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  1. ZAGOR: "ACQUE MISTERIOSE / LA CAPANNA MALEDETTA" (Joe7, Ivan)

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    By joe 7 il 27 Sep. 2019
     
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    ZAGOR 110-112: ACQUE MISTERIOSE / LA CAPANNA MALEDETTA (analisi di Ivan e Joe7)

    Testi: Guido Nolitta (Sergio Bonelli)
    Disegni: Franco Donatelli

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 161-163 (usciti nel 1974). I numeri reali di Zagor sono 110-112. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale: in questo caso, gli albi hanno i numeri 110-112.

    TRAMA

    Zagor e Cico partecipano ad una spedizione scientifica insieme ai loro amici, i professori Mayer e Kruger, insieme al loro collega Weiser. Nelle paludi del Dark Canal scoprono l'esistenza di un essere mostruoso, metà uomo e metà pesce, che inizia ad uccidere i membri della spedizione, fino a quando Zagor trova il suo nascondiglio e alla fine lo uccide dopo uno scontro serrato. Weiser, all'improvviso, scompare: sembra sia stato inghiottito dalle sabbie mobili. Ma lui in realtà aveva finto la sua morte per indagare sull'esistenza del mostro. Zagor e gli altri trovano la capanna dove si era nascosto Weiser, ma vengono attaccati da un altro mostro uguale al primo. Riescono ad ucciderlo, ma si accorgono che il mostro, dopo la sua morte, torna umano: si trattava di Weiser, che aveva bevuto un'acqua del pozzo vicino alla capanna, che l'aveva trasformato in quel modo. Zagor distrugge il pozzo e i sopravvissuti ritornano indietro verso la civiltà.

    -----------------------------------

    ANALISI DI IVAN

    Al di là che sia un classico, non rientra fra i miei episodi preferiti della "Golden Age". Mi dà l'idea di essere stato scritto da un Nolitta "in vacanza", concentrato solo sul lato avventuroso della vicenda e trascurando contenuti di altro tipo. Il risultato è una storia spensierata, ben fatta ma con tutti i limiti che hanno le storie costituite solo da avventura pura.

    PREGI

    Qui abbiamo una trama da B-movie, incentrata solo sull'aspetto avventuroso e priva di quei contenuti "filosofici" tipici di Nolitta (sembra quasi una storia appartenente al filone "Fantastico" del "Piccolo Ranger"). La fluidità dello stile di Nolitta rende comunque gradevole la lettura, nonostante la "banalità" del soggetto, e questa è la caratteristica peculiare dei narratori di serie A (caratteristica purtroppo carente nell'attuale staff, specializzato nel COSA raccontare, ma non altrettanto nel COME raccontarlo). :(

    Seconda apparizione per il Going-Going. Andrò controcorrente (persino all'opinione di Nolitta), ma a me questo strambo animale mangiatutto piace(va). Se usato a piccole dosi – e rigorosamente all'interno di gags slegate dalla trama "seria" – può risultare un elemento gradevole ancor oggi. Personaggio "troppo infantile e disneyano"? E allora? Non sono certo gli elementi irrealistici piazzati da Nolitta nel microcosmo zagoriano, ad apparire fuori luogo nello Zagor moderno. :angry:

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    Brillante e insolito l'espediente narrativo con cui Nolitta induce Zagor ad unirsi alla spedizione di Kruger e Mayer, nonostante all'inizio non sia affatto interessato a farne parte: un rubagalline da quattro soldi tenta di rapinare Zagor, ma il colpo gli va male. Vista la goffaggine del tipo, Zagor decide di lasciarlo libero. Per sdebitarsi, il delinquente lo informa che le guide assunte da Kruger e Mayer sono due suoi ex complici, assai più spietati di lui. Quindi Zagor è costretto a raggiungere in fretta i suoi amici, che si sono messi già in viaggio, e salvarli.

    Ben giocato l'incontro con gli indiani Omahas, che appaiono una tribù pacifica ed ospitale...tranne poi rivelarsi dei fanatici che offrono sacrifici umani ad un misterioso "Spirito della palude".

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    Un punto di forza delle storie di Nolitta sono sempre state le atmosfere. Qui risalta l'ambiente delle paludi, dove si ha quasi la sensazione di respirarne l'aria malsana. Anche la comparsa del mostro di Dark Canal è preceduta dalla consueta cura della suspense nolittiana: la creatura rimane per lungo tempo una presenza soltanto "suggerita", fino al suo manifestarsi scopertamente in una situazione disperata, con tutti gli esploratori legati ai pali sacrificali.

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    Buona la trovata del "doppio" uomo-pesce, che alla sua ricomparsa alla capanna lascia intendere che non fosse davvero morto nel Dark Canal. E' curioso rilevare che, per la seconda volta consecutiva - dopo "Ora zero" - Zagor distrugge con l'esplosivo una scoperta scientifica reputandola "pericolosa per l'umanità". Pare che sabotare il "progresso" sia un suo chiodo fisso. ^_^

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    DIFETTI

    Decisamente poco credibile che le due false guide (Ross e Lewis) vengano ri-accolti come normalissimi componenti della spedizione...dopo che hanno cercato di fare la pelle a tutti quanti solo per rubargli pochi dollari. Addirittura, Ross cerca di pugnalare Zagor nel momento della riappacificazione...e tutto viene poi condonato come se niente fosse. Anzi, gli ridanno persino le pistole. :huh: Assurdo. Qui la credibilità comportamentale dei personaggi va proprio a farsi benedire.

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    Nelle fattezze, l'uomo-pesce è preso di pacca dal film "Il mostro della Laguna nera". Questa scelta è chiaramente un'indicazione di Nolitta al disegnatore: però poteva essere reinterpretato in modo più pauroso. Ad esempio, quegli occhioni da triglia lessa gli conferiscono un aspetto ben poco "terrorizzante", proprio come accade anche nel film.

    Il piano di Weiser (separarsi dal gruppo per continuare gli esperimenti da solo, in modo da prendersi il totale merito delle scoperte) è semplicemente folle. :huh: In pratica, questo genio decide volontariamente di ritrovarsi da solo in un territorio sconosciuto, sotto la minaccia di indiani ostili e mutanti feroci, e senza alcun mezzo per tornarsene alla civiltà. Certo, possiamo darci la spiegazione che Weiser aveva le idee confuse per l'entusiasmo...ma è una spiegazione un po' "loffia" (come quando in un film vediamo un tizio che spara 20 colpi con una pistola e ci diciamo che l'avrà ricaricata tra una sequenza e l'altra. Dai.) Curare la coerenza comportamentale dei personaggi è compito dell'autore: non dovrebbe stare ai lettori ipotizzare dei motivi "logici" per cui un personaggio si comporta in modo irrazionale.

    Nolitta lascia del tutto in sospeso la questione degli indiani Omahas (che in pratica escono di scena dopo aver lasciato Zagor & compagni legati ai pali sacrificali). Neanche una ramanzina finale per i loro delitti. Non vengono nemmeno informati della scomparsa dello "Spirito della Palude", cosicché si presume che continueranno ad offrirgli sacrifici umani anche in futuro. Una "dimenticanza" narrativa abbastanza notevole. :huh:

    Storia: 7,5
    Disegni: 7

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    ANALISI DI JOE7

    Una storia straordinaria, bellissima e piena di tensione, che cresce a mano a mano che si va avanti nella lettura. Il mostro di Dark Canal, per quanto sia stato preso da un film, è reso in modo straordinario, tanto da essere presentato persino in (bellissime) copertine ben due volte, dandogli un'aria di mistero e inquietudine che rimane anche dopo la fine della storia.

    Nolitta sa costruire la situazione infernale, ambigua, inquietante dell'ambiente paludoso in un crescendo continuo: all'inizio ci sono solo degli insetti che hanno subito delle mutazioni. Su questi misteriosi esseri gli scienziati ne discutono in modo accademico, esaminandoli con interesse, senza però trovare delle spiegazioni valide sul fatto. Comunque qui siamo ancora nella "normalità". Poi, sempre nella palude, si scoprono dei pesci che camminano fuori dall'acqua, arrampicandosi addirittura sugli alberi: e questo, più che una curiosità scientifica, è ben più strano e fuori norma. Più che "mutazioni", si potrebbe parlare di mostruosità da natura impazzita. Ma, dopotutto, almeno secondo la teoria evolutiva, ci sarebbero stati - forse - dei pesci che hanno camminato fuori dall'acqua. Quindi, anche se assurda, la situazione potrebbe avere una sua spiegazione.

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    Ma poi si arriva alla scena finale, che riassume e centuplica tutti gli orrori visti finora: un mostro, in parte uomo e in parte pesce, esce dalle acque stagnanti, di notte, per prendere i prigionieri e divorarli vivi nel suo covo. Qui non ci sono più spiegazioni scientifiche o curiosità accademiche: si arriva allo stato di terrore puro, raggiunto ottimamente dalla sceneggiatura di Nolitta e dal tratto di Donatelli. Eccezionale. :lol: Con delle didascalie da paura, che oggi non le sa più fare nessuno.

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    Inoltre, per equilibrare il magico equilibrio tra dramma e umorismo, tipico dello Zagor classico e mai eguagliato da nessuno degli sceneggiatori successivi, abbiamo la scena finale di Cico che sta per bere l'acqua, che è da antologia tra le scene comiche della serie. Ebbene sì, una volta si rideva, e davvero, mentre adesso il fumetto di Zagor è sempre serio e noioso. Tanto che, quando cerca di far ridere, è addirittura peggio. Gli sceneggiatori di oggi non sanno neanche cosa vuol dire ridere. Al massimo sghignazzano. :(

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    In conclusione, una storia che si merita un 9 sia per la trama che per i disegni. ^_^


    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 21:58
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    Finora ho letto solo la prima parte della storia ma quando c'é di mezzo Nolitta anche il lavoro più banale si rivela un piccolo capolavoro.
    Anche a me piace il Going-Going e la gag iniziale che lo vede coinvolto é veramente spassosa.
    Anche il ladruncolo di Maysville risulta un personaggio simpatico, nel suo piccolo.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 7/11/2020, 14:00) 
    Finora ho letto solo la prima parte della storia ma quando c'é di mezzo Nolitta anche il lavoro più banale si rivela un piccolo capolavoro.
    Anche a me piace il Going-Going e la gag iniziale che lo vede coinvolto é veramente spassosa.
    Anche il ladruncolo di Maysville risulta un personaggio simpatico, nel suo piccolo.

    La seconda parte è sicuramente migliore della prima...anche a me il Going-Going piaceva. Ma il fumetto bonelliano di oggi è diventato troppo "serio" per accettare questi scherzi. Non sarebbe male fare fumetti che facciano ridere un pò: i manga hanno spesso un misto di avventura e umorismo che, da questo punto di vista, li avvicina un pò al classico Zagor di Nolitta. Credo sia questo uno dei motivi del loro successo. I musoni stanno antipatici a tutti... ^_^
     
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    Questa storia é praticamente il rifacimento nolittiano de "Il mostro della Laguna Nera".
    Nolitta realizza come sempre una grande storia e oltre a rimanere colpito dalle splendide didascalie, mi é rimasta impressa l'umanità che Nolitta imprime ai personaggi: basti vedere la reazione del mostro quando realizza di essere stato ferito o quando Meyer cede alla disperazione quando scopre aver sparato a Weiser, seppur per aiutare Zagor.
    A proposito...rimane impresso lo scambio di battute fra lui e Weiser riguardo le vita da sacrificare per il progresso scientifico.
    Personalmente, ho trovato un po' troppo duro il discorso del nostro eroe per la fine di Ross; insomma, le suo parole pronunciate in quell'occasione, unite alla sua espressione del viso, fanno sembrare Zagor una carogna tipo il Capitano Dan.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 14/11/2020, 12:03) 
    Questa storia é praticamente il rifacimento nolittiano de "Il mostro della Laguna Nera".
    Nolitta realizza come sempre una grande storia e oltre a rimanere colpito dalle splendide didascalie, mi é rimasta impressa l'umanità che Nolitta imprime ai personaggi: basti vedere la reazione del mostro quando realizza di essere stato ferito o quando Meyer cede alla disperazione quando scopre aver sparato a Weiser, seppur per aiutare Zagor.
    A proposito...rimane impresso lo scambio di battute fra lui e Weiser riguardo le vita da sacrificare per il progresso scientifico.
    Personalmente, ho trovato un po' troppo duro il discorso del nostro eroe per la fine di Ross; insomma, le suo parole pronunciate in quell'occasione, unite alla sua espressione del viso, fanno sembrare Zagor una carogna tipo il Capitano Dan.

    Dovrei vedere quel film per fare dei buoni confronti, uno di questi giorni lo farò.

    La disperazione di Meyer è comprensibile, non è certo una cosa piacevole accorgersi di aver ucciso un uomo, anche se prima era un mostro.

    Il discorso di Weiser non è scientifico, mentre quello di Zagor, che non è un uomo di scienza, invece, è scientifico: perchè la scienza deve essere sempre al servizio dell'uomo, mai il contrario. Per chiarire, metto qui i dialoghi:

    Weiser: "I progressi della scienza non devono essere misurati con questo metro (le vite umane che il mostro ammazzerà). Sappiamo tutti che il bene della collettività umana ha sempre richiesto il sacrificio di qualche trascurabile minoranza"

    Zagor: "Io non sono un uomo di scienza, Weiser, io sono soltanto un individuo incolto che, giorno per giorno, lotta per la sopravvivenza al fianco di altri individui che hanno i suoi stessi problemi e tutto questo mi ha insegnato ad avere il più assoluto rispetto per la vita umana, anche quando si tratta di quella di coloro che voi avete chiamato una trascurabile minoranza"

    Di più ancora: il discorso di Weiser è pagano, perchè accetta la possibilità di fare dei sacrifici umani per il bene della collettività, mentre quello di Zagor è cristiano, perchè considera preziosa ogni vita umana, anche la più insignificante. La differenza è immensa.

    Sulle dichiarazioni di Zagor sulla fine di Ross, come pure per quella dell'altro criminale, Lewis, non le ho trovate dure, ma giuste: se tu fai una scelta, devi accettare di subirne le conseguenze. Per i lettori del blog, riassumo qui quello che Zagor aveva detto:

    "Nel momento stesso in cui Ross ha accettato di affrontare i nostri stessi rischi, ci ha scaricato di ogni responsabilità"

    Oppure, quando Zagor si libera dai lacci che lo imprigionano e sta per liberare gli altri, dice:

    "Quel ladrone di Ross non ha tutti i torti: in fondo, quando ci si imbarca in certe avventure bisogna avere anche il coraggio di subirne le conseguenze, quali che esse siano".

    Non puoi andare all'inferno senza scottarti. Non puoi andare a fare cose rischiose e pretendere che non ti succeda assolutamente nulla. Se lo vuoi fare, fallo, ma devi accettarne le possibili conseguenze, anche quella di morire. E' il concetto della libera scelta e della responsabilità personale delle proprie azioni. Qui il capitano Dan non c'entra, è un concetto giusto sulla conseguenza delle proprie azioni.
     
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    Quelli che invocano la Scienza e il Progresso per chiedere dei sacrifici, raramente sono tra quelli disposti a farli in prima persona, questi sacrifici. Di solito accade che i sacrificati siano altri, magari del tutto inconsapevoli a quello cui vanno incontro.
    Il padre di un mio caro amico è stato indotto a fare la vaccinazione. Ricordo che in quei tempi, chi non si sottoponeva alla puntura veniva considerato un nemico del popolo e se era in età lavorativa incontrava molti ostacoli nello svolgerla.
    La notte stessa in cui ha ricevuto la seconda dose ha avuto un'emorragia cerebrale e se ne è andato qualche giorno dopo.
    Era un uomo anziano e cardiopatico, eppure era ancora attivo e contento di andare ogni giorno a leggere il vangelo in una casa di riposo, perchè poteva portare parole di conforto a chi si sente solo.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 31/5/2023, 21:48) 
    Quelli che invocano la Scienza e il Progresso per chiedere dei sacrifici, raramente sono tra quelli disposti a farli in prima persona, questi sacrifici. Di solito accade che i sacrificati siano altri, magari del tutto inconsapevoli a quello cui vanno incontro.

    Questa frase, "la Scienza e il Progresso chiedono dei sacrifici" significa divinizzare questi concetti (presentati infatti con la maiuscola), farne dei totem, degli idoli da venerare. E gli idoli hanno sempre sete di sangue umano, sin dall'alba dei tempi.

    Inoltre, equivale a quello che facevano i Farisei e i Dottori della Legge, che Gesù minacciava col "Guai a voi", perchè imponevano dei pesi tremendi sulle spalle degli altri, ma quei pesi loro non li sollevavano nemmeno con un dito.

    E infatti chiedere - e addirittura imporre - dei sacrifici agli altri è cattiva scienza: la scienza vera è al servizio dell'uomo, mai il contrario. Ogni vita è importante, anche la più debole, per il fatto stesso che è vita, che è vivo. Non ha senso quindi sacrificare delle vite per salvarne delle altre: si devono trovare altri rimedi. Il fine buono non giustifica mai un'azione malvagia.

    CITAZIONE (Kirihito @ 31/5/2023, 21:48) 
    Il padre di un mio caro amico è stato indotto a fare la vaccinazione. Ricordo che in quei tempi, chi non si sottoponeva alla puntura veniva considerato un nemico del popolo e se era in età lavorativa incontrava molti ostacoli nello svolgerla.

    Lo so bene. Era stato un orribile ricatto mafioso, chiamato ipocritamente "atto d'amore". Intere nazioni, interi governi, sono diventati delle cupole mafiose che, con l'aiuto dei mass media compiacenti, hanno imposto questo "peso insopportabile" alla povera gente, ai loro stessi cittadini, che avevano invece il dovere di tutelare, di proteggere, non di minacciare. E ci puoi scommettere che loro questo peso non l'hanno sollevato nemmeno con un dito.

    CITAZIONE (Kirihito @ 31/5/2023, 21:48) 
    La notte stessa in cui ha ricevuto la seconda dose ha avuto un'emorragia cerebrale e se ne è andato qualche giorno dopo.
    Era un uomo anziano e cardiopatico, eppure era ancora attivo e contento di andare ogni giorno a leggere il vangelo in una casa di riposo, perchè poteva portare parole di conforto a chi si sente solo.

    E' una bruttissima storia quella che mi racconti, simile a molte, molte altre che sento in giro. Si preferisce non parlarne sui mass media: ma più tempo passerà, più casi accadranno, e più se ne parlerà per forza. Non potranno nascondere una cosa del genere per sempre.
     
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