BUON ANNO! LE DELUSIONI DELL'ANNO 2015Qui di seguito posto le mie più grandi delusioni delle letture dell'anno 2015. Ovviamente restano opinioni mie. Potete cliccare per ingrandire.
L'ULTIMA STORIA DI KEN PARKER (SPOILER)
Ken Parker è sempre stata una serie anomala: apparentemente è un western, ma in sostanza è una visione intellettuale - in genere di sinistra - applicata al mondo western, con semplificazioni di problemi sociali e morali trattate spesso in modo populistico. Ken Parker non partecipa alle vicende, ma ne è un osservatore esterno, ha la funzione praticamente di commentatore: non è un caso che alla fine faccia proprio lo scrittore. Se all'inizio aveva alcune caratteristiche del personaggio western, a mano a mano che la serie si sviluppava, ne abbandonava i panni per vestire quelli dell'intellettuale impegnato. Da qui il concetto degli indiani vittime sempre e comunque, e dei bianchi cattivi sempre e comunque; il concetto del malvagio che non esiste, mentre la colpa invece è della società (quindi di nessuno) o dell'uomo bianco, il babau per eccellenza; da qui il concetto dei ricchi sempre cattivi e dei poveri sempre buoni. In ogni caso, la narrazione di Ken Parker è sempre stata un capolavoro di sceneggiatura, insieme ai disegni di Milazzo e altri che hanno saputo raccontare storie complesse e particolari.
In quest'ultima storia, in cui Ken esce dalla prigione dopo vent'anni di carcere, la visione del personaggio-intellettuale si è più inacidita, diventando cinica a tutti gli effetti. Ken ora riconosce, rassegnato, solo l'esistenza della legge del più forte, e vede che il malvagio è sempre il più forte: di conseguenza, l'unica cosa da fare è rassegnarsi - ovvio - e sperare in un'occasione buona. Da qui, l'immobilismo e la rassegnazione di Ken, mentre, davanti ai suoi occhi, dei banditi violentano in continuazione per giorni interi una ragazza e la madre di lei, in scene che sono tra le più disgustose e ripugnanti in assoluto in un fumetto bonelliano.
Senza contare la scena, che ha del blasfemo, in cui, in un flashback, Ken ricorda quando, in prigione, a Natale, i carcer
ati, compreso Ken, cantavano inni al bambino Gesù per coprire i rumori di violenza in cui una guardia carceraria, odiata dai prigionieri per la sua violenza, veniva ammazzata spietatamente dai loro amici carcerati. Il messaggio della scena è molto semplice:
non c'è salvezza, non c'è Dio, non c'è Gesù Bambino (una favola per poveri ingenui che non sanno niente del mondo), non c'è la pietà, nè la misericordia, nè il perdono: c'è solo la violenza e la legge del più forte. Se la guardia carceraria si fa mostra della sua forza, l'unico modo per vincere, quindi, è sopraffarla quando è debole.
Homo homini lupus, questa è la morale di Ken Parker, al contrario - in una opposizione demoniaca - della visione cristiana dell'
Homo homini Deus ("Uomo Dio per l'uomo"). L'amore non ha senso, in questa prospettiva: a volte conviene e a volte no.
Quando Ken riesce a trovare il momento giusto per reagire ai banditi violentatori, dopo un'intera storia di sopraffazioni, violenze e angherie, Ken viene alla fine ammazzato dalla stessa ragazza violentata in continuazione, perchè innamorata, di un amore bestiale e osceno, del suo stupratore. Da qui l'ultima visione di Ken Parker: l'uomo è completamente corrotto, sia il carnefice che la vittima, e quindi non c'è salvezza. Senza contare il messaggio subliminale, e corrotto, della scena: che cioè alle donne dopotutto piaccia essere violentate (c'è un'altra scena simile al riguardo nei ricordi di Ken). Cosa ovviamente falsa, provate a chiedere alle interessate.
Così, per Ken, resta solo da aspettare, mentre muore, l'alba del mattino che viene (da qui il titolo: "Fin dove arriva il mattino"). E' una visione crudele ma coerente di un mondo come quello di Ken (equivalente a quello pagano), in cui non esiste Gesù Cristo e quindi non esiste la speranza, vista, confusamente, con la visione di un sole che sorge. In un certo senso, è la speranza della venuta di un Salvatore (Gesù) che però, nella storia, non verrà, perchè Ken sarà già morto alla fine.
Una storia, insomma, angosciante, di disperazione e mancanza totale di speranza, in cui prevale solo la brutalità e la rassegnazione. In cui Ken dice in sostanza che non c'è Cristo nè alcun salvatore. Però, nonostante questo, Ken lo aspetta, insieme all'alba, senza essere sicuro che venga: un pò come
Waiting for Godot di Samuel Beckett.
Un unico raggio di speranza in una brutta storia. Ma davvero brutta.
IL RITORNO DI HELLINGEN
Sto analizzando la storia
qui per spiegarne i motivi. E si possono riassumere qui: certe cose (e chi sa la faccenda sa di cosa parlo) DOVEVANO essere evitate e altre cose invece DOVEVANO essere fatte. Quindi, mi sento in diritto di mettere questa storia tra le
peggiori delusioni dell'anno in assoluto. Punto.
TEX L'EROE E LA LEGGENDA; TEX FRONTERA
Se avessero fatto queste storie senza tirare in ballo Tex potevano anche essere buone. Ma sia i personaggi che l'impostazione della storia c'entrano con Tex tanto quanto i cavoli a merenda: non conta se ci abbiano disegnato Serpieri o altri autori. Anche se l'avesse fatto Michelangelo il risultato non sarebbe cambiato. Tex ha una sua narrazione e un suo stile che
non possono essere alterati, pena il raccontare un altro personaggio che
non è Tex. Questa idea di raccontare Tex in questo modo corrisponde più o meno all'assurdità di Peter David quando fece le storie di un Hulk intelligente e ironico: in quel modo aveva creato un altro personaggio che non c'entrava nulla con il vero Hulk. Qui siamo allo stesso livello. Delusione totale.
BALDIOS
Intendiamoci, la storia non è male, poi magari la analizzo a livello generale. Ha i suoi difetti e magagne, ma non è da buttare: in complesso è una buona storia. Quello che non mi va è
la pessima preparazione della Yamato per il cofanetto: le immagini sulla copertina sono proprio brutte, perchè non fare ricorso a quelle splendide di
Kazuhiro Ochi invece di quegli sgorbi?
Ma soprattutto, c'è nel cartone animato quel fastidiosissimo
effetto flou in cui vedi che i personaggi, nello spostarsi, a volte lasciano come alone le immagini dei fotogrammi precedenti. Insomma, qui non si sono certo sprecati nel confezionare un cofanetto da quasi
80 euro.
SAM IL RAGAZZO DEL WEST
Ora, questa per me è stata una storia illeggibile. Avevo guardato Sam, il ragazzo del west e volevo vedere com'era l'originale giapponese venduto dalla GOEN al modico prezzo di
6,95 euro, mica pizza e fichi! (
Ehi, ma c'ha la sovraccoperta! Ma chi te l'ha chiesta?). Bene, in questa storia si vedono Sam (di razza giapponese: si chiama infatti Isamu) e gli altri personaggi (di razza nera o indiana) che sono maltrattati spietatamente dai cattivissimi bianchi. I suddetti cattivissimi bianchi sono tutti quanti delle bestie assassine con la fine mentalità degli scaricatori di porto ubriachi e gonfi di odio, che hanno voglia di ammazzare di botte il primo che vedono e di morire dal ridere mentre lo fanno. L'unica eccezione sono alcuni bianchi così candidi da essere completamente rimbambiti. Inoltre, Sam , il padre di Sam, il pistolero di colore, tutte le persone non bianche, insomma, sono invece rispettosi del diverso, buonissimi, con un'aureola sopra e che hanno sempre questo destino: o vengono ammazzati subito come bestie o diventano cattivi per colpa dei cattivi bianchi.
Sembra un fumetto contro il razzismo, ma non ho mai visto nella mia vita un fumetto più razzista di questo, con un disprezzo immenso verso l'uomo bianco e un'esaltazione sperticata fino al ridicolo verso il non bianco. Ormai è di moda fare così, purtroppo. Bè, almeno io non lo prendo più e ciao.
ONE PUNCH MAN
Non capisco bene perchè piaccia: l'umorismo mi sembra di
grana grossa. Diciamo che non è nelle mie corde.
MORGAN LOST
Tutto quel
bianco e rosso in scene da incubo non mi sconfinfera per nulla. Bè, lo lascio agli appassionati del genere.
QUI TUTTI I LINK SUI MIGLIORI E PEGGIORI LAVORI DI OGNI ANNO (opinione mia)Edited by joe 7 - 22/12/2018, 13:57
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