Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "IL POPOLO DELLA PALUDE" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 4 Oct. 2019
     
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    ZAGOR 7: IL POPOLO DELLA PALUDE

    Testi: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 58 (uscito nel 1966). Il numero reale di Zagor è 7. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso l'albo ha il numero 7. Questa storia fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 31-34 della prima serie, anno 1962. Successivamente, furono raccolti nel 1965 nell'albo 7 di Zagor.

    TRAMA

    Mentre a Forte Henry Zagor, Cico, Pat e gli altri si mettono a bere, a ridere e a scherzare dopo essere stati appena aggrediti dagli Uroni che, dopo una lunga sequela di massacri, volevano ammazzare anche loro cinque minuti fa nella storia precedente, a Pat viene in mente una cosa. "Zagor, hai mica visto il vecchio trapper Moses? E' un pò che non lo vedo" "No, adesso lo vado a cercare". Dopo aver salutato il vecchio e caro amico Pat che non rivedremo mai più perchè l'universo e suo fratello si sono scordati della sua esistenza, Zagor e Cico, dopo vari "Ho fame" e "Piantala" ogni due minuti, raggiungono la baracca del vecchio Moses e la trovano vuota.

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    Le tecniche di Zagor per convincere gentilmente Cico a venire con lui: O LO FAI O TI SBUDELLO!


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    Cico frequenta la stessa indovina di Kit Carson


    Oppoffarbacco, che è successo al vecchio Moses? Che quando lo vedremo avrà davvero la faccia barbuta di un Mosè. Un barbuto e anche forzuto, tra l'altro: questo vecchio Moses ha un fisico da strangolarinoceronti. Zagor segue le tracce del vecchio spaccamascelle Moses e chiede informazioni agli indiani del posto. Questi, spaventati, gli dicono di non andare, perchè il vecchio Moses è andato in un posto tabù e pericolosissimo popolato dai Sitka, detto il Popolo della Palude: sono infatti gli indiani del titolo, ferocissimi e specialisti nel fare sacrifici umani quando hanno la luna storta. Il vecchio Moses aveva intenzione di vendere lì le sue pelli senza avere con sè nessuna pelle, fornendo però il suo indirizzo ebay vecchiomoses.it su cui fare le ordinazioni, si accetta solo pagamento paypal. Inoltre, oltre al luogo pericolosissimo con sacrifici umani, il vecchio Moses aveva sentito parlare anche di una città di pietra che c'è lì dopo il luogo pericolosissimo, e ha intenzione di estendere anche lì le vendite di pelli paypallate. Ma quegli ignoranti del Popolo della palude non hanno nessuna connessione wi-fi e, non potendo fare acquisti, preferiscono fare il solito sacrificio umano col vecchio Moses. Zagor e Cico pagaiano nella palude del Popolo della Palude, e sono attaccati dagli indiani del Popolo della Palude. Zagor, dopo averli malmenati, raggiunge in tempo il vecchio Moses due secondi prima che lo ammazzassero sull'altare-gabbia per sacrificarlo agli dei. Dopo parte il terribile spiegone: un lunghissimo flashback del vecchio Moses che racconta di quando lui ha incontrato il Popolo della Palude, facendo sbadigliare il lettore.

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    Quando il vecchio Moses, grazie al cielo, ha finito, parla della città di pietra e dice che lì tagliano le teste alla gente, Zagor ci vuole andare perchè ama documentarsi sulle strane usanze degli aborigeni. Dopo aver spaccato la testa a qualche altro Sitka e distrutto le loro barche, Zagor, il vecchio Moses e Cico vanno alla città di pietra. Laggiù dei francesi vestiti da spagnoli crocifiggono con delle corde un tizio in mezzo al deserto. Dopo che se ne vanno, il tizio viene salvato da Zagor, il vecchio Moses e Cico, preso a pernacchie dagli altri due, che ormai sono diventati delle fotocopie di Tex Willer e Kit Carson.

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    Il vecchio Moses a Cico gli fa anche le corna.


    Il tizio crocifisso si chiama Kennebec e racconta a Zagor che taaanti, ma taanti anni fa i suoi antenati erano scappati via dalla Francia per paura del cattivo duca di Guisa. Davanti al quale se la dovevano davvero fare sotto, ma MOLTO sotto dalla paura, visto che sono scappati FINO IN AMERICA, hanno attraversato le paludi del Popolo delle Paludi, hanno attraversato zone vulcaniche, ma poi hanno raggiunto una terra dove scorre latte e miele e lì hanno fondato una città di francesi dove FORSE il cattivo duca dalla Francia non li minaccerà più. Almeno fino a quando riuscirà a fare il collegamento a Google Maps. Poi quelli che hanno fondato la città si sono moltiplicati, perchè evidentemente si erano portati da casa anche delle francesine. Ma un brutto giorno, e siamo ai tempi di Zagor più o meno, al duca Raoul di Condè gli scapparono i cavalli e fece la dittatura e aveva messo in croce il tizio, il coso, lì, il Kennebec, ecco, si chiama così, ricordatevelo eh. Che tanto non ricomparirà mai più, e meno male.

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    Ecco il coso, lì, Kennebec. Che in pratica è Zagor con la parrucca da donna e i baffetti da sparviero. Inoltre, Zagor è meglio di Google translate.


    Perchè l'aveva messo in croce, dite? Perchè il coso, lì, Kennebec, si era innamorato, ricambiato, della figlia del cattivo dittatore duca Raoul di Condè, che si chiama...er...torno a dare un'occhiata al fumetto...Anna di Condè, ecco. Però lei era la nipote del cattivo dittatore, non la figlia, scusate. Ma, dopotutto, chi se ne frega? Andiamo avanti. Zagor vuole fare un colpo di stato perchè, dice lui, "grazie a quella sfilza di prepotenti duchi, voi e la vostra gente vi trovate indietro di due secoli sul resto dell'umanità!". A parte il fatto che di prepotenti duchi finora lì c'è stato solo quello attuale, Zagor qui fa politica e si proclama alfiere della democrazia. Lui, il Re di Darkwood. Da che pulpito. Comunque, ecco qui il piano: ci arrampichiamo sulle mura di nascosto, poi giù botte. Dopo che il vecchio Moses chiede a Zagor dove ha trovato un simile pigrone, parlando di Cico, e l'altro risponde che non lo vuole sapere perchè altrimenti gli viene un colpo, dicevo, dopo questo grazioso attestato di stima da parte di Zagor su Cico, i due salgono.

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    La profonda e solida stima e amicizia tra ZagorTex e Cicohofame


    Ma Cico, che è ancora giù, trova un passaggio segreto e da lì raggiunge una sala del castello, dove c'è il duca di Condè, il cattivo, il tiranno, quello lì insomma, che è con sua nipote, la cosa, Anna, che è innamorata del coso, quello lì crocifisso prima, Kennebec, ecco. Il cattivo, lì, il Duca di Condè, si allontana perchè gli dicono che c'è un'insurrezione, la rivolta, il finimondo, la catastrofe, la squadra che ha perso lo scudetto in finalissima e simili. Dopo che se n'è andato, Cico entra nella sala e dice alla tizia innamorata, la Anna, che il suo moroso Kennebec adesso viene, "intanto mi sbafo un pò i piatti qui, che ci ho un languorino".

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    Cico che si sbafa tutto tranquillo fino alla fine della storia. La donna con Cico non è la fidanzata del coso, il Kennebec, ma la dama di compagnia. Che sembra presa da un quadro.


    Mentre Cico resta lì a mangiare e a sbafarsi, il vecchio Moses viene catturato, torturato, liberato e poi comanda l'insurrezione. Zagor inoltre pesta tutti, prende tutti a spadate che neanche Zorro e comanda l'insurrezione. Il coso, lì, il Kennebec, pesta tutti e comanda l'insurrezione. Volano armature, elmi, corazze, insulti agli altri e alle rispettive madri, parolacce da scaricatori di porto, "a te marrano", "uh quanta furia", insomma per farla breve il cattivo, il coso, il Duca di Condè, ecco, viene catturato, abbiamo vinto, ora è caduto il tiranno, evviva la libertà, adesso comando io, no, io, no, io, eccetera.

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    Zagor si è messo l'armatura francospagnola da venti chili per duellare con più agilità. E, anche se ha una pistola, non usa la tecnica di Indiana Jones.


    Cico guarda lo spettacolo stando a tavola, perchè tutti si picchiano proprio lì davanti: continua a mangiare e a bere e si fa anche il ruttino. Dopo il caffè e l'ammazzacaffè, si decide la sorte del cattivo, il coso, lì, il Duca di Condè, ecco: farà il pensionato, mentre gli altri andranno a spassarsela a vedere il mondo (e la democrazia che fine fa?) e ogni tanto gli manderanno una cartolina o un sms, con tanto di foto dei pronipotini da parte di coso, lì, il Kennebec e di cosa, lì, la Anna. Certo, il dittatore, il coso, il Duca di Condè, aveva giustiziato e torturato tante persone, ma sono dettagli, sai come sono questi ragazzi, esagerano sempre. Zagor, il vecchio Moses e Cico, l'uomo invisibile che nessuno se lo fila neanche di striscio, si allontanano a cavallo dalla città dei cosi, i Condè, ora che è tornata la pace e la libertà, così tutti andranno a spassarsela nei saloon. Tutto è bene quello che finisce bene, e l'ultimo, se gli chiedono di andare a cercare un vecchio che vende le pelli, è meglio che lasci perdere.

    COMMENTO

    Si tratta di una storia incredibilmente strampalata e divisa in due parti (quella del Poplo della Palude e quella della città nascosta). Inoltre, il Gianluigi Bonelli inizia questa storia in continuazione con la precedente, "Lancia spezzata", senza neanche un titolino all'inizio della storia: dalla storia della lancia spezzata si va subito alla ricerca del vecchio Moses senza neanche metterci su uno straccio di titolo in mezzo.
    Gianluigi Bonelli manda Zagor in avventure simil-texiane, cercando di eliminare il più possibile l'ingestibile Cico e di sostituirlo con altri comprimari: e stavolta tocca al vecchio Moses. Come avrete capito, ad ogni storia il Gianluigi mette da parte Cico e fa accompagnare Zagor da un altro tizio inventato da lui e che sa gestire meglio del messicano panzone. La storia della città nascosta era già stata fatta da Bonelli padre su Tex non molto tempo prima (La città d'oro, Tex 43-44), quindi questa è una storia riciclatissima. Se Nolitta non fosse tornato in tempo, questo Zagor che andava avanti con storie riciclate di Tex avrebbe già chiuso i battenti cinquant'anni fa.

    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 16:50
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    Torno a scriverti dopo un mucchio di tempo perché non riuscivo più ad accedere con le mie credenziali ed ero pigro nel resettare la pw, ma ho sempre letto. Molto divertenti e condivisibili le recensioni sullo Zagor di GL Bonelli. Complimenti!
     
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    CITAZIONE (MauroC @ 10/10/2019, 08:06) 
    Torno a scriverti dopo un mucchio di tempo perché non riuscivo più ad accedere con le mie credenziali ed ero pigro nel resettare la pw, ma ho sempre letto. Molto divertenti e condivisibili le recensioni sullo Zagor di GL Bonelli. Complimenti!

    E' strano, come mai non sei più riuscito ad accedere? Hai avuto qualche problema? Se il mio sito blog ti ha dato delle difficoltà, fammi sapere, che ne parlo agli amministratori.

    Ti ringrazio dei complimenti, qui la recensione è ironica, perchè si vede bene che il Gianluigi scriveva queste storie controvoglia....purtroppo sono tra i suoi peggiori lavori, e Zagor qui raggiunge livelli narrativi veramente bassi.
     
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    Lo spiegone di Kennebec sull'origine della città nascosta fu micidiale e ci misi un giorno intero per riprendermi e finire la storia.
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 31/3/2020, 17:07) 
    Lo spiegone di Kennebec sull'origine della città nascosta fu micidiale e ci misi un giorno intero per riprendermi e finire la storia.

    Almeno il coso, lì, il Kennebec, ecco, diceva delle cose nuove. Barbosissime, OK, ma nuove.

    Ma lo spiegone del vecchio Moses era davvero spaventoso, :sick: perchè raccontava delle cose che erano già successe, che il lettore sapeva già, e con in più una gran dovizia di particolari che al lettore non gliene fregava proprio niente di sapere.

    Dire che era soporifero è fargli un complimento. Il Bonelli Padre - pace all'anima sua - quando iniziava coi flashback-spiegoni era un mattone. Molte storie di Tex hanno questo tremendo difetto.

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    Ho ricominciato a leggere Zagor, di cui ho 50 volumi a colori da quando ero bambino (anche se alcune immagini che ho visto sul sito mi fanno venire il dubbio che sia meglio la versione classica). Effettivamente le storie di Gianluigi Bonelli non sono granché, ma le sto leggendo volentieri per godermi le tue recensioni ^_^ mi hai fatto fare diverse risate, stile molto divertente, mi sembrava di leggere degli articoli (riusciti) di nonciclopedia!
     
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    CITAZIONE (Stefano Tribuzio @ 26/7/2021, 01:25) 
    Ho ricominciato a leggere Zagor, di cui ho 50 volumi a colori da quando ero bambino (anche se alcune immagini che ho visto sul sito mi fanno venire il dubbio che sia meglio la versione classica). Effettivamente le storie di Gianluigi Bonelli non sono granché, ma le sto leggendo volentieri per godermi le tue recensioni ^_^ mi hai fatto fare diverse risate, stile molto divertente, mi sembrava di leggere degli articoli (riusciti) di nonciclopedia!

    Zagor, per sua natura, è fatto per essere pubblicato in bianco e nero. Lo stesso si può dire di Tex e degli altri fumetti Bonelli: aggiungere loro i colori significa rovinarli. Ma questo vale per tutti i fumetti pensati per il bianco e nero, non solo quelli italiani: Terry e i pirati, Modesty Blaise, Jeff Hawke, eccetera. E lo stesso si può dire dei fumetti fatti per essere colorati e pubblicati invece in bianco e nero, come certi Topolini.

    Il personaggio di Zagor non era nelle corde di Gianluigi Bonelli: era stato un grandissimo sceneggiatore, ma era adatto solo ad un certo tipo di avventura. La filosofia di Zagor non era comprensibile per lui. Di conseguenza, ha fatto delle storie dove si notava la sua difficoltà a presentare il personaggio e il suo mondo. E le assurdità delle sue storie presentavano molti spunti che era facile impostare in modo umoristico: avevo scelto questa strada, perchè, a dirla francamente, lo Zagor di GLBonelli era veramente noioso e bisognava "vivacizzarlo" un pò nella presentazione, in modo che il lettore del blog non si addormentasse. Visto il tuo commento, credo di esserci riuscito. ^_^
     
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