Il blog di Joe7

  1. I 47 RONIN

     
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    Storia dei 47 ronin che nel Giappone del '700 vendicarono il loro signore, in una terra dove i cristiani furono massacrati a migliaia
    di Rino Cammilleri
    Titolo originale: "I 47 ronin e la leggenda del samurai buono"; Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24/10/2016; Pubblicato su BastaBugie n. 489

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    Conoscete la storia-leggenda dei «47 ronin»? E' la vicenda più giapponese che esista e non c'è giapponese che non la conosca. Prima la raccontiamo, poi commentiamo.
    Durante il medioevo nipponico un Daimyo (signore feudale) si trovava nel palazzo dello Shogun (il gran capo dell'arcipelago) a Edo (l'allora capitale). Qui, gravemente provocato da un cortigiano, cercò di rispondere all'insulto, ma fu bloccato in tempo. Sì, perché estrarre la spada in quel luogo era vietatissimo, pena la morte. Lo shogun, saputo della provocazione, non fece giustiziare il colpevole ma benignamente gli permise di salvare il suo onore commettendo seppuku (suicidio rituale). L'onore sì, ma non il feudo e i beni, che vennero incamerati dallo shogun. I samurai del defunto si ritrovarono ronin, (lett. «uomini onda», cioè senza padrone e, perciò, costretti a vagare).

    47 VENDICATORI

    Una cinquantina di essi giurarono di vendicare il loro signore. Ma colui che ne aveva provocato la disgrazia, temendo proprio questo, stava in guardia. Bisognava fargliela abbassare. I 47 vendicatori, perciò, trascorsero i seguenti due anni a far credere che la disoccupazione li aveva abbrutiti rendendoli codardi, abietti, ubriaconi. Uno abbandonò la famiglia, uno la fidanzata, uno si fece sequestrare la spada, uno accettò gli sputi senza reagire. E così via. Quando il bersaglio predestinato si convinse dello scampato pericolo e licenziò la guarnigione che aveva arruolato a sua difesa, scattò la trappola. La vendetta fu compiuta e i 47, poi costituitisi allo shogun, chiusero la loro missione col seppuku. Questa storia, perfetto ed estremo esempio di fedeltà al bushido (il codice dei samurai), impazzò subito nel teatro kabuki e in quello bunraku (di marionette), poi al cinema e nei manga.

    Foderi-rossi
    I Foderi Rossi di One Piece sono anche un omaggio alla leggenda dei 47 Ronin. Invece dei due anni fatti trascorrere, qui si tratta di 20, ma lo scopo di vendetta per il proprio signore è lo stesso


    Recentemente vi si sono cimentati gli attori americani Keanu Reeves, Morgan Freeman, Clive Owen, tanto la storia è affascinante 1. Purtroppo il mito ha offuscato, come al solito, la storia, e i «47 ronin» sono serviti ai samurai per rifarsi il maquillage a uso dei posteri (tra cui il famoso scrittore Yukio Mishima, tanto caro a certe destre nostalgiche). Intanto, godetevi la leggenda con i 47 ronin a fumetti della ReNoir (Mike Richardson, Stan Sakai, 47 ronin, ReNoir, pp. 154, €. 19,90)

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    ORA, I CHIARIMENTI

    Cominciamo col dire che il «medioevo» giapponese non è mai esistito. E' il cristianesimo che fa "ribollire" le epoche; chi non lo ha mai adottato vive da sempre una realtà immutabile, piatta e monotona. Il pagano ragiona così: si deve fare come si è sempre fatto. L'uomo plasmato dal cristianesimo fa il contrario. Perciò il Giappone è uscito dal suo eterno «medioevo» solo quando le cannoniere americane ve l'hanno costretto, a metà dell'Ottocento.

    Il fatto dei 47 ronin si svolge nel 1702, mentre in Europa il Medioevo era un lontanissimo ricordo (c'era la guerra di successione spagnola). L'unica eccezione a un'età del ferro senza fine furono gli archibugi, introdotti dagli europei alla fine del secolo XVI. Per quanto riguarda l'onore e il codice bushido, stavano ai samurai come la morale evangelica sta ai cristiani: una cosa è il bell'ideale, un'altra quel che si fa in concreto. Perciò, i tradimenti, gli spergiuri, le pugnalate alla schiena, la corruzione, i fratricidi per motivi d'interesse erano la realtà.

    Basta dire che al tempo dei 47 ronin regnava il clan Togukawa, che aveva vinto la decisiva battaglia di Sekigahara nel 1600 grazie a un venalissimo e spregevole voltafaccia sul campo. E che l'opera teatrale sui 47 fu vietata per molto tempo, proprio per evitare che qualcuno ci vedesse un riferimento al clan al potere. Non c'era un potente che non fosse costretto a dormire con un occhio solo, perfino i bonzi buddisti.

    Miyamoto-Usagi
    A proposito della battaglia di Sekigahara, il personaggio di Usagi Yojimbo di Stan Sakai, che vive in un Giappone medievale alternativo popolato da animali antropomorfi, ha avuto la sua vita segnata per sempre nella battaglia di Adachigahara, un richiamo a quella di Sekigahara. Infatti laggiù il suo signore, Lord Mifune, perse la battaglia e fu ucciso a causa del tradimento del Generale Toda. Dopo aver messo in salvo il corpo di Mifune, Usagi riuscì a vendicarlo uccidendo Toda, ma da allora vive come ronin, vagando nel Giappone e passando molte avventure.


    LA GENTE COMUNE

    Per quanto riguarda la gente comune, la fame era la regola, a causa di una piramide sociale che ricorda quella sovietica: una pletora di funzionari (e i samurai lo erano) che gravava su contadini e pescatori, i quali non avevano alcun diritto, nemmeno al nome.

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    Sanosuke Sagara, con la sua spada Zambato ("tagliacavalli"): da "Kenshin, samurai vagabondo". Essendo di origini povere, Sanosuke non aveva neanche un nome. Quindi scelse quello del comandante Sagara, che lui ammirava.


    Un samurai poteva uccidere un contadino perché quello non si era inchinato a dovere al suo passaggio o anche solo per provare il filo di una spada nuova: bastava che comunicasse l'avvenuta esecuzione al primo ufficio incontrato. Le donne, ovviamente, contavano ancora meno, e i bambini meno ancora. E non parliamo dei cristiani trucidati nei modi più efferati dalla fine del XVI alla fine del XIX, e solo per il sospetto che potessero incrinare il sistema di potere. Le caste, poi: i paria adibiti ai mestieri «impuri» (ancora oggi se lavori alle pompe funebri vieni scansato) o i menomati fisicamente (idem). Lo stesso James Clavell, nel suo (anticattolico) Shogun 2 del 1975, è costretto a riportare l'episodio del servo che fa hara-hiri (sventramento non rituale) perché il suo padrone - inglese e ignaro della situazione - gli ha ordinato di spennare un fagiano: se non lo fa, verrà ucciso per la disobbedienza; se lo fa, perderà il suo rango di servitore per aver toccato un animale morto. Insomma, i 47 ronin stanno ai giapponesi come i Cavalieri della Tavola Rotonda stanno a noi. Bel mito. E basta.

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    1 Cammilleri fa riferimento al film "Last Knights" di Kazuaki Kiriya (2015).

    Last-Knights



    2 "Shogun" di James Clavell (1975) è un romanzo in cui il protagonista, il daimyo Yoshi Toranaga, ascende al potere diventando Shogun. I fatti sono narrato dall'occidentale John Blackthorne. Dal romanzo è stato tratto il telefilm "Shogun" (1980), diretto da Jerry London ed interpretato da Richard Chamberlain e Toshirō Mifune. In seguito, le quasi nove ore della miniserie sono state condensate in un film, "Shogun - il signore della guerra" (1980)

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    LINKS CRISTIANESIMO

    Edited by joe 7 - 8/12/2021, 19:34
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    Avevo sentito spesso parlare di questa storia, ma non ne conoscevo i dettagli.
    Grazie per la cultura che diffondi.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 13/4/2021, 18:40) 
    Avevo sentito spesso parlare di questa storia, ma non ne conoscevo i dettagli.
    Grazie per la cultura che diffondi.

    Grazie, mi piace ogni tanto postare questo tipo di articoli, anche se questo non è farina del mio sacco, ma di Cammilleri: solo le aggiunte con le immagini sono mie.
     
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  3. francesco-due
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    Ho letto il romanzo.
    Per quello che ricordo dell'episodio del servo e del fagiano, il motivo era che l'inglese aveva ordinato di lasciare il volatile appeso per "frollare", ma poi si era dimenticato della cosa e l'animale, per la decomposizione, aveva cominciato a puzzare attirando l'irritazione dei vicini.
    Il servo quindi si era assunto l'incarico di togliere il fagiano, ma in questo modo aveva trasgredito ad un ordine diretto e quindi doveva espiare la "colpa".
    Blackthorne, l'inglese, si era poi disperato della cosa e se ne sentiva in colpa.
    Riguardo al medioevo
     
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    CITAZIONE (francesco-due @ 13/4/2021, 22:20) 
    Ho letto il romanzo.
    Per quello che ricordo dell'episodio del servo e del fagiano, il motivo era che l'inglese aveva ordinato di lasciare il volatile appeso per "frollare", ma poi si era dimenticato della cosa e l'animale, per la decomposizione, aveva cominciato a puzzare attirando l'irritazione dei vicini.
    Il servo quindi si era assunto l'incarico di togliere il fagiano, ma in questo modo aveva trasgredito ad un ordine diretto e quindi doveva espiare la "colpa".
    Blackthorne, l'inglese, si era poi disperato della cosa e se ne sentiva in colpa.

    Grazie della precisazione, anche se non toglie la sostanza del fatto.
     
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  5. francesco-due
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    (Errore mio che ho inviato a metà frase.)
    Riguardo al medioevo: credo che idealizzare in bene o in male un periodo storico sia sempre un errore.
    Visto che spesso tratti di anime e manga, con disanime interessanti, fai bene a ricordarcelo.
    Vorrei aggiungere, mia personale considerazione, che il termine medioevo, riferito al Giappone, non vada inteso come in Europa. La similitudine delle condizioni (arretratezza tecnica e culturale) che là è proseguita nel tempo fino all'ottocento, può aver "suggerito" ai primi esploratori o cronisti il termine.
    Tuttavia "medioevo" è un termine che ha senso in Europa (repubblica romana, impero, crollo, medioevo vero e proprio, sviluppo di stati nazionali, rinascimento, ecc.) mentre nel resto del mondo viene usato solo per indicare un riferimento temporale (cosa facevano là in quella data) o tecnico (tecnologie che da noi si sono acquisite nei secoli e che là non hanno sviluppato).
    Per la questione culturale (anche solo il confronto) occorrerebbe un'analisi più approfondita.
     
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    CITAZIONE (francesco-due @ 13/4/2021, 22:32) 
    (Errore mio che ho inviato a metà frase.)
    Riguardo al medioevo: credo che idealizzare in bene o in male un periodo storico sia sempre un errore.
    Visto che spesso tratti di anime e manga, con disanime interessanti, fai bene a ricordarcelo.
    Vorrei aggiungere, mia personale considerazione, che il termine medioevo, riferito al Giappone, non vada inteso come in Europa. La similitudine delle condizioni (arretratezza tecnica e culturale) che là è proseguita nel tempo fino all'ottocento, può aver "suggerito" ai primi esploratori o cronisti il termine.
    Tuttavia "medioevo" è un termine che ha senso in Europa (repubblica romana, impero, crollo, medioevo vero e proprio, sviluppo di stati nazionali, rinascimento, ecc.) mentre nel resto del mondo viene usato solo per indicare un riferimento temporale (cosa facevano là in quella data) o tecnico (tecnologie che da noi si sono acquisite nei secoli e che là non hanno sviluppato).
    Per la questione culturale (anche solo il confronto) occorrerebbe un'analisi più approfondita.

    Il termine "medioevo" è sempre usato oggi come termine spregiativo, mentre invece fu un periodo di luce: in quel periodo, che è meglio chiamare "cristiano" anzichè "medievale", ci fu un progresso immenso per l'umanità di cui noi direttamente ne siamo figli.

    In quel periodo, che è errato chiamare "medievale", si svilupparono come mai prima l'importanza della ragione, le prime scoperte, il concetto di persona, la presenza di un Dio che è Padre, gli enormi sviluppi artistici, culturali, architettonici, il rispetto di ogni uomo, la fiducia nel futuro e mille altre cose.

    "Medioevo" è entrato nel senso comune come termine che indica "arretratezza culturale": per questo è usato a sproposito per indicare ogni periodo arretrato. Per questo si parla qui di "medioevo giapponese": ma, come ha spiegato bene il Cammilleri, sarebbe più esatto dire "immobilismo giapponese": senza il pensiero cristiano cattolico, che porta l'uomo al progresso, non si va da nessuna parte, si resta eternamente fermi. Basti pensare al concetto cristiano di storia come "freccia" e non come "cerchio chiuso", tipico dell'antichità e dei paesi non cristiani, come appunto è il Giappone: in una storia che si ripete, non c'è nessuno stimolo per il progresso.

    Certo, il Giappone di oggi è progredito, ma lo è diventato non da solo, ma proprio perchè è entrato a contatto con la realtà cristiana, anche se non l'ha assimilata come fede. Ma, anche così, ha avuto un progresso impressionante, che sarebbe stato molto più grande se il Giappone fosse diventato cristiano.

     
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