Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL FANTE DI PICCHE" (Ivan)

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    By joe 7 il 17 Oct. 2017
     
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    ZAGOR 46-48: IL FANTE DI PICCHE (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 97-99 (usciti nel 1969). I numeri reali di Zagor sono: 46-48. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor invece seguono la numerazione reale, in questo caso 46-48.

    TRAMA

    Cico viene sospettato di essere il fantomatico delinquente "Fante di Picche", abile trasformista, che tormenta la città di Corbin. Zagor è costretto a trovare in breve tempo il vero colpevole, ma sarà in'impresa difficile.

    COMMENTO

    Leggero passo indietro nell'evoluzione stilistica di Nolitta: qui, infatti, si riscontrano ancora certe ingenuità narrative che sembravano superate nelle ultime storie, ma, nel complesso, l'episodio è godibile, sostenuto dal grande pathos che Nolitta riusciva a conferire anche a storie dall'impianto non solidissimo.

    PREGI

    Qui Zagor è alle prese con un nemico “trasformista”, una nemesi abbastanza classica nel mondo dei fumetti (tipo Diabolik, il Camaleonte, Gommaflex, o il texiano Proteus). A dire il vero il retroterra psicologico del personaggio (l'ossessione per una partita a poker persa, e il conseguente desiderio di rifarsi) non è del tutto convincente, tuttavia è proprio la singolarità del suo movente a caratterizzarlo in modo perlomeno...originale. Nolitta riesce ad imprimere un buon ritmo alla storia, tanto da far passare in secondo piano molte delle debolezze dell'impianto di fondo (che senza questa briosità della narrazione sarebbero risaltate in misura molto maggiore). La morte del boscaiolo Mesevic è toccante, molto “nolittiana”. Una lunga sequenza in cui traspare molto bene il suo istinto di autoconservazione pur partendo da una situazione disperata. E anche morente, riesce a rivelare a Zagor il nascondiglio del Fante di Picche.

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    In quest'episodio Zagor si fa beffare varie volte da un nemico di poco spessore. C'è chi considera questi comportamenti ingenui di Zagor come un difetto; io li annovero tra i pregi, essendo un modo efficace di presentare uno Zagor fallibile e imperfetto (le toninellate sono tutta un'altra cosa...).

    DIFETTI

    Lo sceriffo è un personaggio piuttosto indefinito e difficile da inquadrare. Soprattutto, appare incostante e contraddittorio: alterna in continuazione comportamenti da goffa macchietta a comportamenti da sceriffo “serio”. E, nel finale, Zagor gli fa pure due occhi neri senza che reagisca (come dire: un civile è autorizzato a malmenare impunemente uno sceriffo, se dimostra che aveva torto. Tutto perfettamente normale?)

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    Molti dei travestimenti di Allyson (il Fante di Picche) sono improbabili. Anche dando per scontato che riesca ad imitare le voci, non può certo ridurre la propria statura (tipo quando impersona lo sceriffo). Va comunque riconosciuto che questo tipo di implausibilità era accettabile per la cultura dei lettori dell'epoca, ed era comune a quasi tutti i personaggi “trasformisti”.
    Difficile digerire la scena in cui Zagor, mentre sta per finire affogato nel mulino, si libera dai legami...strappando le corde con la sola forza delle braccia! Ricorda la scena analoga (altrettanto forzata) vista in "Sulle orme di Titan". E a questo punto viene da chiedersi: perché Zagor, ogni volta che è legato, non spezza le corde semplicemente tendendo i muscoli?
    Lo scontro finale è piuttosto fiacco: Allyson accenna ad una reazione estraendo una derringer, e Zagor lo liquida con due ceffoni. Assolutamente nulla di epico, rispetto alle premesse lungamente costruite. Insomma, dopo un inseguimento durato giorni e con tanti morti ammazzati, alla prova dei fatti il terribile Fante di Picche si rivela un pivello senza risorse, tanto che Zagor gli si presenta di fronte spavaldo e sicuro di poterlo stendere senza timore di trucchi o reazioni. Un bello scontro corpo-a-corpo secondo me qui ci stava bene, ma pazienza. (nota di Joe7: è vero quello che hai detto, ma Nolitta ha raffigurato il Fante di Picche come un vigliacco: una persona che si nasconde dietro tante maschere non è certo un tipo coraggioso. Quindi, secondo me, ci sta: Diabolik, il trasformista, non mi è mai sembrato un tipo coraggioso, ma piuttosto un tipo infido, e quindi che sa un pò di vigliacco)

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    DISEGNI

    Poco da dire; un Ferri pre-golden age in ottima forma. Molto suggestiva la resa grafica della sequenza in cui il mulino viene sommerso.

    Storia: 7
    Disegni: 9

    QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:29
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    Sto leggendo la storia sui volumi della Gazzetta.
    Il Fante di Picche é un villain interessante: un trasformista con l'ossessione per una carta da gioco, con cui parla come se fosse una persona vera.
    Come sempre, Nolitta riesce ad inserire simpatiche sequenze comiche, che spezzano la tensione del racconto (la sequenza con l'ubriacone che si traveste, gli incidenti causati da Zagor mentre tenta d'impedire l'ultimo colpo del Fante di Picche).
    Ben riuscito il personaggio di Mesevich il boscaiolo, che diventa in breve tempo una presenza familiare, senza fare granché e la cui fine tocca il cuore del lettore.
    Lo sceriffo é un personaggio che descriverei così: un uomo della legge che svolge il suo compito, anche con mezzi non proprio giusti (vedi il suo ricatto per farsi aiutare da Zagor); e le sequenze con Cico in prigione sono un meritata punizione.
    La sequenza di Zagor prigioniero nel sotterraneo che si allaga é un classico cliché, anche se il fatto di liberarsi spezzando le corde un poco stona, visto che lo stesso fante aveva detto che "gli anelli e le corde che ti tengono legato sono le uniche cose solide di questa scalcinata costruzione".
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 28/3/2021, 12:11) 
    Sto leggendo la storia sui volumi della Gazzetta.
    Il Fante di Picche é un villain interessante: un trasformista con l'ossessione per una carta da gioco, con cui parla come se fosse una persona vera.
    Come sempre, Nolitta riesce ad inserire simpatiche sequenze comiche, che spezzano la tensione del racconto (la sequenza con l'ubriacone che si traveste, gli incidenti causati da Zagor mentre tenta d'impedire l'ultimo colpo del Fante di Picche).
    Ben riuscito il personaggio di Mesevich il boscaiolo, che diventa in breve tempo una presenza familiare, senza fare granché e la cui fine tocca il cuore del lettore.
    Lo sceriffo é un personaggio che descriverei così: un uomo della legge che svolge il suo compito, anche con mezzi non proprio giusti (vedi il suo ricatto per farsi aiutare da Zagor); e le sequenze con Cico in prigione sono un meritata punizione.
    La sequenza di Zagor prigioniero nel sotterraneo che si allaga é un classico cliché, anche se il fatto di liberarsi spezzando le corde un poco stona, visto che lo stesso fante aveva detto che "gli anelli e le corde che ti tengono legato sono le uniche cose solide di questa scalcinata costruzione".

    La liberazione di Zagor è una licenza poetica: il protagonista se la deve sempre cavare. La si può spiegare con la forza di Zagor che è superiore alla media e che il fante di Picche ha sottovalutato. Per il resto sono d'accordo.
     
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    Finito.
    Personalmente trovo giusto che Zagor abbia sconfitto facilmente il Fante di Picche, in quanto, essendo quest'ultimo un villain che basa le sue imprese sull'astuzia, non avrebbe potuto reggere uno scontro fisico con Zagor.
    La scena in cui Zagor fa gli occhi neri allo sceriffo é un modo simpatico per dimostrare come lui mantenga sempre la promessa di una meritata punizione ( e diciamolo...lo sceriffo un poco se lo meritava).
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 3/4/2021, 16:17) 
    Finito.
    Personalmente trovo giusto che Zagor abbia sconfitto facilmente il Fante di Picche, in quanto, essendo quest'ultimo un villain che basa le sue imprese sull'astuzia, non avrebbe potuto reggere uno scontro fisico con Zagor.
    La scena in cui Zagor fa gli occhi neri allo sceriffo é un modo simpatico per dimostrare come lui mantenga sempre la promessa di una meritata punizione ( e diciamolo...lo sceriffo un poco se lo meritava).

    I trasformisti in genere non sono mai dei forzuti: una volta scoperti, vengono pestati. Perchè il cuore della loro forza non è il fisico, ma la loro capacità di trasformarsi: persa quella, non hanno più nulla. Lo stesso discorso si potrebbe fare per il trasformista nemico di Tex, Proteus.

    E' vero che lo sceriffo quei cazzotti un pò se li meritava. Dopotutto voleva condannare Cico, pur sapendo che lui era innocente. Anzi, di norma, per aver fatto una cosa del genere - cioè usare la giustizia per i suoi propri scopi - avrebbe dovuto essere destituito. Ma, visto che, in fondo, lo sceriffo non voleva davvero condannare Cico ma solo costringere Zagor ad aiutarlo, qui vanno bene solo un paio di cazzotti nello stile zagoriano. ^_^
     
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