ZAGOR 48-49: L'UOMO LUPO (analisi di Ivan)Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 99-100 (usciti nel 1969). I numeri reali di Zagor sono: 48-49. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancora oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 48-49.
TRAMAMentre Zagor e Cico attraversano le montagne di Stormy Pass per ritornare a Darkwood, vengono a sapere dell'esistenza di un misterioso uomo lupo che terrorizza i paesi della zona. Indagando, fanno la conoscenza del professor
Stubb, che sta facendo delle indagini su questa storia e chiede di aiutarli. Ma l'uomo lupo è lo stesso Stubb, che cerca di trovare una cura per il suo stato: mentre raccoglie fiori di aconito, che contengono sostanze capaci di curarlo, e Cico lo aiuta nel lavoro, si accorge troppo tardi che è la luna piena e si trasforma. Zagor arriva in tempo per fermarlo: era riuscito a sapere la verità leggendo per caso il diario di Stubb. Dopo una breve lotta, l'uomo lupo muore cadendo in un crepaccio.
COMMENTOEpisodio che rappresenta una delle prime incursioni zagoriane nel genere horror, un filone di cui in seguito si abuserà fin troppo spesso e con poco senso della misura. Pur risentendo di una certa datazione (1969), la storia rimane comunque godibile, con momenti di grande atmosfera (soprattutto nella
prima parte, quando il mostro rimane ancora una presenza soltanto “suggerita”).
PREGISpassosa la gag iniziale di Cico al forte militare, dove millanta di conoscere i parenti dei soldati per scroccargli il rancio, finché non viene smascherato e riempito (giustamente) di botte. La scena dell'assedio dei lupi è pura
storia zagoriana, compresa la gag di Cico delle cartucce di liquirizia (vero
humor nero, data la drammaticità della circostanza). Ben riuscita la sequenza dell'arrivo di Zagor e Cico alla casa dei
Marwick, dove vengono accolti a fucilate, come pure il
flashback del primo avvistamento dell'uomo lupo nella vallata (flashback dettagliato e ricco di tensione).
Stubb non è un personaggio particolarmente caratterizzato, ma è funzionale al ruolo. Fin troppo scontato che fosse lui il mostro, dato che non erano stati presentati altri comprimari sospettabili...tuttavia, Nolitta depista abilmente il lettore con la trovata del “doppio uomo-lupo” che in teoria dovrebbe scagionare Stubb (essendo arrivato a Stormy Pass solo DOPO i primi avvistamenti del licantropo). Buono il primo scontro tra Zagor e l'uomo lupo, che si rivela un avversario quasi invincibile.
DIFETTIGraficamente, l'uomo lupo sembra più che altro uno scimmione. D'accordo; Donatelli ha rispettato il modello del film
"L'uomo lupo" del 1941, ma il mostro rimane lo stesso poco spaventoso e poco “lupo”.
Difficile chiudere un occhio sulla trovataccia del
diario rivelatore scovato per puro caso. Diamine; c'è mistero fitto sull'identità del mostro, le indagini sono ad un punto morto...e a Zagor si presenta la soluzione bell'e servita su un diario trovato aprendo un libro a casaccio tra i 10.000 altri della biblioteca di Stubb?! Mah. Con tutta la buona volontà, questa è difficile digerirla. Inattendibile la sequenza in cui Stubb va a raccogliere l'aconito con Cico...
scordandosi completamente che quella sera c'è luna piena! La
PRIMA preoccupazione di Stubb, dopo il contagio, dovrebbe essere appunto quella di
tenere d'occhio i cicli lunari. Palese. Invece se ne “dimentica” e va tranquillamente a raccogliere fiorellini col suo ospite. La scena della sua trasformazione sotto gli occhi di Cico è di grande effetto, ma poteva essere motivata da premesse più
solide rispetto ad una banale (e improbabile) “sbadatezza” nel tenere a mente il ciclo di plenilunio.
Lo scontro finale appare piuttosto sbrigativo. Il licantropo non si dimostra un avversario così temibile come le premesse lasciavano credere, e viene sistemato con quattro cazzotti come fosse un qualsiasi brigante da strada.
La scena del mostro sospeso sul dirupo è azzeccata, ma ci si poteva giungere in modo più avvincente. Nel finale, Zagor si presenta in paese con la carcassa di un grosso lupo millantandolo per il responsabile delle uccisioni, in modo da esorcizzare le paure degli abitanti. Assai improbabile che i paesani si bevano la panzana del lupo omicida...dopo che
"almeno una decina di abitanti ebbero occasione di scorgerlo" (cit.) Insomma, questi 10 testimoni oculari dovrebbero ammettere di aver scambiato un banale lupo semivestito e che cammina eretto sulle zampe posteriori per una creatura soprannaturale. Ok, una implausibilità secondaria a cui si può passare sopra.
DISEGNISu Donatelli potrei dire sempre la stessa cosa, dato che il suo stile non si è mai evoluto più di tanto: freddamente efficace, senza lode né infamia, da prendere così com'è coi suoi pregi & difetti. Qui è ancora
acerbo in certi dettagli che, in seguito, correggerà: come, ad esempio, le ORECCHIE, sempre troppo grandi nei primi piani, che ammazzano l'espressività dei personaggi, soprattutto quella del licantropo, le cui orecchie a sventola contribuiscono a farlo assomigliare ad un gorilla. Inoltre, in questa fase sembra aver ancora paura ad usare le
campiture di nero: si veda il primo scontro tra Zagor e l'uomo lupo, che sembra svolgersi in pieno giorno. Atmosfera notturna pari a quasi ZERO (che per una storia horror sarebbe il
minimo da pretendere).
STORIA:
7,5DISEGNI:
7QUI TUTTI GLI ALTRI LINK SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:29
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