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  1. "UTOPIA" DI TOMMASO MORO: IL SIGNIFICATO

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    Utopia
    By joe 7 il 16 Oct. 2023
     
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    "UTOPIA" DI S. TOMMASO MORO (THOMAS MORE): IL VERO SIGNIFICATO

    Utopia


    IL SIGNIFICATO DEL NOME

    Utopia è un neologismo inventato da Tommaso Moro, che significa "in nessun luogo", ma anche "ottimo luogo". Infatti, è composto da "U", la contrazione del greco "ou", cioè "non", e "topos", luogo: quindi "nessun luogo", cioè inesistente. Ma lo si può anche interpretare come composto da "eu", "bene", e "topos", luogo, quindi "ottimo luogo". E' probabile che Tommaso Moro intendesse entrambe le interpretazioni. Infatti, il libro "Utopia" parla di un'isola ideale, chiamata appunto Utopia, che non si trova in nessun luogo.

    DI COSA PARLA IL LIBRO

    Tommaso Moro scrisse in latino Utopia nel 1516, due anni dopo che Machiavelli aveva scritto la sua opera più celebre, Il principe, la cui morale è riassunta nella celebre espressione: "il fine giustifica i mezzi". Moro, invece, è l'anti Machiavelli per eccellenza: il fine non giustifica mai i mezzi sbagliati. Il libro è suddiviso in due parti: la prima contiene il dialogo tra Tommaso Moro e il personaggio di Raffaele Itlodeo, un grande viaggiatore, che descrive a tinte fosche l'Inghilterra dell'epoca. Nella seconda parte, Itlodeo (che è un alter ego di Tommaso Moro) descrive il rimedio al malgoverno: cioè la repubblica di Utopia, un'isola, considerata l'ambente ideale per vivere bene.

    Utopia è un capolavoro immortale e un vero e proprio paradigma in campo letterario, filosofico, politico. In questa opera, il grande santo e umanista dipinse un opposto idealizzato della sua società contemporanea, che invece sottopose a una satira sottile. La parola "Utopia" da allora entrò nel lessico comune col significato di sogno, progetto, immaginazione proiettata sul futuro.

    Eppure, Moro era tutt'altro che un sognatore o un uomo in fuga dalla realtà. Era un uomo estremamente concreto, abituato ad affrontare l'esistenza, sua e degli altri: le persone della sua famiglia, coloro i cui casi giudiziari gli erano affidati e che per lui erano sempre, prima di tutto persone, e non "casi".

    Infatti, Utopia è un mondo migliore non per le sue strutture politico-sociali, ma per le sue persone, che vivono con coerenza e fedeltà le virtù umane e naturali.

    A differenza di quanto hanno poi elaborato le ideologie della modernità, non è ponendo determinate strutture societarie che si migliora l'uomo, ma è esattamente il contrario: solo uomini più giusti, retti e virtuosi - in sostanza, uomini migliori - possono creare società migliori.

    L'INTERPRETAZIONE CORRENTE

    Utopia è vista oggi come una idea di struttura comunista-socialista (che invece non era l'intenzione di Tommaso Moro) e il libro divenne il prototipo moderno della letteratura utopistica (appunto) e visionaria. I comunisti, le persone di sinistra, i massoni e i visionari vari, che vogliono costruire il mondo perfetto secondo loro, vedono di Utopia soprattutto questi concetti, elaborati secondo la loro ideologia:
    - la solita abolizione della proprietà privata, perchè si pensa - stupidamente - che toglierebbe il motivo del furto, rendendo la società meno violenta. Ma il cuore umano resterebbe lo stesso, inclinato comunque alla rapina. Infatti il problema è nell'uomo, non nella società.
    - il solito uso dei beni concesso dallo stato totalitario solo in base ai bisogni di ciascuno. Distruggendo così la libera iniziativa, la libertà e la vita delle persone.
    - la solita abolizione del denaro, perchè le cose sono soppesate solo in base al loro valore d'uso e non per il loro valore di scambio. E in base a cosa? E come si farebbe a tenere tutti d'accordo? Con la violenza, immagino. Altra idiozia.
    - il solito relativismo religioso da due soldi, in cui ognuno può professare la religione che meglio crede, tanto sono tutte false. Basta comunque credere a un generico Dio che piaccia a tutti, che non dia fastidio a nessuno e che permetta ogni cosa. E questo "dio" è l'equivalente del diavolo.

    SPIEGHIAMO MEGLIO QUAL'E' IL VERO SENSO DI UTOPIA

    E qui viene fuori una domanda ovvia: perchè un santo come San Tommaso Moro ha fatto un libro come "Utopia", che sembra un manifesto rivoluzionario-comunista? E' quello che chiede Lord Henry a Padre Marcel nel libro "Il calzolaio di Finisterre". E la risposta del sacerdote è questa:

    "Utopia" non era per nulla un manifesto rivoluzionario, lord Henry. San Tommaso Moro non fu un precursore di Karl Marx. Non aveva intenzione, scrivendo quel libro, di proporre un modello da realizzare. Anche se si può pensare un'isola che abbia tutte le perfezioni in atto, quest'isola, poichè non è Dio, non ha di necessità l'esistenza come perfezione."

    Siccome Utopia non è Dio, non è perfetta. Ma gli uomini di Utopia tendono a Dio: è questa la sua perfezione. Continuiamo:

    "Quello della città perfetta è sempre stato un mito: pensa alla "Repubblica" di Platone. "Utopia" significa letteralmente "in nessun luogo". Tommaso Moro sapeva che una cosa simile non si può realizzare in un luogo, isola o città che sia, ma, allo stesso tempo, che, in qualche modo, si può realizzare in ogni luogo!"
    "Non capisco..." risponde Lord Henry.
    "Tommaso Moro non voleva capovolgere il mondo del suo tempo per edificarne uno nuovo di perfetta condivisione dei beni. La sua isola, Utopia, non voleva essere una soluzione finale...mai e poi mai lui, che era così amante del diritto, avrebbe soppresso la proprietà privata, anche se fosse stato in suo potere farlo! Il suo non fu un programma ideale da realizzare!"


    Quindi Tommaso Moro non ha fatto un manifesto comunista. Ma allora cosa ha fatto? Perchè lo ha scritto? Sentiamo:

    "Lui desiderò lasciare un modello edificante in un tempo di crisi, un invito a vivere un cristianesimo autentico. Gli utopiani sono un modello di uomini in marcia verso la verità e che vi aderiscono quando la trovano: sono l'esempio di uomini capaci di condivisione e che educano anche i giovani alla saggezza."

    Quindi la "proprietà privata abolita" è, piuttosto, la proprietà ben gestita dal proprietario, che ha il cuore buono, perchè cristiano. E tutti gli altri esempi citati prima nella visione di sinistra dipendono dal cuore della persona "utopistica". L'uso di beni è fatto da persone comuni, veramente cristiane, che li sanno valutare, perchè hanno il cuore buono. L'abolizione del denaro è piuttosto il suo buon uso dagli utopiani, o cristiani, che lo sanno usare, valutando di più la persona del denaro. Non c'è il relativismo religioso in Utopia, ma la consapevolezza della verità cristiana, conosciuta da tutti, che porta al rispetto di chi crede in modo diverso, sempre sperando che alla fine creda. Utopia dipende dal cuore di ciascuno, non da un'organizzazione statale. Poi Padre Marcel continua:

    "Tommaso Moro descrisse una società del buon senso e della lealtà, in cui è rispettata una gerarchia di valori: il ringraziamento al Creatore, l'amore alla virtù, alla famiglia, alla Patria. La pretesa del marxismo (o liberalismo, o massoneria, ecc., ndr), invece, è quella di cancellare il passato di un popolo, calando dall'alto il modello di una città perfetta, dove gli uomini funzionino come ingranaggi di un macchinario. Cancellando le tradizioni di un popolo, se ne cancella l'identità! Inghilterra, Spagna, Finisterre sono dei luoghi...solo dove c'è una tradizione, è possibile un cammino, una crescita. Quindi, caro lord Henry, se vuoi cercare un luogo dove realizzare Utopia, quello è il tuo cuore! Così è per il regno di Dio...esso non appare in modo che puoi dire "eccolo lì!" o "eccolo là!"

    Cioè: il Regno di Dio non è un'Utopia comunemente intesa come un Luogo Perfetto, una Città Perfetta visibile a tutti. Ma come uno stato del cuore.

    "Il Regno di Dio è in mezzo a noi, cioè è nel cuore di chi lo desidera. Ecco perchè la vera Utopia si può realizzare in ogni luogo, anche nelle circostanze più ingiuste e sporche del mondo, come una bella rosa in un campo di erbacce! Ricordati: l'egoismo non viene dalla proprietà o dal capitale, ma dalla dimenticanza di Dio!"

    Ges
    "Il Regno di Dio è in mezzo a voi!"


    In sostanza, Utopia è simile alla "Città di Dio" di Agostino, dove si parla dell'ideale cristiano. Ma Utopia resta comunque un libro facile da travisare e difficile da interpretare in modo corretto, come ha fatto invece Padre Marcel.

    UN CENNO SU SAN TOMMASO MORO, PATRONO DEI POLITICI

    Tommaso Moro (1478-1535) è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More, avvocato, scrittore e uomo politico inglese. È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua carriera politica, conducendolo alla pena capitale (la decapitazione) con l'accusa di tradimento. Nel 1935 è proclamato santo da Papa Pio XI. Nel 2000 San Tommaso Moro fu dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.

    Tommaso-Moro
    Tommaso Moro (vestito di nero, interpretato da Paul Scofield), e Re Enrico VIII (Robert Shaw). Dal film : "Un uomo per tutte le stagioni"


    BIBLIOGRAFIA

    "Il calzolaio di Finisterre", Maximiliano Cattaneo, ed. Fede e Cultura, p. 201-202;
    www.paologulisano.com

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    Uno dei tuoi articoli migliori.
    Piccola curiosità: nel film "La leggenda di un amore" con Drew Barrymore, la protagonista riceve come ultimo dono del padre proprio questo libro.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 17/10/2023, 15:30) 
    Uno dei tuoi articoli migliori.
    Piccola curiosità: nel film "La leggenda di un amore" con Drew Barrymore, la protagonista riceve come ultimo dono del padre proprio questo libro.

    Non lo sapevo.

    Comunque, da anni mi ero chiesto del significato del libro di Utopia: adesso credo di averne capito il senso, grazie ai commenti che ho letto. Sono contento che ti sia piaciuto.
     
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