Il blog di Joe7

  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 56

    Tags
    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 13 May 2016
     
    0 Comments   170 Views
    .
    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 56
    IL SEGRETO DELL'OSCURO

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

    image
    Il Gran Sacerdote dei Cavalieri dello Zodiaco mi è sempre sembrato il modello migliore per l'Oscuro della storia.


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Il loro figlio appena nato, Rex, è stato rapito dalla spietata Jezabel, per conto di un essere potente e misterioso, l’Oscuro, che lo sacrificherà quando sette stelle saranno allineate. Actarus, insieme coi suoi amici (Alcor, Maria, la squadra Getter, Mazinga Z, Grande Mazinga, Boss, Daitarn, Jeeg), parte con Goldrake sull’astronave Cosmo Special per arrivare a Darkhold, il castello-pianeta dell’Oscuro. Durante il viaggio, affrontano i Generali dell’Oscurità per prendere i cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Intanto, dopo diverse peripezie, Venusia è riuscita ad arrivare a Darkhold, inserendosi tra le Amazzoni col falso nome di Hikaru. Alla fine, esce dall’astronave delle Amazzoni per cercare suo figlio in quel mondo. Nello stesso tempo, sulla Cosmo Special, Koji si scontra con Jezabel e ha la peggio, così pure Lisa Vold, che era corsa ad aiutarlo dopo che ci “stava provando” con Tetsuya. Prima di scomparire, Jezabel parla di “un certo legame” tra Actarus e l’Oscuro. Actarus decide di spiegare questa cosa ai suoi amici. (Nota: in questa storia, Alcor e Koji sono due persone diverse)

    A Darkhold, Jocasta, il capitano della Terza Divisione delle Amazzoni (quella dove Venusia si era arruolata sotto il falso nome di Hikaru), sta riflettendo, immersa nell’acqua calda delle terme riservate a loro. In quel luogo di silenzio, spesso aveva fatto il punto su molte situazioni. Dopo l’incontro che ha avuto col comandante supremo, Jezabel, è rimasta pensierosa e perplessa per tutto il tempo: neanche la tranquillità dell’acqua termale ha tolto la sua inquietudine. Diventare comandante della Terza Divisione è stata una conquista durissima: la rivalità tra le amazzoni è feroce. Ogni contrarietà, anche minima, può essere pericolosa, non solo per la carica, ma anche per la propria testa. Jezabel non scherza.
    Il problema, pensa, è quella misteriosa Hikaru. Una delle mie amazzoni, Isparana, ne voleva parlare addirittura con Jezabel. Ma cosa c’entra una novellina come Hikaru col comandante supremo? Inoltre è sopravvissuta persino a Shigure, una terribile maestra di spada. Questa storia non mi piace. Voglio vederci chiaro: quella ragazza l’ho presa troppo sottogamba.
    “Caledonia” dice, rivolgendosi alla sua assistente, anche lei nelle acque delle terme.
    “Sì, capitano?”
    “Voglio parlare con Hikaru al più presto. Mandala da me” risponde, alzandosi dall’acqua e indossando l’accappatoio. L’altra non replica e Jocasta, sorpresa, si volta verso di lei.
    “Bè? Non mi hai sentita?”
    Caledonia, imbarazzata, inizia a parlare:
    “Ecco, capitano, volevo dirvelo più tardi…Hikaru è scomparsa”
    “Come scomparsa?” risponde Jocasta, irritata “Cosa vuol dire?”
    “E’ uscita dall’astronave senza autorizzazione e adesso nessuno sa dov’è”
    “Maledizione! E le guardie cosa facevano? Dormivano?”
    “L’hanno lasciata passare. Credevano che avesse il permesso”
    “Razza di stupide! Poi mi sentiranno. Intanto, mandami Isparana. Almeno lei ci sarà, spero!”
    “Mi spiace, ma è scomparsa anche lei. Non so che dire, capitano”
    Jocasta resta senza parole. Adesso le mie amazzoni fanno quello che vogliono. Questo è troppo.
    “Caledonia” dice con molta calma, e l’altra sa che si comporta così solo quando è davvero arrabbiata “ora tu le vai a cercare e le riporti qui. E non tornare senza di loro! Chiaro?”

    Nella Cosmo Special, attorno al tavolo delle riunioni, c’è un silenzio di attesa. Tutti gli uomini e donne, seduti, osservano Actarus a capotavola, incuriositi di sapere che storia c’è tra lui e l’Oscuro.
    “Ci siamo tutti?” chiede Actarus.
    “No” risponde Alcor “Koji è in infermeria e Maria si sta occupando di lui. Sayaka voleva rimanere lì, ma Maria le ha detto che doveva stare da sola con lui per guarirlo con le sue capacità mentali. Ha detto che il danno, secondo il dottor Mash, è più spirituale che fisico, quindi solo lei può agire su quel livello. Un po’ come ha fatto con te quando eri in coma.”
    “Ho capito” replica Actarus; poi, rivolto alla donna dall’aria preoccupata seduta al lato del tavolo, dice: “Stai tranquilla, Sayaka: conosco mia sorella e non parla a vanvera. Se ha detto che può guarirlo, ci riuscirà. Fidati”
    “Grazie” risponde lei, ancora un po’ agitata. Quando Maria le ha detto cos’era successo, era rimasta incredula: Koji che è finito quasi ammazzato mentre lei stava lavorando tranquilla su Afrodite A. Se quella Jezabel mi capita tra le mani, non so cosa le faccio, pensa. Inoltre, anche se non vuole ammetterlo, è un po’ infastidita dal fatto che Koji sia da solo in infermeria con una bella ragazza come Maria. Appena questa riunione finisce, voglio vedere subito come sta.
    “Dimenticavo” aggiunge Alcor “oltre alle piloti Keiko e Yuriko, che ovviamente devono guidare la Cosmo Special, manca anche Lisa, la ragazza lupo. Jezabel l’ha stesa di brutto. Ora è in infermeria”
    “Ma quale infermeria, muchacho” dice una voce, mentre le porte della sala si aprono di botto. La ragazza lupo entra tranquilla, con una benda sulla fronte. “Io sono già a posto. Non vorrete lasciar fuori la piccola Lisa, verdad?”
    Actarus, sorpreso, si alza dicendo:
    “Ti hanno gettata contro il muro, Lisa! Sei sicura di star bene?”
    Claro que sì! Pensi che una cosa del genere possa stendere una ragazza lupo?” risponde, mentre osserva Jun di sottecchi e aggiunge sogghignando: “Al mio posto, la morosita ci sarebbe rimasta!”
    Jun finge indifferenza, ma Tetsuya le sussurra: “Calmati, Jun”
    “Sono calma!” sussurra lei, con un tono di voce un po’ troppo forte.
    Facendo pochi passi, Lisa si mette dietro a Tetsuya e appoggia le braccia incrociate sullo schienale della sedia di lui, indifferente al fatto che Jun lì vicino li sta osservando male con la coda dell’occhio. Tetsuya sospira esasperato: ha sempre odiato le storie coi triangoli amorosi e robaccia simile. Da piccolo voleva sempre ammazzare Candy Candy quando la vedeva in televisione.
    Sayaka, seduta al lato opposto del tavolo, per cercare di alleggerire un po’ la tensione, dice:
    “Ah…Lisa, volevo dirti…col tuo intervento hai salvato la vita a Koji. Ti ringrazio molto”
    “Ah, era il tuo hombre? Non devi ringraziarmi, niña. Ho fatto solo il mio dovere: chi assale uno del branco, è mio nemico, chiunque sia”
    Branco? pensa Actarus, mentre esclama:
    “Ma quella era Jezabel, poteva ammazzarti in un attimo. Hai rischiato davvero la vita, Lisa!”
    “Quella bruja (strega) somigliava troppo a un vampiro, e i vampiri sono i nostri nemici naturali. Assalirla per me era una necessità, più che un’azione. Bueno, Actarus, ora habla! (parla) Voglio sentire la storia!”
    “Ehm…va bene, adesso comincio” inizia a dire “Come ho detto prima, vi ho fatto riunire qui per parlarvi dell’Oscuro, il nostro avversario. Maria sa già tutto quello che vi dirò, quindi non è necessario che lei sia qui. Gran parte di quello che so me l’ha detto l’Antico e, se non ve ne ho parlato prima, era perché questo argomento mi riguardava personalmente: ma mi sono sbagliato, avrei dovuto parlarvene prima.”
    Dopo una pausa, Actarus inizia a raccontare:
    “Tutto cominciò su Fleed circa mille anni fa. Anche allora c’era una monarchia, appena agli inizi…”
    “Mi scusi se interrompo subito” dice Garrison, il maggiordomo di Banjo “ma in precedenza l’Antico le aveva detto che tutto era iniziato in una ‘galassia lontana’…”
    “Esatto” risponde Actarus “Lontana non solo nel tempo, ma anche nello spazio. La galassia di Fleed mille anni fa era in una posizione diversa da quella di adesso. A quei tempi, il re si chiamava Davan Shakari, detto anche Duke Fleed.”
    “Scusa, Actarus” dice Reika, del gruppo del Daitarn 3 “ma allora ‘Duke Fleed’ non è un nome?”
    “In genere, è un titolo onorifico. Tutti i re l’hanno avuto, ma a volte fu usato anche come nome, come nel mio caso”
    “Ma il tuo cognome è Fleed o Shakari? Anche Maria si chiama Maria Grace Fleed” obietta Alcor.
    “Anticamente, era Shakari, poi fu cambiato in Fleed. Capirai tra poco”
    “Quindi, questo Davan Shakari era un tuo antenato, Actarus?” chiede Hiroshi.
    “Esatto, e regnava insieme alla sua consorte, la regina Clorinda Neramani. Prima di continuare, lasciate che vi dica qualcosa sulla famiglia reale. In genere, chi appartiene alla stirpe reale ha dei doni particolari: forse questo ha a che fare con coloro che sulla Terra vengono chiamati mutanti. A quei tempi, comunque, la potenza della famiglia reale era immensa, tanto che fu necessario sigillarla perché non fosse più usata: era troppo pericolosa. Il padre di Davan Shakari, prima di morire, sigillò questo potere concentrandolo in sette cristalli, che avrebbero dovuto restare per sempre su sette torri diffuse nei vari punti del pianeta”
    “Sono i cristalli che stiamo cercando, allora?” chiede Beauty.
    “Proprio così. Ed era impossibile togliere quei cristalli dalle torri, almeno con forze umane. Forse la tragedia cominciò da qui. Non so dirlo con sicurezza. Vedete, adesso Fleed è un pianeta pacifico, ma allora non era così. Soprattutto sotto il regno di Davan Shakari, Fleed divenne un impero, che conquistò tutto lo spazio allora conosciuto. A quei tempi, Vega ancora non esisteva. La sete di conquista di Davan non si fermò a nulla: forse suo padre aveva messo i sigilli temendo proprio questo. Se avesse avuto il potere completo della famiglia reale, non ho il coraggio di pensare a cosa avrebbe potuto fare”
    “Aspetta” dice Tetsuya, che sta cominciando a capire “stai forse dicendo che l’Oscuro è…”
    “Sì” dice Actarus con un sospiro “E’ il mio antenato. Davan Shakari. Il Duke Fleed di allora.”
    Tutti i presenti restano senza parole. Actarus continua:
    “Per estendere sempre di più il suo impero, Davan sviluppò al massimo grado la tecnologia e la scienza allora conosciuta, che non aveva nulla da invidiare alla nostra: così cercava di supplire alla potenza della famiglia reale che gli mancava. Fu il primo ad usare in guerra i robot giganti, il cui capolavoro fu Goldrake”
    “Goldrake l’ha costruito lui?” esclama Banjo, stupefatto.
    Actarus annuisce, con aria triste.
    “Scoprì il modo di estrarre e manipolare il gren, metallo esistente praticamente solo su Fleed e impossibile da ottenere artificialmente. Costruì un Goldrake completamente nero, votato alla distruzione e all’annientamento: era un robot privo di ogni sigillo e vincolo, ma questo non era un problema per Davan. Sfogava infatti l’energia in eccesso sulle popolazioni inermi, facendo stragi e distruzioni senza fine. Per questo Goldrake divenne sinonimo di terrore: ancora adesso, in alcuni angoli remoti dello spazio, si ha paura solo a parlarne. Tra l’altro, questo è anche uno dei motivi che spiegano la mia iniziale ritrosia nell’usare Goldrake contro Vega. Comunque, tutto questo fu solo l’inizio dei dolori: infatti, Davan, desideroso di ottenere il potere della famiglia reale che tanto bramava e che i cristalli gli impedivano di ottenere, volle ricorrere alle tecniche proibite: l’uso della magia”
    Dopo un momento di silenzio, Toppi, il ragazzo della squadra di Banjo, esclama all’improvviso:
    “Ma nessuno cercava di fermarlo? Tutti su Fleed erano d’accordo con lui?”
    “E’ pericoloso contraddire un dittatore, Toppi. Ma c’era chi ci provava, Sua moglie Clorinda cercò in ogni modo di convincere il marito a fermarsi. Come pure l’Antico”
    “L’Antico? Anche lui era vivo mille anni fa?” chiede Boss, incredulo.
    “Sì. Era giovane, ovviamente, allora, ma era già pieno di sapienza, tanto da essere considerato un uomo di Dio, un profeta. Quando Davan iniziò ad usare la magia, l’Antico andò di persona davanti a lui per accusarlo”
    Il racconto di Actarus è così preciso che agli altri sembra quasi di vedere la scena.
    “Il sangue degli innocenti grida contro di te!” accusò l’Antico, indicando il re davanti ai cortigiani terrorizzati “Davan Shakari, vuoi peggiorare la tua malvagità usando la magia?”
    “Bada a come parli, miserabile pazzo. Sono il re. Faccio quello che voglio. Che differenza ci sarebbe poi tra scienza e magia? Sono tutti e due dei mezzi, niente di più”
    “La scienza segue la natura, perché ne studia le leggi e le rispetta. La magia no: vuole essere al di sopra della natura, al di sopra del bene e del male, tipico di chi è guidato dalla superbia e dal delirio di onnipotenza, come te, Davan Shakari!”
    Il re si alzò, pieno d’ira. Nessuno aveva mai osato parlargli in quel modo. Ma l’Antico non si mosse dal suo posto.
    “Quante chiacchiere” disse all’improvviso una persona in piedi dietro il trono. Mettendosi accanto al re, congiunse le mani, unendo le lunghe maniche della sua tunica bianca. I suoi baffetti curati e il pizzetto sul mento sottolineavano il suo sguardo di faina: era Sukeli, il sacerdote nero e scienziato di corte, che fissò beffardo il profeta.
    “Sire” disse “questo impudente vuole solo ostacolare la tua strada. Il tuo destino è quello di essere il re dei re. Solo questo conta!”
    “Taci, Sukeli, miserabile!” esclamò l’Antico “Tu che fai sacrifici umani e influenzi il re con la tua lingua di serpente!”
    “Sono solo chiacchiere, giovane pazzo. Anche tu sei dalla parte degli invidiosi, vedo” rispose Sukeli, sogghignando. “Uccidi quel seccatore, maestà. Fa così perché vuole prendere il mio posto. La solita storia”
    Davan Shakari rifletté. L’Antico era benvoluto dalla gente. Un suo omicidio avrebbe scatenato delle rivolte, che allora, in tempo di guerra, era meglio evitare.
    “Vattene via e non tornare più, pazzo di un profeta. Se no, morirai” concluse il re, indicandogli l’uscita. L’Antico si allontanò senza dire nulla. Clorinda, che era rimasta ad assistere in silenzio, chinò la testa, triste. Si alzò e si allontanò anche lei. Davan la osservò perplesso.
    Perché non mi capisce? pensò. Conquisto tutto anche per lei! Invece mi ostacola sempre…
    Sukeli invece osservò contrariato la regina che si allontanava, accarezzandosi la barba sottile e riflettendo: Finché ci sarà lei, la mia influenza sul re sarà sempre parziale…
    Successivamente, il re divenne esperto delle arti magiche, tanto che cominciò ad accarezzare l’idea di togliere i sigilli ai sette cristalli con la magia. E alla fine, dopo sforzi immani, il momento era giunto. Ma all’improvviso, mentre su un altare il re stava per finire l’incantesimo, arrivò Clorinda.
    “Per favore, Davan…tutto il palazzo sta tremando! Persino la città è scossa…fermati! Basta con questa follia!”
    “Follia? Guarda, Clorinda! Sto ottenendo quello che aspettavo da anni!”
    Lei alzò la testa, sorpresa: un vento misterioso avvolgeva tutto, tranne l’altare dove stavano loro due. Uno dopo l’altro, i cristalli si staccarono dalle torri e caddero ai piedi dell’altare. Un cristallo. Due. Tre. E così via, fino al settimo. Davan Shakari si sentì pieno di energia e potenza come mai prima. Aveva ottenuto alla fine il potere della famiglia reale.
    “Ce l’ho fatta, Clorinda! Hai visto? Hai visto?”
    Voltandosi, si accorse che non c’era più nessuno. Poi, guardando in basso, vide la regina a terra, inerte. Spaventato, si chinò verso di lei, sollevandola e colpendola leggermente sulle guance, mentre diceva:
    “Clorinda…Clorinda…svegliati!”
    Ma non si svegliò mai più. Né il re, con la sua magia, né Sukeli, coi suoi incantesimi, riuscirono a rianimarla dal suo stato di animazione sospesa. Disperato, il re chiese aiuto all’Antico. Quest’ultimo rimase perplesso, ma decise di aiutarlo: inoltre, voleva molto bene alla regina e anche lui desiderava salvarla. Si avvicinò alla regina, distesa sul letto e immobile, si inginocchiò e pregò. Poi toccò una mano di Clorinda sotto gli occhi ansiosi di Davan: all’improvviso, l’Antico assunse un’espressione di dolore e dispiacere. Appoggiò delicatamente la mano di Clorinda sul grembo di lei e disse:
    “Mi dispiace. Non posso fare nulla per lei”
    “Ma come?” scattò il re “Se tu non puoi, troverò qualcun altro che la rianimerà!”
    “Nessuno può rianimarla, sire”
    “Come?”
    “La tua magia, che hai usato per togliere i sigilli dai cristalli, non ha portato Clorinda ad un sonno che somiglia alla morte…ma alla morte che somiglia al sonno. Non posso fare nulla per questo”
    “Clorinda…morta? Quella magia…l’ha uccisa? L’ho uccisa io? Io?”
    L’Antico chinò la testa, senza dire nulla. In preda all’ira, il re afferrò il profeta per il bavero e lo sollevò da terra con una mano sola.
    “Tu menti! Mi senti? Menti! Clorinda è viva! Viva, ti dico! E la rianimerò io! Vattene! Vattene, e non farti vedere mai più, o ti ucciderò!” concluse, scagliandolo con violenza contro il pavimento. L’Antico si alzò e se ne andò: ormai era inutile dire qualcosa al re. Era completamente impazzito. E, mentre si allontanava, Davan, inginocchiato accanto al letto di Clorinda, ripeteva:
    “Non preoccuparti, Clorinda, tu non sei morta, sei viva…ti salverò, sì, ti salverò, ti salverò…”
    Da allora, la sete di conquista di Davan non si fermò più: l’impero di Fleed divenne un degno progenitore di quello di Vega.

    “E…e dopo cos’è successo?” chiede Michiru della squadra Getter.
    “L’elenco dei conflitti e delle guerre accadute sarebbe lungo e noioso” risponde Actarus “Vi basti sapere che l’impero di Fleed aveva raggiunto la massima espansione e il massimo terrore. Sì, terrore. Nessuno era sicuro, né su Fleed né su nessun altro pianeta. Nella sua follia di ‘rianimare’ Clorinda, Davan aveva permesso tutte le abominazioni di Sukeli, sacrifici umani e simili, insieme a ricerche scientifiche avanzatissime e crudeli, senza nessun rispetto per l’uomo. Da queste condizioni insopportabili nacque la rivolta, guidata dal fratello di Davan, Kail Shakari. Gli scontri furono terribili: una vera e propria guerra civile, con due uomini – Davan e Kail – che avevano entrambi il potere della famiglia reale. Per sicurezza, Davan aveva fatto spostare, con la sua magia, le sette torri in un altro pianeta, che chiamò l’Acheronte, e dove costruì un castello che ricopriva tutto il pianeta: Darkhold. Così nessuno sarebbe riuscito a rimettere i cristalli su quelle torri. Ma Davan aveva sottovalutato la forza e il coraggio di suo fratello Kail e dei ribelli: alla fine di una guerra così feroce che fece persino spostare Fleed dalla sua posizione nello spazio, Davan e Sukeli furono costretti a ritirarsi a Darkhold, insieme coi cristalli. Kail usò tutto il potere della famiglia reale che gli era rimasto per mandare il pianeta Acheronte, col suo castello Darkhold e tutto quanto, nel limbo, una dimensione al di là dello spazio e del tempo, dove rimasero in animazione sospesa per secoli. In questo modo, Kail perdette il suo potere, anche se gli rimase qualche traccia, che fu trasmessa ai suoi discendenti e risiede ancora in me e in Maria. Da allora iniziò un lungo periodo di pace per Fleed, sottolineato dal fatto che il cognome Shakari fu bandito dalla famiglia reale e sostituito con Fleed, per sottolineare il fatto che il sovrano è il protettore di Fleed e null’altro. L’impero di Fleed si sfaldò come neve al sole e ciascuno riacquistò la sua indipendenza”
    “Fino all’arrivo di Vega” aggiunge Alcor.
    “Infatti. Per ironia della sorte, è per merito di Fleed se Vega è diventato un grande impero: usarono la tecnologia dei robot giganti di Davan per costruire i loro mostri. Alla fine vollero conquistare proprio il pianeta dove erano stati costruiti i robot giganti per la prima volta”
    “Allora era per questo che Vega vi aveva invasi?” chiede Alcor.
    “Già. Non ti era sembrato strano, Alcor, che Vega avesse ordinato a me e ai fleediani sottomessi, persone pacifiche di un mondo pacifico, di costruire per lui una macchina da guerra come Goldrake? Sarebbe stato come chiedere di scrivere all’analfabeta. In realtà, Vega ci aveva ordinato di costruirlo perché nessuno meglio di noi avrebbe potuto farlo. Infatti, noi eravamo gli unici ad aver già costruito in passato Goldrake”
    “Ma, a distanza di secoli, conoscevate ancora i segreti della costruzione di Goldrake?” chiede Miwa.
    “E’ un segreto tramandato nella famiglia reale da padre in figlio. Mio padre me lo “disse” attraverso il contatto mentale quando avevo cinque anni, e così pure Maria. E ci aveva anche sottolineato l’importanza di non togliere i sigilli” aggiunge con dispiacere Actarus.
    “Non capisco bene…” commenta Hayato della squadra Getter “Perché conservare i piani di Goldrake? Non era più semplice distruggerli?”
    “Fosse stato così facile” sospira Actarus “Milioni e milioni di robot giganti furono costruiti ai tempi di Davan. Dopo la sua caduta, furono esaminati, studiati: alla fine, presto o tardi, un Goldrake sarebbe stato costruito. E quindi bisognava conoscerlo, per contrastarlo in futuro”
    “Scusa, Actarus” dice ad un certo punto Musashi della squadra Getter “ma nel tuo racconto hai parlato di un Goldrake nero. Che fine ha fatto?”
    “Scomparve nella guerra civile. Forse è a Darkhold, o è stato distrutto. Non se ne seppe più nulla”
    “Hmm” riflette Ryo, della squadra Getter “e l’Oscuro in animazione sospesa che fine ha fatto?”
    “E’ riuscito, dopo secoli, ad uscire dallo stato di animazione sospesa, dove la sua età, come quella di Sukeli, è rimasta inalterata. Il pianeta-castello Darkhold tornò nello spazio, e da lì iniziò la rinascita dell’Impero dell’Ombra. La potenza della famiglia reale, sviluppata ed usata in modo malvagio, alla fine lo trasformò in una specie di ombra vivente, anche se poteva ritornare ‘umano’ a sua volontà. Costituì i Sei Generali dell’Oscurità e diede loro i sei cristalli in affidamento. Più sparpagliati e protetti erano, meglio era. Il settimo cristallo, per sicurezza, lo tenne lui”
    “Ma, a distanza di secoli, cosa vuole da te? Da Fleed? Da tuo figlio?” chiede Jun.
    “Vuole diverse cose. Primo: la vendetta. Io sono sì il suo discendente, ma soprattutto il discendente di Kail, il suo odiato fratello. Vuole saldare i conti con me e con Fleed, il pianeta che si era ribellato a lui. Secondo: far rivivere Clorinda. Lei, a causa di quel lontano incantesimo di Davan, è rimasta in uno stato di ‘morte che somiglia al sonno’, come disse l’Antico: il suo corpo non si corrompe e sembra che dorma. Ma è completamente morta. Terzo, affine al secondo: rimodellare a suo piacere l’universo, ricreandolo sottomesso a lui e con una Clorinda viva. Pensa di ottenere tutto questo ammazzando mio figlio su un altare quando saranno allineate le sette stelle, seguendo le indicazioni di Sukeli”
    “Ma è completamente folle!” esclama Alcor.
    “Già. Il guaio è che l’Antico mi ha detto che potrebbe farcela davvero a rimodellare l’universo, se riuscisse ad effettuare il sacrificio”
    All’improvviso è silenzio in sala. Tutti hanno compreso bene la gravità della situazione.

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 16/5/2016, 17:47
      Share  
     
    .