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  1. FILM: LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE

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    By joe 7 il 12 June 2023
     
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    I 4 ERRORI DI DESMOND DOSS, IL PROTAGONISTA DELLA "BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE"

    Un film di Mel Gibson che parla della storia vera di Desmond Doss, un soldato obiettore di coscienza che, durante la Seconda Guerra Mondiale, nell'isola giapponese di Okinawa salvò 75 soldati americani non obiettori di coscienza.

    locandina


    La battaglia di Hacksaw Ridge (2016) è un film di Mel Gibson, che racconta la vera storia di Desmond Doss. La sua vita fu segnata da due grandi desideri:
    1) servire la propria patria nella Seconda Guerra Mondiale
    2) non uccidere nessuno.
    Come si vede, è un'assurdità: come si fa ad andare in guerra senza ammazzare nessuno? Non siamo in un fumetto. In ogni caso, grazie all'appoggio di suo padre, che aveva già combattuto nella Prima Guerra Mondiale, Desmond Doss riesce a farsi riconoscere come soldato obiettore di coscienza (che è una bella contraddizione). Come tale, prestò il suo servizio come medico militare. (e allora perchè non hai fatto il medico militare e basta, invece di far vedere a tutti che sei un obiettore di coscienza, complicando così le cose?) Desmond Doss, al proposito, disse: "In un mondo impegnato a farsi a pezzi, non mi sembra una cattiva idea tentare di rimetterlo insieme." A causa della sua determinazione nel rifiuto di uccidere anche il nemico, fu bullizzato dai superiori e dai commilitoni. E questo mi sembra ovvio: in pratica, Desmond Doss dice non sparerà mai a un giapponese, nemmeno per salvarti la vita, e questo non era un bel pensiero per chi gli stava vicino. Ma, nella battaglia di Hacksaw Ridge, raccontata nel film, Desmond Doss dimostrò il suo valore e il suo coraggio, salvando circa settantacinque persone ferite, portandole fuori dal campo di battaglia e meritandosi il rispetto degli altri soldati. Tutto è bene quello che finisce bene, allora? Non proprio.

    I (POCHI) LATI POSITIVI DEL FILM

    Mel Gibson mette tutta la sua esperienza nel descrivere realisticamente la guerra, che è terribile e spettacolare allo stesso tempo. Inoltre, è sorprendente il fatto che si parli di cose come:
    - la verginità prima del matrimonio del protagonista (ma quando mai oggi?)
    - la carità cristiana che arriva a donare la vita per i propri amici e nemici
    - l'importanza della preghiera in ogni azione quotidiana che per Desmond Doss tocca un vertice nella richiesta a Dio di trovare ancora un soldato ferito, sia amico che nemico.
    E' azzeccata anche la presa in giro dei culturisti che mostrano con orgoglio i loro muscoli, ma nascondono delle debolezze interiori, come la paura, che blocca ogni azione. Nonostante questo, il film presenta quattro gravi errori che, a causa della cultura moderna in cui siamo immersi, passano inosservati. Osserviamoli in rassegna.

    1) L'INGIUSTA OBIEZIONE DI COSCIENZA

    Il primo di tutti è l'obiezione di coscienza. Essendo questo il cardine del film, bisogna capire che cosa è veramente e se è una cosa buona. Il mondo d'oggi non avrà problemi a giustificare l'obiezione di coscienza di Doss; forse ne avrà chi ha visto i precedenti film di Mel Gibson sulla guerra, dove la figura del guerriero è indubbiamente positiva: basti pensare a William Wallace di Braveheart. Le convinzioni religiose di Desmond Doss sono state molto importanti per far maturare in lui il sentimento di avversione nei confronti delle armi. Naturalmente ha contribuito a questa convinzione anche la traumatica esperienza che Desmond Doss ha avuto in passato, quando ha minacciato suo padre - tra l'altro, lo stesso che aiuterà il figlio nella sua obiezione di coscienza - con una pistola in mano per difendere sua madre. In realtà, Doss, in questa occasione ha fatto esattamente quello che ogni figlio dovrebbe fare, difendere la madre dal padre o difendere il padre dalla madre, e quindi non avrebbe nulla da rimproverarsi. Però nel film questo episodio gli genera dei sensi di colpa.

    Ma mettiamo da parte questo elemento soggettivo del protagonista e parliamo invece dell'elemento oggettivo della compatibilità tra religione e servizio militare. L'elemento religioso è stato quello decisivo nella scelta di Desmond Doss, perché la setta protestante a cui appartiene, cioè gli Avventisti del Settimo Giorno, negano in ogni caso la legittimità della guerra giusta, appellandosi ad una interpretazione assoluta e distorta del comandamento "Non uccidere". Sarebbe curioso chiedere a uno di loro se si possa uccidere chi sta cercando di violentare tua moglie o di rapire i tuoi figli, ma sappiamo già la risposta: Desmond Doss direbbe che gli dispiace, ma non lo farebbe lo stesso.

    La Chiesa cattolica, invece, coerentemente con la Bibbia, ricchissima di storie di santi guerrieri, e con l'insegnamento di Gesù e degli apostoli, ha sempre affermato la possibilità della legittima difesa e della guerra giusta (che comunque non può essere offensiva). Re Davide era un guerriero. Mosè aveva applicato la pena di morte verso tremila Israeliti che avevano adorato il vitello d'oro e non si erano pentiti. E l'elenco potrebbe andare avanti a lungo. Dio stesso veniva invocato come "Signore degli eserciti". Anche nel Nuovo Testamento, pur non essendoci guerre, visto che ancora non c'era una civiltà cristiana da difendere, sono state dette molte frasi che approvavano il servizio militare: per esempio, San Giovanni Battista esortava i soldati ad accontentarsi delle loro paghe e a non estorcere nulla dalle persone, considerando quindi il mestiere del soldato come un mestiere lecito come gli altri. Quando il Centurione andrà da Gesù a chiedere un miracolo, farà una professione di fede militare, dicendo che, come Gesù, anche lui aveva dei sottoposti che gli obbedivano, quindi tutto il mondo era sottoposto all'autorità di Gesù. E Gesù loda molto questo centurione romano, che continuerà a fare il suo lavoro anche dopo la conversione.

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    Il Centurione e Gesù.


    San Paolo, riassumendo nella lettera ai romani il concetto cristiano di autorità, dice che essa non invano porta la spada: "Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male". Quindi, il quinto comandamento "Non uccidere" significa che non si può uccidere l'innocente, ma, nel caso di legittima difesa e di guerra giusta, è lecito e, a volte, anche doveroso uccidere. Chi non volesse uccidere per principio, permetterebbe al male di continuare a far danno e di distruggere l'ordine della società, che viene protetto dalla spada come insegna san Paolo, ma come insegna anche la semplice ragione umana.

    2) LA NON VIOLENZA

    Da questo errore - l'obiezione di coscienza - deriva anche quello sull'interpretazione letterale della frase evangelica: "Porgi l'altra guancia". Nel film, infatti, si può vedere come Desmond Doss non si difenda mai quando viene picchiato dai commilitoni e nemmeno quando fanno battute pesanti su sua moglie. Ma questo non è essere cristiani, bensì essere zerbini. Gesù stesso, che ha pronunciato questa frase, non ha porto l'altra guancia, quando è stato schiaffeggiato dal servo del sommo sacerdote, ma ha risposto con durezza: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?" (Gv 18,23). Gesù non si difende nella Passione perché ha una missione da compiere: era venuto sulla terra proprio per morire e così salvare tutti gli uomini. Non lo fa perché crede che non dobbiamo difenderci con la forza quando siamo minacciati. Infatti, quando Gesù stava per essere catturato nell'Orto degli Ulivi, san Pietro proverà a difenderlo con la spada, ma Gesù lo fermerà spiegandogli perché, in quel caso, non bisognava combattere: "Credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?" (Mt 26,53). Se Gesù avesse voluto, avrebbe potuto benissimo salvarsi e sconfiggere chi lo catturava: chi può fermare Dio? Ma, siccome aveva una missione da compiere, non l'ha fatto. Non erano i soldati a catturare Gesù, ma era Lui che si offriva a loro per essere sacrificato sull'altare della croce.

    3) IL RIFIUTO DELLA CARNE

    In una scena del film, vediamo inoltre Desmond Doss che, sul campo di battaglia, dà una scatoletta di carne ad un altro soldato perché lui non la può mangiare. Per gli Avventisti del settimo giorno, infatti, è vietato mangiare carne di animali, a causa del loro concetto distorto di "rispetto della vita". Facendo così, però, vanno contro l'insegnamento di Dio, che nella Genesi dà all'uomo tutti gli animali perché se ne cibi. Diverse volte il vangelo ci racconta che Gesù mangiava pesce e che andava a Gerusalemme per sacrificare e mangiare l'agnello pasquale. Inoltre, ha anche insegnato che si possono mangiare tutti gli alimenti, contrariamente alle prescrizioni alimentari dell'epoca: "Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna? Così rendeva puri tutti gli alimenti" (Mc 7,18-19). Per convincere san Pietro che è lecito cibarsi di tutti gli animali Dio stesso gli mostra in visione una grande tovaglia con sopra animali di ogni specie. E Dio gli comanda: "Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!". Più chiaro di così! Ma Desmond Doss probabilmente avrebbe rifiutato questo allettante comando.

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    Agnello cotto per la Pasqua. Anche Gesù lo mangiava.


    4) IL RIPOSO FESTIVO ASSOLUTO

    Infine, ciliegina sulla torta, Desmond Doss si rifiuta di combattere in giorno di sabato, perché è un giorno di riposo assoluto. La sua setta protestante, infatti, non festeggia la domenica, come giustamente fanno i cattolici per commemorare la resurrezione di Cristo, ma sono rimasti al vecchio culto ebraico del giorno del sabato. Infatti si chiamano "Avventisti del settimo giorno", cioè del sabato. A parte quale giorno festeggiare, è opportuno notare quanto sia sbagliato questo formalismo nel rispetto del giorno di riposo. Infatti, la Chiesa ha sempre insegnato la necessità del riposo domenicale dal lavoro, ma non ne ha fatto un assoluto morale. In casi gravi (sottolineo in casi gravi, non per arrotondare) infatti è possibile lavorare di domenica. Se c'è siccità e un contadino ha bisogno di irrigare i suoi campi, altrimenti perde il raccolto, lo può legittimamente fare anche in giorno di domenica. Invece, per gli Avventisti del settimo giorno, no. Nemmeno un poliziotto e un medico possono lavorare di sabato per salvare delle vite. E neanche ti puoi difendere da un nemico che ti attacca, o attacca un'altra persona, perché, così facendo, violi il riposo festivo. Si capisce bene che è un'assurdità (e anche una stupidità). È un atteggiamento formalistico nei confronti della legge, già condannato da Gesù ai suoi tempi. A quelli che gli rimproveravano le sue guarigioni operate in giorno di sabato, Lui rispondeva: "Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?" (Lc 14,5). Desmond Doss, potremmo rispondere. Invece, Gesù invitava a non assolutizzare una cosa relativa. Il riposo festivo è fatto per l'uomo, non il contrario. Se l'uomo si fa uccidere per salvare il giorno di riposo, evidentemente c'è qualcosa che non va. E non si può mica chiedere ai nemici di attaccare a comando.

    CONCLUSIONE

    E' vero che Desmond Doss ha potuto fare del bene senza uccidere, ma se tutti facessero come lui non sarebbe più possibile difendere la propria nazione. Tra l'altro, se Desmond Doss ha potuto fare quello che ha fatto, è da ricordare che lo ha potuto fare grazie ai soldati che combattevano con lui. Se no, sarebbe stato ammazzato in due secondi. Bisogna smettere di criminalizzare il glorioso mestiere del militare, in quanto la forza può e deve essere usata per difendere i deboli. La Chiesa annovera una grande schiera di santi tra i militari: dal militare romano San Longino a San Luigi IX re di Francia, che combatté le Crociate, a Santa Giovanna d'Arco. Un mondo senza soldati è possibile solo nelle fiabe. Nella realtà, invece, per difendere le cose buone e belle, c'è bisogno della forza. Onore ai militari.

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    I Cavalieri di Malta.



    BIBLIOGRAFIA

    Articolo originale di Pietro Guidi

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    Edited by joe 7 - 13/6/2023, 14:49
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