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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 69

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 31 May 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 69
    GOLDRAKE CONTRO SHIVA

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

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    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà quando sette stelle saranno allineate tra due giorni circa. Actarus, insieme coi suoi amici, parte con Goldrake sull’astronave Cosmo Special, affrontando i Generali dell’Oscurità, per prendere i cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Actarus, a bordo di Goldrake, sconfigge Zananza, suo fratello, che però viene poi ucciso da Shiva, un nuovo nemico. Intanto Venusia, a Darkhold, il pianeta dell’Oscuro, è stata arrestata dalle Amazzoni e inaspettatamente è portata da Jezabel, il braccio destro dell’Oscuro e comandante delle Amazzoni, che lei aveva sfregiato in faccia in passato…

    L’alabarda spaziale saetta contro Shiva in pieno petto, ma l’arma è stata subito afferrata da lui con una mano sola, tenendo la lama dell’alabarda tra due dita. Guardando dall’alto al basso Goldrake, Shiva, sospeso in mezzo all’aria, dice:
    “E’ inutile, re di Fleed. Anche se hai tolto i sigilli, c’è troppa differenza tra me e te. Riprenditi pure l’arma.”
    L’alabarda si divide in due parti e torna da Goldrake, piantandosi sulle sue spalle.
    “Non mi interessa quanto tu sia potente, Shiva. Hai ucciso mio fratello e pagherai!”
    “Parole pompose, ma vuote. Non temere, comunque: raggiungerai tra poco il principe Zananza.”
    Le corna del robot-samurai si illuminano: Goldrake sta per lanciare il tuono spaziale. Ma non succede nulla. Attorno alle corna, compaiono solo poche scintille. Actarus guarda i comandi, sorpreso: sono pienamente funzionanti, eppure non rispondono. Che è successo, maledizione? si chiede.
    “Ti sei dimenticato, re di Fleed? Ti ho vietato il fulmine quando me l’hai mandato prima. Non puoi più usare il tuono spaziale. Ogni arma che userai contro di me sarà un’arma perduta.”
    Actarus prova una sorta di rabbia impotente: a che è servito togliere i sigilli? Shiva sembra imbattibile. Digrignando i denti, agisce quasi d’istinto: Goldrake, dopo una rincorsa, salta in alto, atterrando sull’astronave Atlas, mentre Actarus grida:
    “Lame rotanti!”
    “Ti vieto!” replica Shiva, con un ampio gesto della mano. Le lame ritornano nel loro alloggio: non potranno più essere usate contro di lui. Ma era quello che Actarus si aspettava: distratto dall’assalto delle lame rotanti, Shiva non si accorge di Goldrake che è saltato addosso a lui, accendendo il raggio antigravità al contrario: essendo sospeso in una condizione di assenza di gravità, l’effetto dell’arma di Goldrake fa aumentare enormemente la massa di Shiva, che a sorpresa cade verso il basso, con Goldrake sopra di lui che vuole schiacciarlo a terra e farlo a pezzi. Ma, appena tocca terra, Shiva esclama:
    “Ti respingo!”
    Goldrake si sente spinto indietro da una forza innaturale, che lo manda lontano a sbattere contro le rocce circostanti dell’asteroide dove stanno combattendo. Shiva si alza, un po’ sorpreso. I suoi lunghi capelli blu sono agitati dal vento.
    “Sei riuscito a farmi cadere, re di Fleed. Sei stato ingegnoso. Ma non puoi vincere contro di me.”
    Shiva alza un braccio e all’improvviso, il cielo diventa come di fuoco. Sotto Goldrake si apre una voragine immensa e buia, che lo attira irresistibilmente verso il basso. Actarus chiama disperatamente l’astronave Atlas perché possa salvarlo, ma non accade nulla. Sopra di lui, la voragine si chiude. Actarus si trova nell’oscurità.

    “Bè, Actarus? Stai sognando?”
    Lui si volta e vede Rigel accanto a lui che gli sta parlando.
    “Rigel? Ma che è successo? Dove siamo?” dice lui, guardandosi intorno con aria stupefatta e smarrita. Actarus si accorge di essere sulla Terra, al ranch Betulla Bianca, col tridente in mano, che sta raccogliendo il fieno. Ha addosso il vestito country che aveva un tempo.
    “Siamo nel mio ranch, Actarus. Ultimamente stai diventando sempre più svanito. Stavi fermo da un pezzo. Pensa a raccogliere il fieno per le mucche, piuttosto!”
    “Calmati, papà. Sai com’è fatto Actarus.”
    Davanti a lui è appena comparsa Venusia, col cappello bianco e i pantaloni corti di un tempo, che sta portando un secchio di latte.
    “Venusia? Tu qui?”
    “E dove dovrei essere? Questa è casa mia. Ti senti bene, Actarus?”
    “Non è possibile…questa è un’illusione…io…ero nello spazio, poi…”
    Rigel dà un pizzicotto sulla coscia di Actarus, che geme subito.
    “Ehi, cosa fai?”
    “Un’illusione, eh? Ma il pizzicotto lo senti. Và a lavorare, sfaticato! Adesso ti metti a bere persino!”
    Rigel si allontana brontolando. Actarus è ancora incerto. Eppure il manico del tridente lo sente bene. Ma allora, l’Oscuro, Zananza, Shiva…tutte fantasie? Sto impazzendo? si chiede, passandosi una mano sui capelli.
    “Si vede che stare sulla Terra ti ha un po’ affaticato, Actarus…” commenta Venusia, perplessa.
    “Stare sulla Terra? Ma…allora sai chi sono?”
    “Certo. Sei Duke Fleed, il principe di Fleed, venuto qui in incognito. Ti hanno mandato qui i tuoi genitori, non ricordi?”
    “I…i miei genitori? Sono vivi? Fleed non è stato distrutto?”
    “Actarus, mi stai spaventando. Quando mai è stata distrutta Fleed?”
    “Era…era stata distrutta da Vega…”
    “Che sciocchezze dici? Questa è buona. Se ti sentisse Rubina, te le suonerebbe!”
    “Rubina? E’ qui?”
    “Guarda dietro di te.” risponde Venusia, indicando un punto oltre l’orizzonte.
    Actarus si volta e resta di carta. Una ragazza dai capelli rossi illuminati dal sole, insieme ad un’altra dai capelli verdi e lo sguardo intenso, entrambe a cavallo, stanno cavalcando attorno ai recinti del ranch, osservando le piante e gli animali della Terra con curiosità e divertimento. Rubina e Naida. Impossibile. Eppure…
    Duke Fleed abbandona il tridente e corre verso di loro, incurante di Venusia che lo chiama. Una volta vicino alle donne, le osserva sconvolto: hanno tutte e due un’aria felice e sono un po’ accaldate per la cavalcata.
    “Ciao, Duke!” dice Rubina.
    “Ciao, bel principe! Ricorda che hai promesso di uscire stasera con me!” esclama Naida sorridente. Actarus è senza parole: erano tanti anni che non vedeva Naida così allegra. Si sente molto felice, ma anche molto perplesso.
    “Però oggi pomeriggio esce con me.” ribatte Rubina. Le due donne si guardano con aria di sfida.
    “Rubina.” esclama Actarus.
    “Sì?”
    “Tuo padre…come sta?”
    “Bene, perché mi fai questa domanda?”
    “Ecco…ho avuto un sogno, diciamo...Re Vega che invadeva Fleed…”
    “Che sciocchezze dici, Duke? Tuo padre e il mio sono grandi amici e amano tutti e due la pace. Il regno di Vega non ha mai invaso nulla. Gandal e Zuril sono quasi di casa su Fleed.”
    “E…Maria? Alcor?”
    “Saranno da qualche parte a tubare. Sono innamorati cotti.” risponde Naida, divertita.
    Actarus non sa cosa dire.

    Shiva si avvicina a Goldrake, immobile. Osservando l’abitacolo, vede Duke Fleed seduto disteso sullo schienale con gli occhi spalancati che sembrano non vedere nulla.
    “Ti è piaciuto il mio colpo, immagino. Kageshimi, l’incantesimo di Fata Morgana. Ora stai vivendo nel tuo sogno e nei tuoi più grandi e piacevoli desideri. Continuerai a viverlo dimenticandoti sia di muoverti, sia di mangiare che di bere. Morirai sorridendo, re di Fleed.”

    Nonostante l’incantesimo, una parte della mente di Duke Fleed continua a resistere, anche se è sempre più in difficoltà. Adesso, nell’illusione, Actarus sta parlando coi suoi genitori dal centro ricerche di Procton attraverso il video principale.
    “Dunque a Fleed non è successo niente?”
    “Ma certo, figlio mio. Qui stiamo tutti bene.” risponde il re, accanto alla regina. Actarus non riesce a credere al fatto di parlare con loro.
    “E Zananza? Dov’è?”
    “Chi è Zananza?” chiede il padre.
    “Mio fratello. Non dirmi che non sai chi è!”
    “Cosa dici, Duke caro?” risponde la madre “Tu non hai mai avuto fratelli!”
    “Basta!” grida Actarus “Questa è un’illusione. Zananza esiste! L’ho appena visto morire! E’ tutto un sogno di Shiva! Hai ricostruito tutto, Shiva, ma non potevi ricostruire Zananza: ricordare Zananza avrebbe significato anche ricordare te, perché l’avevi ucciso tu! Hai fallito, Shiva!”
    “Actarus…calmati…sei impazzito!” dice il professor Procton, accanto a lui. Ma Actarus non lo ascolta. Grida: “Goldrake, avanti! Attacca Shiva!”

    In quel momento, il robot samurai si muove, scagliando il pugno rotante. Shiva lo evita, sorpreso: Actarus è riuscito a tornare in sé.
    “Sei insistente, re di Fleed.” esclama Shiva, contrariato “ Mi costringi a fare sul serio.”
    Shiva indica Goldrake con l’indice e, nello stesso tempo, il dito si illumina, lanciando un raggio rosso che trapassa il braccio sinistro di Goldrake. Nello stesso momento, Actarus lancia un grido terribile di dolore. Il suo braccio sinistro sanguina, trapassato nello stesso punto dove è stato colpito Goldrake.
    “Cosa…come è possibile…” dice Actarus, incredulo, osservando il sangue che esce dalla ferita.
    “I sigilli, re di Fleed. Li hai tolti, rimessi, poi tolti ancora, in procedure così irregolari che non hai pensato alle conseguenze. Il tuo robot è sì potenziato, ma nello stesso tempo il tuo corpo adesso è entrato in totale simbiosi con lui. Colpire Goldrake adesso significa colpire te.”
    Come fa a sapere queste cose? si chiede Actarus, sofferente.
    Shiva punta ancora il dito: questa volta è la gamba destra di Goldrake ad essere trapassata. Actarus grida ancora, mentre una chiazza rossa di sangue si forma sulla sua coscia.
    “Chissà quante ferite riuscirai a sopportare prima di morire, re di Fleed. Visto che la tua morte è vicina, permettimi di rivelarti qualcosa che puoi portare con te nell’aldilà. Nel tuo racconto che hai fatto a Zananza hai parlato del momento in cui avevi visto Fleed in fiamme, ridotto ad un globo di fuoco, ricordi? Mentre invece quel pianeta non era distrutto e quello che avevi visto era un’illusione. Non ti fa venire in mente niente? Per esempio, l’esperienza che hai appena passato?”
    Actarus rimane scioccato come se avesse avuto un pugno nello stomaco e impallidisce. Ha capito.
    “Tu…eri stato tu a farmi questo?”
    “Per ordine dell’Oscuro, Fleed doveva essere annientato da Vega. Ho usato Kageshimi, l’incantesimo di Fata Morgana, su di te: era talmente potente che ha ingannato persino i macchinari del tuo robot.”
    “Perché avete fatto una cosa simile?” grida Actarus “Avrei potuto salvare tutti!”
    “Appunto. Ti ho appena detto che l’Oscuro voleva la morte di Fleed. Tu eri un ostacolo da togliere di mezzo. Peccato che alla fine tu sia riuscito a scappare. Peggio ancora, a tornare.”
    Actarus si sente tremare dall’ira. Per colpa di Shiva e dell’Oscuro tutti su Fleed erano morti e lui li aveva abbandonati.
    “La pagherai!” grida, mentre Goldrake diventa tutto luminoso.
    “Ah, finalmente ti si è risvegliata la forza della famiglia reale, Duke Fleed. Molto bene.” sogghigna Shiva. Goldrake fa girare i magli perforanti alla massima potenza prima di lanciarli: in un attimo diventano roventi al calor bianco e scattano come proiettili. Shiva alza la mano, dicendo:
    “Ti vieto!” ma stavolta non riesce nemmeno a finire la frase: i magli perforanti lo colpiscono in pieno, distruggendo una spalliera dell’armatura e colpendolo in pieno volto. Per la prima volta dallo scontro, dall’angolo della bocca di Shiva esce il sangue. La violenza del colpo era stata così grande da rendere inefficace il comando di Shiva. Quest’ultimo, anche se scosso, si toglie le tracce di sangue sul viso col dorso della mano e sorride.
    “Molto bene, Duke Fleed. Molto bene. Sei meglio di come pensavo.” Shiva si illumina di una luce rossa che lo avvolge, mentre anche i suoi occhi diventano rossi. “Come ti ho detto, re di Fleed, io sono Shiva, il distruttore. Ora vedrai il mio colpo più terribile.”
    Goldrake estrae l’alabarda spaziale e parte all’attacco. Ma è troppo tardi: Shiva pone le mani nella posizione del tantra: unendo insieme il pollice e l’indice, all’istante mille raggi rossi si sprigionano fuori dalla sua figura.
    “Che l’Oscuro mi dia la forza. Nel suo nome porterò la distruzione. Deva Nagari: Danza della morte di Shiva!”
    I laser rossi si muovono, quasi danzando come un caleidoscopio di colori, e Goldrake in un attimo è trafitto in mille punti. Il dolore di Actarus è spaventoso: anche se è riuscito a parare la maggior parte dei raggi con l’alabarda e ad evitare di essere colpito nei punti vitali, si sente come trafitto da mille lame. Goldrake lascia cadere la sua alabarda e crolla a terra. Si rialza faticosamente, camminando a terra su quattro zampe, cercando di allontanarsi da Shiva: il sangue di Actarus bagna i comandi della cabina. Quasi non riesce a vederci dal dolore: la mano di Goldrake arranca, cercando di recuperare l’alabarda, quando all’improvviso afferra qualcosa di diverso. E’ la lancia Jinne di Zananza. Actarus nel vederla ha come un’illuminazione. “Jinne” in fleediano antico significa “forza”. Prima di morire, poi, Zananza aveva detto: “Stai indietro e cerca di raccogliere le forze, Duke!”. Voleva forse dire di usare Jinne? Alzandosi a fatica, Goldrake estrae la lancia dal terreno. Actarus in quel momento avverte l’energia della famiglia reale in Jinne: Zananza aveva passato i suoi poteri sulla lancia prima di morire. Ecco cosa voleva dirmi! pensa Actarus. Voltandosi di scatto, Goldrake getta la lancia con forza verso Shiva: l’arma, caricata dalle energie di Zananza e Actarus, insieme alla forza di Goldrake priva di sigilli, crepita con una luce tale da accecare. L’impatto provoca un boato così potente da fare a pezzi l’asteroide stesso dove sono: la lancia Jinne è andata distrutta, ma anche l’armatura di Shiva è andata a pezzi, mentre lui, coperto di sangue, cerca di rialzarsi. Non aveva mai sentito un colpo simile e cerca di raccogliere le forze.
    “In…incredibile…” sussurra Shiva, stordito “Non posso…non devo cadere così! Non è ancora finita, Duke Fleed!”
    “Arrenditi, Shiva.” risponde Actarus “Hai perso.”
    “No! Posso ancora vincere! Posso vietarti l’esistenza…Ti vie..”
    “Disintegratori paralleli!”
    I raggi di luce blu si sprigionano fuori dai dorsi delle mani di Goldrake e investono Shiva, illuminandolo di una luce bianca prima che esploda. E’ finita.
    Ora Goldrake è da solo sull’asteroide: i sistemi di riparazione dell’astronave Atlas rimetteranno a posto il robot samurai durante il viaggio. In questo modo, le ferite di Actarus dovrebbero rimarginarsi.
    Zananza…ti ho vendicato.
    Actarus ha gli occhi umidi. Ma non c’è tempo per piangere: il tempo purtroppo è proprio quello che manca di più. Tra non molto sacrificheranno Rex e Venusia rischia di morire in ogni momento. Deve andare. Deve affrontare il terzo e ultimo guardiano per permettere ai suoi compagni di passare. Un guardiano cento volte peggio di Shiva. Goldrake pianta per terra quello che resta della lancia Jinne, osservandola in silenzio.
    Addio, Zananza.
    Goldrake con un balzo rientra nell’astronave Atlas e scompare all’orizzonte. L’asteroide resta silenzioso a galleggiare nello spazio, apparentemente privo di vita.

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 1/6/2016, 15:44
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