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  1. ZAGOR: "LA TRACCIA" (Ivan)

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    Zagor
    By joe 7 il 12 Aug. 2019
     
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    25-26 - LA TRACCIA (analisi di Ivan)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 76-77 (usciti nel 1967). I numeri reali di Zagor sono 25-26. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale: in questo caso, gli albi hanno i numeri 25-26. Questa storia fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 51-53 della terza serie, anno 1966. Successivamente, furono raccolti nel 1967 negli albi Zenith 76-77, equivalenti ai numeri 25-26 di Zagor.

    TRAMA

    A Forte King, "Amelia", una bomba sperimentale inventata dal professor Adolfo Verybad, è stata rubata da alcune spie travestite da soldati. Zagor, Cico e Verybad si mettono all'inseguimento dei ladri, e, dopo la loro cattura, Cico provoca involontariamente l'esplosione di Amelia. Verybad ne è sconvolto, perchè non potrà più farne un'altra; Zagor, vista l'efficacia della bomba, conclude che è meglio così.

    COMMENTO

    Storia breve del periodo di "rodaggio" di Nolitta come narratore. Un piccolo gioiellino che a distanza di 50 anni conserva ancora la sua genuina piacevolezza. Nonostante la sua brevità, è un episodio che contiene un gran numero di elementi e trovate narrative: una gag iniziale, il furto di un'arma potentissima, un inseguimento con svariati sabotaggi, un tradimento, un finale ironico...Il tutto ben amalgamato in una trama solida e scorrevole. Se poi togliamo le 2 gag di Cico e Trampy, si ottiene una storia di 55 pagine : in pratica, mezzo albo. Questo dovrebbe bastare a sfatare la credenza - infondata - che non sia possibile realizzare buone storie in poche pagine. La qualità di un racconto è sempre & solo questione della mano che lo scrive. Mitica la gag iniziale, dove Cico si finge un mutilato di guerra per scroccare il rancio alla mensa militare...ma si tradisce in maniera grossolana.

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    La goffaggine di Cico si manifesta anche all'interno della trama "seria", quando il messicano colpisce Zagor mentre sta lottando al buio col misterioso ladro.

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    Prima apparizione per il professor Adolfo Verybad, personaggio assai indefinito – nel senso che ogni autore (da Nolitta ad Altariva, passando per Canzio, Toninelli e Burattini) ne ha dato una versione sempre diversificata. Questa, comunque, per me rimane la sua miglior proposizione. Pur caratterizzandolo "sui generis", Nolitta lo tratteggia in profondità con poche semplici pennellate.

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    Da notare che anche qui, come in L'Uomo Invisibile di Canzio, la trama gioca sulla (improbabile) incapacità di Verybad di replicare la propria invenzione senza l'aiuto di una formula o di un modello.

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    La provvidenziale ricomparsa del moribondo Warosky sa molto di soluzione "deus ex machina" per salvare Zagor da una situazione disperata...tuttavia il grande pathos della sequenza induce a sorvolare sulla "faciloneria" di questa trovata cava-guai.

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    Indimenticabile il finale, dove la sbadataggine di Cico provoca l'involontario innesco della bomba "Amelia".

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    Da rilevare che l'aver dato un nome ad una bomba non è solo una trovata buffa; così facendo, Amelia diviene quasi un personaggio "umano", una presenza che sembra interagire con gli altri protagonisti in carne ed ossa. Questa carica espressiva raggiunge il suo culmine nel finale, quando la bomba cade nel baratro e Verybad la chiama disperatamente per nome come se fosse una persona cara:

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    La definitiva scomparsa di Amelia è anche l'occasione per esprimere uno scampolo della filosofia anti-militarista di Nolitta:

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    Nel complesso, un episodio piacevolissimo, anche a rileggerlo in tempi attuali. La fluidità di lettura di una storia così datata potrebbe ancora dare lezioni ai narratori moderni. E voglio precisare che il fattore "affettivo" per averla letta in età giovanile non c'entra assolutamente nulla; è proprio il particolare stile narrativo di Nolitta a rendere sempreverdi le sue opere, in qualsiasi epoca.

    Storia: 7,5
    Disegni: 8,5

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    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:15
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    Deliziosa la gag dell'interrogatorio di Trampy, così come pure la sequenza con la guida indiana Jhonny Jhon; quest'ultimo avrebbe potuto diventare la terza colonna umoristica della serie.
    Il momento che mi ha colpito di più é quando Zagor si ferma a riprendere fiato dopo aver evitato di essere travolto da una frana: una sequenza oggi impensabile, ma essenziale per dimostrare l'umanità di un personaggio.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 3/10/2020, 10:08) 
    Deliziosa la gag dell'interrogatorio di Trampy, così come pure la sequenza con la guida indiana Jhonny Jhon; quest'ultimo avrebbe potuto diventare la terza colonna umoristica della serie.
    Il momento che mi ha colpito di più é quando Zagor si ferma a riprendere fiato dopo aver evitato di essere travolto da una frana: una sequenza oggi impensabile, ma essenziale per dimostrare l'umanità di un personaggio.

    Quella di Trampy è una delle mie gag preferite. Lo Zagor di oggi in pratica è un robot con sentimenti di plastica: sanno di finto lontano un miglio. Non è più un personaggio reale, è una maschera. :(
     
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