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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 42

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 21 April 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 42
    GOLDRAKE CONTRO TUTTO

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

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    RIASSUNTO:
    Dopo la guerra contro Vega, Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Però il loro figlio appena nato, Rex, è stato rapito da un essere misterioso, l’Oscuro, che comanda un esercito sterminato: vuole sacrificare Rex, quando, tra diversi giorni, sette stelle saranno allineate. Actarus ed altri amici organizzano il salvataggio di Rex, dando la caccia ai cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Intanto, Venusia si è iscritta sotto il falso nome di Hikaru tra le Amazzoni di Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro, per salvare Rex. Intanto, Actarus, soggiogato dall’Oscuro, attacca i suoi stessi compagni a bordo di Goldrake.
    (Nota: in questa storia, Alcor e Koji sono due persone diverse).


    Il Grande Mazinga evita i terribili colpi dell’alabarda e, indietreggiando, spalanca le braccia mentre Tetsuya grida:
    “Raggio pettorale!”
    Goldrake viene investito in pieno da una luce di un rosso intenso: il terribile raggio termico di Mazinga riesce a calmare per un attimo la sua furia. Ma è solo un attimo: il gren non si scioglie con un attacco simile, e Goldrake avanza con l’alabarda in mano, senza badare ai danni che il raggio pettorale può provocare riscaldando la sua struttura interna. Tetsuya non crede ai suoi occhi: Goldrake attacca senza tattica, né strategia. E’ solo furia e rabbia. Actarus ha davvero perso la ragione. Interrompendo il raggio pettorale, fa uscire le ali dalla schiena del Mazinga, che si libra nell’aria, alzando un dito che raccoglie su di sé tutta la carica elettrica dell’ambiente, fino a farla crepitare e brillare.
    “Doppio fulmine..”
    Le corna di Mazinga risplendono di elettricità: tutto viene convogliato in un unico, terribile colpo che Tetsuya scaglia contro Goldrake, puntando verso di lui l’indice del Mazinga.
    “…Missile laser!”
    Il fulmine scende velocissimo, ma viene fermato da una scarica altrettanto potente: il Tuono Spaziale di Goldrake. Tutto l’asteroide è scosso da lampi continui che distruggono la sua superficie, facendo volare nello spazio innumerevoli detriti. Per un momento prevale il Tuono Spaziale, poi il Doppio Fulmine, ma nessuno prevale. E’ una situazione di stallo.
    All’improvviso, il Getter Robot arriva volando alle spalle di Goldrake, colpendolo con violenza coi pugni e facendolo cadere. Mentre Goldrake si rialza, il Getter si ferma a mezz’aria ed estrae i due Tomahawk, scagliandoli contro il robot-samurai: ma lui li respinge con l’Alabarda Spaziale, che viene lanciata con una tal violenza da colpire quasi il Getter stesso, che la evita per un soffio. L’arma torna indietro al robot-samurai, mentre il Getter si alza nell’aria, mettendosi a distanza di sicurezza. Per fortuna, Goldrake non può volare da solo.
    “Che diavolo sta facendo? Vuole ammazzarci tutti?” esclama stupito Hayato.
    “E’ completamente fuori di testa, Hayato.” replica Tetsuya “Ryo, proviamo a colpirlo col Raggio Getter e il Raggio Pettorale. Contro il Girgiran ha funzionato, ricordi?”
    “Proviamo” esclama Ryo.
    All’improvviso, però, il Big Shooter si mette in mezzo.
    “Fermatevi subito!” grida Miwa, mentre lancia i componenti a Hiroshi che si è già gettato nel vuoto. Il Jeeg Robot si forma in un attimo ed atterra sulla cima di un monte vicino a Goldrake, che viene tenuto a bada momentaneamente dai raggi del Big Shooter.
    “Perché vi siete messi di mezzo, idioti?” grida Tetsuya “Stavamo per abbatterlo!”
    “L’avreste fatto esplodere, forse” replica Hiroshi, nella forma di Jeeg Robot “Tra un po’ scoppierà da solo. Dobbiamo fermarlo subito e senza giocare pesante, se no Actarus morirà!”
    “La dici facile, maledizione!” esclama Musashi “E’ come fermare una tigre a mani nude!”
    “Sandokan ha fatto qualcosa del genere” conclude Hiroshi, mentre Jeeg Robot scende rapidamente dal monte, dirigendosi di corsa verso Goldrake.
    “Ma lui aveva un pugnale, imbecille! E poi è solo un telefilm! Fermati, Hiroshi!” grida Ryo.
    Ma Jeeg Robot non si ferma: arrivato alle spalle di Goldrake, lo stringe tra le due braccia con una morsa indistruttibile:
    “Jeeg Breaker!”
    Goldrake si agita, cercando di liberarsi, ma la presa di Jeeg non si spezza, anzi aumenta serrando di più le braccia del robot-samurai.
    “Muovetevi e venite a prenderlo!” grida Hiroshi “Non posso tenerlo per sempre!”
    All’improvviso, le lame rotanti dell’astronave Atlas colpiscono Jeeg alle spalle, costringendolo a mollare la presa. Duke Fleed l’aveva chiamato mentalmente. Goldrake lancia il maglio perforante contro il robot di Hiroshi, che risponde mandando i doppi pugni: però non fermano l’avanzata del maglio e vengono distrutti all’istante. Jeeg evita per un soffio la terribile arma, mentre gli ricrescono delle nuove mani dall’avambraccio.
    Goldrake sta per assalire il robot di Hiroshi, quando all’improvviso una selva di missili viene lanciata attorno a lui, sollevando tanta di quella polvere che Actarus resta per un momento confuso. Mazinga Z ha iniziato a combattere, facendolo confondere mentre Koji esclama:
    “Pugno a razzo!”
    Goldrake viene colpito in pieno petto e l’impatto del colpo lo manda a sbattere contro la roccia di un monte, provocando un enorme rimbombo. Mentre il pugno ritorna da Mazinga Z, Goldrake non si muove. Però ha sempre gli occhi rossi. Koji atterra col suo robot, guardingo, senza fare nulla per il momento.
    “Non si muove più. Forse Actarus è svenuto.” esclama Boss, che finora è rimasto in disparte. Ma all’improvviso, Lisa scuote violentemente Boss su una spalla, indicando un punto in alto e gridando:
    “Là! Boss, guarda là!”
    Boss alza la testa sorpreso e osserva qualcosa di tremendo: l’astronave Atlas si sta dirigendo a tutta forza dall’alto contro il Mazinga Z, obbedendo ai comandi di Actarus. Va ad una tal velocità che la violenza dell’impatto li farà a pezzi tutti e due. Gli altri piloti non se ne sono ancora accorti, essendo l’astronave troppo in alto: solo Lisa, col suo istinto di lupo, ha percepito subito il pericolo. Il Borot corre come un pazzo verso Mazinga Z, mentre Boss grida:
    “KOOOJIII, ATTENTOOOO!”
    Tutti si sono accorti all’improvviso della discesa dell’astronave Atlas una frazione di secondo troppo tardi, mentre il Borot si butta contro il Mazinga Z, spostandolo lontano con violenza. I due rotolano lungo il terreno, quando all’improvviso si sentono sobbalzare da un’esplosione che fa tremare tutto l’asteroide. L’astronave si è scontrata col terreno nell’esatto punto dove prima c’era il Mazinga Z.
    Mentre il fumo sollevato dall’impatto copre tutta la scena e gli altri sono ancora scioccati, Goldrake salta sull’astronave – ancora illesa, nonostante il violentissimo colpo – magnetizzando i suoi piedi in modo da non staccarsi. Estrae l’alabarda e si dirige volando verso il Grande Mazinga e Getter, quando all’improvviso sull’astronave atterra il Daitarn 3.
    “Adesso basta, Actarus” esclama Banjo “Svitato o meno che tu sia, ne hai fatte troppe. Ora la finiamo qui.”
    Il Daitarn estrae la spada e i due robot si scontrano con mosse rapidi e veloci. I colpi dell’alabarda vengono parati dalla spada del Daitarn e viceversa.
    “Lo immaginavo, Actarus” dice Banjo “Non stai usando l’alabarda in modo corretto. Nello stato in cui sei, non puoi battermi all’arma bianca.”
    Con un rapido fendente, la spada del Daitarn fa volare via dalle mani di Goldrake l’alabarda e, con un calcio in pieno petto, il robot di Banjo scaglia l’avversario lontano dall’astronave, spezzando il suo legame magnetico con Atlas. Il robot samurai cade rovinosamente a terra, per poi rialzarsi subito, con gli occhi rossi che brillano ancora di più. Goldrake sta diventando quasi rosso e del fumo inizia ad uscire dalle giunture: si sta surriscaldando.
    “NO!” grida Maria, osservando con terrore lo schermo dove vede il robot di suo fratello che sta per esplodere. Alcor le mette un braccio attorno alle spalle per farle coraggio, ma anche lui sente una stretta allo stomaco. Actarus sta per morire e loro non possono fare nulla.
    Koji esclama subito: “Via tutti, ragazzi! Non possiamo sconfiggerlo insieme, siamo troppo scoordinati! Ci pensiamo io e Tetsuya, abbiamo già combattuto insieme e sappiamo agire all’unisono. Tetsuya, manovra C. Ricordi?”
    “Ricevuto, Koji” replica il pilota del Grande Mazinga “Facciamo in fretta!”
    All’istante, il Grande Mazinga e Mazinga Z usano il Grande Tifone, colpendo Goldrake su due fronti: il primo da dietro, dall’alto, il secondo da davanti, da terra. Il robot samurai è bloccato e non riesce a muoversi: però il suo surriscaldamento si interrompe. Simultaneamente, i due robot puntano i pugni contro Goldrake e li scagliano allo stesso momento:
    “Pugno atomico!”
    “Pugno a razzo!”
    Goldrake è colpito contemporaneamente al petto e alla schiena, e il doppio impatto scombussola i suoi circuiti. Barcolla per qualche attimo, poi i suoi occhi si spengono e cade a terra, senza muoversi più.
    All’improvviso, tutto è silenzio.

    Nella città di Zuagir, ormai conquistata dalle Amazzoni, Sonja cavalca sulla sua Diatryma, stringendo una fune legata al collo di Kui, la Diatryma di Venusia. Quest’ultima, a cavallo di Kui, è legata e imbavagliata e tenta invano di liberarsi. I nodi sono stretti e le corde le tagliano i polsi. Anche i piedi di Venusia sono legati e fissati su Kui. Sonja non vuole correre rischi.
    Le due donne costeggiano l’interno delle mura di Zuagir, dirigendosi verso l’uscita. Ad un certo punto, Sonja interrompe il passo della sua cavalcatura ed esclama:
    “Valeria!”
    L’amazzone che si era infiltrata, seduta a terra mentre sta pulendo la sua spada, si volta verso la coppia.
    “Ah, Sonja, cosa c’è? Chi è quella legata come un salame?”
    “Una traditrice. Adesso la porto dal capitano Jocasta. Sarà interrogata e giustiziata. Come vanno le cose qui?”
    “Abbiamo quasi finito. Stasera torneremo sull’astronave. Tu ci vai adesso?”
    Sonja annuisce. “E’ quasi l’alba, voglio sistemare subito questa incombenza. Vuoi venire con me?”
    “Due veterane a sorvegliare una novellina? Faremmo ridere tutti.” Valeria si volta e osserva soddisfatta la pulizia fatta sulla sua spada. Poi la mette nel fodero. “Buon viaggio” esclama lei, alzando la mano e allontanandosi.
    “Come vuoi. Vuol dire che sarò solo io a rilassarmi alle terme tutto il giorno” sogghigna Sonja.
    “Hmmm…” Valeria riflette. E’stata nella prigione della città per giorni. Non ha certo un bell’aspetto adesso. Poi in pratica il lavoro è finito. Un po’ di relax ci vuole. “Va bene, aspettami, prendo la mia Diatryma e ti raggiungo.”

    Il sole inizia a spuntare da dietro la cima dei monti di Khauran. Da lontano, dietro le persone che stanno cavalcando, si alza il fumo della città di Zuagir. Le Amazzoni stanno completando la distruzione. Sonja, Valeria e Venusia avanzano con le Diatrymas a passo sostenuto. Ancora un’ora circa e arriveranno all’astronave delle Amazzoni.
    Ad un certo punto, Sonja nota qualcosa all’orizzonte. Una figura seduta, con le gambe accostate e i piedi uniti a terra. Le sue braccia accolgono le gambe in una stretta leggera. Ha una foglia lunga e sottile in bocca. Quando i loro sguardi si incrociano, la persona misteriosa si alza con calma e getta via la foglia. Sonja capisce che stava aspettando proprio loro. Si volta verso Valeria e vede che anche lei è giunta alla stessa conclusione.
    “Sei sulla nostra strada. Fatti da parte” dice Sonja.
    La figura misteriosa resta al suo posto. Il vento polveroso le fa muovere i capelli: è una donna coi capelli neri e lisci, raccolti a coda di cavallo. Porta un kimono corto e aperto sul davanti. Sotto porta una cotta di maglia. Le gambe sono fasciate dal ginocchio in giù. Porta dei sandali ai piedi. Dietro la schiena ha una spada con l’elsa avvolta da bende strette, e una di queste ha un’estremità libera che si muove col vento. I suoi occhi sono tranquilli e attenti.
    Sonja e Valeria capiscono di trovarsi davanti a una spadaccina esperta. Ma non porta segni di riconoscimento delle Amazzoni. Non è una di loro.
    “Ti ho detto di spostarti!” grida Sonja, infastidita.
    “Consegnatemi quella donna e mi sposterò.” risponde l’altra, con tranquillità, indicando Venusia col mento.
    Le due amazzoni sono stupite. Scendono dalle Diatrymas e si dirigono verso la spadaccina misteriosa.
    “Ci stai sfidando? Tutte e due? Sei pazza?” chiede Valeria, fissandola negli occhi.
    La spadaccina risponde serena, come se si trovasse davanti a due normali passanti che le chiedono un’informazione:
    “Consegnatemi quella donna e la sua spada. Poi andatevene. Per il vostro bene.”
    “Ti ringraziamo della premura.” risponde Sonja, dividendo in due la sua scimitarra e facendola vorticare. Valeria è già in posizione, con la spada in mano. La spadaccina resta immobile, con la sua spada ancora nel fodero. L’attacco parte feroce e istantaneo, mentre le amazzoni gridano il nome dei loro colpi:
    “Fendente della tigre!”
    “Colpo del drago ruggente!”
    Venusia chiude gli occhi per non vedere un’altra persona ridotta a pezzi. Quando li riapre, non crede a quello che vede e, se non ci fosse il bavaglio, resterebbe a bocca aperta.
    Tutte e due le spade sono state bloccate. La spadaccina, a braccia incrociate, ha una lama tobikunai in ogni mano: è un piccolo coltello da lancio tipico dei ninja. Con questi coltelli, ha bloccato il filo delle spade, che restano immobili sotto lo stupore e lo spavento delle amazzoni.
    “Ho visto almeno dieci errori nei vostri attacchi” dice la spadaccina “Soprattutto, attaccate con rabbia, violando la prima regola della spada.”
    Le due avversarie indietreggiano, sconvolte.
    “Inoltre” aggiunge la sconosciuta ”le vostre lame sono di qualità scadente.”
    Appena finita la frase, le spade di Valeria e Sonja si spezzano. Le due amazzoni osservano interdette i moncherini delle loro armi.
    “Non è possibile…” balbetta Sonja, con gli occhi spiritati. Un brivido le corre lungo la schiena.
    Valeria, spaventata, lascia cadere a terra la sua spada spezzata e indica con mano tremante la sconosciuta:
    “Ma…ma tu non sarai mica…Shi..Shigure?”
    La sconosciuta annuisce.
    “E’ lei, Sonja! E’ lei! E’ quella…” grida Valeria, subito interrotta.
    “Taci! Ho capito” dice Sonja, sudando freddo. “Ascolta, Shigure.”
    La spadaccina volta lo sguardo su di lei.
    “La persona che portiamo con noi è una traditrice. Non possiamo consegnartela. Deve essere giudicata dalle Amazzoni…”
    “Da quando in qua faccio quello che mi dicono le Amazzoni? Consegnatemela, ho detto.”
    Le due guerriere si guardano sconfortate. Abbandonare a lei la traditrice significa mettersi nei guai dopo con Jocasta…e forse perfino con Jezabel. Siamo nei guai, pensano.
    Con una mossa disperata, entrano entrambe nello stato di berserk: i loro occhi diventano bianchi ed assalgono la spadaccina per farla a pezzi. Quest’ultima, senza scomporsi, ruota le tobikunai, afferrandole per la lama e mostrando l’altra estremità ad anello dei coltelli. Con queste colpisce entrambe le amazzoni in fronte: cadono tutte e due a terra senza aver sfiorato la spadaccina.
    Venusia ha osservato tutto, credendo di essere in un sogno. La spadaccina si avvicina a lei, che è rimasta legata a cavallo della Diatryma, poi le passa accanto, apparentemente senza fare nulla, superandola e mostrandole la schiena. Un attimo dopo, le corde e il bavaglio sono tagliati a pezzi e cadono a terra. Venusia diventa pallida dallo spavento.
    Diobuono, non ho neanche visto la spada, pensa sconvolta.
    Continuando a mostrarle la schiena, la spadaccina rinfodera la sua spada e dice a Venusia:
    “Consegnami la tua spada Brisingamen.”
    “Ma…chi…chi sei tu?” chiede Venusia, guardandola interdetta, mentre si massaggia i polsi segnati dalle corde.
    La donna si volta verso Venusia e risponde, un po’ sorpresa:
    “Non ti hanno mai parlato di me? Sono Kosaka Shigure, maestra della spada e delle armi.”
    “E…e perché vuoi la mia spada?”
    “Non ti appartiene. Consegnamela. Poi puoi andartene.”

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 22/4/2016, 15:38
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