Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "L'UOMO VOLANTE" (Joe7, Ivan)

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    Zagor
    By joe 7 il 14 Sep. 2018
     
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    ZAGOR 2-3: L'UOMO VOLANTE (analisi di Joe7 e Ivan)

    Testi: Gallieno Ferri
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 53-54 (usciti nel 1965). I numeri reali di Zagor sono 2 e 3. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 2 e 3. La storia "L'uomo volante" fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 8, 9 e 10 della prima serie, anno 1961. Successivamente furono raccolti nel 1965 negli albi 2 e 3 di Zagor.

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    TRAMA

    Zagor e Cico trovano un uomo dato in pasto alle formiche rosse e lo liberano, portandolo al forte: si tratta dell'unico sopravvissuto di una carovana attaccata da persone misteriose. Prima che possa dire altro, viene ucciso da una punta avvelenata lanciata con la cerbottana da un indiano di bassa statura che si era infiltrato nel forte e poi era fuggito. Il capitano del forte spiega a Zagor che finora sono scomparse tre carovane in quel modo: nella prossima ci sarà sua nipote, Norma. Zagor vuole tenere d'occhio la carovana successiva e si ritira nella sua capanna, nell'attesa della partenza. Ma Cico viene catturato dagli indiani pigmei e viene ipnotizzato da Marcus, un ex-trapezista capace di volare grazie al suo costume e che comanda agli indiani pigmei in una valle sopra gli alberi. Sotto l'effetto dell'ipnosi, Cico cerca di uccidere Zagor con un'ascia, ma Zagor sopravvive all'attentato e Cico ritorna in sè. Nel seguire la carovana, Zagor e Cico si imbattono in varie trappole e persino in pipistrelli vampiri. La carovana viene assalita e Zagor arriva tardi: le tracce vanno fino ad uno stagno torbido, dove non si vede nulla. Zagor e Cico vengono attaccati dagli indiani nani e da Marcus e alla fine vengono catturati, mentre Norma, l'unica sopravvissuta al massacro, viene ipnotizzata da Marcus perchè diventi la sacerdotessa degli indiani. Cico sta per essere gettato in pasto ai coccodrilli, ma Zagor, che si era liberato, lo salva e attacca Marcus: con la sconfitta di Marcus, anche Norma è libera. Zagor ordina agli indiani pigmei di ritornare nelle loro terre.

    COMMENTO

    Una storia sviluppata in modo grezzo e sbrigativo, ma comunque avvincente. In questa storia ci sono diversi primati: per esempio, compare il primo avversario "particolare" di Zagor, Marcus, con dei poteri e delle capacità sopra la norma, precursore dei vari Molok, Supermike e compagnia. Cico canta per la prima volta una delle sue canzoncine mentre si prepara a fare un arrosto del pecari che Zagor aveva catturato (il pecari è un animale simile al cinghiale): “Ho percorso mille miglia / sono stanco di remare / or lo stomaco consiglia / che è il momento di mangiare. / Or mi scelgo un bel cosciotto / dal sapore prelibato / che mi sbaferò, ben cotto / sotto forma di stufato!"

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    Un altro primato è il fatto che qui compare la prima donna che viene salvata da Zagor: Norma. E' solo una bella presenza e null'altro, ma nella sua fase embrionale è la precursora delle varie Frida, Virginia e Margie.

    Marcus, per certi versi, ricorda Mefisto, il nemico di Tex, pur senza averne minimamente il carisma: ha gli stessi baffetti e lo stesso pizzo, ha le stesse capacità ipnotiche e lo stesso passato circense (per essere precisi, Mefisto non era in un circo, ma in una comitiva di teatranti girovaghi: non facciamo i pignoli, però). Inoltre, comanda degli indianini senza nome (non si sa neanche a che tribù appartengano i nani) e mai visti prima, come gli Hualpai di Mefisto: e, come gli Hualpai, gli indianini di Marcus usano anche loro le cerbottane. Il fatto di aver ipnotizzato Cico perchè uccida Zagor ricorda la stessa scena in cui Mefisto ipnotizza Kit Carson e Kit Willer per uccidere Tex.

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    Le improbabilità in questa storia sono semplicemente innumerevoli: per esempio, una tribù di indiani nani che vive su un accampamento sulle cime degli alberi è roba da delirio. Inoltre, Marcus non può volare. Senza contare che Zagor in questa saga cade dagli alberi almeno tre o quattro volte e finisce sempre sul morbido, mentre Marcus, l'unica volta che cade, si spatafatascia per terra. Una pessima fine per un uomo volante. Al contrario, Zagor riesce a volare tenendo per le zampe il condor di Marcus: tra l'altro, ecco un'altra improbabilità. Non è possibile infatti che un condor, che peserà sì e no 10 chili, sorregga in aria i 70-80 chili di Zagor. La scena del condor mi sembra comunque un prototipo della mitica scena conclusiva di IL RE DELLE AQUILE, anche se Nolitta la risolverà con ben altro pathos, ovviamente.

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    Le scene indimenticabili anche qui sono una marea. Ma quella che resta più impressa è la scena in cui Zagor abbatte con un pugno solo una fila di indiani nani come fossero dei birilli. Wow.

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    Flora e fauna caratteristica: in questi primi numeri c'è una varietà di animali a Darkwood da far invidia allo zoo. Si comincia con un pecari, poi con: formiche rosse, pipistrelli vampiri, serpenti, caimani, condor e avvoltoi. Senza contare la presenza di PALME DI NOCI DI COCCO, di cui una di esse viene buttata addosso a Norma da Zagor per impedire il sacrificio di Cico. Fenomenale.

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    La storia ha diversi aspetti discutibili:
    - Perchè la guida della carovana non era stata gettata nello stagno come le altre vittime, ma era stata data in pasto alle formiche col rischio che qualcuno lo salvi?
    - Come ha fatto un indiano (anche se nano) ad entrare nel forte, uccidere la guida e sparire senza che nessuno se ne accorga? Inoltre, questi indiani-pigmei appaiono come una massa di decerebrati, pronti a sottomettersi senza il minimo discernimento ad una figura dominante: lo si vede quando Zagor ottiene la vittoria su Marcus e tutti lo vogliono nominare loro capo.
    - Attorno alla capanna di Zagor ci sono (ci dovrebbero essere) delle sabbie mobili: bè, questi indiani nani, che non sono di Darkwood, arrivano lì e rapiscono Cico sotto il naso di Zagor, che nel frattempo si pappa il pecari da solo senza accorgersi di nulla.
    - Sono sparite TRE CAROVANE finora con conseguenti morti dei carovanieri e nessuno riesce a rintracciare nulla? E possibile che facciano sparire TUTTI I CARRI in un laghetto torbido? Cosa cavolo è, un buco nero?
    - Marcus paga per le sue malefatte, ma agli indiani responsabili degli eccidi dei componenti di ben quattro carovane viene detto di andarsene e di vivere in pace. Assai sbrigativa come cosa.

    OSSERVAZIONI DI IVAN

    In linea di massima, ho l'impressione che Ferri intendesse conformare il “suo” Zagor sulla figura di Tarzan. Le atmosfere, i personaggi e le psicologie sembrano proprio elementi tipici delle storie dell'Uomo-Scimmia, solo trasposti dalla giungla africana alle foreste americane. La storia comunque termina bruscamente, passando all'istante nella storia successiva senza nemmeno avere un titolo che separi il prima e il dopo, cosa piuttosto strana. Rispetto a Nolitta, direi che il ritmo narrativo di Ferri sia troppo frenetico. I cambi di scena sono improvvisi, e le premesse ai climax sono ridotte al minimo (si veda in proposito la sbrigatività della sequenza in cui l'ipnotizzato Cico cerca di affettare Zagor nel sonno; una scena così andava idealmente sviluppata su almeno 3-4 pagine). Chiaramente, Ferri si era rifatto allo stile espositivo in voga nei primi '60, e il risultato era tutto sommato funzionale...Tuttavia non si può dire che Gallieno abbia rappresentato una innovazione stilistica dal punto di vista di mero metodo narrativo. L'appellativo “Maestro” gli è stato (giustamente) assegnato per ben altre virtù.


    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:10
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    Onestamente, la storia mi é piaciuta molto.
    Il finale con Zagor che grazia i mini-indiani é sbrigativa, ma data i tempi a cui risale la storia é una cosa su cui si può sorvolare.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 30/10/2021, 10:16) 
    Il finale con Zagor che grazia i mini-indiani é sbrigativa, ma data i tempi a cui risale la storia é una cosa su cui si può sorvolare.

    Quella scena non fa parte dei tempi di allora: è una costante del fumetto italiano, e non solo quello.

    Restando sullo Zagor classico, la storia si è ripetuta quando viene perdonato Winter Snake, insieme ai suoi Kiowa, per tutti i massacri che hanno fatto nella "Marcia della disperazione". Oppure per i massacri di persone innocenti da parte di Wakopa nella "Rabbia degli Osages". Oppure dell'omicidio e rapina di tutti i risparmi a persone innocenti da parte dei Seminoles nella storia di Manetola "Libertà o morte".

    Anche adesso avvengono queste "assoluzioni sbrigative", se a compiere certe cose sono indiani, neri, cinesi o comunque dei non bianchi. Basta pensare a Deadwood Dick. O a mille storie di Ken Parker.

    E' una tendenza assolutoria che mostra un pregiudizio di disprezzo verso la nostra civiltà e la nostra stessa esistenza di uomini bianchi. Adesso in America ci sono persino storie realizzate da neri che non vogliono dei bianchi che lavorino con loro. Alla fine questo modo di pensare ha mostrato il suo razzismo alla rovescia, Ma sempre di razzismo si tratta.
     
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    Eh sì: il razzismo, anche se alla rovescia, é sempre un male.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 30/10/2021, 11:40) 
    Eh sì: il razzismo, anche se alla rovescia, é sempre un male.

    Verso i bianchi poi c'è un razzismo accusatorio: sono considerati colpevoli dei peggiori misfatti della storia dell'umanità. Si tratta di semplificazioni superficiali fatte da persone ignoranti che non conoscono la storia, ma conoscono i luoghi comuni del politically correct. E' la "mezza cultura", che fa credere di essere acculturati, sapendo solo una o due cose, magari su internet o Wikipedia, e tutte sbagliate. Mentre invece sono completamente ignoranti.
     
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