PERCHE' DETESTO GUNDAM.
"GUIDA AI SUPER E REAL ROBOT"Jacopo Mistè, Edizioni Odoya, 400 pagine, b/n, 22€
Ecco un altro libro, dopo quello su Howard e Conan, che ho trovato a Lucca e ho letto con attenzione. Queste sono alcune mie considerazioni, più sull'argomento che sul libro, per quanto le cose qui si intreccino.PRESENTAZIONEIl libro di Jacopo Mistè è veramente notevole: ha una documentazione impressionante, per la sua accuratezza, sul mondo dei "Real Robot", soprattutto quelli prodotti dalla Sunrise. I
real robot è il nome - dai toni polemici - con cui spesso è chiamata (soprattutto dagli appassionati) la nuova generazione di robot che è venuta dopo Mazinga, Goldrake e compagnia. Si tratta di storie in cui i "robot giganti", o anche meno giganti, sono prodotti in serie e sono usati come armi dell'esercito, di solito in situazioni di guerre spaziali. Ci sono anche le eccezioni, come per esempio in
Patlabor, in cui sono usati come elementi della polizia del futuro (un futuro piuttosto attuale, tra l'altro): ma si tratta sempre di prodotti in serie, gundam-style. Successivamente, insieme ai real robot che continuano ancora oggi, c'è stato un certo ritorno alle origini, come in
Evangelion o
Big-O: ma, più che di storie robotiche, si tratta di storie psicologiche, sociali, mistiche, in cui i robot sono solo delle presenze senza un vero significato. Quasi come delle ballerine in una pubblicità di dentifrici: non c'entrano niente, ma fanno presenza.
Il libro è strutturato, a grandi linee, in questo modo:
- Panoramica generale, da Tetsujin-28 (il primo robot gigante) a Evangelion, dove sono descritti in breve tutti gli sviluppi degli anime robotici nel corso dei decenni.
- Tutte le principali serie di Gundam, insieme all'autore e regista Yoshiyuki Tomino: Gundam, Z Gundam, ZZ Gundam, Il contrattacco di Char, Gundam F91, V Gundam, A-Gundam, Gundam 0080, Gundam 0083...
- Il regista Ryosuke Takahashi e le sue opere: Dougram, Votoms, Gallient, Layzner, Gasaraki.
- Baldios
- Macross
- I registi Obari e Hirano e le loro opere: Megazone 23, Dancouga, Iczer-1, Dangaio, Dragon's Heaven.
- Patlabor
- Il regista Imagawa e le sue opere: Giant Robot, G Gundam, Change Getter Robot.
- Le opere Gainax
: Gunbuster, Evangelion.
- La terza geneazione di registi: Bue Gender, Big-O.
REAL ROBOT: MA SOLO PER POCHI, PERCHE' VOGLIONO ESSERLOI robot giganti di Nagai e altri simili sono spesso trattati dagli appassionati di real robot con una certa sufficienza, perchè considerati da loro "elementari": sono anche chiamati
"robottomono", cioè "storie di robot". E questo sin dall'inizio l'autore del libro, appassionato di real robot, lo dice chiaramente:
"Chi scrive non fa parte della cosiddetta generazione Goldrake. Non sono cresciuto da bambino con i robot di Nagai e con i super robot in generale e non apprezzo quelle serie, prigioniere di schematismi e atmosfere infantili che ritengo adatti solo per i piccoli senza pretese..." Storie "infantili" che, però, hanno raggiunto un'audience del 20-30% in Giappone, per non parlare della totalità, praticamente, dell'audience di Goldrake ai tempi della prima invasione di anime in Italia. Quindi, parliamo di circa 40 milioni di giapponesi e di circa 50 milioni di italiani "piccoli e senza pretese", dai 5 ai 70 anni. Per non parlare dei francesi. Inoltre, a parte la prima trasmissione di Gundam in Giappone (che ha avuto un certo successo solo con le repliche), i real robot hanno avuto sempre (in Giappone) uno share medio attorno al 5%: chi più, chi meno. Anzi, c''è chi ha avuto uno share solo dell'1%. Quindi, i real robot sono sempre state delle trasmissioni solo per pochi appassionati, mai per tutti. Quindi, dubito molto che Gundam avrebbe avuto lo stesso successo di Goldrake se fosse stato trasmesso prima di lui, persino se fosse stato trasmesso insieme a tutte le altre serie real-robotiche. Queste serie non sono e non saranno mai popolari, proprio perchè sin dall'inizio non vogliono esserlo. Infatti, spesso gli appassionati si vantano di questi bassissimi share, orgogliosi di avere seguito qualcosa che capiscono solo loro. Sono degli anime realizzati e seguiti da intellettuali che detestano il concetto del commercio in sè, quindi sono e saranno sempre autoreferenziali. Sono delle serie destinate a crollare in audience, ma nello stesso tempo sono destinate ad avere un'immensa vendita di modellini costosissimi di robot e ad avere molta pubblicità, oltre a diverse riviste specializzate e numerosi articoli da parte degli appassionati. Ma, dietro questo apparente boom, Gundam e simili resteranno sempre una cosa di élite, come dopotutto vogliono essere.
L'"intellettuale" Gundam con l'"infantile" Goldrake. Eppure il secondo è molto più profondo e più umano del primo.
REAL ROBOT? SAREBBE MEGLIO DIRE "INVISIBLE ROBOT""Real Robot": così sono chiamati i robot "di taglio realistico e più adulti" come replicano sempre gli appassionati di questo genere di storie, implicando così due assiomi considerati da loro indiscutibili:
PRIMO ASSIOMA: se in una storia c'è una grande cura dei dettagli, se il mecha robotico in particolare è dettagliatissimo, se i disegni dei combattimenti sono da brividi con tanto di effetti speciali, se i personaggi sono antipatici o abulici e sono vestiti tutti in modo uguale e anonimo, alla militare o alla poveraccia/ribelle/straccionia, se c'è molta attenzione per la politica, se c'è un nichilismo di fondo con molta disperazione, se c'è il concetto che la vita e il mondo in fondo non hanno senso, se nella storia non esiste il bene il male, ma tutto è relativo e sfumato, se la storia è cupa e triste, se c'è molta rassegnazione e negatività, se la storia è tutta incentrata sull'incomunicabilità, se è antimilitarista ma fa vedere scene di guerra a tonnellate, se ci sono delle storie d'amore che finiscono male perchè lui o lei crepano subito, se queste storie sono incomprensibili (meno si capiscono meglio è), se in questa storie c'è dello splatter o del gore, e, perchè no, se c'è anche del sesso, pure gay o anche spinto, allora non ci sono dubbi:
è una storia adulta.
SECONDO ASSIOMA: I robot fatti prima erano cose infantili fatte per bambini. Rimando all'analisi di Gerdha su Goldrake (sezione
Venusia e sezione
Naida-Rubina), come esempio della vera complessità dei robot nagaiani, per citare il più noto.
Non c'è soltanto l'amore smodato degli appassionati dei real robot per le atmosfere cupe, ossessive, pessimiste, negative, nichiliste. C'è anche l'amore per i pugni allo stomaco: più ne ricevono, più ne sono entusiasti, in uno strano masochismo. Cito dal libro:
""Tetro, negativo, Z Gundam è un concentrato di alienazione e depressione, e proprio per questo è impareggiabile" (p.163)
"Char e Amuro...si rinfacciano con odio le proprie impressioni. Questi scambi al vetriolo rappresentano i migliori momenti della pellicola (Il contrattacco di Char). Sono da brividi, così come l'apocalittica, visionaria sequenza conclusiva..." (p. 175)
"...mostra poveretti orribilmente ghigliottinati e bambini che piangono stringendo la testa mozzata della madre, lascia intendere uno stupro (...) Il sadismo è tangibilissimo e sbandierato con orgoglio dal regista (Tomino)" (p. 183, si parla del V Gundam. E poi si chiedono perchè pochi guardano i real robot)
"Superbe le battaglie...suoni che rimbombano claustrofobici negli ambienti sotterranei e metallici in cui si svolge l'azione...il regista...sa dare un tono adulto alla storia...i drammi dei commilitoni...sono esaltati da riuscite sequenze introspettive che indugiano sul loro stress, sui loro fantasmi, sulle loro paure, toccando vette di lirismo... (p. 225, VOTOMS: insomma, "adulto" per gli appassionati di real robot significa quindi più triste di un becchino monco...)
"Questo anime...si ricorda anche come il primo anime robotico chiaramente adulto nelle scene, per via di una celebre sequenza di sesso esplicito...e una di una violenza brutale nei confronti di un personaggio femminile. Sono momenti necessari allo sviluppo della storia..." (p. 284). A parte il fatto che questi "momenti necessari" potevano essere fatti in un altro modo, per gli appassionati di real robot "adulto" quindi è sinonimo di "sporcaccione". Infatti, queste non sono cose da adulti, ma da depravati infantili. L'"adulto" vero qui non c'entra per nulla.
Sembra che Gundam e compagnia siano apprezzati anche per la loro struttura complicatissima: più il robot è fatto in modo complicato, più e bello. Come qualcosa di tanto splendido quanto inutile, vista l'importanza marginale che spesso hanno questi "real robot" nella storia. Infatti, non sono niente di più che banali fucili o mitragliatrici sofisticate, che fanno solo da comparse a varie tragedie greche. E' per questo che ho parlato di "Invisible Robot" anzichè "Real Robot". L'idea di un robot che è un'arma tra tutte le altre l'ho sempre trovata senza senso: se si fanno de robot in serie e li si fa combattere l'uno contro l'altro, non capisco che differenza ci sia tra queste storie e i vari film di guerra tipo
Platoon o
Salvate il soldato Ryan, dove ci sono i carri armati, gli aerei e le bombe: i vari "Gundam" di questi film. Le storie gundamiche e affini non hanno nulla di fantascientifico: sono solo storie di guerra, di politica, di filosofia ermetica, che parlano sempre di incomunicabilità, antipatia, odio. Lo stesso
Yoshiyuki Tomino, l'autore di Gundam, che, come i suoi personaggi, è una persona piena di problemi e con difficoltà di comunicare, come lui stesso ha detto nelle interviste, ha detto sempre che i Gundam lui non li ha mai voluti e li ha messi solo perchè glie l'avevano imposto. Non c'è nessun personaggio "accettabile" o "simpatico" in Gundam e nei vari real robot, di Tomino o di altri: in genere sono tutti antipatici e disperati, o superficiali. Anche l'autore del character design di Gundam,
Yoshikazu Yazuhiko, è sulla stessa linea di Tomino: i suoi personaggi principali sono sempre belli, ma di una bellezza efebica; antipatici, sprezzanti di tutto e tutti, mentre gli altri uomini (i personaggi secondari) sono spesso raffigurati con fattezze quasi bestiali, particolarmente i nemici. Le donne di Yazuhiko, inoltre, di solito sono bellissime quanto vuote: o sono seguaci dell'eroe antipatico e complessato, nonostante siano da lui maltrattate, o sono fredde come dei pezzi di ghiaccio nel freezer. E anche le storie realizzate da Yazuhiko (tipo
Venus Wars) sono desolanti e pieni di pugni allo stomaco.
L'allegria regna sovrana in queste storie, insomma.
I COLORI E LA FORMA DEI REAL ROBOT: LA TRISTEZZA E CUPEZZA PERSONIFICATILa cosa curiosa è il bianco di tutti questi mobil suit gundamici, e di altri prodotti del filone real-robotico. Infatti, in Giappone, il bianco, tra i vari significati, è anche il colore del lutto e della morte. Indica pure assenza, vuoto. Infatti, i real robot sono in genere anonimi (assenza) e guidati da persone insicure o istintivamente crudeli (vuoto), che sono una caricatura in negativo dell'uomo. Oppure i real robot hanno il colore grigio, o verdognolo, o comunque anonimo, dei vari Votoms, Gasaraki eccetera. Oppure le linee squadrate dei vari Galient e Layzner, fredde e senza vita: un concentrato di angoli retti a 90 gradi. Oppure, addirittura con le fattezze semidemoniache degli Evangelion. Questi sono colori, linee, personaggi fatti apposta per far stare a disagio, per rendere tristi. Non sono fatti per raccontare un'avventura nè per apprezzare la vita o le persone intorno a te: anzi, le fanno odiare. La cupezza e il pessimismo dei real robot influenzano naturalmente anche lo spettatore.
Che bello, qui muoiono tutti e la vita non vale un fico. Altrochè pessimismo cosmico.
NEI REAL ROBOT NON ESISTE LA VERITA'. PER QUESTO C'E' LA GUERRA PIU' FEROCE CHE CI SIA.Se nelle storie "robottomono" tanto disprezzate c'è un male da affrontare e da vincere, e quindi c'è chiarezza di intenzioni, nelle storie gundamiche da real robot non c'è un vero male da affrontare, non c'è una verità certa da difendere. In Gundam anche gli zeoniani pseudonazisti hanno le loro motivazioni, giustificazioni, attenuanti. Da qui, ogni orrore e ogni violenza è giustificabile: se X ha delle sue ragioni, fa bene a spaccare la faccia a Y. Se Y ha le sue ragioni, fa bene a spaccare la faccia a X. Invertendo l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. E il prodotto finale è l'odio, qui moltiplicato per mille. Per questo, nel real robot non c'è un robot solo, ma ci sono dieci, cento, mille, diecimila robot-mobil suit, zaku, newtype con le loro motivazioni e la loro verità. Da qui, dallo scontro di mille verità, da questo relativismo di base, al bagno di sangue, il passo è brevissimo, quasi inesistente. Se invece, nelle storie robotiche classiche, Re Vega e Mikene sono il male, l'obiettivo è chiarificato. Perchè le storie di Mazinga e Goldrake insegnano che, a prescindere dalle opinioni di tutti, esiste un Male Assoluto da combattere e un Bene Assoluto da difendere, pena la rovina totale. Se invece, come nei real robot da intellettuali, non esiste un Male Assoluto nè un Bene Assoluto, la conseguenza è il reciproco e brutale sbudellamento giustificato e giustificabile da entrambe le parti. Concludendo, è la mancanza di verità che genera l'odio, non la verità.
Oggi a me, domani a te. Hai ragione tu, ho ragione io. Hai torto tu, ho torto io. Ma chi se ne frega? Spariamoci. La morale dei real robot è tutta qui: l'assenza di una morale.
QUI TUTTO SU LUCCALINK A TUTTI GLI AUTORI DI FUMETTI E MANGAEdited by joe 7 - 14/6/2023, 19:50
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