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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 47

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 27 April 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 47
    JEEG CONTRO SHIZURI, LA SIGNORA DELLE NEVI: RITIRATI, RAGAZZO D'ACCIAIO!

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui


    Immagine di Sode No Shirayuki, personaggio di Bleach. Preso da Halcyon.


    RIASSUNTO:
    Dopo la guerra contro Vega, Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Però il loro figlio appena nato, Rex, è stato rapito da un essere misterioso, l’Oscuro, che comanda un esercito sterminato: vuole sacrificare Rex, quando, tra diversi giorni, sette stelle saranno allineate. Actarus ed altri amici organizzano il salvataggio di Rex, dando la caccia ai cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Intanto, Venusia, sotto il falso nome di Hikaru, si è iscritta tra le Amazzoni di Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro, per salvare Rex: ora è arrivata a Darkhold, il mondo/castello dell’Oscuro. Dopo alcune vicissitudini, Actarus finisce in coma e Jeeg Robot e Miwa devono combattere contro Shizuri, la Signora delle Nevi, una dei sei Generali dell’Oscuro, che ha appena ridotto il Big Shooter in neve davanti alla terrorizzata Miwa…
    (Nota: in questa storia, Alcor e Koji sono due persone diverse).


    Ai piedi della montagna da dove Shizuri, la Regina delle nevi, osserva il conflitto, lo scontro tra Jeeg e i Giganti della Tempesta si fa cruento: il robot, nonostante le lance piantate in petto, con uno sforzo riesce a spezzare le catene di ghiaccio di Kuin, il capitano dei Giganti, alzandosi rapidamente. Della battaglia non gli importa nulla. Vuole sapere se Miwa è sopravvissuta o no. Deve assolutamente salire sulla cima della montagna dove c’è Miwa. A tutti i costi. Ma appena si muove, si accorge di essere avvolto da qualcosa di liquido…acqua?
    “Sono Elsinore, straniero, il braccio destro di Kuin: e questa è la tomba che ho preparato per te.”
    L’acqua si solidifica all’istante, diventando un blocco di ghiaccio durissimo dove Jeeg si trova immobilizzato. Per fortuna, Hiroshi non ha bisogno di respirare quando è nella forma del robot gigante. Però, anche se vivo, è incapace di muoversi.
    Elsinore è soddisfatto. L’unico occhio che i suoi capelli lasciano scoperto brilla maligno, mentre sorride beffardo. Il suo corpo di ghiaccio è privo di elmo ed è a torso nudo, a differenza degli altri giganti di ghiaccio. Si volta verso la corporatura massiccia e corazzata del capitano Kuin, che approva con un leggero cenno di capo. I Giganti della Tempesta si riuniscono attorno al blocco di ghiaccio, esultando di vittoria e innalzando le armi.
    Hiroshi-Jeeg Robot li vede, ma non sente nulla. E’ in un mondo a parte. Cerca di muoversi, ma è stretto in una morsa. Senza far pressione su qualcosa, come può spezzare questo ghiaccio? Deve rimanere lì dentro in eterno? Ma non è questo che lo preoccupa. Pensa a Miwa. Miwa che forse adesso è morta. Michi…

    “Ecco, Hiroshi, lei è la figlia del Dottor Uzuki, che ci aveva aiutati tanto in passato. Si chiama Miwa. Spero che diventerete buoni amici” gli aveva detto sua madre, quando gli aveva presentato Miwa per la prima volta. Hiroshi aveva dieci anni allora, Miwa due di meno. Allora era una bambina con le treccine, taciturna e un po’ triste per la morte di suo padre, l’unico parente che aveva.
    “D’ora in poi lei vivrà con noi, l’abbiamo adottata. Trattala come fosse la tua sorellina” aveva aggiunto sua madre.
    A prima vista lei non aveva fatto molta impressione a Hiroshi. Anzi, lui si era un po’ seccato: le femmine sono noiose e fastidiose. Vedersela tra i piedi tutti i giorni era una prospettiva poco allettante. Una sorella vera, Mayumi, sarebbe arrivata più avanti.
    Qualche giorno dopo, Hiroshi aveva bisogno di un compasso per i compiti e lo stava cercando in tutta la casa.
    Si vede che non ce l’abbiamo, aveva pensato, devo andare a comperarlo.
    Ma all’improvviso gli era apparso un compasso davanti a lui. Miwa, un po’ imbarazzata e con un leggero sorriso, gli stava dando il compasso di lei. Hiroshi era rimasto stupito: come faceva Miwa a sapere che ne aveva bisogno? Non l’aveva detto a nessuno.
    Pian piano Hiroshi si era reso conto che Miwa era diventata indispensabile per tutto: spesso lui si trovava davanti quello di cui aveva bisogno senza nemmeno chiederlo. Si era creato un feeling speciale tra loro due. Da allora l’aveva chiamata Michi, un vezzeggiativo che lei gradiva. Più avanti, le loro strade si erano separate: lui era rimasto a casa a partecipare alle corse automobilistiche, lei invece aveva ottenuto il brevetto di pilota di aeronautica ed era andata a lavorare all’Istituto Fotoatomico di suo padre. Ma il loro legame particolare non si era mai spezzato. Fino a quando era accaduto l’incidente.
    Hiroshi era ridotto in fin di vita, praticamente morto. La prima persona che aveva visto quando aveva aperto gli occhi era Miwa. Una Miwa più seria, con un’ombra di tristezza. Portava una tuta particolare e un cerchietto sui capelli che non aveva mai visto prima. Guardandosi attorno, aveva capito che si trovava in ospedale e aveva bende un po’ dappertutto, tanto da fare concorrenza a una mummia. Miwa era trasalita quando Hiroshi aveva aperto gli occhi.
    “Miwa…” aveva detto con un filo di voce “…cosa è successo?”
    “Hiroshi…” la ragazza lo stava guardando con una gran tristezza. Hiroshi non lo sapeva ancora, ma era diventato un cyborg. Miwa sapeva tutto, ma il professor Shiba le aveva ordinato di non dire nulla.
    “Meglio che lo scopra un poco alla volta” aveva detto lui “saperlo subito sarebbe traumatico”
    “Ma, professore” gli aveva risposto Miwa, sconvolta “quali sono le conseguenze? Hiroshi tornerà come prima?”
    “Sì e no” aveva risposto il professore, fissando il pavimento, seduto sullo sgabello e ridotto a pezzi dalla spaventosa fatica che aveva fatto. Era rimasto in piedi praticamente per tre giorni e tre notti di fila, quasi senza mangiare e senza dormire, per salvare la vita di suo figlio. Si era toccato la barba malcurata e si era guardato un momento allo specchio vicino al tavolo operatorio. Aveva gli occhi rossi e occhiaie da far spavento, con guance smunte e scavate.
    Se in un film avessero bisogno di una controfigura per uno zombi, mi assumerebbero subito, aveva pensato, sorridendo amaro.
    Ma la ragazza, anche se aveva compassione per come era ridotto il professore, non riusciva a trattenersi:
    “Cosa vuol dire sì e no? Cosa cambierà per Hiroshi, professore?”
    “Intanto, niente. Questa è la cosa peggiore. Niente. Non cambierà. Non invecchierà. Praticamente sarà immortale. Rimarrà così com’è anche quando noi saremo polvere. “
    “Cosa?” Miwa era rimasta come folgorata. Si era vista per un attimo vecchia davanti ad un Hiroshi giovane: cercava subito di scacciare quella visione da incubo. “E..e la cosa migliore?”
    “E’ diventato invulnerabile. Come Superman nei fumetti. Ha sviluppato una forza superiore al normale e una resistenza eccezionale agli urti. Ma so cosa stai pensando, Miwa. Mi dispiace.”
    “Cosa…cosa dite, professore? Cosa sto pensando, secondo lei?”
    “Al futuro. Al fatto se è possibile avere una vita normale, magari persino un figlio da Hiroshi. Vero?”
    Miwa arrossì: non aveva voluto chiederlo neanche a se stessa. Ma il professor Shiba la conosceva molto bene.
    “S…sì” aveva risposto lei in un sussurro.
    “Dal punto di vista fisico, apparentemente è come tutti gli altri uomini. Ma…”
    “Ma?” aveva incalzato Miwa, impaziente. In un certo senso, aveva già capito.
    “E’ sterile. E’ impossibile che possa mai avere un figlio. Mi spiace davvero, Miwa.”
    Lei si sentì svuotata. Sperava in un futuro con Hiroshi, ma in queste condizioni…diventerà vecchia davanti ad un Hiroshi sempre giovane, e senza la possibilità di avere bambini. Inoltre, il fatto di essere cyborg impedirà ad Hiroshi di avere un legame normale, sia con lei che con tutto il mondo. Come essere accanto ad un robot vivente: non è esatto il paragone, perché Hiroshi è anche umano, ma rende l’idea.
    Miwa rimase per giorni all’ospedale accanto ad Hiroshi, che non dava segni di vita. Il suo risveglio, alla fine, le diede nello stesso tempo gioia e dolore.
    Poi, la guerra contro l’Impero Yamatai. Himika. L’Imperatore delle Tenebre. Jeeg Robot. Battaglie senza fine. Le crisi interiori di Hiroshi: la difficoltà di avere un corpo completamente diverso da quello che aveva e nello stesso tempo completamente simile a quello che aveva. Un’assurdità. E Michi era sempre lì. A dare non più il compasso, ma i componenti di Jeeg Robot. Michi che ha voluto combattere fino alla fine con Hiroshi. Michi che gli stava accanto, triste, sapendo che tra loro non c’era futuro. Michi che si era messa a piangere, quando Hiroshi le aveva detto che voleva sposarla comunque. Michi che forse adesso è morta…morta…morta!
    “MIWAA!”
    Insieme al grido di Hiroshi, il raggio protonico di Jeeg Robot esce con una violenza immane, distruggendo non solo il ghiaccio che lo imprigiona, ma tutto quello che incontra sulla sua strada. I Giganti della Tempesta arretrano sorpresi, compreso Elsinore: non era mai successo prima che qualcuno riuscisse ad uscire dalla tomba di ghiaccio.
    Jeeg corre come un pazzo verso le rocce della montagna, per scalarle e raggiungere Miwa, abbattendo senza pietà ogni gigante che si mette di mezzo. Però, appena inizia la scalata, sente il versante della montagna tremare: abbassando la testa, osserva stupito il capitano Kuin, che è diventato grande dieci volte Jeeg Robot, colpire le rocce alla base della montagna con pugni mastodontici, facendola vacillare.
    “Ti ammazzerò, anche a costo di abbattere la montagna! Non mi sfuggirai!” grida il capitano, colpendo ancora più furiosamente le rocce. Jeeg vacilla, poi sente come un fragore di tuono. Le scosse di Kuin hanno provocato una valanga che fa cadere a terra Jeeg e lo seppellisce sotto le rocce.

    Dall’alto del monte, Shizuri osserva tutto senza mostrare la minima emozione. Miwa non sa ancora come agire. Scappare? E dove? Dalla cima di una montagna altissima piena di crepacci? Assalire quella donna, allora? Però ha appena trasformato il Big Shooter in un mucchietto di neve. Per ora è meglio assecondarla.
    “Il tuo eroe si sta dando da fare, vedo” dice la Signora delle nevi a Miwa, che è dietro di lei, senza guardarla “Ma ora Kuin si è arrabbiato. Credi che riuscirà a venire qui?”
    “Hiroshi? Certo che arriverà. Ne sono sicura”
    “Si chiama così? Hiroshi? E’ il suo nome di battaglia?”
    Miwa non capisce. Che razza di domande le sta facendo? Sembrano quelle di una ragazzina superficiale. Ma i suoi occhi non lo sono. Occhi freddi, assolutamente privi di pietà. Occhi che sembrano aver visto tutto.
    “No. Hiroshi è il suo vero nome. In quella forma, si fa chiamare Jeeg Robot”
    “Capisco” dice Shizuri, continuando ad osservare la battaglia sotto di sé “Si chiama Hiroshi e basta?”
    “Ma che razza di domande mi fai? Perché lo vuoi sapere?” sbotta Miwa.
    Shizuri si volta lentamente verso Miwa, guardandola di traverso in un modo che la fa agghiacciare.
    “Si chiama Hiroshi e basta? Rispondi!” ripete, con un tono che non ammette discussioni.
    “Ah…si chiama Hiroshi Shiba”
    La Signora delle nevi si volta di nuovo verso la scena della battaglia e replica: “Ha il tuo stesso cognome. E’ tuo fratello? Tuo parente?”
    “No…è mio marito. Ma non capisco perché…”
    “Tuo marito?” risponde Shizuri con una voce strana “Hmmm…” continuando ad osservare la scena, riflette mettendo una mano sotto il mento. Entrambe le donne non parlano più e restano immobili.

    Jeeg si sente divorare dalla rabbia e dall’impazienza. Deve sapere come sta Miwa, ad ogni costo. E subito. Anche se indebolito dalle lance che gli hanno trafitto il petto, il robot sposta le pietre gigantesche della frana, trovandosi davanti l’enorme figura di Kuin, che lo copre con tutta la sua ombra. La sua trasformazione in Gigante di ghiaccio completo, tipica dei capitani, l’ha cambiato anche fisicamente: il suo volto mostra un paio di braci incandescenti al posto degli occhi e una bocca piena di denti acuminati come quelli di uno squalo. La sua mano artigliata afferra Jeeg come fosse un bambolotto, stringendolo in una presa di ghiaccio. Ma Jeeg resiste, dicendo:
    “Non mi importa quanto sei grande…devo andare da Miwa! Levati dai piedi!”
    Con uno sforzo titanico, avviene l’incredibile: Jeeg fa aprire la gigantesca mano che lo tiene, con gran stupore di Kuin. Guadagnando un po’ di respiro, Jeeg esclama:
    “Ho fretta e non mi lasciate scelta. Scudi rotanti alla massima potenza!”
    Dai cannoni del Big Shooter, abbandonati in mezzo alla landa di ghiaccio, partono due enormi ruote dentate che girano, affilatissime: Elsinore è il primo a vederle e cerca di immobilizzarle con un blocco di ghiaccio. Ma non è sufficiente a fermare gli scudi rotanti: girano infatti alla massima velocità richiesta da Jeeg, tanto che le sue punte dentate quasi non si vedono, frantumando in un attimo il ghiaccio senza nemmeno rallentare la loro corsa. Elsinore, che è sulla strada degli scudi rotanti, prima ancora che se ne renda conto viene fatto a pezzi in un attimo, esplodendo in mille frammenti di ghiaccio.
    Le braccia di Jeeg Robot si separano dal resto del corpo e in un attimo gli scudi rotanti ne prendono il posto, facendo a pezzi le mani di Kuin. Il robot cade a terra, mentre il gigante, furioso, alza il piede per schiacciare l’avversario. Jeeg lascia andare subito gli scudi rotanti, che salgono rapidamente contro il mostro, distruggendolo completamente e riducendolo in grandi lastroni di ghiaccio che cadono a terra senza muoversi più. Le armi ritornano addosso a Jeeg Robot, mentre gli altri giganti restano incerti. Ma Jeeg non ha tempo per loro: deve risalire in fretta la montagna. Miwa è là. Ad un suo ordine mentale, dai cannoni del Big Shooter partono i missili perforanti, che arrivano subito e sostituiscono all’istante gli scudi rotanti del robot. Jeeg punta i missili perforanti in alto, usando la loro spinta per volare e raggiunge la cima del monte in poco tempo. Vede subito Miwa, viva, e questo gli dà un gran sollievo. Ma vede anche un’altra donna vicino, a dimensioni normali, che lo osserva senza esprimere alcun sentimento, anche quando l’enorme mole di Jeeg atterra a poca distanza da lei.

    Miwa, al vedere Jeeg, corre da lui felice, gridando: “Hiroshi!” ma viene bloccata all’istante da catene di ghiaccio che le legano saldamente i polsi e caviglie al terreno.
    “Mi deludi” dice Shizuri “Come puoi pensare di scappare via da me? Possibile che tu non abbia ancora capito chi sono?”
    Jeeg lancia subito dei raggi dagli occhi per spezzare le catene di ghiaccio, ma si accorge che una barriera invisibile respinge i raggi e osserva la donna misteriosa. Lancia i raggi verso di lei, che vengono respinti allo stesso modo.
    Watarishi, barriera di ghiaccio eterno” dice la Signora delle nevi, unendo le mani e alzando gli indici. Poi riunisce insieme sul davanti le maniche del kimono, nascondendo le mani e osservando dal basso all’alto il suo avversario, senza esprimere alcun timore né emozione. Jeeg ha capito che, anche se di dimensioni umane, è ben più potente degli avversari di prima.
    “Tu sei…la Signora delle Nevi? Shizuri?” chiede lui.
    “Finalmente l’hai capito” risponde la donna dai capelli bianchi.
    “Libera Miwa. Lo scontro è tra me e te.”
    “No. Lei mi interessa. Sarà un’ottima cameriera per il mio palazzo. Niente in contrario?”
    “Cameriera?” esclama Miwa, che non crede alle sue orecchie.
    Jeeg punta uno dei suoi missili perforanti verso Shizuri.
    “Non ho voglia di scherzare” replica Jeeg “Libera Miwa, o ti lancerò contro questo”
    “Che aspetti?” chiede Shizuri.
    Jeeg esita. Lanciare un missile perforante contro una donna gli ripugna. Ma lei è una dei Sei Generali, non una persona qualunque. Non deve sottovalutarla.
    “E’ l’ultimo avviso” dice Jeeg “Non vorrei farlo, ma lo farò. Libera Miwa.”
    “No.”
    Il missile perforante parte all’istante, dirigendosi con un rombo assordante verso la figura femminile che resta immobile. Ad un certo punto, quasi al momento dell’impatto, Shizuri, alzando il palmo della mano destra, esclama:
    Dim Mak. Tocco di morte.”
    Il missile perforante diventa all’istante polvere di ghiaccio e candida neve che viene spazzata via dal vento. Jeeg non crede ai suoi occhi. Lancia subito l’altro missile perforante, che si trasforma anch’esso in frammenti di ghiaccio e neve appena cade sotto lo sguardo della Signora delle nevi.
    “Mi sembri sorpreso” dice lei, rivolta al gigantesco robot d’acciaio “A dire il vero, sono io ad essere sorpresa della tua meraviglia. Vuol dire che siete venuti fin qui senza sapere niente del vostro avversario? C’è un limite anche all’incoscienza.”
    “Non abbiamo ricevuto il vostro depliant informativo, purtroppo” replica Hiroshi sarcastico “Vi siete dimenticati di mandarcelo”
    “Mi piace l’umorismo, ragazzo d’acciaio” replica Shizuri, accennando un leggero sorriso “Ti meriti un premio per questo”
    La mano della Signora delle nevi si alza rapidamente e Jeeg fa un passo indietro, cauto. Poi si accorge che non è successo nulla. Davanti a sé vede qualcosa che brilla. Lei gli ha gettato un oggetto.
    “Cosa aspetti a raccoglierlo?” chiede Shizuri.
    Anche se è perplesso, Jeeg lancia un ordine mentale alle sue braccia che risalgono il versante della montagna per ricollegarsi al loro padrone. Jeeg, inginocchiatosi, raccoglie l’oggetto misterioso e resta stupito. E’ il cristallo che cercavano.
    “E’ quello che volevi, no? E’ tuo” risponde Shizuri alla muta domanda di Hiroshi, che la fissa con aria interrogativa.
    “Perché? Perché me lo dai così?”
    “Una regina non dà spiegazioni del suo operato. Il cristallo è tuo, Miwa è mia. Puoi andartene. L’udienza è finita.”
    All’improvviso, uno spaventoso blizzard artico si interpone tra i due, accecando Jeeg Robot. Anche se intenso, è comunque di breve durata: quando Jeeg abbassa le braccia che aveva usato per coprirsi il viso, si accorge che non c’è più nessuno. Il cristallo resta sempre nella sua mano, ma Miwa e Shizuri sono scomparsi.
    “Miwa!” grida Hiroshi “Dove sei? Miwa!”
    Nessuna risposta. Il vento gelido soffia forte, sottolineando l’immenso silenzio di quelle lande desolate e coperte di neve e ghiaccio.

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 28/4/2016, 16:06
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