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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 41

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 20 April 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 41
    LA PAZZIA DI DUKE FLEED

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

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    RIASSUNTO:
    Dopo la guerra contro Vega, Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Però il loro figlio appena nato, Rex, è stato rapito da un essere misterioso, l’Oscuro, che comanda un esercito sterminato: vuole sacrificare Rex, quando, tra diversi giorni, sette stelle saranno allineate. Actarus ed altri amici organizzano il salvataggio di Rex, dando la caccia ai cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Inoltre, Actarus ha tolto i sigilli a Goldrake, dandogli maggior potenza, però a rischio del pilota: infatti si sente molto debole e provato. Come se non bastasse, avverte che l’Oscuro in modo misterioso lo sta influenzando. Maria e Alcor si accorgono del pericolo in cui si trova Actarus e lo rimproverano per aver taciuto. Intanto, Venusia si è iscritta sotto il falso nome di Hikaru tra le Amazzoni di Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro, per salvare Rex: in questo momento è costretta ad andare con loro a conquistare la città ribelle di Zuagir, comandata da Manetola. Le Amazzoni fanno una strage, mentre Venusia corre verso la Torre delle Comunicazioni della città…
    (Nota: in questa storia, Alcor e Koji sono due persone diverse).


    Venusia si avvicina con cautela alla Torre delle Comunicazioni, aiutata dal buio. Strisciando lungo la parete, cerca di non fare rumore, osservando la situazione. Niente persone all’ingresso: le guardie saranno andate a fare la loro parte nel carnaio che sta accadendo a solo cento metri di distanza.
    Spero davvero di non vedere i risultati finali di questo macello, almeno. Mi verrebbe da vomitare, pensa Venusia.
    Con cautela raccoglie un sasso e lo butta lontano, per vedere se ci sono reazioni. Niente. Entra nel portone con aria circospetta. Lasciando cadere lo sguardo nella sala d’ingresso, resta paralizzata dall’orrore. Cadaveri e pozze di sangue da ogni parte. Le amazzoni sono già passate qui. Deve fare uno sforzo per non gridare.
    Sarà stata quella Valeria che aveva aperto le porte della città, riflette Venusia. Diobuono, neanche nella guerra contro Vega ho visto cose simili.
    Si mette un fazzoletto per coprirsi il naso e la bocca, cercando di vincere la nausea. Sforzandosi, entra nella Torre, passando accanto ai cadaveri, fino a quando trova quello che cercava. Il computer centrale delle comunicazioni. Si avvicina e lo esamina. Funziona ancora. Evidentemente, le assassine – o l’assassina - ritenevano superfluo distruggerlo. O forse si divertivano di più ad ammazzare delle persone anziché a spaccare degli oggetti.
    Sono in mezzo a delle maniache omicide, pensa Venusia, reprimendo un brivido. La donna del treno aveva mille volte ragione.
    Facendosi coraggio, Venusia digita le coordinate che voleva: funziona, il contatto è stato ripristinato. Sorride debolmente, poi estrae il messaggio che aveva scritto in precedenza e lo inserisce nel computer, ordinando la distruzione automatica dopo l’invio. Dopo lunghi secondi, il computer indica “OK” che significa conferma, facendo emettere un lungo sospiro di sollievo a Venusia.
    Speriamo bene, pensa, mentre si allontana ed esce dalla sala computer. Sarà meglio nascondersi per un po’, riflette Venusia, quando una voce dietro di lei la fa sobbalzare.
    “Cosa ci facevi nella sala computer, novellina?”
    Voltandosi di scatto, Venusia vede Sonja, l’amazzone che comanda il suo gruppo. L’aveva rintracciata. E’ in piedi, appoggiata al muro a braccia conserte e uno sguardo sospettoso e spietato.

    Il Gran Visir di Fleed non è mai stato tanto in apprensione come adesso. Certo, il re è partito da diversi giorni per la zona d’ombra insieme ai suoi compagni (li ricorda ancora con stupore: non sapeva che ci fossero altri robot giganti come Goldrake, tutti provenienti da un solo pianeta. La Terra evidentemente è più importante di quello che sembra…).
    Ma la fonte delle sue preoccupazioni non è questa, o meglio, non la principale. La zona d’Ombra ha raggiunto Fleed. Quella misteriosa e gigantesca “mano” sta per avvolgere tutto il pianeta e si avvertono le conseguenze: non si vedono più le stelle, il sole è pallido, l’erba e gli alberi si inaridiscono. Le coltivazioni marciscono in continuazione e si teme una terribile carestia, se continuerà così. La popolazione è nel panico, ci sono state sommosse e tumulti.
    “Cosa facciamo, Gran Visir?” chiede il Cancelliere, sconvolto per gli ultimi rapporti che gli sono arrivati. “Adesso voi avete le veci del Re: dovete fare qualcosa!”
    Il vecchio Visir osserva il giovane Cancelliere tutto agitato. In verità, anche se Duke Fleed fosse qui, potrebbe fare ben poco. Invece, adesso che è dentro l’”Ombra”, forse può farcela. Alla fine, il Visir risponde con aria stanca al Cancelliere:
    “Questo ormai è al di là delle nostre capacità. Pregate. Non c’è altro da fare.”
    All’improvviso, entra un messaggero trafelato e, correndo fino al trono dove è assiso il Gran Visir, si inginocchia e gli porge un foglio.
    “Gran Visir, è…è incredibile! Un messaggio dalla Regina Venusia!”
    “COSA?”

    Actarus, con addosso la sua tuta di battaglia e il casco sottobraccio, si dirige verso la cabina di Alcor e Maria. Prima di salire su Goldrake, vuole fare pace finché è possibile: visto che non sa in che condizioni scenderà dal robot, meglio farlo prima. Bussa leggermente, ma non sente nessuna risposta. Accorgendosi che la porta non è chiusa a chiave, la socchiude leggermente, osservando attraverso la fessura.
    Alcor e Maria sono seduti sul letto, abbracciati: lei ha lo sguardo affranto e rivolto verso il basso, mentre Alcor cerca di consolarla. Actarus chiude la porta senza fare rumore e si allontana: meglio aspettare un po’. Si dirige verso Goldrake, tra lo sguardo perplesso degli altri: la sfuriata di Maria è ora sulla bocca di tutti.
    Sono tutti imbarazzati – pensa Actarus – dovrò cercare di spiegarmi in qualche modo…
    Entrando nell’hangar del robot-samurai, osserva Goldrake in silenzio. Il robot, illuminato dalle lampade, brilla come se fosse nuovo. Il gren è un metallo eccezionale, pensa Actarus. In tutto il tempo che Goldrake è stato sulla Terra, non ha mai avuto bisogno di molte riparazioni. Lo sguardo di Actarus è ostile. Ha sempre detestato quella macchina da guerra, che lo costringe a fare l’esatto contrario di quello che vuole.
    Avrebbe dovuto essere Tetsuya, o uno come lui, a guidarti, Goldrake, non me. Ma non posso tirarmi indietro. Non l’ho mai fatto, e non ho intenzione di iniziare ora.
    Dopo il riposo che ha fatto prima, si sente un po’ meglio: raggiunge l’abitacolo con un balzo e prepara tutto per la partenza. Le luci si accendono e Goldrake, dentro il disco volante, parte, uscendo dalla Cosmo Special.
    Tra un po’, raggiungeremo il prossimo pianeta dove si trova il Generale da affrontare. Stavolta, è meglio finire in fretta il giro di prova, pensa Actarus.
    Subito sente lo sforzo e la tensione per il controllo del robot. Ancora si sente come avvolgere da rovi di spine che lo trafiggono: ogni azione o movimento di Goldrake è una sofferenza per lui. Pensava di essersi abituato, ma ogni volta è come se fosse la prima. Cercando di ignorare il dolore e la difficoltà di concentrazione, Actarus esclama:
    “Goldrake, fuori!”
    Il robot-samurai obbedisce prontamente all’ordine, uscendo dalla nave spaziale Atlas. Seguendo i comandi di Actarus, colpisce con diverse armi le meteoriti intorno: tuono spaziale, disintegratori paralleli e così via. Tutto procede come da standard. Goldrake, nonostante tutto, risponde bene. Actarus, anche se sofferente, sotto il casco ha un’espressione soddisfatta: se continua così, dovrei farcela a…EH?
    All’improvviso, Duke Fleed ha come una visione a occhi aperti. Una città assediata e invasa. Sangue dappertutto. Pericolo. Pericolo. Venusia. Venusia è lì. E’ nei guai. Scontri. Spade. Grida. Uccelli giganteschi con due zampe che corrono. Vede Venusia che chiede aiuto. Ha un vestito strano, diverso dal solito, in pelle con placche di metallo e una fascia sulla fronte. Violenza. Morte. La vede correre verso di lui, inseguita dalle belve, mentre grida:
    “Actarus…aiutami!”
    In quel momento, qualcosa dentro di lui si spezza. Devo combattere per salvare Venusia. Il nemico dev’essere annientato! Annientato! Annientato!
    I sensi alieni di Actarus in qualche modo hanno percepito lo stato di pericolo in cui si trova Venusia: in quel momento di debolezza, l’Ombra è riuscito a prendere possesso dello spirito di Duke Fleed. Gli occhi di Actarus diventano rossi, come pure quelli di Goldrake. All’istante, le corna del robot-samurai brillano e il Tuono Spaziale investe tutta la Cosmo Special.

    Tutti quelli che sono sull’astronave colpita dal fulmine si sentono sballottati a destra e a manca, a causa della reazione simultanea della Cosmo Special di fronte al potente colpo di Goldrake.
    “Cosa diavolo succede?” esclama stupito Tetsuya, che è riuscito a salvarsi per un pelo da una rovinosa caduta, aggrappandosi all’impalcatura attorno al Grande Mazinga. Gli altri piloti sono ancora confusi e c’è chi ha preso anche qualche botta nel cadere, quindi non sanno ancora bene come reagire. Tetsuya non capisce cosa è successo, ma una cosa è chiara: sono sotto attacco. Reagisce istintivamente, quasi con un senso di sollievo e liberazione: finalmente può sfogarsi. Sale rapidamente sul suo Brain Condor, già installato nel Mazinga, senza mettersi il casco – era caduto per terra e non c’è tempo per raccoglierlo – e accende subito i comandi del Mazinga.
    “Grande Mazinga, avanti!”
    Muovendo le possenti braccia, Mazinga distrugge l’impalcatura che lo circonda: non c’è tempo per la delicatezza. Corre rapidamente verso l’uscita del Cosmo Special, che si è aperta automaticamente al suo comando. In un attimo, Mazinga è nello spazio. Un paio di ali rosse di metallo spuntano dalla sua schiena. I reattori si accendono con potenza, facendo dirigere il robot verso l’origine dell’attacco. Intanto, un altro terribile colpo fa scuotere la Cosmo Special. Tetsuya non crede ai suoi occhi. E’ Goldrake che sta attaccando. Che cavolo è successo?

    Hayato Ijuin cerca di alzarsi, sforzandosi di spostare l’enorme mole di Musashi sopra di lui.
    “E spostati, panzone maledetto! Mangia meno, che a momenti mi riducevi a una frittella!”
    “Ha parlato il manico di scopa” ribatte risentito Musashi.
    “Piantatela” esclama Michiru, alzandosi dolorante e toccandosi un livido sulla gamba “E’ successo qualcosa di grave! Dov’è Ryo?”
    La porta si spalanca all’improvviso, mostrando un Ryoma Nagare agitatissimo:
    “Goldrake è impazzito e ci sta attaccando! Muovetevi! Usciamo col Getter!”
    Tutti per un attimo restano increduli per la notizia, ma Hayato e Musashi reagiscono subito, afferrando le divise.
    “Non perdete tempo a cambiarvi! Filate! Michiru, resta qui e controlla la situazione!”
    “Sì, Ryo” Michiru non ha nemmeno finito di dirlo che i tre sono già lontani. Un’altra scossa fa agitare l’astronave.

    Il Grande Mazinga e Goldrake si fronteggiano in mezzo allo spazio.
    “Pugno atomico!” grida Tetsuya.
    L’arma sfiora la testa di Goldrake, attirando la sua attenzione. Si volta verso il Mazinga, con gli occhi rossi che brillano. Tetsuya è perplesso. Mentre il pugno atomico ritorna nella sua sede, il pilota del Mazinga apre il contatto radio:
    “Questo è un colpo di avvertimento, Actarus. Fermati, altrimenti giocheremo pesante!”
    L’altro non risponde. La sua mente è totalmente ottenebrata: tutti ora sono suoi nemici. Nemici suoi. Di Venusia. Di Rex. Devono essere annientati. Annientati.
    Goldrake corre rapidamente verso uno stupito Tetsuya: afferra il Grande Mazinga in una presa d’acciaio e lo spinge violentemente verso un gigantesco asteroide, talmente grande che possiede una sua attrazione gravitazionale. Prima che entrambi se ne rendano conto, precipitano sbattendo duramente contro il suolo roccioso dell’asteroide.
    Goldrake non molla e assalta il Grande Mazinga, che però stavolta non si fa sorprendere ed afferra entrambe le mani del robot samurai. In piedi, si spingono con forza l’uno contro l’altro, diventando completamente immobili. Il loro rimanere fermi come statue nasconde però uno spaventoso impatto di forze distruttive e contrastanti che per ora si equivalgono.
    E’ completamente impazzito. Non si trattiene neanche. Vuole davvero uccidermi! pensa Tetsuya.
    Con una mossa veloce, riesce a sollevare Goldrake e a farlo sbattere con la schiena in mezzo alle rocce.
    “E’ l’ultimo avvertimento, Actarus. Fermati subito!” grida Tetsuya, mentre Mazinga estrae la spada diabolica e ritira le ali dietro la schiena. In risposta, Goldrake lancia entrambi i magli perforanti, che vengono deviati con la spada.
    “Peggio per te. Vuoi giocare? Giochiamo!”
    Una gigantesca tromba d’aria esce dalla bocca del Mazinga, sollevando di peso il robot-samurai:
    “Grande Uragano!”
    Goldrake, anche se avvolto dal turbine d’aria, riesce a puntare le mani verso il Mazinga e a scagliare i sei raggi disintegratori che partono dai dorsi delle mani. Il volto del Mazinga viene centrato in pieno: Tetsuya, sorpreso, per un attimo non vede più niente e la tromba d’aria si interrompe. Mentre Goldrake cade, estrae l’alabarda spaziale e la punta contro il Mazinga per dividerlo in due appena toccherà terra. Ma Tetsuya agisce con la velocità del lampo: estraendo la seconda spada, para con le doppie lame l’assalto dell’alabarda. Goldrake arretra e fa girare l’alabarda come una trottola, trasformandola in una terribile lama rotante. Ora Tetsuya lo comprende bene: questo scontro è dannatamente serio.
    Mi sa che qui ci scappa il morto, pensa.

    Le tre astronavi Getter si dirigono in fretta verso l’asteroide.
    “Formazione Getter 1!” grida Ryo.
    In un attimo, si forma la figura rossa del Getter col mantello, che scende con gran velocità.

    Maria e Alcor, ancora confusi per l’improvviso sballottamento dell’astronave, hanno appena capito cosa è successo.
    “Dannazione, Actarus è impazzito!” esclama Alcor, vedendo lo scontro tra Goldrake e il Grande Mazinga sul video, mentre si tampona col ghiaccio la botta in fronte.
    “Dio mio” dice Maria, sconvolta, mettendosi una mano sulla bocca “Goldrake ha gli occhi rossi! Sta combattendo senza freni! Dovete fermarlo subito!”
    “E’ quello che stiamo facendo. E’ appena partito anche il Getter…”
    “No, maledizione, non hai capito!” risponde lei, afferrandolo per la manica “ Ti ho detto che è senza freni! In questo modo, ESPLODERA’!”
    “Cosa?” risponde Alcor, rifiutando di crederci.
    “I sigilli non proteggono solo il pilota, ma anche il robot! Anche per questo è troppo pericoloso toglierli! Qualcuno è entrato nella mente di Actarus e gli ha tolto la lucidità necessaria per mantenere l’equilibrio…”
    “Dev’essere stato l’Ombra. Maledettissimo…” esclama Alcor, stringendo il pugno e finendo la frase a denti stretti. Rivolgendosi verso gli altri piloti, che erano rimasti a vedere lo scontro sullo schermo, esclama: “Ragazzi, avete sentito? Bisogna fermare Goldrake quanto prima possibile. Prima lo fermiamo, meglio è. Il Grande Mazinga e Getter ci metterebbero troppo tempo per batterlo, ammesso che ci riescano, scatenato com’è. Il tempo è essenziale. Per favore, partite tutti! Fermatelo subito!”
    “Ragazze, voi restate qui!” dice Banjo alle assistenti, mentre si mette il casco e corre verso la Mach Patrol.
    “Ce la farà, Garrison?” chiede Toppi, spaventato.
    “Il Daitarn è ancora debole, signorino Toppi. Comunque, il signor Banjo farà tutto il possibile.”
    “Miwa, andiamo sul Big Shooter, presto!” esclama Hiroshi, ma la ragazza corre già verso l’hangar prima ancora che lui finisca la frase.
    “Che maledetta situazione” borbotta Koji, mettendosi il casco e correndo verso il Pilder.
    “Aspetta, Koji, vengo anch’io” grida Sayaka, ma una mano sulla spalla la ferma. “Jun?” esclama la ragazza.
    La pilota di Venus Alfa scuote la testa con decisione.
    “Sono già in molti e devono organizzarsi bene per bloccare un loro compagno impazzito. Saremmo solo di ostacolo.”
    “Però…” dice Sayaka, incerta.
    “Vuoi davvero essere utile a Koji e salvare la vita ad Actarus? Allora resta qui come me!” risponde decisa Jun.
    Sayaka tace, osservando il portone dell’hangar di Mazinga Z.

    Lisa Vold si arrampica sul Borot in un attimo senza esitare, entrando nell’abitacolo mentre Boss accende i motori.
    “Resta qui, Lisa. Non ti intendi di macchine” afferma deciso Boss, mentre il Borot corre verso l’uscita.
    “Tetsuya è in pericolo” risponde lei “e io non mi tiro indietro. Se muore, lo vendicherò!”
    Boss rimane sorpreso dalla violenza delle parole di Lisa. La ragazza lupo se ne accorge e, fissandolo, rincara:
    “ Chi fa del male a Tetsuya, è morto. Claro? Anche se si chiama Actarus.”
    Boss capisce che non sta scherzando.

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 21/4/2016, 15:38
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  1. Ritha
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    Ciao. Avevo iniziato più di un anno fa a leggere questa bellissima fanfiction, poi mi sono interrotta causa impegni lavorativi e familiari.
    E' davvero bella, molto avvincente nella sua trama.

    Una domanda non so se mi sai rispondere. Anni fa, avevo scaricato un fanfiction che mi pare avesse un titolo come: sogno d'estate, qualcosa di simile. Il mio PC si è poi danneggiato e l'ho persa. Mi sai dire se è ancora qui da te, o in rete? Grazie in anticipo.
     
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    CITAZIONE (Ritha @ 5/10/2022, 11:55) 
    Ciao. Avevo iniziato più di un anno fa a leggere questa bellissima fanfiction, poi mi sono interrotta causa impegni lavorativi e familiari.
    E' davvero bella, molto avvincente nella sua trama.

    Una domanda non so se mi sai rispondere. Anni fa, avevo scaricato un fanfiction che mi pare avesse un titolo come: sogno d'estate, qualcosa di simile. Il mio PC si è poi danneggiato e l'ho persa. Mi sai dire se è ancora qui da te, o in rete? Grazie in anticipo.

    Ciao, Ritha, sono contento che la mia storia ti sia piaciuta: era stato solo un omaggio che volevo fare a dei personaggi che ci sono rimasti impressi.

    Riguardo alla fanfiction di cui mi parli, purtroppo non ne so nulla, perchè qui ho solo fanfiction fatte da me. Mi sembra difficile però che sia scomparsa totalmente dalla rete. Dovresti fare una ricerca più accurata, mettendo magari anche i nomi dei protagonisti e dell'autore. Per esempio, cercando ho trovato questa fanficton "Sogno d'estate" con protagonista City Hunter: è forse questa quella che cerchi?

    www.fanfictionzone.it/fanfiction.asp?psid=863&sid=863

    Se non è questa e se ancora non la trovi, prova a chiedere allora a degli appassionati del genere che si trovano in rete, in qualche forum: di certo qualcuno di loro l'avrà scaricata e la condividerà volentieri con te. Vedrai che alla fine la trovi. Buona caccia! ^_^
     
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  3. Ritha
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    Grazie Joe, era con i personaggi di Goldrake.
    Oggi ho cercato molto e finalmente l'ho trovata :b: , ha anche un titolo diverso da come ricordavo.

    "Sogno di una notte di piena estate" - si trova su blogfree. Ricordavo bene il disegno, c'è un'alba luminosa che sorge tra i monti.

    E' dolce, romantica, malinconica, bellissima! Mi mancava tanto perchè mi ricorda i primi palpiti dell'adolescenza e altre cose belle <3 3_3 :wub: :] :*: bella bella :*:

    intanto proseguo con la tua, ciao ;) :b:

    Edited by Ritha - 5/10/2022, 19:47
     
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