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  1. UOMO RAGNO - SPIDERMAN: GWEN STACY - 1

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    Gwen Stacy
    Uomo Ragno
    By joe 7 il 28 May 2015
     
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    DOSSIER GWEN STACY - PRIMA PARTE

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    Immagine presa QUI


    La storia tragica di Gwen Stacy, il primo amore dell’Uomo Ragno, è stata emblematica per la serie e per lo shock che provocò tra i lettori. Prima di Gwen, Peter Parker (l’Uomo Ragno), aveva avuto diversi amori, ma brevi e superficiali: la bruna Betty Brant, la segretaria del Daily Bugle (il giornale dove Peter lavora come fotografo) e la bionda Liz Allen, una ragazza del liceo. In pratica, la prima versione di Mary Jane (rossa) e Gwen (bionda). Anche se Peter frequentò anche Mary Jane, fu con la bionda Gwen Stacy che avvenne il suo grande amore, che finì tragicamente e Peter, dopo diverse peripezie, sposò la rossa Mary Jane.

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    Almeno questa è la storia ufficiale. Ma bisogna tenere da conto che l’Uomo Ragno è stato creato e sceneggiato da Stan Lee (e Steve Ditko), e la morte di Gwen è avvenuta sotto la gestione di Gerry Conway, non di Stan Lee. Quest’ultimo diede sì la sua approvazione, ma solo dopo la richiesta di Conway, Roy Thomas (il supervisore) e John Romita (il disegnatore). Segno che non vedeva comunque di buon occhio la morte di Gwen, che, dopotutto, era una sua creatura. Ne riparleremo. Prima di approfondire l’argomento, è meglio raccontare la storia della fine di Gwen, per chi ancora non la conosca: qui farò riferimento solo alla Gwen del fumetto, non a quella dei vari film di “Spiderman”, che sono un’altra versione dell’Uomo Ragno e dei suoi personaggi, impostata dai vari registi. Qui parliamo dell’Uomo Ragno di Stan Lee, e solo di lui.

    RIASSUNTO DELLA STORIA

    Peter, Mary Jane e Gwen sono intorno al letto di Harry Osborn, un loro amico, che è gravemente malato.

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    Il padre di Harry, Norman Osborn, assai alterato, manda via a malo modo Peter e le altre due ragazze, preoccupato per lo stato di salute del figlio.

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    Peter, Gwen e Mary Jane sono tristi al pensiero di come si sia rovinato il loro amico Harry: e questa è l’ultima volta che vedremo i tre insieme, e soprattutto è l’ultima volta che vedremo Peter e Gwen insieme. Non ci sono saluti particolari: pensano tutti ad Harry e basta. Conway non ha voluto dare nessun messaggio di addio.

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    E’ da notare, comunque, che Gwen, appoggiando il braccio a Peter, accenna della “disperazione” di Harry. E’ un’osservazione sinistra, visto che alla fine di questa storia sarà proprio Peter a conoscere la disperazione come mai l’ha avuta nella sua vita per la morte della sua ragazza. Con Harry malato all’inizio della storia, e Gwen e Goblin morti alla fine, tutta questa storia, nonostante i colori chiari e i disegni puliti, è terribilmente cupa e piena di morte sin dall’inizio. E’ da notare che in questa storia nessuno sorride, nemmeno prima dell’omicidio di Gwen. Non è una storia “matura”, perché la cupezza e il fallimento non sono automaticamente sinonimo di "maturità". Semplicemente, non è una storia dell’Uomo Ragno.
    Ma, tornando a Norman Osborn, è anche in cattive condizioni economiche, e questo, in un paese come l'America, dove il successo economico è spesso segno del proprio valore, fa vacillare ancora di più il suo stato psicologico. Peter ne è preoccupato: infatti, lui sa che Norman Osborn è Goblin, uno dei suoi nemici più tenaci, e di sicuro il più folle, perché Norman non si ricorda più di essere quel criminale. Ma, ad un certo punto, Norman impazzisce e i suoi ricordi di Goblin gli tornano in mente.

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    Assetato di vendetta, va all’appartamento di Peter, dove trova Gwen, che aspettava l’arrivo del fidanzato: rapisce la ragazza e la porta, svenuta, su un ponte di New York (il ponte George Washington), aspettando l’arrivo dell’Uomo Ragno.
    Goblin diceva di volersi vendicare dell'Uomo Ragno, di cui conosce l'identità segreta: quindi, non è detto che avesse intenzione di catturare Gwen sin dall'inizio. Sembra che Goblin e Gwen si siano incontrati per una sfortunata casualità, cosa che accentua il nichilismo di fondo della storia. E’ da notare che questa è l’ultima vignetta in assoluto in cui si vede Gwen viva e cosciente: e i suoi pensieri, per quanto tesi al desiderio di Peter che arrivi, mostrano anche la preoccupazione per Harry. Non ci sono, insomma, alati saluti e pensieri per Peter: Conway non ha voluto metterli, per evidenziare l’assurdità della morte improvvisa di Gwen. Accettabile nella realtà, ma non nella storia di un supereroe: è una questione che approfondirò tra poco.

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    Senza contare che Goblin, con la storia di Harry, si interpone già tra Peter e Gwen: infatti, i loro ultimi discorsi sono solo su Harry Osborn, non su di loro. La cosa più straziante è che Peter e Gwen non si sono nemmeno detti addio: questa è una storia volutamente crudele, anche nelle sottigliezze. Conway ha voluto essere senza pietà, dietro la scusa del “diritto di dire le cose come realmente sono nella realtà” e di “far entrare i fumetti nell’età adulta” senza rendersi conto che non stava scrivendo un romanzo, ma un fumetto di supereroi, dove una storia simile, semplicemente, non ha senso e contraddice il concetto stesso di supereroe. E’ una storia distruttiva, dove non solo muore Gwen, ma anche il concetto stesso di eroe e di Uomo Ragno.
    Tornando alla storia, Peter scopre l’assenza di Gwen: capisce cosa è successo e raggiunge il suo nemico.

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    Le “sottigliezze crudeli” di Conway continuano, col cenno della borsa che Peter aveva regalato a Gwen a Natale, che è una festa di gioia e luce per la nascita di Cristo, citata in una storia tutta intrisa di morte. Una storia con un certo sottofondo beffardo verso il cristianesimo, visto il commento finale alla morte di Goblin, a cui torneremo tra poco.
    Goblin, sul ponte, dice all’Uomo Ragno di “andar via per sempre” (dalla sua vita, immagino) se no ucciderà la ragazza. Già questa richiesta è da delirio: che senso ha chiedere di “andar via dalla sua vita?” Cosa vuole esattamente Goblin? Che Peter cambi strada ogni volta che incontra Osborn? Che l'Uomo Ragno emigri in Svizzera o sulla Luna? Oppure che si spari? Già allora, quando lessi la storia per la prima volta, mi era sembrata una richiesta particolarmente idiota.

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    In ogni caso, avviene la colluttazione: l’Uomo Ragno manda via Goblin con un pugno, va da Gwen, ancora svenuta, per portarla via, ma Goblin, a bordo del suo aliante, fa cadere la ragazza dal ponte.

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    L’Uomo Ragno lancia la sua ragnatela alle gambe della ragazza per fermare la caduta di Gwen: ma, bloccandone la discesa, provoca la rottura del collo della ragazza, a causa del colpo di frusta, uccidendola all’istante mentre è ancora svenuta.

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    Successivamente, Goblin dirà che lei è morta “a causa della caduta”: una spiegazione, anche questa, completamente idiota, in linea con la stupidità/follia del personaggio.

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    Infatti, Gwen era svenuta, quindi non poteva aver avuto una morte per lo shock della caduta, visto che non sapeva nemmeno di cadere. Al massimo sarebbe morta per l’impatto, e stop. Sul fatto che sia morta per la rottura dell’osso del collo, i dubbi sono pochi, visto l'effetto sonoro “snap” accanto al volto di Gwen.

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    E’ da notare, comunque, che Goblin dice anche, con sicurezza, che Gwen “era già morta prima che la sua ragnatela la prendesse”. Qui siamo imprecisi: Gwen è morta durante la presa della ragnatela, non prima. Goblin quindi si era sbagliato? Oppure aveva già ucciso Gwen prima di portarla sul ponte? Se così fosse, che senso aveva ricattare Peter con un cadavere in mano? In ogni caso, qui c’è il sospetto che Goblin avrebbe ammazzato Gwen comunque, vista la sua sicurezza nell’affermare la morte della ragazza. Nemmeno l’Uomo Ragno si era accorto che la ragazza era morta: è strana quindi la sicurezza di Osborn nell’affermare questo. Il sospetto che Gwen fosse già morta prima non è del tutto campato in aria.

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    La cosa curiosa è che nessuno dei due si è accorto dello “snap”, a giudicare da come parlano: entrambi accettano l’ipotesi assurda della “morte per shock da caduta” di una persona svenuta. Altrimenti, Goblin avrebbe avuto l’occasione di distruggere psicologicamente Peter, accusandolo di aver ucciso lui Gwen. In questo modo, invece, Goblin si autodichiara pieno responsabile della morte di Gwen, e lo fa davanti all’Uomo Ragno. Goblin è un personaggio che cerca in tutti i modi di farsi odiare: non solo è pieno di odio, ma desidera anche essere odiato.
    Il resto della storia non mi interessa, ve la riassumo per sommi capi: Peter, assetato di vendetta, alla fine trova Goblin e gli scarica una valanga di pugni strameritati quanto completamente inutili.
    E’ veramente impressionante vedere quanto Goblin parli sempre come un cattivo da fumetto: dice all’Uomo Ragno: “mio ambizioso amico” “atteggiamento molto cavalleresco”, “romantico idiota”, “amico mio”, eccetera, in un florilegio di frasette beffarde e sciape. Insulta anche la memoria di Gwen davanti a Peter dopo la sua morte: “una noiosa ragazza che occupava spazio”: questo non è il comportamento di una persona pazza, è il comportamento di una persona veramente malvagia e piena di odio crudele. No, Goblin non è pazzo: è malvagio sul serio. E’ persino stupito del fatto che venga rimproverato della morte di Gwen, un'azione da lu considerata come se avesse gettato della carta straccia per terra: tanta è l’indifferenza con cui si comporta dopo il suo atto. Non si troverà mai una scintilla di rimorso o di umanità in Goblin. Il suo essere pieno di odio l’ha messo fuori anche dai semplici, comuni sentimenti di umanità. Non solo: Goblin rende disumani anche quelli che incrocia, perché fa quasi commettere all’Uomo Ragno un omicidio vero e proprio, accecato dalla rabbia e dall’odio. Perché chi odia non fa altro che trasmettere odio. Tutta la storia, oltre ad essere cupa, è piena di disperazione e odio. Non ha senso una storia simile nell’Uomo Ragno.

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    Goblin, comunque, alla fine muore in un maldestro tentativo di uccidere l’Uomo Ragno col suo aliante.

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    L’ultima frase di Goblin è un urlo di dolore, null’altro: esprime stupore e rabbia per essere stato colpito, e anche dolore: ma non si hanno ultime parole di dispiacere o perdono. Muore urlando, quasi fosse un demonio scacciato via. E’ decisamente uno dei personaggi più ributtanti e malvagi in assoluto mai visti. Dopo aver fatto il suo omicidio, in sostanza se ne va dal mondo senza il minimo rimpianto per quello che ha fatto. Che senso ha poi la frase di commento di Conway alla morte di Goblin: “Così muoiono gli uomini orgogliosi, crocefissi non ad una croce d’oro, ma ad un muro di modesti mattoni”?

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    E’ un commento finale tra i più stupidi che abbia mai letto. Vuol dire che gli uomini che non sono orgogliosi (quindi umili) vengono crocifissi su una croce d’oro? Ma quando mai? Mentre gli uomini orgogliosi vengono crocifissi su un muro di mattoni? Qualcuno li ha visti, per caso? E che c’entra la crocifissione qui? Gesù è stato crocifisso su una croce di legno, non certo d’oro: in ogni caso, mi sembra blasfemo accostare la crocifissione di Gesù alla morte di Goblin.
    Prima un cenno religioso sulla borsetta di Gwen che Peter le aveva regalato a Natale (praticamente l’inizio del dramma), e un altro cenno religioso alla fine della storia: un cenno alla nascita di Gesù all’inizio della storia, e un cenno alla morte di Gesù alla fine. Tutta questa storia ha anche un tono beffardo, anche se in modo sottile, verso il cristianesimo: una religione di speranza in una storia di sola disperazione. Nulla di più estraneo. Comunque, un commento più approfondito Conway lo fa mettere in bocca all’Uomo Ragno (correggo un po’ la traballante prima traduzione dell’Editoriale Corno, che a volte non badava alla logica delle frasi):

    “Quando una persona muore…anche uno come Goblin…dovrebbe significare qualcosa. Non dovrebbe essere un incidente…uno stupido incidente senza senso. Ma bisogna pensarci sopra…perché non significhi che viviamo invano!”

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    Bene, dopo che ci hai “pensato sopra”, cosa ottieni? Nulla, solo che “hai vissuto invano”, proprio la cosa che l’Uomo Ragno aveva negato. Senza una visione trascendente, religiosa, cattolica in particolare (proprio quella irrisa da Conway), non si ha una vera risposta davanti allo scandalo della morte, e addirittura della morte improvvisa dell'innocente. Come Gwen è morta in "uno stupido incidente senza senso”, così pure Goblin. E la storia si conclude senza una risposta, perché l’Uomo Ragno è una storia solo umana, senza una visione di Dio, e quindi senza una risposta. E’ una storia nichilista fino in fondo: è una storia senza speranza, una specie di anti-vangelo (infatti “vangelo” significa lieta novella, e cioè che la vita ha un senso, e quel senso è Gesù Cristo).

    Per concludere questa prima parte di analisi, questa storia non è una “svolta nel mondo dei supereroi in cui si passa dal tempo dell’innocenza a quello della realtà”, che è la litania che accompagna sempre i commenti su questa storia. No, perché la realtà non è senza senso, tranne per chi non crede. Inoltre, in una storia di supereroi, non può esserci il fallimento: se no, non è una storia di supereroi. E’ una contraddizione in termini. Per definizione, “eroe” è “una persona che, per eccezionali virtù (coraggio, valore, ardimento, sprezzo del pericolo, rinuncia a tutto ciò che la vita può offrire e alla vita stessa) si impone all’ammirazione di tutti”. Ora, una persona che fallisce, che non raggiunge l’obiettivo, che addirittura per definizione dovrebbe essere non un “eroe”, ma, addirittura un “super-eroe” perché ha poteri al di sopra dell’umano…una persona che fa così, che fallisce, non è un eroe, ma un povero cretino.
    Un eroe è una persona che con le sue gesta dà speranza agli altri, fa pensare “se ci riesce lui, posso riuscirci anch’io”, stimolando ciascuno di noi ad essere più eroico. Ma una storia come quella dell’Uomo Ragno e Gwen Stacy non ha nulla di eroico, nulla da ammirare. Non ha senso dire “così l’Uomo Ragno è più vicino ai nostri problemi”: che consolazione è sapere che, se tu fai delle cretinate, conosci un’altra persona che fa le stesse cretinate che fai tu? Che stimolo ti puo’ dare? Che incitamento ti può dare uno che fallisce? Ripeto, un eroe che fallisce è una contraddizione in termini. Infatti, dopo la morte di Gwen, l’Uomo Ragno va avanti nelle sue storie in cui sconfigge sempre i criminali e riesce sempre a trionfare, come faceva prima. Quindi, nulla è cambiato da prima di Gwen a dopo Gwen, perché un eroe, per definizione, può solo fare così: altrimenti, è un’altra persona, non è un’eroe. Questa storia della morte di Gwen non è “una svolta”, né “una coraggiosa innovazione”: è semplicemente una storia sbagliata in partenza. Una storia in cui si è voluto fare gli originali stravolgendo i personaggi. In sostanza, una brutta storia senza senso.

    Ma su Gwen c’è ancora altro da dire: ne parliamo qui.



    QUI TUTTI I LINK SU GWEN STACY

    Edited by joe 7 - 4/5/2022, 20:16
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    Wow, non avevo mai considerato la storia finale di Gwen Stacy in questi termini.

    Sul fatto dell'eroe la pensiamo diversamente, in quanto io ritengo che un eroe può anche fallire lo scopo prefissatosi, ma se il suo esempio incoraggerà gli altri a provare, allora lo si può comunque definire tale.

    Per la serie "rigiriamo il dito nella piaga". nella recente saga IL COMPLOTTO DEL CLONE, Peter incontrerà un clone di Gwen, che gli confiderà che la ragazza era rinvenuta durante il dialogo fra lui e Goblin, per poi concedergli il suo perdono per averle nascosto di essere Spider-Man.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 16/8/2020, 12:02) 
    Wow, non avevo mai considerato la storia finale di Gwen Stacy in questi termini.

    Sul fatto dell'eroe la pensiamo diversamente, in quanto io ritengo che un eroe può anche fallire lo scopo prefissatosi, ma se il suo esempio incoraggerà gli altri a provare, allora lo si può comunque definire tale.

    Per la serie "rigiriamo il dito nella piaga". nella recente saga IL COMPLOTTO DEL CLONE, Peter incontrerà un clone di Gwen, che gli confiderà che la ragazza era rinvenuta durante il dialogo fra lui e Goblin, per poi concedergli il suo perdono per averle nascosto di essere Spider-Man.

    Certo, un eroe può fallire, ma non al punto da ammazzare la persona che voleva salvare (anche se l'ha fatto inconsapevolmente). Non so se ce ne siamo mai resi conto noi lettori, ma, se le cose stanno così, l'Uomo Ragno da eroe è diventato un assassino, anche se non ha ammazzato coscientemente. Mi sembra una cosa non da poco, assai più grave di un "errore".

    Sul "rigirare il dito nella piaga", l'hanno fatto in continuazione con la storia di Gwen. Oltre ad essere rievocata più volte nei ricordi di Peter (e qui va bè, ci sta), l'hanno fatta tornare in forma di clone per opera dello Sciacallo, per poi scoprire che non era un clone ma una donna trasformata in Gwen da dei semidei di serie B della Marvel. Poi hanno fatto incontrare Peter con tante cloni di Gwen fatte da uno Sciacallo redivivo. Poi si scopre che Osborn aveva violentato Gwen in passato e lei aveva fatto con lui due figli. Poi la storia che hai raccontato. Aspettiamo con ansia il prossimo schizzo di fango che butteranno addosso alla povera ragazza bionda. Credo che Gwen sia la donna più maltrattata in assoluto nella storia del fumetto. Come vedi, c'è un accanimento impressionante da parte degli autori su di lei. Vallo a sapere perchè. Cattiva coscienza? Boh.
     
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    Nell'ultimo numero del quindicinale italiano di Spider-Man lo scrittore Nick Spencer é riuscito, sebbene con una trama parecchio arzigogolata, (che neppure io ho capito del tutto) a cancellare la controversa storia dei figli di Norman e Gwen.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 27/11/2021, 14:16) 
    A titolo informativo:
    Nell'ultimo numero del quindicinale italiano di Spider-Man lo scrittore Nick Spencer é riuscito, sebbene con una trama parecchio arzigogolata, (che neppure io ho capito del tutto) a cancellare la controversa storia dei figli di Norman e Gwen.

    Mah, ormai la storia di Gwen è finita con la sua morte: non c'è più nient'altro da dire. Le aggiunte che hanno fatto sono state solo delle trovate da bar: fidanzata stuprata o che ci stava, fidanzato cornuto, figli illegittimi. Roba davvero di bassa lega. Se la cancellano, bè, meglio così, avranno capito anche loro quanto questa idea fosse idiota.
     
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