IL "RICATTO" DI SUSANNA
Immagine presa dal sito: www.robozzy.com
Per prima cosa, Luce5 chiama l'atteggiamento di Susanna un "ricatto": e in effetti lo è, come ho risposto nella posta. Ma non è stato un ricatto fatto da una persona ad un'altra persona: piuttosto un ricatto "sociale", in cui le leggi della società e del Giri (vedi) impongono ad entrambi, Susanna e Terence, questo comportamento.
Susanna sa che Terence non la ama, ma per la legge del Giri lei ha un certo "diritto" su di lui. E per lei va bene, anche perchè non può accadere diversamente. In ogni caso, il suo resta un atteggiamento meschino, anche se nascosto dietro il paravento del Giri.
E in Giappone ci sono stati innumerevoli casi di "Giri" che ha costretto a decisioni strazianti ma obbligatorie: il giapponese non è un individuo nè una persona, ma è una parte del tutto, una parte del popolo giapponese. Non ha una autonomia di pensiero e di decisione come quella che abbiamo noi.
Per questo, le parole di Susanna a Terence sono molto più strazianti per lui di quanto immaginiamo: non è un normale "debito di riconoscenza" come sempre è stato interpretato, ma un OBBLIGO. Terence (che è sostanzialmente un giapponese con la conseguente mentalità, anche se qui lo presentano come un inglese) quindi è semplicemente annichilito dalla situazione in cui si trova, perchè è VERAMENTE senza via di uscita.
IL "SUICIDIO" DI SUSANNA E LA "VERGOGNA" DI CANDY E TERENCE
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Un'altra osservazione importante di Luce5 dice così: la Mizuki fa un gran misto tra ricatto sociale e la scena patetica del "finto" tentativo di suicidio di Susanna, scena veramente esagerata, Candy la ferma: personalmente l'ho sempre vista come una gran messinscena da parte di Susanna, lei per me, non era sincera.
Qui si solleva un argomento importante, oltre ai concetti di Giri e debito indicati nel post precedente: cioè il concetto di vergogna per un giapponese. Cerco di spiegarmi.
Per prima cosa, esaminiamo con attenzione la scena: Susanna sta per buttarsi giù dal tetto dell'ospedale. Lasciamo stare un attimo l'aspetto patetico e chiediamoci: Susanna voleva davvero buttarsi giù o no? Secondo Luce5, lei non era sincera. Se fossimo in un contesto nostrano, addirittura napoletano, è assai probabile che in questo caso sarebbe stata tutta una sceneggiata. Ma siamo in un contesto giapponese, dove il suicidio fa addirittura parte delle regole della società (l'avevo spiegato nella lettera di risposta a Luce5, qui). E non è il solo caso nella storia di Candy: nell'anime la scena non compare, ma nel manga Patty sta per suicidarsi con un coltello nel ventre a causa del dolore per la morte di Stear, e Candy la ferma.
Quindi, visto il contesto giapponese, e visto che la Mizuki introduce un altro tentativo di suicidio nel suo manga, penso di poter dire con sicurezza che Susanna faceva sul serio.
Susanna non è manipolatrice come Iriza, ma piuttosto un personaggio meschino (non apertamente, ma in modo sottile) che agisce d'impulso seguendo i lati peggiori del suo carattere: quello possessivo ("E' per colpa tua se sono così!") e quello autodistruttivo.
Ma, a parte la meschinità di Susanna, se lei si fosse suicidata, tutto sarebbe tornato a posto tra Candy e Terence? No, perchè sarebbe rimasto il concetto di vergogna, che ho citato prima.
La vergogna è quello che il giapponese teme di più: lo si vede in praticamente tutti i personaggi dei manga e anime giapponesi, buoni o cattivi che siano. Ma cos'è, esattamente? E' il non fare quello che esige il proprio Giri. E' perdere il proprio onore ed essere squalificati da una società che non conosce il perdono. Una Susanna suicida avrebbe significato, implicitamente, una condanna per Candy e Terence, che non hanno onorato il proprio Giri e hanno provocato questa fine alla ragazza. Sarebbe stato un disonore incancellabile, quello che il giapponese, ripeto, teme di più. L'harakiri, il suicidio rituale, infatti, è il gesto estremo per rimediare a questa mancanza. Ovviamente, sarebbe stata una cosa assurda far fare l'harakiri a Candy e Terence. Ma il sottofondo di base, la mentalità di fondo, insomma, è quella.
L'"AGGIUSTAMENTO" ITALIANO DELL'ANIME
Luce5 ha fatto anche cenno al famoso adattamento italiano dell'anime riguardo a Terry e Susanna:
"Nell'ultima puntata di Candy, si legge in un quotidiano che Susanna pare ci abbia ripensato e che lasci libero Terence: qualche anno fa, però per caso, ho letto che il doppiaggio italiano è sbagliato, in quello originale non c'è niente di tutto questo."
Infatti è così: per cercare di metterci una pezza sul lavoro della Mizuki, che evidentemente aveva sconcertato sia gli spettatori italiani che i doppiatori, si scelse di doppiare le scene finali con un cenno al "Terence liberato da Susanna". Nel manga italiano di Candy della Fabbri, realizzato da autori italiani, Susanna addirittura moriva. Evidentemente lo sviluppo della storia della Mizuki era stato gradito a pochi: tutti, nella stragrande maggioranza, volevano Candy e Terence insieme. La Mizuki ha fatto, quindi, una storia molto controversa.
CANDY CANDY E PAPA' GAMBALUNGA
Un'ultima osservazione, anche se non c'entra con l'analisi fatta finora: Candy Candy ha anche, tra le sue tante fonti di ispirazione, la storia di Papà Gambalunga della scrittrice Jean Webster. Infatti, come per il personaggio di Judy, Candy è aiutata quasi dall'inizio della storia dal misterioso Zio William, che alla fine si rivelerà come Albert. Chiaramente, è un'ispirazione, non un remake della storia: per questo in Candy ci sono anche vari triangoli amorosi (Iriza-Anthony-Candy, per esempio, o Susanna-Terence-Candy) che non compaiono in Papà Gambalunga, una storia sostanzialmente incentrata solo sullo sviluppo e la crescita di Judy.
E' anche un modello usato in altre serie giapponesi: l'altro esempio più famoso è quello del "Grande sogno di Maya" in cui Masumi Hayami faceva la parte del Papà Gambalunga del personaggio principale, Maya.
Non posso non concludere questa breve carrellata senza citare il bellissimo anime "Papà Gambalunga" del 1990 della Nippon Animation.
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