Il blog di Joe7

  1. FANFICTION LA GRANDE OMBRA - 88

    Tags
    Grande Ombra fanfic
    By joe 7 il 23 June 2016
     
    0 Comments   119 Views
    .
    FANFICTION GOLDRAKE: LA GRANDE OMBRA 88
    BOSS ROBOT E LA SUA FIERA ALLEATA LISA VOLD

    Se volete seguire la storia sul blog, la prima puntata è qui. Invece, se la volete seguire sul forum, la prima puntata è qui. Inoltre, c'è il riassunto a fumetti delle puntate dalla prima alla 79 qui.

    127a
    Revy di Black Lagoon: la sua ferocia e il suo aspetto la rendono simile a Lisa. Colorazione di ChristianStrangeIII


    RIASSUNTO: Actarus e Venusia si sono sposati e sono andati a vivere su Fleed come re e regina. Rex, il loro figlio appena nato, è stato rapito dall’Oscuro, che lo sacrificherà a Darkhold, il suo pianeta-castello, quando sette stelle saranno allineate. Dopo diverse peripezie, gli amici di Goldrake si sono riuniti a bordo del Drago Spaziale, pronti a dare l’ultimo assalto a Darkhold. Goldrake si trova a faccia a faccia con l’Oscuro in persona, davanti alla Torre della Solitudine a Darkhold. Intanto, anche Venusia è a Darkhold: insieme con le Amazzoni e Kosaka Shigure, potente maestra di spada, ha raggiunto Bedlam, il luogo dove il sacerdote Sukeli sacrificherà Rex tra poco. Laggiù devono scontrarsi coi Lupi Neri e la loro Elite, gli Artigli Neri, comandati da Sanosuke Sagara, antico avversario di Shigure. Sonja Tomoe, una delle Amazzoni, è la prima a cadere insieme a molte sue compagne…

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Il Drago Spaziale ormai è alle porte di Darkhold. Qualche robot guardiano tenta di fermarlo, ma non riesce nemmeno a rallentarlo: il professor Daimonji non vuole perdere né tempo né energie a combattere contro di loro, e il Drago li distrugge semplicemente andandoci addosso, provocando decine di esplosioni a catena, quasi come fuochi artificiali, che illuminano la gigantesca sagoma primitiva dell’astronave. Oltrepassato l’asteroide dove poche ore prima Goldrake e Master avevano combattuto, il Drago raggiunge il cielo scuro di Darkhold. Una barriera invisibile cerca di ostacolare il passaggio, ma la mostruosa testa dell’astronave ruggisce e, come un vero drago, emette dalle fauci una luce intensa, simile ad un fuoco al calor bianco, che provoca una gigantesca esplosione simile ad un boom sonico. L’astronave attraversa il buco che ha provocato nella barriera, avvicinandosi alle nubi ed oltrepassandole. Ora, davanti a lui, si vedono le enormi e nere costruzioni dell’immenso castello di Darkhold, che copre tutta la distesa del pianeta, e le altissime sette torri, con delle lunghe estensioni sulla cima di ciascuna di loro, che terminano in un’area vuota: l’area dove devono essere messi i cristalli.
    “Professore, abbiamo identificato le torri!” esclama Midori, la donna dell’equipaggio del Drago Spaziale.
    “Bene” esclama Daimonji, prendendo il microfono ed aggiungendo: “Sanshiro, tutti voi: è il momento, andate!”
    All’istante, la testa del Drago Spaziale si stacca dal corpo e si congiunge agli altri componenti che escono dall’apertura dell’astronave, formando il robot guerriero Gaiking. In pochi attimi, tutti gli altri robot escono dall’abitacolo, mettendosi in formazione come una squadriglia di caccia.
    “Attenzione, tutti voi: abbiamo solo un’ora prima che le sette stelle siano allineate. Dovete mettere tutti i cristalli sulle torri prima di allora, chiaro?” esclama Daimonji.
    “Ricevuto!” rispondono tutti all’unisono.
    Davanti allo squadrone di robot, si vedono delle nubi nere all’orizzonte.
    “Qui piove sempre” borbotta Koji a bordo del Mazinga Z “Un pianeta nero a terra e nero sopra. Che razza di monotonia…”
    “Non sono nubi, imbecille!” lo corregge Sayaka, spaventata, a bordo dell’Afrodite A. “guarda meglio!”
    Koji fissa lo sguardo all’orizzonte e impallidisce. Sono miliardi e miliardi di robot giganti e mostri giganteschi, tanto numerosi da sembrare delle nuvole nere.

    In coda allo squadrone dei robot, il Boss Borot arranca, mentre le sue ali sbattono faticosamente, cercando di tenere il passo ai motori a energia fotonica, ionica e altro dei suoi potenti colleghi. Lisa osserva contrariata a bordo dell’abitacolo, accanto a Boss, ed esclama:
    Carajo! Che razza di motore hai, Boss? I tuoi due muchachos stanno sputando l’anima a mandare avanti il robot a forza di biciclettate!”
    “Aah, taci!” sbuffa lui “E’ un motore perfettamente ecologico e soprattutto economico. Coi soldi che avevamo, è già un miracolo se siamo arrivati a far questo!”
    Hombre, non so cosa significhi ‘ecologonomico’ o quello che è. Qui si va troppo piano!” risponde lei, allontanandosi.
    “Ehi, dove vai?”
    Lisa non risponde e si infila nell’abitacolo dove si trova il tandem dove Nuke e Mucha si stanno spompando, pedalando a più non posso per far muovere le ali del Borot.
    “Levatevi dai piedi, muchacos. Qui ci vogliono veri muscoli” ordina perentoria.
    I due scendono, sorpresi, e la ragazza lupo sale subito sul tandem: fa un profondo e lungo respiro e, subito dopo, pedala ad una velocità tale che quasi non le si vedono i piedi: il Borot si innalza e plana velocissimo verso la torre più vicina, che è proprio quella per il cristallo di Boss. Gli altri piloti lo guardano stupiti: prima ancora che potessero fare una formazione di difesa per fronteggiare l’orda nemica, il Borot ha già raggiunto la cima della torre. Non era una grande distanza, ma il risultato è stato comunque straordinario.
    “Complimenti, Boss!” gli dice Koji “Non so come hai fatto, ma adesso resta lì che gli altri ti faranno da scudo. Noi ci dirigiamo verso le nostre torri!”
    “Ricevuto!” risponde l’altro, ancora incredulo. Per la miseria, che velocità!, pensa. E’ stata Lisa a fare questo?
    La ragazza lupo torna al posto di comando accanto a Boss, appena un po’ accaldata, ma soddisfatta. Era da un pezzo che desiderava fare un po’ di moto. Si scrocchia un po’ le dita dei pugni, dicendo:
    “E adesso verranno qui i nostri enemigos. Inizia il divertimento!”
    “Che vengano!” esclama lui, imbaldanzito e col pugno alzato “Il Borot li batterà tutti!” E poi ci sono gli altri a fare da barriera, tanto…
    “Bene, Boss! E inoltre, ti aiuterò col mio istinto…”
    “Il tuo cosa?”
    “Alla tua destra” dice Lisa, indicando un punto. Boss osserva un androide gigante che si sta avvicinando alla destra del Borot: ma questi, avvertito, si muove all’improvviso e spinge via di sorpresa il nemico, facendogli perdere l’equilibrio e così cadere.
    “Sopra di te” avvisa ancora Lisa. Il Borot si sposta ed evita per un pelo il gigantesco androide che era sceso su di lui in picchiata, sbattendo contro il suolo. Ma si alza illeso ed aggredisce il Borot.
    “Il suo punto debole è il mento” dice la ragazza lupo. Il Borot gli lancia un potente diretto sul punto indicato, che fa decapitare subito il nemico.
    “Sei grande, Lisa!” grida Boss, entusiasta. Ma, all’improvviso, un altro robot gli compare davanti, coprendogli tutta la visuale. Il pilota, spaventato, cerca freneticamente di muovere in fretta tutte le leve per difendersi: però sente subito un gigantesco sparo e vede la faccia del robot nemico bucata in pieno da un colpo di bazooka. Lisa, tenendo l’arma fumante in mano, esclama:
    “In piena faccia, compadre!”
    “Capito” risponde lui con un ghigno. Il pugno del Borot riduce in pappa il volto dell’avversario, che esplode.
    “Dove cavolo hai preso quel bazooka?” chiede Nuke.
    “L’ho prelevato dall’armamentario del Drago Spaziale. Ce ne sono anche per voi” risponde con un sorriso, indicando un sacco in un angolo.
    Nuke e Mucha afferrano i bazooka, chiedendo: “Come si usano?”
    “Fate come faccio io” dice Lisa.
    “Ma dove hai imparato ad usarli?” chiede Mucha.
    “Spiando più volte il mio caro Tetsuya che si allenava nella sala di tiro”
    La ragazza lupo infila un missile nel bazooka ed esclama, con una luce ferina negli occhi e un sorriso perfido che fa vedere i suoi canini:
    Wow-how. Balliamo un po’ di jive!”

    Nello stesso tempo, Venusia sta cavalcando la sua diatryma, che corre a perdifiato: le vie di Bedlam sono lunghissime e tortuose. Più che una città, sembra una nazione intera circondata da un recinto che rivaleggia con la Grande Muraglia cinese. Tutto è gigantesco a Darkhold, e Bedlam forse è la roccaforte più grande che ci sia mai stata. Non solo è un luogo di sacrifici umani, ma è anche un’immensa prigione, dove si fanno torture ed esperimenti scientifici abominevoli, condotti con rigore da Sukeli. Jocasta, il capitano delle Amazzoni, Caledonia, Isparana e Valeria le stanno dietro, abbattendo i vari Lupi Neri che spuntano fuori all’improvviso.
    “Dove andiamo adesso, Ney?” chiede Venusia alla piccola elfa nera seduta davanti a lei.
    “Sempre dritto, ti dirò quando svoltare” risponde lei, usando il suo istinto da elfa.
    “Manca molto?”
    “Credo mezz’ora, ma non so essere più precisa di così”
    Tra un’ora ci sarà il sacrificio, pensa Venusia, osservando le sette luci misteriose che brillano in cielo, nonostante le nubi e il fatto che sia giorno. Una cosa davvero innaturale: le sette stelle, quasi allineate, adesso sono visibili in ogni momento. E ad ogni attimo che passa brillano sempre di più. Mezz’ora dovrebbe bastare, ma cercheranno di rallentarci. Bisogna fare presto!
    All’improvviso, la donna che è davanti a Venusia le si avvicina.
    “Shigure? Cosa c’è?”
    Kosaka Shigure, la maestra di spada, la osserva con sguardo serio:
    “Qui ci separiamo, Venusia”
    “Cosa? Perché?”
    “Lui è qui. Se non lo affronto, nessuno di voi ne uscirà vivo.”
    “Sagara? Il capo dei Lupi Neri?”
    L’altra annuisce. “Lo cerco da anni. Oggi tutto finirà. Venusia, fidati di Brisingamen: la tua spada non ti tradirà. Ti auguro di riuscire a salvare tuo figlio. Addio, mia allieva”
    Prima ancora che Venusia possa rispondere, Shigure salta via dalla sua diatryma, raggiungendo una sporgenza del muro accanto, per poi risalire velocissima, con rapidi salti, lungo la parete della torre, ignorando la gravità e raggiungendo in un attimo la cima, per poi saltare da una torre all’altra, quasi come se volasse. In un attimo è già lontana dalla vista. Venusia, rimasta a bocca aperta, non riesce a credere a quello che ha visto.
    “Questo ti dà un’idea di cosa significhi una maestra di spada. Andiamo avanti, svelta!” grida Jocasta, dietro di lei.
    “Sono preoccupata. Anche Sagara è un maestro di spada…” commenta Caledonia.
    “Per questo dobbiamo allontanarci da qui al più presto!” risponde Jocasta, agitata “Uno scontro tra due maestri di spada è un inferno: se restiamo qui, rischiamo la pelle tutti quanti!”

    In pochi minuti, Shigure si ferma sulla cima di una torre. Davanti a lei, sulla cima della torre accanto, un uomo la osserva in piedi, tenendo una spada in mano. Sanosuke Sagara la stava aspettando. I due si guardano in silenzio, mentre il vento fa agitare loro i capelli.

    (88 - Continua qui)


    Edited by joe 7 - 24/6/2016, 13:50
      Share  
     
    .