Il blog di Joe7

  1. WALT SIMONSON

    By joe 7 il 9 Mar. 2019
     
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    WALT SIMONSON:
    IL SUO THOR ZOMBI; I SUOI MIGLIORI - E PEGGIORI - LAVORI MARVEL; IL SUO CAMEO.


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    "Ragnarok", Walter Simonson, Editoriale Cosmo, Edizioni Cosmo Comics Deluxe 2, 29,90€


    L'ultimo lavoro di Simonson, Ragnarok, cioè "Il tramonto degli dei" della mitologia nordica, esce negli USA nel 2014 sotto forma di miniserie per conto della IDW Publishing (IDW sta per "Idea + Design Works"), specializzata in fumetti d'autore. In Italia, Ragnarok è stato pubblicato dalla Cosmo Edition, nota per la pubblicazione di classici tipo Steve Canyon e Terry e i pirati. Per ora sono usciti 12 numeri di questa miniserie, tutti raccolti in questo volume (per 30 euro sarebbe stato meglio avere una storia completa, ma va beh). Quindi la storia non si è ancora conclusa: un giorno Simonson la completerà, almeno così ha detto. Più che del Ragnarok, la storia parla del dopo-Ragnarok: inizia infatti alla fine del tramonto degli dei, con un Thor letteralmente ridotto a pelle e ossa, che si risveglia e cerca di capire cosa è successo, affrontando col suo martello Mjolinir elfi neri, troll e esseri di fuoco, davanti ad una Asgard e ai Nove Mondi della mitologia nordica ormai in rovina e con tutti gli dèi morti. Ovviamente la storia, per quanto eroica, ha un tono cupo, visto il contesto. I disegni di Simonson sono spettacolari anche dal punto di vista narrativo, con passaggi da primi piani a piani lunghi degni di un regista, in un gioco ad incastro molto efficace.

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    La miniserie aveva avuto anche una periodicità bimestrale, per permettere così a Simonson di curare a livello certosino i suoi disegni. Il risultato è notevole, anche grazie al lavoro della colorista Laura Martin. Nota en passant: di solito, i coloristi sono donne, che, evidentemente, hanno un certo feeling coi colori. Per dire, Dark Knight di Miller non sarebbe stato lo stesso senza i colori di Lynn Varley; la Furia della Pantera non sarebbe stata la stessa cosa senza la colorista Glynis Oliver. Tornando a Ragnarok, il protagonista è anche privo di mascella, cosa che fa chiedere a tutti come faccia a parlare e a mangiare (sì, mangia anche: sono fette di mela fatate, ma è comunque cibo). Thor comprende che il responsabile della fine degli dei è Surtur: curiosamente, però, Surtur viene mostrato, ma mai nominato, accentuando la confusione del lettore. Il punto è che in questa storia non è chiaro cosa sia successo esattamente: perchè Thor si è svegliato in una prigione? Perchè era sopravvissuto al Ragnarok, anche se ridotto in quel modo? Che fine hanno fatto gli altri? Sono davvero morti tutti? E, se questa è Ragnarok, come mai ci sono ancora delle persone vive? Siamo lontani anni luce dal Thor marvelliano, almeno nei toni: al posto della magnificenza asgardiana, c'è un mondo in rovina, che Simonson descrive col suo tipico disegno articolato e scattante che ricorda molto l'ambientazione vichinga e le scritte runiche. Il Thor di Ragnarok è una via di mezzo tra il Thor della Marvel e Beta Ray Bill, l'alieno dalla faccia di cavallo che diventa un secondo Thor nella saga classica anni '80 della Marvel. Simonson qui si sente più libero di sperimentare, rispetto a quando doveva rispettare i paletti dela Marvel: tuttavia, crea una storia che si dilunga senza appassionare. Cioè, è spettacolare senza dubbio, ma, nello stesso tempo, è lenta, piena di digressioni di cui non si sente il bisogno. O di personaggi che, invece di svilupparsi nella storia, muoiono subito, tanto che c'è da chiedersi che utilità abbiano avuto. O di battaglie in cui ci si scontra per pagine intere senza dire niente o quasi. Più che una storia, Ragnarok sembra un esercizio di stile: una cosa che capita spesso, quando l'autore di una storia è anche il disegnatore. Credo che possa interessare solo agli appassionati di Simonson, non al lettore occasionale (e questo spiegherebbe il prezzo un pò altino del libro).

    WALT SIMONSON E IL SUO THOR DELLA MARVEL: DA RICORDARE

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    Il Thor di Simonson della Marvel: fedele alle origini, ma nello stesso tempo più vicino alla violenza del Thor mitologico.


    Simonson è famoso soprattutto per la sua run su Thor negli anni '80 (n. 337-382, anni 1983-87). Fece il suo lavoro su Thor come autore completo: si occupò infatti non solo dei disegni, ma anche dei testi, della sceneggiatura, dell'inchiostratura (spesso chi disegna fa solo le matite), e perfino del lettering! Un lavoro sfibrante: infatti, ad un certo punto, a partire dal n. 368, Simonson dovette affidare i disegni a Sal Buscema. In questa run, Simonson ha impostato Thor in un modo più aderente alla mitologia nordica, sacrificando così alcuni aspetti del Thor originale, come l'identità fittizia del medico zoppo Donald Blake, l'alter ego di Thor. Inoltre, ha sviluppato il personaggio di Surtur, il demone del fuoco, fino a farlo diventare uno degli avversari principali della saga. Ha introdotto nuove popolazioni, come gli Elfi Neri (presenti anche in Ragnarok), tra cui, in particolare, l'infido Malekith e il potente Grendell (preso dalla saga nordica di Beowulf), oppure il tormentato ercole Kurse. Ha creato anche Beta Ray Bill, una versione alternativa di Thor: un alieno che è tra i pochi a poter sollevare il martello di Thor e così assumerne la forza.

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    Le storie di Thor di Simonson hanno un tono sia epico che ironico nello stesso tempo: il massimo dell'epicità, forse, si è raggiunto nella saga della discesa di Thor e dei suoi compagni in Hel, l'inferno nordico, per salvare le anime che Hela, la dea della morte, aveva catturato. Questa esperienza segnerà duramente Thor, tanto da essere costretto da allora a portare la barba per la prima volta: una caratteristica che alla fine è diventata costante nelle sue apparizioni successive in mano agli autori del dopo-Simonson e nei film attuali. Il massimo dell'ironia, invece, è stata forse la saga in cui Thor, per mano di Loki, è stato trasformato in una rana (grazie al bacio di una donna: magia al contrario!), pur mantenendo la sua coscienza, e partecipando ad una lotta tra rane e topi, in un omaggio ai Paralipomeni della batracomiomachia, un poemetto satirico di Leopardi. Il Thor di Simonson, però, ha un atteggiamento più violento del Thor originale. Per esempio, è pronto ad uccidere i Giganti senza pietà e, nella saga del Massacro dei Mutanti, ammazza Blockbuster, uno dei criminali Marauders, senza esitare. Anzi, è stata emblematica la scena finale della run di Simonson, in cui Thor rompe un braccio a Loki per punirlo: non era mai successa prima una cosa del genere. :o: Sono tutte azioni che il Thor classico di Lee, Kirby e Buscema, dai tratti più nobili e meno sanguinari, non avrebbe mai fatto.

    GLI ALTRI LAVORI DI SIMONSON ALLA MARVEL: MEGLIO DIMENTICARE. bad-atmosphere-onion-head-emoticon

    Gli altri interventi di Simonson alla Marvel sono stati talmente deleteri e distruttivi che è addirittura imbarazzante ricordarli. Per farla breve: la sua run sui Fantastici Quattro (testi e disegni) è stata piuttosto confusionaria, breve e poco chiara, con: personaggi dalla psicologia abbozzata, viaggi nel tempo, Celestiali, Kang maschi e Kang femmine, dinosauri, eccetera. E, soprattutto, con uno dei primi interventi di retrocontinuity capaci di distruggere tutte le storie precedenti: infatti, Simonson fa comparire un Dottor Destino (con un'armatura VERAMENTE brutta, tra l'altro :sick: ) che è tornato dal futuro e fa capire che praticamente tutti, o quasi, i Dottor Destino affrontati dai Fantastici Quattro negli anni precedenti fino ad oggi erano dei robot. Un colpo di scena veramente idiota che distrugge in un attimo intere saghe. Quello fu uno dei primi colpi di maglio che, successivamente, grazie ad altri autori, distruggeranno definitivamente la continuity Marvel. Ai giorni nostri la continuity (la successione degli eventi, in sostanza) è solo abbozzata e riscritta in continuazione, come un mostro autofago che si mangia ripetutamente da solo.

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    Inoltre, la sua run sui Vendicatori, che è stata successiva a quella eccezionale di Roger Stern (che aveva fatto il suo capolavoro Assedio), ha distrutto i Vendicatori di Stern senza mai essere stato capace di sostituirli con qualcos'altro, abbandonando la serie dopo solo pochi numeri, senza ottenere un risultato definitivo, nè una formazione definitiva dei Vendicatori. Un pasticcio vergognoso, che i disegni, pur eccezionali, di John Buscema non potevano salvare. Un annientamento totale, che ha provocato: la morte di Marrina, la moglie di Namor, trasformata in un dragone di mare e ammazzata dallo stesso marito; il cavaliere Nero impazzito per va della maledizione sulla sua spada; She Hulk impazzita e quasi omicida; il Druido manipolato a bacchetta da Nebula, che comanda così i Vendicatori; Capitan Marvel-Monica Rambeau quasi morta e ridotta a pelle e ossa. Solo anni dopo, prima con Bob Harras, poi con Kurt Busiek, si ritornerà ad un'organizzazione stabile, sia del gruppo che delle storie. Ma poi accadràla distruzione definitiva per opera di Bendis in Vendicatori divisi. Ma Bendis non ha fatto altro che replicare all'ennesima potenza la distruzione provocata da Simonson.

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    IL CAMEO DI SIMONSON IN "THOR"

    Walt Simonson è comparso in un cameo del primo film di Thor del 2011: nella scena finale della festa dopo la vittoria di Thor sul Distruttore, Simonson compare alla tavola del banchetto accanto a Lady Sif, la donna di Thor (interpretata da Jaimie Alexander).

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    Edited by joe 7 - 27/3/2019, 21:32
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