ZAGOR 397-399: VAMPYR (analisi di Ivan e Joe7)Testi: Mauro Boselli
Disegni: Raffaele Della Monica
Zagor edizione originale Zenith: n. 448, 449, 450 (usciti nel 1998). I numeri reali di Zagor sono:
397,398, 399. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 397, 398, 399.
TRAMAYlenia Varga, una vampira, al cui servizio ha degli uomini lupo chiamati
farkaskoldoi, dopo aver attaccato una locanda in Europa dove era presente Manfred, il fidanzato di Frida (l'amore di Zagor nella
"Marcia della disperazione"), e dopo averlo ridotto a vampiro, raggiunge l'America per catturare il cacciatore di vampiri Ferenc Korasi, discendente di Rakosi, il vampiro nemico di Zagor. Korasi chiede aiuto a Zagor ma viene catturato comunque; mentre Zagor dà la caccia a Ylenia, incontra Frida, che era arrivata in America, dopo quello che era successo a Manfred, per chiedere aiuto a Zagor. Ylenia raggiunge Rakosi nel suo nascondiglio per consegnargli Korasi e così guadagnare il suo favore. Ma il suo vero scopo è ingannare Rakosi e ucciderlo, perchè fu lui a trasformarla in vampira. Con l'arrivo di Zagor, Frida e degli altri, alla fine Rakosi finisce tra le fiamme e Ylenia si allontana.
COMMENTO (Ivan)Storia convulsa e pretenziosa. Non mi ha convinto per nulla. Innanzitutto, Boselli butta troppi elementi sul fuoco, un po' alla rinfusa, senza equilibrarli fra loro; il risultato è che la vicenda sembra procedere più per
accumulazione di spunti, piuttosto che per
sviluppo narrativo (ma questo è tipico di molte storie di Boselli. E' uno
stile? Sì, ma non mi convince lo stesso).
PREGIL'inizio “europeo” è promettente, con una buona suspense. Boselli dimostra grande cura delle locations e dei riferimenti storici. Non ci sono tempi morti, e la storia procede con un discreto ritmo narrativo (purtroppo Boselli confonde spesso
l'Azione con
l'Agitazione, ma diamogliela buona). Ben riuscito il personaggio di
Ylenia Varga, sia per presentazione che per caratterizzazione. Era chiaro che Boselli intendeva creare un nuovo
villain da poter riutilizzare anche in futuro.
DIFETTIRakosi è la nota più dolente. Il “vecchio” Rakosi è stato smantellato e ricostruito in una versione del tutto nuova di cui conserva solo il nome. Un
ammodernamento può anche essere accettabile...però mantenendo INTATTI quelli che sono i tratti distintivi di un personaggio. Questo Rakosi, invece, è irriconoscibile: un buzzurro che non fa altro che sghignazzare e parlarsi addosso di quanto è forte e temibile, manco fosse uno di quei burinissimi avversari di
Dragonball. Del raffinato nobile di Nolitta e del lugubre
reclutatore-di-adepti di Castelli non c'è più traccia.
Sprecatissimo il ritorno di
Frida Lang in un contesto del tutto
ESTRANEO a quello che l'aveva fatta entrare nel cuore degli zagoriani. Decisamente inadeguata alla parte; appiccicarla in una storia
horror la priva di tutto il fascino che si era conquistata in una vicenda
realistica. Provate a rileggervi
“La marcia della disperazione” tenendo a mente che
quella Frida diventerà poi la promessa sposa di un vampiro e dovrà affrontare lupi mutanti e mostriciattoli assortiti...Personalmente mi cascano le braccia. L'importanza della sua figura nell'universo zagoriano è peraltro qui soffocata da un troppo fitto numero di altri comprimari, relegandola a poco più di una comparsa. Insomma, qui Frida è stata proprio buttata via; un
jolly sprecato per prendere un due di picche.
Il servitore umano di Ylenia,
Boris, è una figura davvero molto interessante: chi è? Perchè un umano decide spontaneamente di legarsi a un vampiro? Quale è il retroscena della sua fedeltà a Ylenia? Ma, nell'insieme, la sua definizione resta appena abbozzata. Meritava maggiore approfondimento psicologico e maggiore peso all'interno della storia.
Anche
Elspeth dovrebbe essere un comprimario di rilievo...invece in definitiva il suo apporto alla storia è quello di un qualsiasi altro vampirizzato. Per tanto così, era inutile dedicare tanto spazio alla sua presentazione
pre-vampirizzazione. Peraltro, nel confusissimo finale scompare di netto dalla narrazione e nessuno sa che fine abbia fatto.
Mi lascia perplesso pure il personaggio della vecchia pazza che ospita Rakosi nella ghost town, che - per chissà quale motivo - ha scambiato Rakosi per il suo
scomparso marito John. E magari scambierebbe pure Molok per suo nipote Gianfilippo, e l'Uomo lupo per la sua bisnonna di Pescara? Boh. Un personaggio bizzarro buttato lì nel mucchio, assieme a tutti gli altri. Poteva essere accattivante...ma risolto solo
così, senza nessun approfondimento o senza che la sua follia abbia un preciso ruolo nella narrazione...a parte il provocare l'incendio finale, ma quello si poteva benissimo provocare in diecimila altri modi. Insomma, la vecchia pazza risulta essere solo l'ennesima comparsa buttata nel
grande minestrone boselliano. Un minestrone in cui i sapori dei singoli ingredienti si mischiano tutti insieme senza criterio, sfociando alfine in un piatto pesante e indigesto.
Gli elementi horror & magici si susseguono a piene mani e a ritmo incessante: vampiri, licantropi, spettri, pentacoli, incantesimi, amuleti...ARGH! Boselli sembra ignorare una regola fondamentale della
Costruzione Drammatica:
un elemento sovrannaturale fa effetto SOLO quando è contornato da elementi assolutamente realistici - e quindi spicca PROPRIO per la nettezza di questo contrasto (vedi ad es.
“Angoscia”). Ma se un elemento horror è circondato da una miriade di ALTRI elementi horror, il valore di ogni singolo elemento si appiattisce senza creare un
climax rispetto agli altri. L'impressione è che Boselli cerchi troppo spesso
l'effettaccio meramente visivo, a discapito del brivido indotto invece per
suggestione psicologica (“VENERDI 13” contro “SHINING”, per fare un paragone cinematografico).
Il
finale è tirato via di fretta. La “morte” di Rakosi è poco significativa (una banale caduta tra le fiamme mentre lancia l'ennesima minaccia da sborone). Troppo facile prevedere che, da una morte così insulsa e poco credibile, prima o poi il personaggio verrà senz'altro ripescato. Gli altri coprotagonisti muoiono come mosche giusto perché...
mancavano poche pagine alla chiusura dell'albo. Una serie di morti
forzate in successione, non molto giustificate dalle situazioni narrative. E quando ci sono troppe morti ravvicinate, ognuna toglie importanza all'altra.
I
dialoghi...Santo cielo, qui a volte sono proprio una tortura. Ok, scrivere dei dialoghi accattivanti è difficile...ma ciò non giustifica il ricorrere (spesso) a
banalità per lettori dodicenni.. Evito di elencare esempi, altrimenti ci passo la nottata. I dialoghi sono
importanti: una battuta sbagliata può castrare l'effetto drammatico di un'intera sequenza. Boselli dovrebbe lavorarci sopra di più, o quantomeno farli leggere a qualcuno
prima della stesura definitiva dello
script, per verificarne l'efficacia. Questo almeno per il mio modo di intendere un fumetto-scritto-in-modo-veramente-tosto, obviously. Se poi a qualcuno piace come parlano i personaggi in
questa storia, buon pro; significa che abbiamo pretese differenti.
DISEGNIDella Monica è bravo...ma molte volte
toppa nell'espressività dei personaggi, che non riflettono le sensazioni della situazione che stanno vivendo. Inoltre, il suo Rakosi è inguardabile: le fattezze del vampiro sono completamente
rifatte, come se gli fossero state descritte “a voce” senza mai aver visto il Rakosi di Ferri. Okay, la sua ispirazione al
Dracula di Gene Colan è palese...ma rimane il fatto che, in tal modo, allo stravolgimento
caratteriale di Rakosi si è aggiunto anche il suo stravolgimento
grafico. Così dell'affascinante Rakosi originario è rimasto solo il nome.
Cui prodest 1, alla fine di tutto questo rivoluzionamento?
Storia:
6 (politico)
2Disegni:
7-----------------------------------------------
POST-COMMENTO: ZAGOR FACCIA DI LEGNO (Joe7)Prima di passare all'analisi della storia, vorrei parlare di quello che mi ha colpito di più:
il volto di Zagor. Anche se Della Monica è bravo a disegnare, commette lo stesso errore di molti disegnatori attuali di Zagor. Infatti, lo disegna
praticamente senza espressioni, impassibile come una faccia di legno. Un amico lo saluta? Osserva il tramonto? Arriva uno che vuole ammazzarlo? Ha davanti a sè degli zingari ostili con tanto di coltello? Arrivano dei vampiri che gli vogliono succhiare il sangue? Bè, Zagor ha sempre
la stessa espressione. Provate a coprire i balloon delle vignette e poi fatemi sapere se scoprite la vignetta dove Zagor vede che stanno arrivando da lui dei vampiri assetati di sangue. In tutte queste situazioni ha sempre la faccia di uno che sta per farsi un cappuccino al bar. Non c'è la minima traccia di drammaticità, o almeno di emozione. E parliamo del
personaggio principale, non di un personaggio secondario: quindi, il personaggio da disegnare con una cura maggiore degli altri!
Qui siamo anni luce dalle emozioni e dalla drammaticità espressi nei primi piani dello Zagor di Ferri!
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1 "cui prodest?": a chi giova?
2 "6 politico"? Ivan è troppo buono: uno zero tondo io ce lo avrei messo.
QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 22:50
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