ZAGOR 21: LA FURIA DI ZAGOR (analisi di Ivan)(Fare clic sulle immagini premendo il pulsante sinistro e poi "Apri immagine in un'altra scheda" per vederle meglio)Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
Disegni: Gallieno Ferri
Zagor edizione originale Zenith: n. 72 (uscito nel 1967). Il numero reale è 21. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, la Zenith pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 21. Una curiosità: dalla copertina, sembra che Zagor avrebbe dovuto portare una pistola alla mano sinistra (si nota l'indice sul "grilletto"). Ma, successivamente, l'hanno tolta: credo per via del fatto che la pistola avrebbe occupato il titolo, e anche del fatto che Zagor è "lo spirito con la scure" dopotutto. Quindi, visto che una scure sulla copertina ce l'aveva già, era inutile aggiungergli anche una pistola...Zagor non è Tex. E in quella posizione, con la pistola in più, sarebbe venuta fuori una figura alla Rambo.
TRAMADopo che Zagor, nella precedente avventura (
"L'inferno dei vivi"), si era salvato grazie all'intervento dello stregone Tawar dei Tunican, per ricambiare accorre in suo aiuto. Infatti, Tawar è prigioniero del capo dei Tunican, Viso da Tamburo, che però si fa chiamare
Mister-Mister e che collabora con due criminali bianchi, Morriss e Punker. Inoltre, Mister-Mister trasmette alla sua tribù gli usi dei banchi nel loro lato peggiore: ubriachezza e dissolutezza. Zagor libera Tawar e impedisce ai bianchi di prendere l'oro nascosto in un lago sommerso,considerato sacro dai Tunican. Mister -Mister si riscatta verso la fine, uccidendo i bianchi ma perdendo la vita. Tawar diventa così il nuovo capo dei Tunican. E' curioso il fatto che Mister-Mister porti quasi il nome del futuro personaggio di Sergio Bonelli,
Mister No, che, in quanto a ubriacature e dissolutezze, non è da meno, anche se si riscatta sempre alla fine agendo da "antieroe". Un altro cenno curioso è quello dei nomi dei due furfanti, Morriss e Punker. Sono nomi un pò strani, al contrario dei vari Bill, Smith e Jason. Ed è possibile che sia stata una frecciatina di Nolitta agli autori di fum
etti più famosi a quei tempi, cioè
Magnus e Bunker, i soprannomi di Roberto Raviola e Lucano Secchi, famosi soprattutto per il personaggio di Alan Ford...(ringrazio
kanoxen per il suggerimento). La cosa spassosa è che nella storia a volte uno si chiama Morris e l'altro Punker e viceversa: quindi non sappiamo bene chi è l'uno e chi è l'altro...un'altra frecciatina?
COMMENTOMi è sempre piaciuta questa storiella del periodo "di rodaggio" di Nolitta, e anche l'ultima rilettura mi ha confermato l'impressione positiva. Breve ma intensa, con una trama solida, ritmo spedito e personaggi affascinanti. È sorprendente la quantità di materiale che Nolitta è riuscito a concentrare in sole 70 paginette (tanto è breve la storia):
- Una gustosa gag d'apertura (in cui Cico si destreggia a modo suo con un boomerang).
- Messaggi di sciamani comunicati per via onirica (alla faccia delle e-mail).
- Il degrado di una tribù abbrutita dall'alcol e dal gioco d'azzardo.
- Un capo indiano civilizzato (Mister-Mister) che però ha preso solo gli aspetti più deleteri della cultura dei bianchi (
che sono infatti quelli più facili da imitare, nota di joe7), al punto da vestirsi come un damerino dell'Est e vivere in una villa extra-lusso costruita tra le tende di un villaggio pellerossa.
- Una mega-scazzottata in cui Cico, dopo essere stato snobbato dai guerrieri, le busca da una squaw.
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- Un villaggio sommerso ricco di monili d'oro, sui quali vogliono mettere le mani una coppia di furfanti, i "consiglieri" di Mistr-Mister. L'ambientazione è originale e credibile: gli abitanti del villaggio morirono per un'epidemia e, non potendo avvicinarsi per seppellirli, i superstiti decisero di proteggere i loro defunti dagli sciacalli costruendo una diga che sommergesse il villaggio.
- Uno Zagor in versione “Spirito-delle-acque” (reso davvero terrorizzante dai disegni di Ferri, qui ancora acerbo ma già “magico”).
- Per non essere da meno, c'è anche un Cico in versione “Spirito-del-fuoco”.
- Geniale la soluzione dei due furfanti per recuperare i monili: invece di immergersi, basta far defluire il lago facendo saltare la diga artificiale con la dinamite. È una grande trovata per sbloccare una situazione di "stallo narrativo": da lì in poi. gli eventi si susseguono in modo naturale: la ribellione di Mister-Mister, il suo ferimento, l'intervento di Zagor, che però viene messo sotto scacco da uno dei fuorilegge, la rivalsa finale di Mister-Mister, che, pur morendo, riscatta la sua dignità.
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Roba datata? Stile retrò? Impianto sempliciotto? Narrazione approssimativa? E che, questo è FUMETTO VERO, cari signori della Sergio Bonelli Editore. Secondo me, anche una storia così “vintage” riuscirebbe ancora a catturare i giovani lettori, assai più delle storie moderne omologate (o presunte tali) ai gusti delle nuove generazioni. Meno Hellingen & Rakosi in versioni per bambocci sottoculturati, e più Mister-Mister, altro che! Credo che, anche in una storia come questa, breve, semplice, che tutto può essere tranne che un capolavoro, si scorga però la grandezza insuperabile dello Zagor di Nolitta – o, almeno, la sua netta superiorità rispetto allo Zagor attuale. Perché dove lo vediamo più, un autore che, in maniera così sfacciata e libera, mischia i generi, inserisce trovate al limite dell’assurdo e del parossistico, un autore che se ne frega di qualsiasi tipo di paletto e della necessità di realizzare una storia “seria” d’avventura? Ora, mi rendo conto che una storia come questa, se venisse scritta oggi, verrebbe probabilmente stroncata: ma lasciatemi anche dire che uno Zagor imprevedibile come questo è una boccata d’ossigeno in confronto allo Zagor imbolsito – sia come serie, che come personaggio – che vediamo oggi. Quanta abissale differenza tra questo Cico, che, quando è in scena non fa rimpiangere il protagonista nemmeno per mezzo secondo, e quello attuale, che ne è una pallida ombra. Qui è geniale il personaggio di Mister-Mister, è geniale la trovata di un palazzone neoclassico nel bel mezzo d’un villaggio indiano, è geniale, soprattutto, il modo in cui Nolitta riesce a passare dalla comicità farsesca che permea tutta la storia al dramma vero delle ultime pagine. Altri tempi, altro autore (osservazione di
Paco Ordonez). Sarà anche solo una storiella, ma è godibilissima, con un'ambientazione originale e un antagonista accattivante. La macchietta Mister-Mister fa ancora mangiare la polvere ai super-super-supernemici visti negli ultimi 20 anni. Io dico: più storielle e meno storione ai tempi attuali una storia come questa sarebbe stata di certo allungata di 150-200 pagine tramite inserimenti di altre sottotrame, oppure collocando la storia in sé all'interno di un contesto più ampio. Inoltre...beh, per onestà, diciamolo: Sergio Bonelli poteva permettersi questo tipo di storie per via del contesto particolare in cui si era trovato a lavorare. Nella Sergio Bonelli Editore (allora Daim Press) non c'era nessuno sopra di lui a cui doveva rendere conto: niente paletti editoriali e niente spietati supervisori (tranne il padre-padrone). Si prendeva i suoi rischi come sceneggiatore e se ne assumeva le responsabilità in prima persona. I fatti hanno poi premiato le sue scelte...ma ciò non toglie che Sergio Bonelli partiva da una posizione
avvantaggiata rispetto a un qualsiasi altro autore “ordinario”. Tanti altri “Sergio Bonelli” si sono persi per strada (ieri come oggi) solo perché non avevano la stessa libertà creativa.
STORIA: 7,5DISEGNI: 8NOTA DI IVAN: ZAGOR, STORIE "SUPERATE"?Le storie di Zagor di Nolitta sono "superate"? Dobbiamo solo accordarci su cosa si intende con “storie superate”. Qui nessuno allude al ripubblicare storie come “LA FURIA DI ZAGOR” tali e quali...bensì a riproporne lo SPIRITO DI FONDO: avventura scanzonata, trama solida, leggibilità fluida e immediata, ambientazione originale e personaggi accattivanti. Il tutto, ovviamente, trasposto coi requisiti della narrazione moderna, rivolta ad un pubblico più smaliziato e disincantato di quello degli anni '60. Ciò non significa - ribadisco - che oggi si debba proporre opere di quel genere, bensì opere fatte con lo stesso spirito di fondo, che contengono al loro interno dei “codici di apprezzabilità universale” che sono indipendenti dalle mode e dai tempi. (Faccio un esempio esagerato per rendere il concetto di Forma & Sostanza): le opere di Mozart e Beethoven sono immortali proprio perché contengono questi “codici di apprezzabilità universale” (la Sostanza); il che non vuol dire che la musica moderna debba essere realizzata ancora con orchestre sinfoniche (la Forma). In breve, si tratta di adattare la FORMA di un'opera ai cambiamenti culturali delle epoche, senza con ciò compromettere la SOSTANZA di fondo. E' possibile farlo anche nei fumetti (nella fattispecie con Zagor), che però ultimamente stanno snaturando la Sostanza per dare maggior attrattività alla Forma. E favorire la Forma sulla Sostanza è una strategia pericolosa: può avere risultati nell'immediato, ma non garantisce affatto una sopravvivenza editoriale a lungo termine.
QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:10
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