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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 64

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 25 May 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 64 -
    MAZINGA Z CONTRO IL SENZA ANIMA: BATTAGLIA FINALE!

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

    93a


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà quando sette stelle saranno allineate. Actarus, insieme coi suoi amici, parte con Goldrake sull’astronave Cosmo Special affrontando i Generali dell’Oscurità per prendere i cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. La Cosmo Special è stata trapassata da un raggio del Generale Senza Anima, o drago Kierrok, che Mazinga Z sta affrontando ora. Intanto, Venusia si è inserita tra le Amazzoni dell’Oscuro per trovare suo figlio. Dopo diverse vicissitudini, le Amazzoni la salvano da Sanosuke Sagara, un maestro di spada: ora Jocasta, il capitano della divisone delle Amazzoni di Venusia, lo sta affrontando…(Nota: in questa storia, Alcor e Koji sono due persone diverse).

    Il duello sulla torre di Darkhold è iniziato da tempo: Sagara e Jocasta, quest’ultima con gli occhi bianchi tipici dello stato di berserk, si muovono a velocità impressionante e Venusia fa fatica a seguire i loro movimenti.
    “Ma…è impossibile” dice Venusia a bocca aperta “Nessuno può muoversi così velocemente!”
    “Non per niente Jocasta è il capitano” commenta Isparana “Ma, anche se lei è veramente forte, è da temerari affrontare un maestro di spada.”
    Venusia si volta e la osserva: sembra strano pensare che poche ore fa loro due stavano combattendo all’ultimo sangue. Vede anche la confusione e l’incertezza negli occhi di Isparana e le dice, quasi senza rendersene conto:
    “Tu…lo ami davvero?”
    Lei arrossisce e sbotta: “Cosa t’importa? Tu, piuttosto! Cos’avete fatto voi insieme?” chiede, puntandole contro una spada. Venusia scosta la lama con una mano e dice:
    “Guardami negli occhi, Isparana. Io voglio solo tornare da Actarus. Non mi interessano altri uomini. Ti sei dimenticata che Sagara poco fa stava per uccidermi?”
    Isparana non risponde. Abbassa la spada ed osserva il duello.
    Sagara attacca col Colpo delle Mille Lame, lo stesso che ha usato contro Caledonia, ma ogni fendente è parato dai due coltelli di Jocasta, che si muovono così velocemente da formare una sorta di barriera impenetrabile attorno a lei.
    “Notevole” osserva Sagara “”Non ho mai visto qualcuno così abile coi coltelli come te. Ma la tua tecnica ha un difetto: permette solo la difesa, non l’attacco”
    “E chi ti ha detto che ho solo la difesa?” risponde Jocasta, incrociando le braccia e tenendo i coltelli per la punta delle lame. Il lancio delle armi è accompagnato da un rombo e scie luminose che seguono le loro traiettorie, mentre Jocasta grida:
    “Ruggisci, Gariri-Dan!”
    I pugnali, caricati dall’energia berserk di Jocasta, rimbalzano come saette luminose tra le pareti e il pavimento, imprigionando Sagara in una tela di luce. E’ per questa sua caratteristica che Jocasta è soprannominata “Signora del fulmine”.
    Sagara devia i colpi senza sforzo e, chiudendo gli occhi, rinfodera la sua spada con un movimento ampio. Appena li riapre, i pugnali rimbalzano un’ultima volta per poi ritornare in mano alla loro padrona, stupita per l’accaduto.
    “Danza del vuoto totale della scuola Shinmei” esclama Sagara “Ho assorbito nella mia spada l’energia cinetica dei tuoi pugnali. Non puoi vincermi, Jocasta. C’è troppa differenza tra noi”
    “Taci!” grida lei, furiosa, mentre i pugnali si illuminano “Tecnica di distruzione totale! Himiko-Dan!
    Le lame dei pugnali fendono l’aria, e il muro distante venti metri davanti a lei viene diviso in due. Sagara aveva evitato il colpo, e osserva quello che resta del muro.
    “Comandi anche lo spostamento dell’aria, Jocasta?” esclama lui, sorpreso.
    “E’ per questo infatti che i miei coltelli sono così temuti!” risponde sogghignando “Per te è la fine! Himiko-Dan!
    Sagara lancia un fendente dal basso all’alto con la spada: sembra che non sia successo niente, ma un attimo dopo Jocasta si trova lanciata violentemente a mezz’aria da una forza invisibile che le fa a pezzi l’armatura. L’amazzone grida dal dolore, lasciando andare i coltelli e crollando a terra. Respira affannosamente e fa fatica ad alzarsi.
    “Capitano!” esclamano tutte, spaventate.
    I suoi occhi sono ritornati normali. Con la bocca che fa fatica ad articolarsi, balbetta:
    “Ma…cosa…come hai fatto a…”
    “Ti sei dimenticata che la Himiko-Dan può essere respinta verso chi l’ha mandata. Hai ricevuto su di te il tuo stesso colpo”
    Sagara alza la spada: “Mi spiace, ma per te è finita, Jocasta”
    All’improvviso, una piccola figura si mette in mezzo ai due avversari: è l’elfa nera Ney, che fissa dal basso all’alto Sagara: “No!” dice “Fermati! Adesso basta!”
    Sagara è sorpreso: “Togliti di mezzo, bambina. Non uccido i poppanti”
    “No!” grida lei “Da qui non mi muovo! Eravate amici, prima, tu e Jocasta, vi incontravate e litigavate, tu e le altre amazzoni. Perché adesso fai questo? Jocasta mi aveva salvata quando ero sola nel bosco e abbandonata dalla mia gente. Non mi sposto da qui: dovrai uccidere anche me!”
    “Ney, sciocca” balbetta Jocasta “Levati di mezzo!”
    “No!”
    Sagara è incerto. Poi rinfodera la spada e si allontana.
    “Per adesso finiamola qui. Ma lo scontro è solo rimandato. Ci rivedremo.”
    Le altre lo guardano in silenzio mentre attraversa la porta di uscita e scende lungo le scale che portano a terra. Isparana con uno scatto corre subito verso di lui: scende lungo le scale e lo ferma afferrandolo per un braccio.
    “Sagara!”
    “Che c’è?”
    “Tu…ci frequentavi solo perché cercavi delle reclute per i tuoi Lupi Neri? Solo per quello? Anch’io allora? Solo per quello mi frequentavi?”
    “Anche” risponde lui, mettendo una mano sotto il mento di Isparana e dandole un bacio improvviso sulle labbra. La spadaccina è confusa.
    “Ascoltami bene, Isparana” dice lui con tono serio, fissandola negli occhi “Scappa via da Darkhold. Al più presto. Prendi il primo treno e vai via il più lontano possibile da qui”
    “Cosa? E..e perché?”
    “Tra poco qui a Darkhold scoppierà l’inferno. Credimi. Fai come ti dico” Sagara si allontana da lei guardandola un’ultima volta ed aggiungendo: “Addio, Isparana”
    Sagara si volta e riprende a scendere le scale.
    “Sagara! Cosa intendi dire? Spiegati! Sagara!”
    Ma lui è già lontano. Isparana sbatte un pugno contro il muro, confusa, guardando in giù verso gli scalini deserti.
    Ma cosa sta succedendo? pensa, sconvolta.

    Sagara si allontana dalla torre, senza badare alle persone che lo evitano, mentre riflette cupo.
    “Sukeli…” pensa, contattando telepaticamente lo Stregone Nero.
    “Sì?” risponde lui.
    “Tu…sapevi di Venusia, vero?”
    “Certamente. So anche dov’è”
    “E perché non mi hai ordinato di catturarla?”
    “Ho dei piani su di lei. Per ora la voglio libera”
    “Quali piani?”
    “Raftel, ascoltami bene. Il tuo compito è quello di uccidere Shigure. Non di fare domande. Fai quello che ti è stato ordinato”

    La comunicazione si interrompe bruscamente.
    Io ero la tua unica speranza, Venusia pensa Sagara, voltandosi un momento verso la torre da dove era sceso. Se tu fossi entrata tra i Lupi Neri, avrei potuto proteggerti. Ora, nemmeno io posso aiutarti. Sarebbe stato meglio per te morire che finire nelle grinfie di Sukeli
    Sagara si volta e riprende a camminare verso Bedlam.

    Le amazzoni rimaste sulla torre cercano di riprendersi. Jocasta non ha avuto ferite gravi, perché l’armatura l’aveva protetta; Caledonia invece ha un bisogno urgente di cure, e Sonja e Valeria le stanno tamponando le ferite. Venusia va verso di loro per aiutarle, ma una mano sulla sua spalla la ferma subito. Voltandosi, incontra lo sguardo affaticato e furioso di Jocasta. La sberla arriva inaspettatamente.
    “Ascoltami bene, Hikaru, o Venusia, o come diavolo ti chiami” sibila lei, prendendola per il bavero “se Caledonia muore ti ammazzo con le mie mani!”
    “Smettila, Jocasta” dice una voce affaticata. La comandante si volta verso chi ha parlato.
    “Ca..Caledonia? Stai bene?”
    “Lascia stare, non importa. Lei era scappata via per suo figlio, non l’hai ancora capito? E’ un buon motivo, mi pare”
    Jocasta fissa Venusia con attenzione.
    “Dunque tu saresti davvero quella Venusia? La regina di Fleed? Quella che ha sfregiato Jezabel?”
    L’altra annuisce, senza parlare.
    “Che pasticcio” sospira Jocasta “Dovrei arrestarti, ma non mi va. In fondo un po’ di colpa verso di te ce l’ho. Ero stata io a portare tuo figlio a Bedlam”
    “Hai visto Rex? Sta bene?” esclama Venusia, sorpresa.
    “Dormiva tranquillo. Ho dovuto ubbidire a Jezabel, ma quella faccenda non mi era mai andata giù”
    “Allora…mi aiuterai?”
    “Frena” dice dura Jocasta, alzando il palmo della mano “Rischio la vita solo a dirti questo. Torneremo alla base delle Amazzoni, ti daremo delle armi e una diatryma, poi sarai libera di fare quello che ti pare. Non posso fare altro”
    “E’ già molto. Grazie, Jocasta” replica Venusia con un sorriso.
    Intanto, Isparana ritorna e si avvicina con gli occhi bassi al gruppo delle amazzoni.
    “Hai gli occhi rossi. Hai pianto?” chiede Sonja.
    “No” mente Isparana.
    “Va bene” interrompe Jocasta, battendo le mani “Sonja, Valeria, occupatevi di Caledonia: ora prendiamo l’elevatore e ce ne andiamo da qui. Voglio tornare alla base delle Amazzoni al più presto.

    Nello stesso tempo, alla base, dove si trovano i quartieri della Terza Divisione, le amazzoni al servizio personale di Jocasta, nel suo studio privato, sudano freddo per la paura e si sentono le ginocchia deboli. Jezabel, la comandante suprema delle Amazzoni, è arrivata all’improvviso facendo sbalordire tutti. Una di loro sta rispondendo alle sue domande, balbettando e strascicando le parole nel timore di dire qualcosa che possa irritarla:
    “Ecco…noi…non…non sappiamo dove sia in questo momento Hikaru, comandante…ma…ma il capitano Jocasta è…è andata a prenderla, sì. Tornerà presto con lei…anzi, ne sono sicura, è…è cosa di momenti…”
    “Bene” risponde Jezabel con un sorriso minaccioso. Appoggiata in piedi sul tavolo, sorseggia il vino da una coppa che le hanno appena servito. “Non ho premura. Aspetto”
    Venusia, pensa, non mi sfuggirai.

    Il fumo e le fiamme invadono i settori interni della Cosmo Special. L’hangar brucia, mentre i motori girano al massimo per permettere all’astronave di stabilizzarsi, nonostante il terribile colpo del Senza Anima. I campi di forza di sicurezza hanno evitato il disastro di decompressione istantanea, ma la nave è quasi senza controllo. Per puro miracolo, tutti sono sopravvissuti, anche se un pò ammaccati, mentre Keiko e Yuriko, le donne pilota, si sforzano disperatamente di riprendere il controllo dei comandi.
    “Presto, Keiko! Il secondo motore è andato! Accendi l’ausiliario!” grida Yuriko.
    “L’ho già fatto, $%&§§**!! L’astronave adesso trema tutta!”
    “Se continua così, rischia di esplodere!”
    “Stà zitta, almeno, e guarda i quadranti!” urla Keiko.
    “Stiamo per subire la gravità del pianeta G’Urantic” osserva Yuriko con un brivido. Tutte e due le pilotesse sanno cosa vuol dire. La Cosmo Special non ha più energia di supporto, e appena sentirà l’azione gravitazionale piomberà giù come un sasso da centinaia di chilometri, schiantandosi sul terreno del pianeta. O incendiandosi per l’attrito. Di bene in meglio.
    Una virata improvvisa fa sobbalzare tutti nella Cosmo Special. L’astronave sta iniziando a cadere sempre più velocemente verso il pianeta. I motori non funzionano più. Keiko e Yuriko gridano: non c’è più speranza. In un attimo, però, una corda di energia a forma di laccio cattura un’ala della Cosmo Special, rallentando l’astronave: non abbastanza però da fermarne la caduta. E’ l’azione di Jeeg Robot, che fa il possibile, per quanto sia indebolito. Daitarn 3 si pone davanti al muso dell’astronave ed aziona i razzi in senso contrario, mentre il Getter spinge dal basso. L’Astronave Comando di Michiru e il Big Shooter di Miwa lanciano delle catene che avvolgono le sporgenze dell’enorme astronave, contribuendo a rallentarne ancora di più la caduta. Però l’astronave è troppo grande per essere fermata: il pericolo di un terribile schianto rimane. Keiko e Yuriko cercano di accumulare energia nell’unico motore rimasto in funzione, per poter atterrare alla buona. Tutti gli altri pregano sommessamente. Ormai mancano pochi attimi all’impatto.
    “Levatevi!” urla Keiko ai tre robot e alle astronavi “Presto!”
    Gli altri si allontanano, mentre Keiko accende tremando l’ultimo motore rimasto. La Cosmo Special ruggisce in un ultimo sussulto, riuscendo a planare e atterrando in modo abbastanza regolare: tra mille sobbalzi, abbattendo un mucchio di ostacoli rocciosi, dopo un percorso accidentato di venti-trenta chilometri, alla fine l’astronave fumante si ferma. Tutti tirano un sospiro di sollievo.
    Keiko si accascia sui comandi, dicendo:
    “Non mi pagano abbastanza per questo…”
    “Chiederemo un aumento al re!” ribatte Yuriko, sospirando sprofondata sulla poltrona di guida e guardando il cielo con enorme soddisfazione.

    “Buongiorno!”
    Sayaka resta basita e si chiede se non sta sognando. Aveva appena aperto la fiala che le aveva dato Shizuri, aspettandosi qualcosa tipo raggi di ghiaccio o simili, invece si è trovata davanti una donnina fluttuante in kimono, coi capelli bianchi, in tutto simile a Shizuri, con la sola differenza che sorride spesso, al contrario dell’originale. Ha appena unito le mani e chinato la testa, salutando educatamente. Ha le stesse dimensioni di una bambolina.
    “Ma…chi…chi sei?” chiede Sayaka, sgranando gli occhi.
    “Sono un’emanazione della mia signora, la Regina delle Nevi. Può chiamarmi Mini Shizuri.”

    96b


    Sayaka è completamente spiazzata.
    “Er…capisco…ehm, puoi aiutarci in qualche modo?” chiede, indicando il gigantesco drago Kierrok che lotta contro Mazinga Z che vola sul Jet Scrander.
    “Sono qui per questo, miss Yumi-Kabuto. Suo marito Koji è nei guai. Non può battere il Senza Anima, o drago Kierrok. Mazinga Z è potente, ma non c’è confronto”
    “Allora cosa si può fare?”
    “Bisogna prendere il cristallo. Solo così scopriremo il punto debole del drago”
    “E dov’è? Il mio cristallo di ricerca non funziona più!” dice Sayaka, mostrando il cristallo ricercatore che ha in mano.
    “Per forza, miss Yumi-Kabuto. E’ lì” risponde Mini Shizuri, alzando il piccolo dito ed indicando Kierrok.
    “Cosa…è dentro il drago?”
    “Esatto, miss Yumi-Kabuto”
    “Ehm…chiamami Sayaka, per favore. Se mi chiami così, mi fai sentire tua nonna. Come diavolo facciamo a prendere quel cristallo, allora?”
    “E’ semplice e difficile nello stesso tempo, miss…ehm, Sayaka. Mi ascolti bene…”

    “Missile centrale!”
    L’addome di Mazinga si apre facendo uscire il missile più potente in dotazione, che viene lanciato contro il volto di Kierrok. Ma non riesce nemmeno a sfregiarlo, mentre il drago gli lancia raggi rossi dagli occhi, gli stessi che hanno distrutto la Cosmo Special. Mazinga li evita per un soffio, ma dietro di lui i raggi continuano la loro traiettoria raggiungendo il terreno. All’istante avviene un’esplosione gigantesca e si forma il fungo caratteristico dell’esplosione atomica.
    Per un attimo Koji osserva annichilito la luce di quella devastazione, che illumina sinistramente Mazinga Z. Ma quanto è potente questo mostro? si chiede.
    “La mia potenza non si può misurare, Koji Kabuto” dice con voce di tuono Kierrok.
    “Cosa? Mi leggi nella mente?”
    “Io leggo tutto di te, piccolo animale. Vedo la tua anima, e vedo solo un piccolo uomo che crede di essere grande perché pilota un robot gigante”
    La fiammata di Kierrok parte istantanea dalla bocca: mentre Mazinga lo evita, il drago viene attaccato dal Goldrake 2 e dalla Trivella Spaziale.
    “Insetti…” ringhia il drago, alzando una mano e sbattendola con enorme potenza a terra “..SPARITE!”
    Il rimbombo e lo spostamento d’aria sono così potenti che le astronavi sono spinte via come fuscelli al vento fino a decine di chilometri di distanza, sbattendo contro le rocce. Maria sviene per l’impatto, mentre Alcor riesce a restare cosciente dopo l’urto. Però si accorge che i comandi del Goldrake 2 sono stati danneggiati: e questo solo con uno spostamento d’aria. Alcor apre a fatica l’abitacolo, guardando da lontano lo scontro di Mazinga Z. Non riesce più a stare in piedi e la testa gli gira. Cade in ginocchio pensando: Spero che Maria stia bene..non riesco più a muovermi per il colpo…Koji…ora è tutto su di te…
    Poi cade a terra e non si muove più.

    “Raggio fotonico e raggio pettorale alla massima potenza!” grida Koji.
    Dagli occhi e dalle piastre di Mazinga Z escono delle luci rosse e gialle che investono Kierrok come un fiume in piena. Ma il drago non sembra risentirne.
    “Ora vedrai l’ira di Kierrok, piccolo animale”
    In un istante, il drago si illumina e da lui escono migliaia di raggi rossi che riempiono il cielo. Nemmeno Mazinga può evitarli tutti: il robot viene trafitto più volte, e persino il Pilder viene danneggiato.
    “Im…impossibile! Ha perforato come se niente fosse la Super Lega Z!” dice Koji, incredulo, osservando il vetro rotto del suo Pilder. All’improvviso emette un gemito di dolore, sentendo come una fitta al petto. Osservando, vede una ferita sul torace dalla quale sgorga sangue. “Cosa? Mi…mi ha colpito?”
    “E’ il ‘richiamo di morte’, piccolo animale. Sei stato colpito da Kierrok: ti restano solo cinque minuti di vita!”

    “Boss! Vieni qui, presto!” grida Sayaka al microfono.
    “Eh? Va bene, Koji però è nei guai, è stato colpito!” risponde Boss, avvicinandosi col Borot.
    “Lo so. Dobbiamo aiutarlo” risponde lei “Fammi salire sulla mano del Borot, Boss!”
    “Cosa vuoi fare, Sayaka?” chiede lui sorpreso.
    “Fai come ti dico, presto!”
    Il Borot apre la mano e Sayaka vi sale sopra. Poi la Mini Shizuri si dissolve, diventando una specie di polvere di neve che circonda Sayaka coprendola di un manto brillante e trasparente.
    “Buttami dentro la bocca del drago, Boss! Svelto!”
    “Sei impazzita, Sayaka?”
    “Fai come ti dico! O Koji morirà!”
    Boss suda freddo, incerto.
    “Fidati di me, Boss! So quel che faccio!”
    “Va bene, Sayaka, ma stai attenta! Se ti succede qualcosa, Koji mi ammazza!”
    La mano del Borot arretra, poi si butta subito in avanti, gettando in alto Sayaka a gran velocità. Il campo di forza di neve con cui la Mini Shizuri l’aveva avvolta le permette di volare subito dentro le fauci del mostro; inoltre, le permette di resistere, per quanto possibile, all’immenso calore. La ragazza è così piccola in confronto al drago che quest’ultimo non si è neanche accorto della sua presenza. Sayaka inizia a scendere volando all’interno di Kierrok, seguendo la voce della Mini Shizuri.

    Koji Kabuto respira affannosamente.
    Il petto mi fa male…ma devo ignorare il dolore! Deve avere un punto debole, quel maledetto! Deve!
    Mazinga lancia dalla bocca il Rust Hurricane, ma la carica corrosiva del vento non riesce a danneggiare la pelle del mostro.
    “Sei patetico, Koji Kabuto” dice Kierrok “Lo sei sempre stato. Un piccolo uomo che si vanta di guidare Mazinga, una cosa che può fare chiunque, anche Alcor!”
    “Cosa…che sciocchezze dici?” balbetta Koji, confuso, mentre il dolore si fa più forte.
    ’Sono un professionista’, dicevi, assalendo i miei mostri di roccia. Ti sei sempre vantato di guidare Mazinga: da qui giudicavi tutti. Hai picchiato Sayaka in passato. Hai maltrattato Shiro. Hai deriso Boss quando voleva aiutarti col Borot. Hai aggredito Hell solo perché volevi vendicare la morte di tuo nonno, che quasi neanche conoscevi e di cui non ti importava nulla, in fondo. Sei una nullità, Koji Kabuto. L’uomo senza qualità. Non c’era nulla di eroico nelle tue azioni: solo orgoglio e vanità smisurati”
    “Ta…taci!” Come diavolo fa a sapere tutte queste cose? Maledizione, il petto brucia ancora più forte!
    Mazinga è in difficoltà e Kierrok gode nel vederlo sofferente. “Spegniti presto, Koji Kabuto. Nessuno ti piangerà. Mancano tre minuti alla tua morte”

    Sayaka scende sempre più in profondità, quando vede qualcosa che brilla: una luce verde. E’ il cristallo che cercava! Entusiasta, sta per afferrarlo, quando mille mani spuntano fuori dalle pareti e la fermano, afferrandola, mentre Sayaka sente delle voci che la accusano:
    “Cosa credi di fare, Sayaka Yumi? Una ragazza presuntuosa, violenta e litigiosa, capace solo di litigare con tutti. Non ami Koji, vuoi solo tenerlo per te: eri gelosa di Minerva X, di Misato, di tutte le donne che si avvicinavano a lui. Dai la colpa a tutti, anche a tuo padre, mai a te. Sei una donna meschina, Sayaka Yumi!”
    “C...che dite? Non è vero! Lasciatemi stare!”
    Ma Sayaka, sconvolta, si sente scrutata dentro, fin nelle profondità del suo animo, con tutti i lati oscuri della sua personalità che le danzano davanti. Impallidisce e trema.
    “Non ascoltare quelle voci, Sayaka!” dice la Mini Shizuri nella sua mente “E’ l’azione di Kierrok, il Senza Anima, che è chiamato anche il Divoratore di anime. Vuole sottolineare ed evidenziare solo i tuoi lati negativi, esagerandoli e gonfiandoli al massimo, distruggendo la tua stima di te. Non ascoltarlo!”
    Ma Sayaka trema ancora più forte, nel sentire accuse sempre più terribili.

    E’ la stessa sensazione che prova Koji, impallidito e tremante, sentendosi sempre più miserabile. Però ad un certo punto pensa a Sayaka. Può darsi che lui sia un miserabile, ma vuole a tutti i costi che Sayaka e Boss si salvino. Non vuole che muoiano, non importa quanto lui si senta miserabile. Devono vivere. Devono vivere.
    Serrando i denti, tira a sé la cloche e fa virare Mazinga in cielo. Gli resta solo un minuto e trenta secondi di vita. Deve agire al più presto. Scaccia via con disprezzo tutte le accuse che sente e si prepara a combattere. Il petto gli fa sempre più male.

    Koji…stai combattendo…pensa Sayaka, accovacciata e tremante, piangendo, in posizione fetale, chiudendo forte le orecchie con le mani per non sentire le accuse piene di veleno.
    Stai combattendo, Koji. Non devo mollare nemmeno io. Anche se sono la peggiore di tutti, Koji deve sopravvivere. Andatevene via tutti all’inferno! Non mi importa di me, ma Koji deve essere salvato!
    Sayaka si alza di scatto, allontanando da sé le mani che vogliono ghermirla e con un ultimo salto afferra il cristallo. All’improvviso, tutto in lei si illumina: le voci accusatrici scompaiono e le mani che la afferravano cadono in frantumi. Sayaka sente e capisce quello che deve fare. Aiutata dalla Mini Shizuri, risale in un battibaleno l’interno del mostro, uscendo quasi subito. Vede Koji che si prepara a combattere e sente la sua sofferenza. Parla velocemente a lui attraverso il cristallo:
    “Koji! Mi senti? Le corna! Spezza le corna e il drago non avrà più forze!”
    Sayaka atterra e si allontana subito dall’area di conflitto. Koji ha avvertito la voce di Sayaka e aziona il Mazinga: dai lati degli avambracci spuntano delle scuri taglientissime.
    “Scuri atomiche!”
    I pugni ruotano insieme alle scuri, diventando una lama-trivella terribile: Mazinga si dirige verso Kierrok e spezza in fretta entrambe le corna del drago.
    “Come…mi hai spezzato le corna! Idiota, il tuo vantaggio scomparirà subito! Possono ricrescere in un secondo!” ruggisce Kierrok, lanciando le fiamme.
    “Allora, ti giuro che non avrai quel secondo!” grida Koji.
    Mazinga sale verso le nubi, scendendo subito in picchiata alla velocità di un proiettile: a Sayaka e Boss sembra quasi di sentire un fragore come quello di mille decibel. Il fuoco infernale investe in pieno Mazinga: anche se le fiamme non sono al pieno della potenza, sono ugualmente dolorose. Ma Koji serra i denti e accelera ancora più forte. Le lame taglienti del Jet Scrander penetrano all’interno della bocca di Kierrok: il Mazinga, dentro il mostro, tende a fondersi per l’enorme calore, ma non rallenta neanche un attimo, aumentando anzi sempre più la velocità. Kierrok viene sventrato completamente all’interno, lanciando un grido di dolore e rabbia. Mazinga fuoriesce dalla coda di Kierrok, completamente corroso e fuso e col Jet Scrander ridotto a un’impalcatura di metallo. Atterra appoggiando un ginocchio a terra, mentre dietro di lui il gigantesco drago esplode urlando in un boato di fuoco e gridando:
    “Koji Kabuto…che tu sia maledetto!”
    “Mi maledici?” risponde lui “All’inferno c’è un mucchio di gente che lo sta facendo. Mettiti in fila.”
    Con la distruzione di Kierrok, l’effetto del suo “richiamo di morte” scompare: la ferita di Koji si rimargina istantaneamente. Sudato e sanguinante, Koji apre il vetro del Pilder e, alzandosi, osserva Kierrok che scompare tra le fiamme. Sa che le sue accuse erano false e crudeli, ma è stato un momento terribile lo stesso.
    “Koji!”
    Si volta e vede Sayaka che corre verso di lei, piangendo felice. Lui salta subito giù dal Pilder e corre verso di lei.
    “Sayaka!”
    Si abbracciano stringendosi forte. Forse solo in quel momento capiscono veramente quanto si amano. Boss piange commosso, mentre la Mini Shizuri sorride.

    Hayato Ijuin è appena sceso dal Getter, ormai inservibile. Si toglie il casco e respira l’aria con gran sollievo. Si siede su una delle tante rocce intorno, sospirando. Attorno a lui c’è un movimento continuo: il dottor Mash medica i feriti, i piloti osservano preoccupati lo stato dei loro robot, la Cosmo Special è immobile come un’enorme balena arenata sulla spiaggia. Ormai di usarla ancora non se ne parla: è completamente andata. La flotta di Shizuri non è messa meglio: l’Astronave Ammiraglia Quaiza è in riparazione, ma ci vorranno mesi prima che possa tornare in funzione. Shizuri è in infermeria, stanca e febbricitante, ma viva.
    Hayato si accende una sigaretta ed emette una voluta di fumo. C’è poco da stare allegri. Tra un giorno e mezzo circa, le sette stelle saranno allineate e il bimbo sarà sacrificato. Ed è impossibile arrivare a Darkhold in tempo, anche col teletrasporto, che comunque non hanno. Se poi per un miracolo ce la facessero, i robot sono così danneggiati che li potrebbe battere anche Nonna Papera.
    Odio ammetterlo, ma se non succede qualcosa, abbiamo perso, pensa cupo Hayato.

    Da un’altra parte nello spazio,uno scontro sta accadendo da tempo. Goldrake aveva già incontrato uno dei Tre Guardiani ed era uscito dall’astronave Atlas per atterrare su un mondo disabitato appena era stato attaccato. Poi il robot è stato colpito più volte, ma la cosa frustrante per Actarus è che non ha potuto vedere il nemico neanche una volta. Si muove troppo velocemente, persino per i sensori di Goldrake. Ora è in attesa: sa che tra poco l’avversario colpirà. Dopo lunghi attimi di silenzio, Actarus avverte un movimento e Goldrake scatta subito: lancia il maglio perforante, ma colpisce il vuoto.
    “Mancato ancora. Si vede che sono troppo veloce per te” dice una voce alle sue spalle. Goldrake si volta subito, osservando un robot corazzato col volto coperto da un visore e diverse punte acuminate diffuse lungo le braccia e sulle nocche delle mani.
    “Chi sei?” chiede Actarus “Uno dei Tre Guardiani?”
    “Mi sembra ovvio.” risponde il pilota “Il mio robot si chiama Davos, e comando la tecnica del vento Nabari. Ah, dimenticavo, è tuo questo?” aggiunge, mostrando il maglio perforante che Goldrake aveva lanciato prima. Lo getta a Goldrake: il maglio torna nella sua sede.
    Impossibile, pensa Actarus. Neanche un mostro di Vega può afferrare così facilmente il maglio perforante. A meno che…
    “E’ proprio quello che stai pensando, Daisuke. Davos è fatto di gren, come Goldrake”
    La risposta fa sobbalzare Actarus. Soprattutto quella parola. Daisuke. Solo una persona lo chiamava così per canzonarlo. Ma non può essere lui. E’ morto da tanto tempo. Con gli occhi spalancati dallo stupore, Actarus balbetta:
    “Non…non è possibile…Zananza? Sei proprio tu?”
    “E’ tanto tempo che non ci vediamo, Daisuke…” dice l’altro, aggiungendo con un sogghigno: “…caro fratello!”

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 26/5/2016, 14:34
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