Zagor attacca gli uomini di Blow, si viene a sapere che - cosa rara - lui
ne ha ucciso qualcuno. E' la prima volta che si vede uno Zagor così spietato. Nolitta inoltre fa vedere tutto a cose fatte: quindi non si sa se Zagor ha ucciso in modo premeditato o per legittima difesa, lasciando la risposta al lettore. E' uno degli esempi dell'ambiguità di Nolitta: i suoi personaggi hanno dei lati chiari e dei lati oscuri. Non sapremo mai cosa è successo davvero quella notte al parco. In ogni caso, questa è una cosa non zagoriana: ammazzare così facilmente non fa parte dello spirito del personaggio. Inoltre, c'è un'altra scena che fa discutere, stavolta per la sua assurdità:
Zagor si fa sparare da Blow a bruciapelo. E' chiaro che nessuno può sopravvivere ad un colpo simile, o, se lo fa, non ha certo la forza di fare a pugni con qualcuno fino ad ammazzarlo, come ha fatto Zagor. Ma questo fa parte del dramma della storia: Zagor e Blow si affrontano come se fossero due nemici di vecchia data che si odiano l'un l'altro (invece quella è la prima volta che si vedono). Non solo: sono entrambi
alla pari a livello fisico. Una cosa poco credibile, ma giustificabile con uno Zagor ferito. Lo scontro, assai drammatico, finisce con Zagor che uccide Blow e si allontana, quasi moribondo per la ferita. La scena di Blow morto, a faccia in giù nell'acqua della fontana, e di Zagor che si allontana da lì a fatica, gravemente ferito, sottolinea l'incredibile violenza dello scontro finale. Una storia iniziata tranquillamente è ascesa fino ad un crescendo che qui raggiunge l'apice. Sono scene che restano impresse.
La parte della storia disegnata da Ferri è spettacolare, mostrando i chiaroscuri dell'ambiente della città (gran parte dell'azione si svolge di notte). Bignotti, di canto suo, anche se non riesce ad avere la capacità evocativa di Ferri, si mostra però più sicuro nel tratteggiare i personaggi dopo le sue precedenti storie di Zagor ("Il nemico nell'ombra" e "Clark City"): anche Cico è più convincente (il "ricciolo tirabaci" di Cico è davvero una finezza). E' da notare l'aiuto di
Sergio Tarquinio, il famoso disegnatore della Storia del West, che ha realizzato i volti dell'
avvocato Langan nella prima parte della storia disegnata da Bignotti.
QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:24
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