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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 76

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 8 June 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 76
    LISA VOLD: LA FURIA DELLA RAGAZZA LUPO

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

    110d


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate, tra due giorni circa. Actarus, insieme coi suoi amici, parte con Goldrake sull’astronave Cosmo Special, affrontando i Generali dell’Oscurità per prendere i cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Ora i nostri eroi si sono separati:
    - Venusia si è alleata con le Amazzoni ed ora è a Darkhold per salvare suo figlio;
    - Goldrake deve affrontare il Terzo Guardiano, che gli permetterà di entrare a Darkhold;
    - Koji e gli altri (Mazinga Z, Jeeg, Daitarn 3, Getter, Boss e amici vari) sono nel pianeta del Senza Anima, che hanno sconfitto ma a caro prezzo: la Cosmo Special è stata distrutta e i robot sono gravemente danneggiati. Shizuri, la signora dei ghiacci loro alleata, ha dovuto usare tutte le sue energie nel combattimento ed ora deve riprendere le forze. Attualmente sono su quel pianeta senza alcuna possibilità di muoversi.
    - Il Grande Mazinga è atterrato sul pianeta Stige per affrontare Garuda, l’ultimo dei Sei Generali, insieme a Venus Alfa, guidata da Jun, e a Lisa Vold, la ragazza lupo.
    Attualmente, Garuda ha appena sconfitto Jezabel, la luogotenente dell’Oscuro, perchè vuole prendere il posto dell’Oscuro stesso. Il Grande Mazinga crede che Garuda abbia ucciso Jun e vuole vendetta: Tetsuya si sta dirigendo verso il suo castello, pieno di furia. Intanto Jun, a bordo di una Venus Alfa danneggiata, sta affrontando la crudele Lorelei, mentre Lisa Vold sta combattendo contro degli uomini-gatto…


    Garuda ritorna nel castello di Tintagel, silenzioso. Dovrebbe essere soddisfatto dopo la vittoria che ha avuto su Jezabel, eppure nel suo cuore non prova nessuna gioia. Mentre cammina lungo i corridoi e le sale del castello, dove le guardie lo salutano inchinandosi con ossequio e tremore, e gli altri si fanno precipitosamente da parte al suo passaggio, alla fine arriva alla sala del trono. E’ un mucchio di rovine, dopo lo scontro che è avvenuto laggiù tra lui e Jezabel. Il trono è ridotto in cenere; i tappeti e gli arazzi preziosi sono irriconoscibili e il fumo fuoriesce ancora dalle finestre. Osserva il cratere nel muro, che lui ha provocato gettando fuori Jezabel. La stanza del trono, il luogo più maestoso e pregiato del castello di Tintagel, è ora una totale desolazione. In qualche modo, Garuda sente che anche la sua vita è ridotta così.
    Myrain, l’elfa che ama, non sarà mai più con lui: nella sua sete di conquista, Garuda, anche se indirettamente, aveva provocato la morte del fratello di lei, oltre a sottomettere il popolo degli elfi. In quei giorni, era ebbro di potere ed aveva completamente dimenticato Myrain: il potere che aveva ottenuto dalla Fenice l’aveva trasformato in un altro uomo. La sua ambizione, che allora era latente, crebbe a dismisura fino a dominarlo completamente. Attraverso pesanti addestramenti, alla fine era riuscito non solo a dominare il potere della Fenice, allora ottenuto da una singola piuma, ma anche il potere totale che adesso è appena riuscito ad ottenere uccidendo la Fenice. Ora la sua mente è più lucida di allora: ma, di conseguenza, il male che ha fatto si vede ancora più chiaramente. Lo schiaffo che ha avuto da Myrain fa ancora male: non nel corpo, ma nello spirito.
    Non c’è nulla da fare: il sangue che ha sulle mani è troppo perché tutto possa tornare come prima, come quando incontrava Myrain al lago e lui si chiamava semplicemente Shen Ker. La sua strada non è più quella dell’amore, ma del sangue e del massacro: deve accettarlo.
    Rimanendo sulla soglia della sala del trono devastata, con la mano appoggiata ad uno stipite della porta, osserva cupo il pavimento, a denti stretti. All’improvviso chiama con un ruggito:
    “Boris!”
    Il maggiordomo di corte, dietro di lui, risponde subito:
    “Sì, mio signore?”
    “Prepara l’astronave per partire verso Darkhold. Oggi ucciderò l’Oscuro e prenderò il suo posto. Voglio farla finita con questa storia.”
    Se devo percorrere la strada del sangue, pensa, la percorrerò sino alla fine.

    Il fiume scorre silenzioso tra i piedi delle due avversarie: da una parte Venus Alfa, il robot di Jun, e dall’altra, con le stesse dimensioni del robot, la misteriosa Lorelei. Jun è nettamente in svantaggio: Venus Alfa è priva del braccio sinistro, ha diverse ammaccature e l’abitacolo dove si trova Jun ha il vetro rotto. Inoltre, sulla schiena il robot ha ancora il suo aliante, con le ali spezzate: Venus Alfa non è ancora riuscita a sganciarlo.
    “Non mi sembri certo conciata bene. Sembri un giocattolo rotto. Sei sicura di voler combattere con me?” commenta Lorelei. I suoi capelli blu ondeggiano nel vento, e la sua veste bianca si agita sotto il cielo plumbeo e cupo.
    “Pensa agli affari tuoi” replica Jun, col costume strappato in più punti e senza il casco di protezione. Serra con forza i comandi ed aggiunge: “Almeno combatti in silenzio!”
    “In silenzio? Chiaramente non sai a chi stai parlando. Il silenzio non è nella mia natura. Ma voglio esaudirti, donna dalla pelle nera. Parlerà qualcun altro per me.”
    Lorelei apre le braccia, spalancando le mani: le acque del fiume si agitano e delle colonne d’acqua, acuminate come aghi, trapassano Venus Alfa da parte a parte: una di esse raggiunge persino l’interno dell’abitacolo di Jun, che riesce ad evitarlo per un soffio, spaventata. Venus Alfa salta sulla riva del fiume, spegnendo le fiamme dei circuiti rotti usando delle bolle prive di aria, che fuoriescono dal palmo di Venus Alfa. Furiosa, Jun scarica tutte le sue armi contro la figura immobile di Lorelei: raggi ottici, missili digitali, missili pettorali. Ma non c’è nulla da fare: il muro d’acqua che Lorelei ha messo davanti a sé è indistruttibile. La donna misteriosa ride, mentre un rumore sordo rimbomba in lontananza, e Jun si guarda intorno intimorita.
    “Cos’è questo rombo? Il terreno sta tremando!” si chiede lei.
    “E’ la persona di cui ti dicevo, che parlerà al mio posto” spiega Lorelei, mentre dietro di lei si avvicina una spaventosa muraglia d’acqua. “Ti presento la tsunami che ho chiamato”
    Jun osserva annichilita l’onda mostruosa che sta per abbattersi su di lei.
    Ma non è possibile! Siamo davanti ad un fiume, non ad un mare! Non ha senso! Questa è un’illusione! pensa Jun. Ma il rombo e la vibrazione sono veri, e la muraglia d’acqua è quasi su di lei. Jun grida.

    Misteriosamente, non molto lontano da lì, l’ambiente cambia completamente. Siamo in mezzo al bosco, vicino al fiume dove Jun e Lorelei si scontrano, e il cielo è azzurro e solare, invece di essere nuvoloso e cupo. Sembra di essere finiti lontano migliaia di miglia, invece la distanza è solo di una decina di chilometri. Ma anche lì l’ambiente non è certo tranquillo: delle figure velocissime saettano da una parte all’altra degli alberi, scontrandosi con un’altra figura, altrettanto veloce, e cadono una dopo l’altra agonizzanti.
    Gli uomini gatto si accorgono che Lisa Vold, la ragazza lupo, è un’avversaria tutt’altro che facile. Quest’ultima si ferma in piedi su un ramo, ansimando soddisfatta.
    “Smettetela di affrontarmi, gattini. Contro un lupo, un gatto non può vincere, claro!” dice sogghignando Lisa.
    “Come osi?” risponde uno di loro, alzandosi a fatica da terra “Ti farò rimangiare…”
    “Basta così” dice una voce dietro di lui, interrompendolo. Lisa osserva sorpresa l’arrivo dello sconosciuto: è più alto degli altri, più massiccio e con un paio di cicatrici sul petto. I suoi capelli biondi e disordinati sono lunghi fino alla schiena, formando una specie di criniera, mentre le strisce che ha sul corpo non sembrano delle pitture. Porta addosso una giacca di pelle aperta e pantaloni di tela grezza. Lo sconosciuto avanza in silenzio, mentre gli uomini gatto si fanno da parte, riconoscendolo come capo. Lisa sente che è assai più pericoloso degli altri: si mette in guardia. Ma, in un attimo, l’uomo è sparito. Lei non ha il tempo per stupirsi: lo sconosciuto, con un colpo solo, ha distrutto il ramo e ha colpito Lisa sul ventre con gli artigli, graffiandola per la prima volta, mentre gli uomini gatto non erano riusciti nemmeno a toccarla. La ragazza lupo cade a terra, cercando di atterrare sui piedi, nonostante lo shock. Ma l’avversario misterioso è già davanti a lei e con un colpo fortissimo scaglia Lisa contro un albero vicino. La ragazza lupo cade a terra, scivolando lungo il tronco con un gemito. L’impatto è stato violento, e ogni respiro è una sofferenza. Cerca di raccogliere le idee, ma non riesce nemmeno a muovere le braccia, intorpidite dalla violenza del colpo.
    “Dunque, tu saresti una ragazza lupo del pianeta Creed. Quindi lavoravi per quel fallito del Generale Fenris, che era uno dei Sei Generali dell’Oscuro ed ora è morto” commenta sogghignando beffardo l’uomo biondo “La tua razza di cagnolini si è sempre vantata di essere superiore a noi uomini gatto. Bene: io sono Cain, l’uomo tigre, e non c’è confronto fra una tigre e un lupo!”
    Cain solleva Lisa da terra prendendola per il bavero con una mano sola, come se fosse una bambola di pezza, e alza gli artigli dell’altra mano per finirla. Inaspettatamente, Lisa, anche se ferita e sanguinante, si mette a ridere. L’uomo tigre è sorpreso.
    “Sei impazzita? Cos’hai da ridere?”
    “Ho compassione di te, Cain. Hai tentato di ammazzare Tetsuya. Hai insultato la mia gente. E soprattutto…” aggiunge, alzando una mano artigliata “ …hai fatto arrabbiare la piccola Lisa!”
    Con un sorriso che per un attimo le fa brillare i canini, la ragazza lupo solleva le gambe con un poderoso colpo di reni, colpendo in pieno il volto di Cain, respingendolo indietro. Lisa completa la piroetta girando attorno a se stessa ed atterrando in piedi. Il sangue sulle sue ferite inizia a rimarginarsi. Cain si rialza, sorpreso: ma attacca subito Lisa. I suoi artigli però fendono il vuoto: Lisa si è spostata di lato e ora gli blocca il braccio, colpendolo in pieno petto col ginocchio.
    L’uomo tigre barcolla, cercando di stare in piedi: il colpo è stato più forte di quello che sembrava. Anche gli uomini gatto sono sorpresi.
    “Ma…com’è possibile? Sei solo una ragazza…” dice Cain, ansimando.
    “Non sono solo questo. Io sono Lisa Vold, una niña de los lobos, una “figlia dei lupi”. E’ un titolo che pochi possono ottenere, nel mio mondo. Facevo parte della guardia scelta di quel “fallito” di Fenris, come lo chiami tu: e, tra i vari allenamenti che ho fatto, c’era anche la lotta contro gli uomini tigre. No subestimo, hombre. Non mi sottovalutare.”
    “Assurdo…” dice lui, sconcertato “Sono più grosso, più forte e più veloce di te! Non mi puoi battere!”
    Cain attacca con un ruggito, e Lisa lo attende immobile. I colpi che lei ha ricevuto erano piuttosto forti, e le ferite che ha subito tendono a riaprirsi di nuovo. Ma resta in piedi: si sposta di scatto, evitando la terribile artigliata ed afferrando una gamba di Cain, sollevandolo da terra grazie al suo sbilanciamento, e fa sbattere la sua testa contro un tronco. Cain cade a terra e non si muove più. Lisa ha vinto.
    Gli uomini gatto sono sorpresi: sconfiggendo Cain, secondo le leggi del branco, Lisa ora è diventata la loro comandante. Consapevole di ciò, la ragazza lupo, cercando di non mostrare la sua debolezza, ordina:
    “La battaglia è finita. Il vostro capo è caduto. Andatevene e non ostacolate più né Tetsuya né me.”
    Gli altri annuiscono e scompaiono nel fitto degli alberi. Lisa si osserva le mani che teneva sullo stomaco: sono macchiate di sangue. Inoltre lo scontro l’ha indebolita parecchio: si accorge di tremare e di non riuscire più a stare in piedi. Cade in ginocchio a terra.
    “Quell’uomo tigre era ben più forte di quelli che avevo affrontato…ma dovevo batterlo ad ogni costo…ora Tetsuya avrà…via libera…” ansima. Non riesce nemmeno a vedere bene. Stavolta l’ha presa di brutto. Cade a terra senza rendersene conto, mentre il suo sangue inizia a macchiare l’erba.
    “Avrei voluto…conoscerti meglio…Tetsy…”
    Lisa chiude gli occhi e non si muove più. Nel bosco ora è tutto silenzio.

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 9/6/2016, 14:42
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