Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IN CERCA DI RAKOSI" (Joe7)

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    Zagor
    Zagor facciadilegno
    By joe 7 il 14 Dec. 2016
     
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    ZAGOR 617: IN CERCA DI RAKOSI (analisi di Joe7)
    (Precedente post qui.)

    Testi: Jacopo Rauch
    Disegni: Raffaele Della Monica

    617_1


    Zagor edizione originale Zenith: n. 668 (uscito nel 2016). Il numero reale di Zagor è 617. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 617.

    TRAMA

    La storia si interrompe bruscamente da dove l'abbiamo lasciata (con Ylenia Varga che cercava Rakosi, e Zagor che fa il punto della situazione con gli altri) per fare un flashback, in cui Jacques, il ragazzo che dà la caccia a Ylenia Varga insieme a Ferguson (e che abbiamo visto all'inizio della storia precedente) sogna una scena del passato, in cui suo fratello Antoine, che era un ussaro 1 della Francia, fu ucciso dai vampiri, e Jacques fu salvato a stento dall'intervento di Ferguson, che incontrò proprio in quell'occasione.

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    Ora Jacques e Ferguson sono arrivati a Darkwood per continuare la caccia a Ylenia Varga: da lì andranno a Greenville, visto che il vampiro Rakosi era comparso da quelle parti l'ultima volta e Ylenia vuole chiudere i conti con lui. Infatti, Ylenia era diventata un vampiro per colpa di Rakosi e lei vuole vendetta. Di conseguenza, Ferguson e Jacques sono sicuri di trovarla lì e alla fine ucciderla. Nel frattempo, Zagor, Cico, Metrevelic e alcuni uomini del villaggio raggiungono il forte abbandonato dei trappers, da dove l'"orrendo contagio" dei vampiri era iniziato. E' da notare che Zagor dice queste esatte parole mentre va al forte: un omaggio all'omonima storia di Castelli? In ogni caso, Zagor scopre delle tracce che portano alla villa dell'anziano Wilcox, proprietario di legname e allevatore di cavalli, che ora vive in una sedia a rotelle. Mentre si dirigono alla villa, Zagor si separa dal gruppo perchè pensa che siano seguiti. Infatti, incontra degli zingari e li affronta. Nel frattempo, Cico, Metrevelic e gli altri raggiungono Wilcox, che li imprigiona e fa bere a uno del gruppo del sangue di vampiro: infatti,il vecchio, per ritornare giovane, si è messo al servizio di un vampiro. Ma questo vampiro non è Ylenia Varga, nè Rakosi: infatti, c'è un terzo vampiro importante nei paraggi. E il sangue di vampiro, fatto bere a forza, essendo capace di trasformare gli uomini in vampiri, era stata la causa del contagio. E Wilcox, con l'aiuto degli zingari, era stato la causa scatenante di quel contagio.

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    Qui avviene uno dei passaggi più sconcertanti della storia: Zagor compare DOPO aver affrontato gli zingari, e si mette a ricordare cosa è successo combattendo contro di loro in una scena flashback. Senza contare che Zagor si avvicina poi alla casa di Wilcox e, sospettando qualcosa, rapisce uno degli uomini della villa per avere informazioni: ma anche qui non si vede Zagor che cattura l'uomo, la scena avviene DOPO la cattura. Sono delle decisioni incomprensibili in cui si eliminano le azioni del personaggio principale: è un grave errore di sceneggiatura.

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    Successivamente, mentre Zagor interroga il prigioniero, viene attaccato dai vampiri-trapper del forte abbandonato. Quando sta per essere sopraffatto, interviene Ylenia Varga che lo aiuta a sconfiggere i vampiri e, successivamente, lei succhia il sangue del prigioniero di Zagor e lo uccide davanti a suoi occhi. In questo modo la vampira ottiene le informazioni su Wilcox, avendo succhiato il sangue del servo: Zagor non approva, ma ormai lo sviluppo della storia è passato dalle mani di Zagor a quelle di Ylenia, che diventa da adesso in avanti la vera protagonista, con Zagor come comprimario.

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    Infatti, Cico e gli altri, ormai preda del loro ex-compagno diventato vampiro, vengono salvati dal servo di Ylenia, non da Zagor. E questo conferma quello che ho detto: Zagor da adesso non è più il protagonista. Comunque, con un espediente, Zagor fa scappare i cavalli dalla stalla, attirando l'attenzione di Wilcox e del suo aiutante, che vengono sconfitti: Wilcox è addirittura travolto dai suoi cavalli e muore. Come personaggio è stato da usa e getta: subito compare e subito scompare. Una volta liberati gli amici di Zagor, Ylenia racconta loro cosa sta succedendo: Rakosi è davvero vivo (se questa parola ha senso per un vampiro), ma non c'è lui dietro a questo contagio. Per ora Rakosi si sta riprendendo in una grotta e sta recuperando le sue forze: ma non è possibile trovarlo, nemmeno per Ylenia Varga. Il responsabile del contagio è il vampiro Kurt Svatek, un Ussaro prussiano di origine nobile che Rakosi tramutò in vampiro come Ylenia, molti anni fa.

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    Era il capitano degli Ussari chiamati "Teste di morto" per via del teschio con tibie incrociate sul colbacco dell'uniforme, ed era già crudele quando era umano. Il suo obiettivo è distruggere Rakosi mentre è ancora debole e prendere il suo posto come arcivampiro. Trasformare gli abitanti del villaggio in vampiri significava trasformarli nei suoi servi che potranno aiutarlo contro Rakosi. Il servo di Svatek, lo zingaro Sandor, cerca un uomo di nome Weber, che è legato a Rakosi. Quindi bisogna trovare il misterioso Weber prima che ci riesca il servo di Svatek. Sembra che Weber viva ad Haufax, un piccolo villaggio, sotto il nome di John Robertson, un trapper. Intanto, a Greenville, il sacerdote e altre persone sono attaccati dai vampiri di Svatek, ma vengono sconfitti dai cacciatori di vampiri Ferguson e Jacques, sempre alla ricerca di Ylenia.

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    Nel frattempo, in un trading post sul corso del fiume Black River attracca una nave da cui scendono gli ussari vampiri a cavallo, con Kurt Svatek a capo, che trucidano subito le persone laggiù.

    COMMENTO

    La storia si concluderà col prossimo numero, "Gli ussari della morte": chiaramente, dal titolo si capisce che la storia girerà attorno all'ussaro vampiro Kurt Swatek, non a Rakosi e Zagor. Si ha l'impressione quindi che Rakosi comparirà poco (siamo già a oltre metà della storia e lui non è nemmeno apparso di persona!). Senza contare che si sta mettendo troppa carne al fuoco: le linee narrative di Zagor-Cico-Metrevelic / Ylenia / Kurt Swatek / Rakosi / i cacciatori di vampiri Ferguson e Jacques / Wilcox (iniziata e finita in questo numero) sono materiale per un racconto fiume, non per una storia di tre numeri! Senza contare che ci sono due errori narrativi di fondo:

    1 - Zagor è messo da parte. Da protagonista diventa ora la "spalla" di Ylenia Varga, attorno alla quale tutta la storia gira: i cacciatori di vampiri cercano lei, lei cerca Rakosi, lei vuole fermare Swatek perchè Rakosi è affar suo, lei dà le indicazioni a Zagor, lei salva Cico e gli altri attraverso il suo servo. Questa è un'avventura della "Vampira Ylenia Varga e il suo servo Zagor". Zagor qui è un comprimario, non il protagonista: lo si vede anche dal fatto che le sue azioni vengono addirittura saltate o raccontate in flashback, come se fossero delle inutili appendici. Eppure, Zagor dovrebbe essere il protagonista!

    2 - La "vampira buona": un'assurdità. Se vogliamo fare un fumetto umoristico, ci può stare un "vampiro buono". Nei manga questo succede spesso: "Karin" o "Rosario + Vampire". Ma questa è una storia di Zagor che parla di vampiri veri, che succhiano il sangue, uccidono e detestano la croce e il Crocifisso! Cioè, sono caratteristiche demoniache, di chi odia il bene e la bontà, di chi ama le tenebre e odia la luce. In questo contesto, che senso ha avere una "vampira buona" come Ylenia Varga? Capisco che possa sembrare affascinante una cosa così, ma è un controsenso. Anche Ylenia teme le croci e il Crocifisso. Quindi è una creatura delle tenebre, e non ha senso farla agire come se fosse "un pò buona, dopotutto". I vampiri reali non sono buoni. La scena qui sotto non dà molti dubbi sulla vera natura di Ylenia: quindi non ha senso considerarla un "vampiro buono", che è una contraddizione di termini.

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    POSTILLA: ZAGOR FACCIA DI LEGNO

    Quello che mi ha colpito di più qui è il volto di Zagor. Anche se Della Monica è bravo a disegnare, commette lo stesso errore di molti disegnatori attuali di Zagor. Infatti, lo disegna praticamente senza espressioni, impassibile come una faccia di legno. Un amico lo saluta? Osserva il tramonto? Arriva uno che vuole ammazzarlo? Ha davanti a sè degli zingari ostili con tanto di coltello? Arrivano dei vampiri che gli vogliono succhiare il sangue? Bè, Zagor ha sempre la stessa espressione. Provate a coprire i balloon delle vignette e poi fatemi sapere se scoprite la vignetta dove Zagor vede che stanno arrivando da lui dei vampiri assetati di sangue. In tutte queste situazioni ha sempre la faccia di uno che sta per farsi un cappuccino al bar. Non c'è la minima traccia di drammaticità, o almeno di emozione. E parliamo del personaggio principale, non di un personaggio secondario: quindi, il personaggio da disegnare con una cura maggiore degli altri!

    617-6

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    Qui siamo anni luce dalle emozioni e dalla drammaticità espressi nei primi piani dello Zagor di Ferri!

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    1 Ussaro: militare di cavalleria. E' un ordine militaresco di origine mitteleuropea: ungheresi e soprattutto polacchi. L'ordine degli Ussari fu creato anche in Francia, durante l'Ancién Regime. Antoine all'inizio canta una marcia napoleonica, e per questo è criticato dal fratello, perchè in quel periodo Napoleone era stato spodestato e mandato in esilio: siamo quindi ai primi anni dell'800, che è il periodo di Zagor. Tuttavia, non mi sembra una buona idea cercare di definire Zagor a livello storico: per sua natura, questo tipo di storie dovrebbero stare in un indistinto inizio '800, senza eccessivi riferimenti storici che rendono Zagor sempre meno credibile e sempre più assurdo.

    (Continua qui.)

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 22:58
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    Effettivamente è un numero davvero divagatorio, soprattutto per la storia del tipo in carrozzella. Non mi ha preso molto ed ho trovato la sua lettura davvero veloce. Purtroppo da un pò a quanto pare le storie devono andare a cento allora. Boh! Come mi successe per "Mefisto" 14 anni prima, non mi è venuta voglia di prendere il numero conclusivo! Purtroppo la finaccia narrativa di Rakosi a questo punto la temevo! Sic!

    " nessuno sa più usarlo."

    Concordo anch' io su questo punto. Come hai scritto il nostro è una delle componenti del successo di Zagor ed è un peccato vederlo molte volte defilato. Peccato perché prima molti erano riusciti a gestirlo bene. Boh!
     
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    CITAZIONE (Francesco Romani @ 24/12/2017, 15:43) 
    Effettivamente è un numero davvero divagatorio, soprattutto per la storia del tipo in carrozzella. Non mi ha preso molto ed ho trovato la sua lettura davvero veloce. Purtroppo da un pò a quanto pare le storie devono andare a cento allora. Boh! Come mi successe per "Mefisto" 14 anni prima, non mi è venuta voglia di prendere il numero conclusivo! Purtroppo la finaccia narrativa di Rakosi a questo punto la temevo! Sic!

    " nessuno sa più usarlo."

    Concordo anch' io su questo punto. Come hai scritto il nostro è una delle componenti del successo di Zagor ed è un peccato vederlo molte volte defilato. Peccato perché prima molti erano riusciti a gestirlo bene. Boh!



    Qui Rauch commette lo stesso errore di Boselli: inserire centocinquantatrè personaggi e farli interagire, morire, apparire, sparire, con flashback vari sul personaggio X o Y, divagazioni infinite e perdita del centro, cioè dello scopo principale della storia. Si va a caccia di Rakosi per ucciderlo definitivamente? Se ci aggiungi Ylenia, Kurt Svatek, il tizio che forse sa dov'è Rakosi ma ha un nome che forse non è quello, i tizi che passano e hanno uno scopo che non si capisce quale sia, cacciatori di vampiri vari, Orestolo il Papero, Furia cavallo del West, eccetera, con questo bailamme, più che fare una storia, si fa un gomitolo di spago.

    Ah, e si dimenticano anche di prendere Rakosi, che praticamente non compare per tutta la storia. Se volete leggere una storia che vi prende in giro, questa è perfetta.
     
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    Buon anno a Joe e agli altri amici che ci leggono!
    La copertina di Piccinelli qui è sbagliata secondo me.
    Il bravo disegnatore commette spesso l'errore di raffigurare Zagor in posa tipo spot pubblicitario/cosplayer.
    Prendiamo questa situazione, ad esempio. Il titolo, "In cerca di Rakosi" e la scenografia scelta con un bell' angolo di inquadratura da Piccinelli suggeriscono l'idea che Zagor debba addentrarsi in un luogo sconosciuto, alla ricerca di un nemico mortale. Come avrebbe realizzato Ferri la sua immagine? Sicuramente una delle due. Se non avesse ancora visto il vampiro, avrebbe disegnato uno Zagor guardingo, che avanza proteggendosi contratto con la scure sollevata. Se si fosse accorto della sua presenza ( la scelta di Piccinelli), avrebbe sicuramente avuto uno sguardo spaventato, magari con la bocca spalancata, comunque avrebbe avuto un'espressione molto drammatica!
    Come lo disegna invece l'attuale copertinista? Slanciato, con il petto in fuori, la scure abbassata, un viso concentrato sì, ma come quello di un tennista che osserva l'avversario...dov'è la drammaticità della scena? Vi sembra che stia per affrontare un duello all'ultimo sangue?
    È un errore grave, perchè la copertina è il primo elemento che un lettore giudica!
     
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    Buon anno a tutti! ^_^

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    Sono d'accordo con quello che dici: è anche quello che viene detto un pò da tutti, i disegni di Piccinelli per le copertine mancano di quella drammaticità e partecipazione che Ferri sapeva dare. Non basta essere bravi disegnatori per fare delle belle copertine: bisogna saper cogliere l'attimo, la sensazione, il momento. Se non si è capaci di farlo, è inutile essere anche meglio di Michelangelo: non si trasmette l'emozione. Ferri con una sola copertina ti faceva venire voglia di leggere la storia, per dire. E ci sono delle copertine indimenticabili realizzate da autori del fumetto che rimangono impresse ancora oggi. Fare le copertine è un'arte.

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