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  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 77

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    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 9 June 2016
     
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    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 77
    JUN CONTRO LORELEI

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui
    Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui

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    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate, tra due giorni circa. Actarus, insieme coi suoi amici, parte con Goldrake sull’astronave Cosmo Special, affrontando i Generali dell’Oscurità per prendere i cristalli che possono sconfiggere l’Oscuro. Ora i nostri eroi si sono separati:
    - Venusia si è alleata con le Amazzoni ed ora è a Darkhold per salvare suo figlio;
    - Goldrake deve affrontare il Terzo Guardiano, che gli permetterà di entrare a Darkhold;
    - Koji e gli altri (Mazinga Z, Jeeg, Daitarn 3, Getter, Boss e amici vari) sono nel pianeta del Senza Anima, che hanno sconfitto ma a caro prezzo: la Cosmo Special è stata distrutta e i robot sono gravemente danneggiati. Shizuri, la signora dei ghiacci loro alleata, ha dovuto usare tutte le sue energie nel combattimento ed ora deve riprendere le forze. Attualmente sono su quel pianeta senza alcuna possibilità di muoversi.
    - Il Grande Mazinga è atterrato sul pianeta Stige per affrontare Garuda, l’ultimo dei Sei Generali, insieme a Venus Alfa, guidata da Jun, e a Lisa Vold, la ragazza lupo.
    Attualmente, il Grande Mazinga crede che Garuda abbia ucciso Jun e vuole vendetta: Tetsuya si sta dirigendo verso il suo castello, pieno di furia. Intanto, Lisa Vold ha sconfitto Cain, il capo degli uomini-gatto, mentre Jun, a bordo di una Venus Alfa danneggiata, sta affrontando la crudele Lorelei, che le ha mandato contro una gigantesca onda (tsunami)…



    La grande onda si abbatte su Venus Alfa come un mostruoso gigante che cade a terra. Jun sembra perduta e così lo pensa Lorelei, che, in mezzo al fiume, osserva soddisfatta la scena.
    “Ritiratevi, acque del fiume: mi avete servita bene!” dice lei, con la mano alzata: in pochi attimi, tutta la massa d’acqua ritorna nel fiume. Lorelei cerca con lo sguardo i resti del robot di Jun, ma non riesce ad identificarli.
    Si vede che è rimasta completamente polverizzata, pensa. D’altra parte, era un impatto di centinaia di tonnellate. Comunque, mi aspettavo di meglio da una nemica di Garuda…
    Lorelei si sente in parte soddisfatta, in parte delusa.
    Ad un certo punto, avverte qualcosa. Sente che il suo servo Cain, l’uomo tigre, è caduto nello scontro con Lisa Vold.
    Non è possibile…Cain è stato battuto? Era il più forte del branco!
    Lorelei, furiosa, raggiunge la riva del fiume, camminando sulle acque.
    “Chi ha sconfitto Cain morirà di mille morti!” sibila con rabbia. Ma, all’improvviso, davanti a sé avvengono due esplosioni che la prendono di sorpresa: venivano dall’alto. Alzando la testa, osserva stupita il robot Venus Alfa a mezz’aria, grazie all’aliante che aveva sulla schiena. Aveva appena mandato due missili pettorali. Il robot di Jun scende a terra.
    “Non male queste ali, vero? Anche se danneggiate, fanno lo stesso il loro mestiere!” sogghigna Jun.
    “Tu…sei volata in alto per evitare la tsunami?” chiede Lorelei, sorpresa “Ma è impossibile…avresti dovuto farlo in neanche un secondo. Pensavo che la visione dell’onda ti avesse paralizzata!”
    “E’ vero, ma per poco. Io sono vissuta per anni alla Fortezza della Scienza, una costruzione sul mare. Non hai idea di quante tsunami si sono abbattute laggiù. Sono più abituata di quello che credi a queste cose: non per niente il mio robot si chiama Venus Alfa”
    “Venus?” ripete Lorelei, confusa.
    “Sì. Significa Venere, una dea nata dall’acqua. Io conosco l’acqua, Lorelei: non è con quella che mi batterai!”
    La donna appare divertita. Sorridendo, esclama:
    “Sei interessante, donna dalla pelle scura. Qual è il tuo nome?”
    “Jun Honoo. Tu che ti fai chiamare Lorelei, sei un’ondina, giusto? Una creatura elementale dell’acqua, a quanto ho sentito. Le immaginavo però meno feroci”
    Lorelei rimane sorpresa. Non pensava che qualcuno venuto da fuori conoscesse l’esistenza della sua gente.
    “E’ vero” ammette “sono un’ondina. L’ultima della mia gente. E sai perché?” chiede con un sorriso maligno “Le ho uccise tutte. Tutte, dalla prima all’ultima!” grida, mostrando la mano protesa, con le unghie rivolte in alto, quasi come artigli. Jun è impressionata dal suo volto, pallido e con uno sguardo folle.
    “Co…cos’hai fatto?” chiede Jun, sconcertata.
    “Hai sentito. Io detestavo la vita tranquilla delle mie sorelle. Volevo che il nome delle ondine fosse temuto. Volevo il dominio dei boschi, il nostro mondo nel mondo. Garuda era venuto in mio aiuto e mi aveva dato il potere di tramutare gli uomini in uomini gatto: forti, feroci e al mio servizio. Cain era il mio capolavoro. Le prime a morire furono quelle del mio popolo: ho assimilato le loro forze. In questo modo, il mio signore Garuda comanda le città: io, nel suo nome, comando i mari, i fiumi, i boschi. Chiunque li attraversi, se è un nemico, diventa un uomo gatto al mio servizio o muore in modo atroce. Così sarà con te.” conclude, indicando minacciosamente Jun.
    “Sei una pazza. Pazza e assassina” risponde Jun, sconvolta “I tuoi colpi acquatici con me non funzionano più. Inoltre, adesso sei lontana dal fiume, quindi non credo che tu potrai usare le tue barriere d’acqua. Arrenditi” conclude, mentre Venus Alfa punta verso Lorelei i missili digitali dell’unica sua mano rimasta.
    L’ondina osserva l’arma della donna robot e si mette a ridere: “Che stupida che sei! Eppure hai detto di conoscere le ondine! Non lo sai che non è l’acqua la nostra arma, ma il canto? Ciò che comando è il suono!”
    “Non dire sciocchezze” replica seccata Jun “Anche questo lo so. Voi ondine attirate gli uomini col vostro canto. Ma, se non te ne sei ancora accorta, io sono una donna. Quindi il tuo canto con me non ha effetto”
    “Non hai capito…” sussurra Lorelei “No, non hai proprio capito…”
    All’improvviso, un suono inumano e spaventoso sembra riempire tutta l’aria dal cielo alla terra, sconvolgendo Jun, che, con gli occhi allucinati, osserva la mano di Venus Alfa che viene ridotta in polvere. Anzi, in nulla, come se fosse stata decomposta in molecole. Il suono orrendo finisce come era cominciato: Jun, rintronata, balbetta:
    “Cosa…cosa è stato?”
    “Questo è il Grido di Banshee, Jun Honoo. La forma più alta e potente di ogni suono e di ogni canto. La materia è energia, e il suono è la forma più alta di energia, la più pura. Ho semplicemente convertito la materia della mano del tuo robot in energia, in suono. Io converto tutto in suono, Jun Honoo: e anche tu farai la stessa fine”
    Jun osserva ammutolita il braccio destro di Venus Alfa ridotto ad un moncherino senza mano. E il robot era già privo del braccio sinistro. E’ una situazione a dir poco disperata. Il terribile suono si alza di nuovo, sconvolgendo la materia stessa: il robot di Jun trema, incapace di reagire. In un ultimo sforzo, la ragazza fa voltare la schiena di Venus Alfa verso Lorelei, come estremo e patetico tentativo di sfuggire all’onda sonora. Inaspettatamente, il robot non viene distrutto. Sia Jun che Lorelei sono sorprese. Cos’è successo? La donna pilota si accorge che Venus Alfa ha ancora l’aliante sulla schiena: danneggiato, ma funzionante. All’improvviso, capisce. La lega dell’aliante è una lega Z speciale, diversa dalla solita: è stata forgiata per assorbire le vibrazioni, una caratteristica fondamentale per costruire oggetti volanti. Anche gli aeroplani hanno lo stesso principio. E se assorbe le vibrazioni, può assorbire anche il suono di Lorelei.
    Jun ha avuto una tregua, ma sa che non basterà. Agisce freneticamente sui comandi: adesso che Lorelei è perplessa, deve usare ogni preziosissimo secondo per fare quello che ha in mente.
    Spero che quella lì dica qualcosa, pensa Jun con ansia mentre digita con gran rapidità, così guadagno tempo. Mi è sembrata un tipo vanitoso, dovrebbe parlare per un po’!
    Infatti, Lorelei commenta: “Non mi aspettavo questa resistenza. Ma non cambia niente: ora sentirai il Grido di Banshee al massimo: non esiste qualcosa che non venga ridotto a suono!”
    Il grido spaventoso inizia a svilupparsi di nuovo, assai più potente di prima, facendo scomparire il bosco nei dintorni: anche l’aliante di Venus Alfa trema e sta per decomporsi in molecole. Ma adesso Jun è pronta.
    Repentinamente, fa girare il robot semidistrutto verso Lorelei e scaglia i raggi ottici appena modificati verso di lei. L’ondina si trova circondata da un globo biancastro e trasparente, mentre il suono cessa subito. Lorelei si sente mancare il respiro e la voce.
    “Cosa…cos’è successo?” dice con un filo di voce. Ma solo a fare quello sforzo si sente soffocare.
    “Ti ho mandato un raggio che crea vuoti d’aria: è uno strumento che uso per spegnere i fuochi, sia sul mio robot che nei dintorni. Di solito non lo mando attraverso gli occhi, e ho dovuto sudare per riprogrammare in fretta il robot. In assenza di aria, infatti, il fuoco si spegne; ma anche il suono, senza l’aria, non si propaga. E, per quanto sia potente il tuo grido di Banshee, è pur sempre un suono. Sei circondata da una bolla priva di aria: tra un po’ non riuscirai nemmeno a respirare.”
    “N...no” dice senza voce l’ondina, toccandosi il collo con le mani, nel disperato tentativo di prendere aria. Presa dalle vertigini, cade a terra svenuta senza accorgersene e pian piano ritorna alle dimensioni umane. Jun le toglie la bolla priva di aria, ma questa è l’ultima cosa che Venus Alfa riesce a fare: ridotta completamente a pezzi, cade in ginocchio, poi crolla a terra. Il sistema di sicurezza dell’abitacolo ha protetto Jun dall’urto, che comunque è stato notevole: come minimo si sente come una pallina da ping pong. Semistordita, la donna pilota esce dall’abitacolo passando attraverso l’apertura, dove una volta c’era il vetro. Con un salto, raggiunge il prato e si esamina: a parte lividi e piccole ferite, non ha nulla di rotto. Si accorge di aver dimenticato il suo casco nell’abitacolo. Va bè, pensa, tanto non me lo sono messo per tutto il tempo. E poi quella pignatta non mi era mai piaciuta.
    Si dirige verso Lorelei, immobile a terra, mentre si sfila dalla cintura una corda per le emergenze. Si strappa un pezzo della tuta (tanto, è talmente rovinata che è da buttare) e, con quello, lega con un bavaglio solido la bocca dell’ondina; poi, con la corda, le lega i polsi e i piedi. Non voglio sentirti dire neanche “ah!” quando ti sveglierai!
    All’improvviso, Jun si accorge di non essere più sola. Attorno a lei ci sono delle ondine simili a Lorelei, apparse in un attimo attorno a loro due. Una di loro, col vestito più splendente delle altre, si avvicina con la mano alzata, in segno di pace.
    “Io sono Melodi, la signora delle ondine. Ti saluto, donna di grande coraggio! Hai sconfitto la nostra carceriera e ci hai liberate!” dice con una voce musicale.
    “Siete vive? Lorelei non vi aveva ucciso?”
    “Certo. Ci aveva incorporate in sé, e dovevamo obbedire ai suoi ordini. Questo è peggio della morte per un’ondina. Usando il nostro potere messo insieme, ha trasformato il nostro canto in un Grido di Banshee, una cosa proibita. Oltre a questo, ha commesso dei crimini gravissimi: ti preghiamo di lasciarla a noi, perché sia sottoposta a giudizio”
    “Non ho niente in contrario” replica Jun, alzandosi “E’ vostra. Ma gli uomini gatto?”
    “Con la sconfitta di Lorelei, torneranno umani. Hai fatto una cosa straordinaria, Jun Honoo: hai sconfitto un’ondina tramutata in demonio. Accetta questo come segno della nostra riconoscenza”
    Melodi porge un’ampolla chiusa, che Jun afferra perplessa.
    “Vi ringrazio…cos’è?”
    “E’ un’acqua che guarisce dalle ferite. Jun Honoo, le ondine saranno sempre in debito con te. E pure con la tua amica ragazza lupo”
    “Lisa? L’hai vista? Dov’è?”
    “Se vai in quella direzione, la troverai. L’acqua che ti ho dato la aiuterà a riprendersi. Usala anche tu: hai molte ferite sul tuo corpo”
    “Vi ringrazio” dice Jun con un inchino, dirigendosi poi in fretta verso la direzione indicata dall’ondina.

    Lisa Vold si sveglia un po’ confusa: inaspettatamente, si trova di fronte a sé il volto di Jun. Scatta subito all’indietro, spaventata:
    “AAAAH!! Un aparicion! Un fantasma!!”
    “Calmati, sciocca. Sono io! Perché mi scambi per un fantasma?”
    Lisa tocca esitante il braccio di Jun, e capisce che è solido.
    “Ma allora sei viva, morosita! Io e Tetsuya pensavamo che tu fossi morta!”
    “Grazie della fiducia” replica lei facendo le corna “Tu di certo eri messa peggio di me. L’acqua delle ondine che ti ho messo ti ha tolto anche i segni che avevi”
    Lisa si guarda il ventre: non ha più nulla. Inoltre, non sente più le ferite dello scontro con Cain: si sente anzi in piena forma.
    “Straordinario…” dice lei, osservandosi.
    Jun si alza e si guarda intorno: “Dov’è Tetsuya? E Mazinga?”
    “Bè..” risponde Lisa “Tetsy è andato via con la sua gran maquina…il robot, insomma…è andato al castello di Garuda per vendicarsi della tua morte”
    Tetsy? pensa contrariata Jun, corrugando la fronte. Ma subito dopo si rende conto della situazione. “Cosa dici? E’ andato via così? Maledizione, adesso Tetsuya sarà furioso come una belva! E la cosa potrebbe persino peggiorare…”
    “Come, peggiorare?” chiede Lisa, perplessa.
    “Non hai idea di cosa significhi Mazinga arrabbiato! Tetsuya potrebbe persino perdere la ragione! Dobbiamo fermarlo! Dov’è quel castello?”
    “Molto lontano, morosita. Ce la fai col tuo robot?”
    “E’ stato distrutto!” esclama sconfortata Jun.
    “Allora ci penso io” replica Lisa, che afferra un oggetto della sua collana e resta in piedi in silenzio, chiudendo gli occhi, come se pensasse intensamente a qualcosa. All’improvviso, Jun avverte un vento forte che le solleva i capelli: una gigantesca aquila compare scendendo maestosamente davanti a loro. Jun rimane senza parole e con gli occhi sbarrati.
    “Co…cos’è quel mostro? E’ quasi grande come Mazinga!”
    Lisa sorride nel rispondere: “E’ Ayala, l’aquila che avevo nel mio mondo. Ha risposto alla mia chiamata!”
    La ragazza lupo corre a braccia spalancate verso l’aquila, abbracciandola.
    “Ciao, Ayala! Sono così contenta di rivederti!”
    Afferra una zampa dell’enorme aquila e dice a Jun:
    “Afferra la mia mano, morosita. Ayala ci porterà dove vogliamo!”
    Jun, esitante, afferra la mano di Lisa e all’improvviso si sente spinta in alto, talmente in alto che il suolo e il bosco diventano piccoli in pochi secondi. Deve fare uno sforzo per non gridare. Lisa, abitata a quel genere di trasporti, assapora il vento che soffia sul suo viso e dice a voce alta:
    “Portaci al castello Tintagel, Ayala!”
    L’aquila muove lentamente le ali maestose, dirigendosi veloce verso un punto preciso. Le due donne per un attimo restano ammutolite dalla sorpresa: verso l’orizzonte dove sono dirette, si vedono lampi ed esplosioni fortissime.
    Arriveremo troppo tardi, pensa Jun con ansia. Tetsuya si è già scatenato…ed è un rischio anche per lui!

    Continua qui.


    Edited by joe 7 - 10/6/2016, 14:19
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