Il blog di Joe7

  1. LE COPPIE DI SAN VALENTINO: MARIA ANTONIETTA E FERSEN

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    Coppie
    Lady Oscar
    By joe 7 il 21 Feb. 2019
     
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    MARIA ANTONIETTA E FERSEN: UN AMORE ADULTERO CON UNA FINE FEDELE

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    Essenzialmente, le coppie base di Lady Oscar sono tre. In precedenza, ho parlato della coppia principale, Lady Oscar e Andrè. Ora passiamo alla seconda, Maria Antonietta e Fersen. E la terza coppia, qual'è? C'è una traccia qui dentro, ma comunque la presenterò la prossima volta. Un premio a chi indovina.

    LE TRE ROSE

    Tutti sanno che Maria Antonietta è un personaggio veramente esistito. Anzi, l'autrice, Ryoko Ikeda, all'inizio voleva fare una storia proprio su di lei: infatti, il nome originale dell'opera era "Versailles no Bara", cioè "Le rose di Versailles", non "Lady Oscar". Le rose indicate sono tre: secondo l'interpretazione classica, indicata dalla stessa Ikeda, sono Maria Antonietta, il Conte di Fersen e Lady Oscar. Personalmente, tuttavia, ho un'altra interpretazione. Le tre rose della storia (rossa, bianca e nera) per me sono:
    - la rosa rossa è Maria Antonietta, perchè il rosso indica il sangue e quindi la sua morte sulla ghigliottina;

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    - la rosa bianca è Lady Oscar: il bianco indica la purezza. Anche se in Giappone il bianco è il colore della morte, vista la fine tragica di Oscar. Tra l'altro, Lady Oscar e Maria Antonietta sono molto legate tra di loro: infatti, la rosa rossa e quella bianca ricordano la bandiera giapponese.

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    - la rosa nera è Jeanne De La Motte: la donna che rovinerà la regina e darà il via alla caduta della Francia in un gorgo di violenze inenarrabili. Il nero indica appunto il male.

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    Curiosamente, l'amica di Lady Oscar si chiamerà Rosalie, un nome che indica la rosa.

    INTRIGHI A CORTE E L'AMORE PER FERSEN

    Lady Oscar, a poco a poco, da personaggio caratteristico di contorno, che fu scelto dalla Ikeda per omaggiare la sua passione per il teatro Takarazuka, che è interpretato solo da donne che fanno anche parti maschili, diventerà sempre più importante nel corso della storia. E alla fine diventa la protagonista. La prima parte della storia, però, ha Maria Antonietta come personaggio principale. Viene coinvolta negli intrighi di corte, che raggiungono a volte l'assurdo e il ridicolo. Per esempio, la faccenda del Re di Francia che vuole dichiarare guerra all'Austria perchè Maria Antonietta non vuole salutare Madame Du Barry, perchè è la cortigiana del re. Un delirio, più che un falso storico, che fa sembrare Versailles la repubblica delle banane.* Oppure la faccenda della duchessa di Polignac, che riesce ad influenzare grandemente la regina. Per non parlare del famoso scandalo della collana orchestrato da Jeanne de la Motte. Infine, l'amore adulterino tra Maria Antonietta e il conte di Fersen, della Svizzera, che - almeno nella storia di Lady Oscar - si uniscono in un bosco e, forse, uno dei figli di Maria Antonietta potrebbe essere figlio di Fersen.

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    L'amore adultero e idealizzato tra Maria Antonietta e Fersen. Senza mai tenere da conto che il bellone Fersen non disprezzava gli apprezzamenti di altre dame, come, per esempio, quelli di una certa Lady Oscar vestita da dama di corte. Un amore MOLTO "libero"...Maria Antonietta avrebbe dovuto leggere Anna Karenina. <_<


    In sostanza, la Maria Antonietta rappresentata dalla Ikeda è una donna superficiale, fatua e volubile: una specie di Vispa Teresa che danza sull'erbetta e sogna l'immenso amore, con un bel principe azzurro che la venga a prendere, manco fosse una fan di Beautiful. Vive in un altro mondo e trascura i suoi doveri di principessa e di regina, come pure quelli verso suo marito. Tra l'altro, Luigi, il futuro Re, è presentato dalla Ikeda come un idiota panzone, bruttino e insignificante, timido e goffo, fanatico dei chiavistelli. Come dire una specie di otaku che si chiude in casa coi suoi manga e anime. In sostanza, un marito e un uomo indegno di essere amato, al contrario di quel gran fustacchione di Fersen, il Grande Amore, che sembra essere tutto il contrario del marito palladilardo e tonto. Anzi, la scena della salita alla ghigliottina del marito idiota non sarà neanche mostrata. Insomma, col marito di Maria Antonietta la Ikeda ci va pesante **.

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    L'unica scena in cui si vede Re Luigi andare sul patibolo. Solo un'ombra, e niente più.


    Ma, anche se l'autrice - e di certo la stragrande maggioranza delle lettrici - mostra di essere d'accordo col comportamento di Maria Antonietta, che "ha il diritto di cercare l'amore", alla fine quello che ho descritto resta comunque il ritratto di una sciacquetta adultera. Almeno parlando della giovane Maria Antonietta del manga/anime.

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    MARIA ANTONIETTA E RE LUIGI: INSIEME FEDELI, NELLA GIOIA E NEL DOLORE.

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    La maturazione del personaggio - sempre secondo l'anime - avviene attraverso il dolore. Le sofferenze saranno tali che Maria Antonietta perderà il colore biondo dei suoi capelli, che diventeranno bianchi dopo il ritorno a Parigi da Varennes, dove, nel passaggio della carrozza per le strade, sarà insultata dovunque dalla feccia più schifosa di Parigi***. La regina viene ingiustamente insultata dalla canaglia, che la aggredisce; ingiuriata nei modi peggiori possibili, tipo le accuse false di lesbismo da parte di Jeanne De La Motte; odiata dagli intellettuali illuministi che inventano le balle più degradanti possibili su di lei, come quella, famosissima e citata anche sui libri di storia, della regina che dice "Il popolo non ha più pane? Che si mangi le brioches!". Questa ondata di odio travolge sia Maria Antonietta che Re Luigi e i loro due giovani figli: quando saranno arrestati, dopo aver decapitato re Luigi, i rivoluzionari illuministi, ormai assetati di sangue come delle bestie, ghigliottineranno senza pietà anche i giovanissimi figli di Maria Antonietta davanti a lei****.

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    Nella fuga a Varennes, Fersen, che aveva organizzato la cosa, viene poi invitato da re Luigi ad andarsene per non rimanerne coinvolto. E con la morte nel cuore, Fersen si allontana, seguito dallo sguardo di Maria Antonietta. Ma solo con lo sguardo: la donna è maturata, e ha capito che il suo posto è quello della regina e della moglie di Luigi, accanto ai suoi figli. Non molla tutto per scappare via con Fersen: resta lì, e da allora resta accanto al marito fino alla fine. In nessun caso la Ikeda ha mostrato la regina che provi qualcosa per Luigi, e viceversa (altrimenti questo rovinerebbe l'"immagine idilliaca" di Fersen, trasformandolo in quello che, in definitiva, è: un adultero che si mette tra marito e moglie). Ma resta il fatto che Maria Antonietta sceglie di stare col marito e coi figli, sino alla morte. E infatti, dopo di loro, la prossima, l'ultima della famiglia reale, ad essere ghigliottinata sarà proprio lei. E andrà sulla ghigliottina con dignità (sia la Maria Antonietta dell'anime che quella vera), come ha fatto il marito.

    Una donna vissuta come una vispa teresa (almeno nel manga/anime) alla fine della vita muore come una regina. Perchè il momento della morte è sempre il momento della verità. E la verità è che il Re Luigi XVI e la Regina Maria Antonietta (quelli veri e quelli dell'anime) erano stati comunque un vero re e una vera regina, travolti dalle ideologie intellettuali dell'illuminismo, che avrebbero trasformato la Francia in un cimitero. Alla fine (e qui siamo nella realtà storica, non nell'anime), dopo centinaia e centinaia di persone ghigliottinate ininterrottamente, giorno dopo giorno, anche con ghigliottine multiple capaci di decapitare più teste, infine pure i capi illuministi come Robespierre e Danton faranno la stessa fine. Perchè la rivoluzione mangia sempre i suoi figli. I nomi delle bestie che ghigliottinarono la regina furono presto dimenticati, mentre il nome di Maria Antonietta, la regina ghigliottinata insieme ai suoi figli, resterà per sempre un ricordo e una macchia indelebile e infamante nella storia della Francia.

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    *Un altro esempio è la scena del manga in cui un nobile (il conte di Germaine) ammazza un popolano alle spalle, mettendosi a ridere davanti a tutti, impunito. Una scena inverosimile e ridicola, da satrapo orientale e non da nobile francese: i nobili non potevano certo fare queste cose. Al massimo, potevano esistere dei nobili depravati, che facevano queste cose di nascosto. Ma, appunto, di nascosto: quelli erano reati punibili con la morte o comunque in modo grave anche per i nobili, perchè l'omicidio, soprattutto per futili motivi, era considerato peccato mortale. Infatti, nel cristianesimo - che allora era seguito anche pubblicamente - un nobile e un popolano sono uguali davanti a Dio. Bisogna sempre ricordare che la Francia del '700 è in un contesto cristiano, non orientale, come invece lo fa apparire la Ikeda.

    ** Il re salì sul patibolo il 21 gennaio 1793: il corteo avanzò fra due linee di guardie armate di fucili e di picche, tra gli insulti dei sanculotti ubriachi. Presentandosi al boia Sanson, il re gli porse le mani e se le fece legare: "Fate ciò che volete!". Poi, avanzando verso il patibolo, disse: "Perdono gli autori della mia morte. Figli di Francia! Io muoio innocente! Perdono gli autori della mia morte, e chiedo a Dio che il sangue oggi versato non ricada mai sulla Francia. Quanto a voi, o popolo sfortunato..." Il generale Santerre, temendo una reazione positiva della gente per il sovrano, levò la spada e ordinò di riprendere il rullio dei tamburi per coprire la voce del re. La lama della ghigliottina cadde. Sanson prese per i capelli la testa del re gocciolante di sangue e la mostrò al popolo silenzioso. (da Bastabugie)

    *** La famiglia reale di Francia venne catturata nella notte del 6 ottobre 1789, quando un'orda inferocita ed avvinazzata di 20 mila persone, armate di fucili, sciabole, forche e bastoni da Parigi si diresse a Versailles, invadendo il castello. Mentre si verificavano scene orribili di violenza, con massacri, teste decapitate e portate sui picchetti come trofei, Luigi XVI e i suoi congiunti vennero trasportati a Parigi fra le urla, le minacce e le imprecazioni. (da Bastabugie)

    **** Il figlio di Maria Antonietta, un fanciullo di otto anni fu abbandonato da solo in prigione senza altro soccorso che un campanello che egli non suonava mai, tanto aveva terrore della gente che avrebbe chiamato, preferendo mancare di tutto, che domandare la più piccola cosa ai suoi persecutori. Stava in un letto che non era mai stato rifatto da più di sei mesi e che egli non aveva più la forza di rifare; le pulci e le cimici lo coprivano; la biancheria e la sua persona ne erano piene. Le sue feci restavano nella camera, e nessuno le aveva tolte in questo periodo. La sua finestra, chiusa a catenaccio, e con sbarre, non veniva mai aperta e non si poteva restare in quella camera per l'odore infetto. (da Bastabugie)

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    Edited by joe 7 - 4/5/2022, 19:59
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  1. LYA
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    Dico solo che questo articolo è un autentico capolavoro.
    Ogni mio commento rovinerebbe tutto. Grazie per averlo scritto.
     
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    CITAZIONE (LYA @ 4/10/2021, 11:04) 
    Dico solo che questo articolo è un autentico capolavoro.
    Ogni mio commento rovinerebbe tutto. Grazie per averlo scritto.

    Ti ringrazio dei complimenti, sono contento che ti sia piaciuto.
     
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