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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 20

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 5 Jan. 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 20 -
    BOSS CONTRO FERAL: LA POTENZA DEL POLLO MECCANICO

    Se volete seguire la storia senza i commenti, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire coi commenti, la prima puntata è qui.

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    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e vivono su Fleed come re e regina. Il loro figlio appena nato, Rex, viene rapito dall' Oscuro, un essere misterioso che vive sul pianeta Acheronte, perchè venga sacrificato tra sette giorni. Venusia scompare nel nulla e Actarus la crede morta: però Venusia è viva e decide di andare ad arruolarsi di nascosto tra le Amazzoni dell'Oscuro per trovare suo figlio. Seguendo le indicazioni dell'Antico, un sapiente di Fleed, Actarus sa che Venusia è viva e prepara l'attacco all'Oscuro chiedendo aiuto ai suoi compagni, ai quali è stato dato un cristallo che permetterà loro di trovare i cristalli corrispondenti che permetteranno di sconfiggere l'Oscuro. Il problema è che questi cristalli da trovare sono difesi dai potentissimi Generali dell'Oscuro...e il tempo stringe. E il primo è proprio il più debole, Boss Robot, contro il ferocissimo Generale Feral...

    Qualche ora prima che Boss partisse, nella Cosmo Special c’è stata una discussione accesa.
    “Ma è assurdo!” esclama Sayaka “Boss non può andare lì da solo! Lo faranno a pezzi! Koji, accompagniamolo!”
    “Sì” dice Jun “oppure potremmo accompagnarlo io e Tetsuya!”
    “Forse è meglio” dice Actarus, pensieroso “Cosa ne pensi, Boss? So che sei un uomo coraggioso, ma questa missione è davvero pericolosa. Non vorrei averti sulla coscienza. Potrei accompagnarti io, se vuoi.”
    “Lo stesso vale per me, Boss” dice Koji.
    “Idem per me. Non è uno scherzo tutto questo” afferma Tetsuya.
    Boss, per tutto il tempo che hanno parlato, è rimasto per terra a gambe e braccia incrociate, mostrando la schiena a tutti e guardando in basso con aria corrucciata. Suda freddo. Sa che hanno ragione, però…però…Ad un certo punto, si alza e si rivolge ad Actarus e agli altri:
    “Vi ringrazio dell’aiuto, ma è meglio se non venite con me. Vi sarei di peso, non capite? Abbiamo i giorni contati, se qualcuno di voi viene con me, poi in futuro dovrà affrontare un altro di quei buffoni, e magari non sarà nel pieno delle forze perché ha combattuto insieme a me…potremmo accumulare ritardi, non fare in tempo, persino perdere…no, andrò da solo.”
    “Ma…”dice Jun, preoccupata.
    “Lo so. Comunque non devo mica affrontarlo, devo solo prendere il cristallo, no? Vado, prendo e torno. Ho sviluppato nuove tecniche di nascondimento del Borot: ho persino delle nuovissime tecniche di combattimento. Non preoccupatevi ed andate avanti, che poi vi raggiungo.”
    Gli altri stanno in un silenzio cupo.
    “Nuke, Mucha” dice poi Boss “voi restate qui. OK?”
    “Niente da fare, Boss! Allora, che siamo venuti a fare?” risponde Nuke.
    “Ben detto! Non possiamo abbandonarti adesso!” insiste Mucha.
    “Pezzi d’idioti, non vado mica a una scampagnata!”
    “Se andiamo insieme, facciamo prima a trovare quello stupido cristallo e filare via, no?” dice Mucha.
    “Questo è vero” annuisce Actarus, che però è ancora incerto sul da farsi.
    Davanti all’insistenza di Nuke e Mucha, Boss si commuove e piange come un vitello, abbracciandoli. Anche i due assistenti piangono. Una scena straziante.
    Una volta che Boss si è calmato, dice deciso ad Actarus:
    “Non preoccuparti, il vecchio Boss ha la pelle dura. Non saranno quattro lupacchiotti spelacchiati a fermarmi! Nuke, Mucha, andiamo!”
    “Sì!” gridano entrambi all’unisono alzando un pugno all’aria.
    Mentre si accingono a salire sul Borot, Jun e Sayaka si mettono davanti a Boss con apprensione.
    “Stai attento, Boss, mi raccomando” dice Jun, preoccupata.
    “Non fare sciocchezze e torna subito appena trovi quel cristallo” aggiunge Sayaka, fissandolo dritto negli occhi.
    Boss arrossisce e balbetta:
    ”Ma certo, ah ah ah…”
    Tutte e due lo baciano alla guancia. Boss diventa rosso. Le due sorridono e gli dicono:
    “Coraggio, Boss!”
    “Torna presto!”
    “Ah ah ah, state tranquille!”
    Boss sale rapido come un fulmine lungo la scala raggiungendo l’abitacolo del Borot, dove i due assistenti stanno già scaldando i motori. Boss si lega alla fronte un nastro con lo stemma del Sol Levante, per incitare al coraggio. Poi alza il pugno e grida:
    “Boss Borot, partenza!”
    Il Borot si muove ed entra in una navicella che si stacca dal Cosmo Special. Tutti davanti agli oblò lo guardano allontanarsi in un silenzio carico di apprensione. La Cosmo Special si allontana, mentre la navicella inizia a scendere sul pianeta Creed.

    L’astronave atterra silenziosa in una radura. Boss Robot esce furtivamente, guardando a destra e a sinistra, pieno di apprensione.
    “Dove andiamo, Boss?” chiedono gli assistenti.
    “Dunque…la linea rossa indica da quella parte” risponde Boss, guardando il cristallo e indicando una direzione “Bisogna andare lì senza essere scoperti! Travestimento n. 2.735 bis, svelti!”
    Nuke e Mucha si guardano in faccia, smarriti. Non sanno che travestimento sia. Anzi, non sapevano nemmeno che il Borot ne avesse uno.
    “Il bottone rosso in basso, animali!” urla Boss “E’ uno dei miei straordinari rinnovamenti tecnici!”
    Per la verità, il travestimento è solo quello: Boss non aveva abbastanza soldi per fare gli altri 2.734, che quindi sono rimasti sulla carta. E poi non è molto adatto, ma si usa quello che c’è.
    Con il bottone rosso premuto, il Borot cambia forma, legandosi davanti un becco e aggiungendo una cresta e delle ali, ottenendo un gigantesco pollo meccanico che fa “coccodè” ad ogni passo.
    Nuke e Mucha sono annichiliti.
    “Ma a che serve un travestimento come questo, Boss?”
    “Ha ha ha” risponde lui “Questa è la finezza del mio genio. Il nemico sarà disorientato, così, quando meno se l’aspetta…ZAC, lo stendo con un colpo segreto!”
    “E’ impazzito” mormora Nuke.
    “Finiremo tutti allo spiedo!” esclama sconfortato Mucha.
    “Zitti, pusillanimi! Avanti sempre in quella direzione!”
    Il pollo meccanico zampetta in avanti continuando a ripetere “coccodè” come un disco incantato.

    I licantropi, tornati nella forma e dimensioni umane, guardano lo strano spettacolo di un enorme pollo meccanico che passa davanti a loro.
    “Cosa diamine sarebbe quello? Un mostro meccanico?” esclama Lisa Vold, il nuovo elemento del branco, completamente confusa.
    Il capobranco, Fenris, risponde:
    “Credo di sì. Di certo è il più idiota che abbia mai visto.”
    “Cosa facciamo, capo?” chiede un altro.
    Fenris riflette un momento, poi si decide:
    “Non credo che sia il caso di mandare un imbecille come questo all’Arena. Il Generale Feral si sentirebbe preso in giro e ci farebbe a pezzi. Distruggiamolo qui e facciamola finita.”
    Ad un cenno, tutti ridiventano licantropi, mantenendo le dimensioni umane (solo i capibranco possono ingrandirsi) e balzando all’attacco del Boss-pollo. Le loro fauci e artigli lacerano il metallo, mentre Fenris assume, oltre all’aspetto licantropico, anche le dimensioni del Borot e blocca il robot placcandolo con una mossa degna di un giocatore di rugby.

    “Boss, che facciamo adesso?” gridano gli assistenti, presi dal panico.
    “Eh eh eh…” sogghigna Boss “Non sottovalutate il Borot!” e, dicendo questo, preme diversi bottoni e tira delle leve in tutta fretta.
    Una gran beccata stordisce Fenris, che molla la presa, mentre le ali del Boss-pollo si muovono veloci come trottole, mandando di qua e di là i licantropi a dimensioni umane. Gli attacchi alle spalle sono bloccati da un lancio di uova piene di sostanze collose che bloccano gli uomini lupo.
    “Trasformazione in Boss normale!”
    Il Borot ritorna all’aspetto consueto e ne approfitta per mollare un fortissimo uppercut al capobranco, ancora stordito dalla beccata.
    “Per ora sta andando bene!” grida Boss “Passiamo alla seconda nuova tecnica speciale di Boss Borot!”
    Tirando in avanti un cambio marcia prelevato in passato da una Toyota abbandonata nel deposito rottami, Boss grida:
    “Tecnica della corsa con le ali al vento!”
    Il Boss si allontana rapidamente con una prontezza straordinaria, tanto che le gambe quasi non si vedono dalla velocità. L’abitacolo è agitato da scosse continue, ma Boss tiene duro, mentre gli assistenti si aggrappano disperatamente a qualsiasi cosa purché sia solida e ferma.
    “Santi del paradiso, aiutateci voi!” si lamenta uno.
    “Qui va tutto a schifiu!” grida l’altro.
    I licantropi storditi non riescono ancora a capire come quella preda gli sia sfuggita a loro. Fenris si rialza incerto, mentre Lisa Vold, che era rimasta in retroguardia, insegue con furia il robot fuggitivo.

    Continua qui



    Edited by joe 7 - 7/1/2016, 15:13
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