Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "GLI USSARI DELLA MORTE" (Joe7)

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    Zagor
    Zagor facciadilegno
    By joe 7 il 11 Jan. 2017
     
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    ZAGOR 618: GLI USSARI DELLA MORTE (analisi di Joe7)
    (Precedente post: qui)

    Testi: Jacopo Rauch
    Disegni: Raffaele Della Monica

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    Cominciamo male. Zagor NON VA A CAVALLO. Lui va sempre a piedi. Questa sembra una copertina di Tex.


    Zagor edizione originale Zenith: n. 669 (uscito nel 2017). Il numero reale di Zagor è 618. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 618.

    TRAMA

    Siamo arrivati alla conclusione della lunga storia della ricerca del vampiro Rakosi. Le linee narrative sono ben SEI:
    - Zagor, Cico e i suoi compagni alla ricerca di Jonas Weber, una misteriosa persona che sa dov'è il vampiro Rakosi;
    - Ylenia Varga, che vuole uccidere Rakosi per vendetta e si allea con Zagor;
    - il vampiro ussaro Kurt Svatek che vuole uccidere Rakosi per diventare un supervampiro;
    - i servi di Svatek che danno la caccia al suddetto Weber;
    - i cacciatori di vampiri Ferguson e Jacques che vogliono uccidere Ylenia Varga per vendicare la morte del loro capitano, Wallace;
    - Rakosi stesso e i suoi servi.
    Come si vede, è una storia assai ingarbugliata, in cui il vertice e il compimento dovrebbe essere la scoperta e l'uccisione di Rakosi. E come farlo, ora che rimangono 98 pagine alla fine?
    Ecco come si sviluppa la storia: partiamo con l'ennesimo flashback, espediente strausato al giorno d'oggi: Jonas Weber, l'uomo che tutti stanno cercando, nel flashback, in una battuta di caccia, incontra Rakosi in una caverna che gli impone la sua volontà e gli ordina di rimuovere i detriti per liberarlo: un lavoro che durerà molti giorni ed è ancora in corso, al momento attuale. Il flashback è durato 13 pagine: ne mancano 85 alla fine.

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    I servi di Svatek trovano Peter Robertson. E chi è Peter Robertson? E' il fratello di Jonas Weber: infatti, Weber vive sotto il nome di John Robertson perchè aveva ucciso in una lite il suo caporeparto in una fabbrica di Philadelphia, perchè lo maltrattava. Vi gira la testa? Logico, ecco che abbiamo un'altra informazione inutile. Che cavolo c'entra questa storia di Weber con Rakosi e compagnia? NIENTE.
    Nel frattempo, i servi di Svatek (l'ussaro vampiro) vogliono trasformare Peter Robertson in un vampiro facendogli bere il sangue di Svatek, così dirà loro dov'è il fratello. Ma arriva Zagor, li stende, poi Peter Robertson porta Zagor e i suoi compagni da suo fratello Weber raccontando loro perchè porta un falso nome. Tutta questa scena è durata 28 pagine. Ora ne mancano 57. Siamo a metà del fumetto e questo Svatek non è nemmeno comparso, se non in due vignette nel numero precedente. E devono ancora comparire i cacciatori di vampiri Jacques e Ferguson. Per sottolineare la superficialità con cui è trattato il personaggio di Zagor, osservate la vignetta qui sotto in mezzo, in cui arriva salvando la situazione raffigurato lontanissimo, tanto che si vede appena. In sostanza, Zagor qui è trattato come un corpo estraneo della storia.

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    Come se non ci fossero già abbastanza personaggi, ne arrivano degli altri: i cacciatori di vampiri Ferguson e Jacques, insieme al sacerdote O'Hara. I primi due catturano Jonas Weber che, sotto l'influsso di Rakosi, aveva sparato a Zagor e agli altri. Poi portano lo svenuto Weber in una baita abbandonata. Questa scena è durata 12 pagine, perchè i personaggi hanno dovuto dare delle lunghe spiegazioni l'uno con l'altro. Mancano 44 pagine alla fine, non è ancora arrivato Svatek, non si è ancora visto Rakosi e abbiamo superato la metà delle pagine del fumetto. A questo punto è logico temere un finale affrettatissimo. Finora si è solo allungato il brodo senza motivo con Weber, suo fratello, i cacciatori di vampiri, il prete, i sicari. E devono ancora comparire circa dieci altri personaggi. Che macedonia.

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    Compaiono alcuni vampiri di Svatek e la contessa vampira Ylenia arriva in aiuto di Zagor e compagni. Ferguson e Jacques cercano di ucciderla, ma, oltre a non riuscirci (e hanno attraversato l'oceano per questo, complimenti) vengono fermati da Zagor, perchè Ylenia adesso è loro alleata contro Rakosi. Ylenia ferisce lo svenuto Weber su una mano per assaggiare il suo sangue ed avere così le informazioni su Rakosi (allora ci sarebbe da chiedere perchè prima, nel numero scorso, aveva ucciso un uomo mordendogli il collo davanti a Zagor per avere informazioni!). Ylenia avverte che stanno arrivando gli ussari di Svatek, "infinitamente più pericolosi", dice: ma ora sa dov'è nascosto Rakosi. Questa scena è durata 17 pagine: ne restano 28 per chiudere tutto. Il povero Svatek e il poverissimo Rakosi stanno per avere sempre meno spazio, occupato finora dai tormenti del giovane Weber e dai personaggi che si raccontano a vicenda le loro esperienze. Un racconto emozionantissimo, dove Zagor e Rakosi qui sono solo delle comparse, non dei protagonisti principali come dovrebbero essere.

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    E finalmente arriva questo Svatek (poco prima aveva ucciso un suo servo che aveva fallito, è già qualcosa) insieme ai suoi temibili ussari. Ylenia e Svatek si fronteggiano, e interviene anche Zagor che, parole sue "non mi andava di lasciare a te tutto il divertimento". Quindi affrontare dei vampiri assassini equivale per Zagor a un viaggio a Gardaland: si è creata una bella drammaticità con questa frase. Zagor qui è un personaggio da videogame, con la stessa intelligenza da celenterato che hanno in genere questi personaggi. Comunque, grazie anche all'aiuto dei due cacciatori di vampiri, i terribili ussari di Svatek, "infinitamente più pericolosi", vengono eliminati in 16 pagine (i dolori del giovane Weber sono durati ben 28 pagine, le conclusioni le lascio a voi). Padre O'Hara viene ucciso: oltre a farsi ammazzare non ha fatto niente. Bel personaggio, con una sua profonda personalità. Ylenia vene ferita. Mancano solo 10 pagine alla fine, Svatek deve ancora essere eliminato e Rakosi non si è ancora visto. Finale al fulmicotone, quindi? Finalmente Svatek affronta Zagor: Zagor sta per soccombere, ma Ylenia interviene e insieme lo sconfiggono. Lo scontro dura 5 pagine, ne mancano ancora 5 per trovare Rakosi e sconfiggerlo. Questo "terribile" Svatek, al quale si riferisce persino il titolo della storia, è stato eliminato alla sveltissima. In sostanza, non si capisce cosa abbia fatto, se non allungare solo il brodo della storia come tutti quanti.

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    Ylenia è gravemente ferita da Svatek e si prepara a morire, ma Zagor la salva e la porta in una caverna, dicendo che lei gli aveva salvato la vita e che distruggeranno Rakosi insieme. Ylenia dice a Zagor che Rakosi è già fuggito, sottomettendo alla sua volontà un altro servo, un amico di Weber. Ferguson e Jacques rinunciano a dare la caccia ancora a Ylenia per compassione verso di lei. Ylenia se n'è già andata quando tutti si riuniscono. Tutta questa roba, che è davvero tanta, è stata messa in 4 striminzite pagine fatte alla buona, mentre i dolori del giovane Weber - ripeto - sono durate 28 pagine (la sequenza narrativa PIU' LUNGA di questo numero!) e mi sembra un argomento MOLTO MENO IMPORTANTE di questi eventi della storia, che è stata fatta davvero male!

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    La storia si conclude in modo sconcertante: oltre ad aver lasciato libera una vampira come Ylenia, che, volente o nolente, dovrà sempre prendere sangue umano per sopravvivere e quindi trasformerà le persone in vampiri o le indebolirà gravemente, Zagor prende una decisione ancora peggiore, che definire irresponsabile è poco: non cerca di trovare Rakosi perchè, tanto, sarà lui a trovarlo. E così nell'ultima pagina si vede Rakosi che sogghigna impaziente di bere sangue umano e fare così degli altri vampiri che contageranno altri. Bella decisione da menefreghista, Spirito con la Scure da Gardaland: le future vittime di Rakosi ti ringraziano del pensiero.

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    Un bruttissimo finale, e una storia davvero brutta, piena di divagazioni inutili. Che c'entra tutto il lungo flashback nei numeri precedenti con Ferguson e Jacques, "acerrimi nemici della contessa Varga" che alla fine non fanno un tubo quando la vedono e la lasciano andare, partecipando così all'azione imbecille e deresponsabilizzante di Zagor? Ma allora cosa sono stati lì a fare? Una passeggiata? Che c'entra tutto l'ambaradan di Svatek che viene subito eliminato in quattro pagine? E la storia del vecchio in carrozzella subito eliminato, di cui non ci si ricorda neanche il nome? E l'incolore prete ammazzato? E il flashback del passato di Weber, di cui non fregava niente a nessuno, solo per inserire un pò di protesta politica di sinistra contro il "cattivo operaio che maltratta tutti e quindi hanno fatto bene ad ammazzarlo"? C'era bisogno di inserire questa trita stupidaggine veterocomunista in una storia di vampiri? Ma che storia è questa? Sembra un pasticcio dove tutti si parlano e non risolvono niente, dove l'obiettivo finale, Rakosi, non solo non è stato raggiunto, ma lo si lascia libero di fare il male. Ma siamo impazziti? Lasciano andare libero non solo un demonio, ma ben due (non scordiamoci che Ylenia Varga vive nutrendosi di sangue umano, le piaccia o no farlo, quindi non la si può considerare come "buona").

    Boccio questa storia in toto. Voto: ZERO.

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    ZAGOR FACCIA DI LEGNO

    Quello che mi ha colpito di più nel disegno è il volto di Zagor. Anche se Della Monica è bravo a disegnare, commette lo stesso errore di molti disegnatori attuali di Zagor. Infatti, lo disegna praticamente senza espressioni, impassibile come una faccia di legno. Un amico lo saluta? Osserva il tramonto? Arriva uno che vuole ammazzarlo? Ha davanti a sè degli zingari ostili con tanto di coltello? Arrivano dei vampiri che gli vogliono succhiare il sangue? Bè, Zagor ha sempre la stessa espressione. Provate a coprire i balloon delle vignette e poi fatemi sapere se scoprite la vignetta dove Zagor vede che stanno arrivando da lui dei vampiri assetati di sangue. In tutte queste situazioni ha sempre la faccia di uno che sta per farsi un cappuccino al bar. Non c'è la minima traccia di drammaticità, o almeno di emozione. E parliamo del personaggio principale, non di un personaggio secondario: quindi, il personaggio da disegnare con una cura maggiore degli altri!

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    Qui siamo anni luce dalle emozioni e dalla drammaticità espressi nei primi piani dello Zagor di Ferri!

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    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:58
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    "Zagor prende una decisione ancora peggiore, che definire irresponsabile è poco: non cerca di trovare Rakosi perché, tanto, sarà lui a trovarlo. E così nell'ultima pagina si vede Rakosi che sogghigna impaziente di bere sangue umano e fare così degli altri vampiri che contageranno altri. Bella decisione da menefreghista, Spirito con la Scure da Gardaland: le future vittime di Rakosi ti ringraziano del pensiero".

    E sarà Zagor stesso a farne le spese, perché la storia di questo mese si conclude con Frida Lang in coma a causa di Rakosi e Zagor che giura vendetta contro il vampiro, la cui risata conclude l'albo.
    Quando si dice il karma.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 6/8/2021, 18:55) 
    "Zagor prende una decisione ancora peggiore, che definire irresponsabile è poco: non cerca di trovare Rakosi perché, tanto, sarà lui a trovarlo. E così nell'ultima pagina si vede Rakosi che sogghigna impaziente di bere sangue umano e fare così degli altri vampiri che contageranno altri. Bella decisione da menefreghista, Spirito con la Scure da Gardaland: le future vittime di Rakosi ti ringraziano del pensiero".

    E sarà Zagor stesso a farne le spese, perché la storia di questo mese si conclude con Frida Lang in coma a causa di Rakosi e Zagor che giura vendetta contro il vampiro, la cui risata conclude l'albo.
    Quando si dice il karma.

    Sono storie davvero brutte, queste. La prima, quella degli ussari, pasticciatissima e con un finale aperto che più stupido non si può: Zagor che lascia andare a piede libero il vampiro perchè bisogna che i lettori seguano la prossima puntata. Poi la storia di adesso, bruttissima anche quella, perchè fa vedere la Londra dell'Ottocento documentatissima, personaggi usa e getta che vengono presentati e ammazzati nello stesso numero, Zagor che fa il manichino e interviene solo in due vignette, poi si torna al punto di prima con Rakosi che ride. E magari la prossima storia sarà col vampiro che sarà sconfitto apparentemente, che ride (ma và?) nell'ultima vignetta.

    Sono tutte trovate da feuilleton da due soldi, non da storie con qualcosa da raccontare e con dei personaggi veri da far agire.

    Uno zero è il voto massimo che posso dare a tutta questa operazione. :p:
     
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  3. francesco-due
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    Dopo molto tempo sono tornato.
    Un saluto a tutti.
    Non seguo Zagor, in genere prendo le copertine che mi ispirano di più. (Fortunatamente, con la politica di storie brevi uno o due numeri, è possibile seguire un'avventura senza troppi problemi. È forse l'unica cosa positiva di questo sistema.)
    Mi ha intrigato questo articolo e l'ho trovato abbastanza confuso (colpa della storia).
    Ma l'accenno al feuilleton mi ha spinto a intervenire.
    Il feuilleton era un genere in voga alla fine dell'ottocento, quando si scrivevano le storie sui giornali come appendici (di qui il nome italiano "romanzi d'appendice"). Un capitolo alla volta (settimanale) con cui si doveva portare avanti la storia e invogliare i lettori a comprare il giornale successivo.
    Uno di questi (Pierre Alexi Ponson du Terrail) inventò il personaggio di Rocambole (da cui poi derivò l'aggettivo rocambolesco). Bene, la lunga serie di romanzi con questo protagonista inizia con un antefatto ambientato cinquant'anni prima (il protagonista quindi non c'è, compare dopo quattro o cinue romanzi). E ogni romanzo, peraltro leggibile indipendentemente, è una lunga serie di avventure che non stancano mai con trovate sempre interessanti.
    Chiudo la parentesi didattica.
    Perfino in Tex c'è stato (e c'è ancora) un lungo periodo di appannamento, con il tentativo di recuperare personaggi storici, o anche solo conosciuti marginalmente, per rinnovare il ranger.
    Io credo che gli autori dovrebbero leggere alcuni dei veri feuilleton. Ne trarrebbero sicuramente giovamento. (Detto senza voler criticare persone che magari si impegnano parecchio.)
     
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    CITAZIONE (francesco-due @ 15/1/2022, 23:13) 
    Dopo molto tempo sono tornato.
    Un saluto a tutti.
    Non seguo Zagor, in genere prendo le copertine che mi ispirano di più. (Fortunatamente, con la politica di storie brevi uno o due numeri, è possibile seguire un'avventura senza troppi problemi. È forse l'unica cosa positiva di questo sistema.)
    Mi ha intrigato questo articolo e l'ho trovato abbastanza confuso (colpa della storia).
    Ma l'accenno al feuilleton mi ha spinto a intervenire.
    Il feuilleton era un genere in voga alla fine dell'ottocento, quando si scrivevano le storie sui giornali come appendici (di qui il nome italiano "romanzi d'appendice"). Un capitolo alla volta (settimanale) con cui si doveva portare avanti la storia e invogliare i lettori a comprare il giornale successivo.
    Uno di questi (Pierre Alexi Ponson du Terrail) inventò il personaggio di Rocambole (da cui poi derivò l'aggettivo rocambolesco). Bene, la lunga serie di romanzi con questo protagonista inizia con un antefatto ambientato cinquant'anni prima (il protagonista quindi non c'è, compare dopo quattro o cinue romanzi). E ogni romanzo, peraltro leggibile indipendentemente, è una lunga serie di avventure che non stancano mai con trovate sempre interessanti.
    Chiudo la parentesi didattica.
    Perfino in Tex c'è stato (e c'è ancora) un lungo periodo di appannamento, con il tentativo di recuperare personaggi storici, o anche solo conosciuti marginalmente, per rinnovare il ranger.
    Io credo che gli autori dovrebbero leggere alcuni dei veri feuilleton. Ne trarrebbero sicuramente giovamento. (Detto senza voler criticare persone che magari si impegnano parecchio.)

    Infatti mi riferivo nella mia risposta a Andrea Micky ai "feuillerons da due soldi", cioè fatti male: c'erano anche quelli, infatti. Una storia confusa, ingarbugliata e senza conclusione come quella di Rakosi e degli ussari della morte, per me almeno, è un feuilleton da due soldi, dove si sviluppano eventi senza capo nè coda.

    Di Rocambole ho letto poco, ma me lo ricordo: era stato solo un racconto, breve ma coinvolgente, in effetti.

    Non so se leggere i feuilleton aiuterebbe gli autori: può darsi, ma soprattutto dovrebbero leggere.

    Non basta fare dei colpi di scena e delle scene di movimento: bisogna saper conoscere l'uomo, la sua psicologia, la sua persona. E questo lo si può sapere solo leggendo i grandi autori: parlo degli autori russi, tipo Dostoevskij, o Tolstoj, o francesi come Dumas o Maupassant, o inglesi come Dickens o Stevenson (che avevano fatto molti romanzi famosi partendo da feuilletons). E così via.

    In un racconto, l'uomo, il lettore, vuole incontrare l'uomo, cioè se stesso. Quindi bisogna conoscere bene l'uomo per raccontarlo.

    Per questo bisogna leggere questi autori. Anche Omero, l'Odissea, la Divina Commedia.

    Anche i Vangeli e la Bibbia: anche se non ci credete, anche se non siete cristiani, troverete lo stesso lì TUTTO l'uomo. I suoi sogni, le sue aspirazioni, la sua rabbia, la sua gioia, il suo dolore, le sue paure, il suo amore, il suo odio.

    Leggere feuilletons, insomma, può andare bene, è un buon punto di partenza, ma non basta. Bisogna leggere molto, e leggere molti autori importanti, per poter raccontare (ma anche per poter conoscersi). Se no, si costruiscono racconti su niente. E non si ottiene niente.

    Nolitta, che era stato un narratore eccezionale, leggeva di tutto e aveva una grande cultura. Questa è la cosa che manca, infatti: la cultura. Senza questa, non si hanno le basi.
     
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