Il blog di Joe7

  1. ZAGOR: "LA LANCIA SPEZZATA" (Joe7)

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    Zagor
    By joe 7 il 20 Sep. 2019
     
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    ZAGOR 6-7: LA LANCIA SPEZZATA (analisi di Joe7)

    Testi: Gianluigi Bonelli
    Disegni: Gallieno Ferri

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    Zagor edizione originale Zenith: n. 57-58 (usciti nel 1965-66). I numeri reali di Zagor sono 6 e 7. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, in questo caso 6-7. Questa storia fu pubblicata per la prima volta in formato libretto sui numeri 27-30 della prima serie, anno 1962. Successivamente, furono raccolti nel 1965 negli albi 6 e 7 di Zagor.

    TRAMA

    Nel cuore della notte, Zagor si sveglia che ha sentito qualcosa di gelido come una mano gelida che gli ha sfiorato gelidamente la faccia e Cico fa: "Brr". Un lupo ulula e Zagor sente la presenza di un uomo da cui emana una forte corrente di odio. Cico gli chiede se percepisce anche la sua email.

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    Percezioni extrasensoriali: Zagor per la verità è il professor Xavier.


    Si tratta di tal Nakawa, un indiano con un paio di ali finte in testa che possiede un lupo ululante, che lui chiama Yak perchè ha sbagliato nome di animale, e un falco parlante che lui chiama Tuan e non Loreto, perchè gli piaceva il nome Antonio. Dopo aver messo una lancia spezzata in due e coi pezzi disposti a forma di X, con sopra il simbolo di una mano che sorge dall'acqua e impugna una lancia, su cui c'è un simbolo uguale di una mano che sorge dall'acqua ecc., se ne va. Zagor, che la recupera il giorno dopo, non ha dubbi: è un terribile segno di vendetta. Cico fa notare che avrebbe fatto prima a scrivere qualche insulto, tipo "Zagor sei un &//&%$$ mi vendicherò!" come fanno tutti gli onesti imbrattatori di muri: si sarebbe capito meglio.

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    Un indiano da shojo manga.


    Il tal Nakawa va dagli indiani Uroni a dire che Zagor è un vigliacco che ha avuto paura di affrontarlo, e così si sono avverate le profezie della venerabile Nemis, che per tutta la storia non vedremo mai e che sarà presto dimenticata. Tanto era una vecchia scema, lo dice anche Zagor alla fine della storia. Il tal Nakawa, che si è dimenticato di specificare che a scappare a gambe levate dopo aver messo la lancia spezzata era stato lui e non Zagor, dice che è ora che rullino i tamburi di guerra contro i cani bianchi e le altre solite fesserie. Attaccano ranch, ammazzano tizi vari, inseguono le donne e non succede il peggio perchè siamo in un fumetto di Zagor e perchè arriva Zagor a salvarle mettendole su una barca lungo il fiume, poi non si sa più niente di loro. Forse sono cadute dalla barca e sono affogate.

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    Il Cico di Gianluigi Bonelli è un menefreghista cosmico...


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    Zagor Superman.


    Cico torna a portare il suo sombrero del diametro di cinque metri e dice ogni due minuti che ha fame; Zagor da parte sua lo insulta ogni due minuti.

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    Inseguendo e malmenando qualche indiano Urone ogni tanto, Zagor incontra un tal Pat, insieme ad altre persone: il tal Pat - mai visto prima e che non si rivedrà mai più - è amicicissimo di Zagor. E Zagor, per tutto il resto della storia, parlerà solo con Pat, rivolgendo a Cico solo qualche insulto ogni tanto, così mostra di non essersi dimenticato di lui.

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    Kit Carson e Tex Willer sotto mentite spoglie


    Dopo aver sparato e malmenato qualche Urone, vengono a sapere che il tal indiano Nakawa, quello dalla lancia spezzata e che non ha più il lupo e il falco perchè si sono stufati di stare con lui, attacca il Forte Henry insieme al grosso degli Uroni. Zagor, Pat, Cico, Tex Willer e Kit Carson galoppano a tutto gas sui loro schiumanti cavalli frustandoli a sangue sul didietro, dicendo ogni cinque minuti: "Speriamo di fare in tempo!" "Ho la sensazione che ce la faremo!" "Speriamolo!" "Speriamo di fare in tempo!" "Ho la sensazione che ce la faremo!" "Speriamolo!" "Speriamo ecc."

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    Vignetta standard.


    Il forte viene attaccato, ma la resistenza è accanita...ecco, arrivano Zagor e gli altri sulla sinistra...Pat fa una finta e lancia un cross, Zagor raggiunge il tal Nakawa, quello della lancia spezzata, che per ringraziarlo del pensiero gli spezza la scure e gli dà una pedata potentissima, il pallone, ops il tal Nakawa va in RETE, E' GOOOL!!!
    "Ora spiegami, Nakawa, perchè ce l'hai con me?" chiede Zagor. "Sono il figlio di Kanoxen, quello dell'episodio 1, che tu hai vilmente assassinato a sangue freddo!" "Sono tutte balle, eravamo finiti sulle sabbie mobili, a me è andata bene ma a tuo babbo è andata male. Comunque, quanti anni aveva, eh? Tu e lui mi sembra che abbiate la stessa età!"

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    "Ma allora mi sono sbagliato? Tu allora sei innocente del sangue di mio padre? Allora la profezia della vecchia Nemis?" "Nemis è una vecchia scema".

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    Stiamo ancora aspettando che tu ci vada, Zagor. Dal 1962.


    Zagor, ricordando i massacri, gli omicidi, le aggressioni e le torture che hanno fatto Nakawa e gli Uroni, per punizione li lascia andare, poi vanno tutti a bersi un bicchierino e la storia finisce qui. Tutto è bene quello che finisce bene, l'ultimo chiuda la porta e si ricordi la legge aurea: se i massacri li fa il bianco, va punito; se i massacri li fa l'indiano, va capito e va lasciato libero, tanto è colpa dei bianchi se lui fa così. Come compito a casa, leggere "Arrestate Billy Boy!".

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    Come far finire a tarallucci e vino le rivolte indiane.



    COMMENTO

    In questa storia inizia il ciclo di avventure sceneggiato da Gianluigi Bonelli, il creatore di Tex e padre di Sergio Bonelli/Nolitta.

    Siccome il personaggio non era nelle sue corde, le storie di Zagor si trasformano sempre in doppioni delle storie di Tex, con uno Zagor schiacciasassi e ammazzasette e un Cico mangione, burino ed egoista, facilmente sostituito da vari Pat, Moses, ecc. che Bonelli crea come comprimari di Zagor/Tex Willer e che sono tutti dei doppioni di Kit Carson.

    Non ci sono i "tizzoni d'inferno" e "vecchio satanasso", ma poco ci manca. In compenso, ci sono molti "peste", "adelante", "quello lì è un demonio", "ottimista " "menagramo", bang, zip, cavalcate, forti assediati, racconti flashback lunghissimi e tediosi, indiani che decidono che è ora di disseppellire le scure di guerra, venditori di fucili, magazzini saltati. Mancano i fiammiferi tra le dita dei piedi, perchè sarebbe stata una cosa troppo smaccata: ma tutto il resto c'è. Quindi, da adesso fino al numero 10 assisteremo alle letture di TexZagor con Kit Carsontizioqualunque; Cico diventa un mangione "palladilardo" da mettere via appena non serve.

    Qui la storia si conclude in modo affrettato, con la strega Nemis che viene dimenticata subito, nonostante Zagor abbia detto che sarebbe andato da lei a chiederle spiegazioni. Si ha l'impressione che Gianluigi Bonelli si sia stufato dell'episodio e l'abbia troncato alla svelta.

    QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOR

    Edited by joe 7 - 8/9/2022, 16:49
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    Sergio Bonelli racconta in questo interessante video del 2009:
    www.youtube.com/watch?v=uUBidS8teOk&list=WL&index=27&t=436s

    che suo padre lo riteneva più adatto a scrivere Paperino che fumetti d'avventura.
    Probabilmente disse questo prima che Sergio Bonelli, alias Nolitta, realizzasse i suoi capolavori.
    Oppure chissà ne era proprio convinto.
    Certo è che la vena comica dei due Bonelli mi sembra abbastanza differente.
    Gianluigi si basava molto sulle battute, sono celebri gli scambi tra Tex e Carson.
    Sergio invece utilizzava anche scene dinamiche, come nelle vecchie comiche.
    Per questo il suo modo di sceneggiare può essere definito più "paperinesco", tuttavia Nolitta è comunque riuscito per me a trovare quasi sempre un equilibrio tra commedia e dramma.
    Ancora nel video che ho riportato sopra, Sergio Bonelli ricorda che il grande merito di suo padre è stato quello di rendere per primo popolare un fumetto che non era destinato solo ai bambini di 7-8 anni, ma anche a ragazzi più grandi e persino a persone adulte.
    In questo è stato lungimirante, perchè Tex sopravvive ancora grazie ai suoi vecchi lettori, mentre fumetti che negli anni '60 erano i campioni delle vendite, come Capitan Miki o il Grande Blek, hanno avuto una vita molto più breve.
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 9/3/2023, 19:14) 
    Sergio Bonelli racconta in questo interessante video del 2009:
    www.youtube.com/watch?v=uUBidS8teOk&list=WL&index=27&t=436s

    che suo padre lo riteneva più adatto a scrivere Paperino che fumetti d'avventura.
    Probabilmente disse questo prima che Sergio Bonelli, alias Nolitta, realizzasse i suoi capolavori.
    Oppure chissà ne era proprio convinto.

    Lo stesso Nolitta diceva che Cico aveva come modello proprio Paperino. E' una cosa che nessuno sceneggiatore di Zagor è mai riuscito a capire bene. Ci sono delle eccezioni (Castelli e qualcun altro), ma sono casi rari.

    CITAZIONE (Kirihito @ 9/3/2023, 19:14) 
    Certo è che la vena comica dei due Bonelli mi sembra abbastanza differente. Gianluigi si basava molto sulle battute, sono celebri gli scambi tra Tex e Carson. Sergio invece utilizzava anche scene dinamiche, come nelle vecchie comiche. Per questo il suo modo di sceneggiare può essere definito più "paperinesco", tuttavia Nolitta è comunque riuscito per me a trovare quasi sempre un equilibrio tra commedia e dramma.

    Il racconto classico Disney (non quello di oggi), a cui si ispira Paperino ovviamente, e da qui Zagor, è sempre stato un misto tra comico e dramma. Accanto alla spaventosa trasformazione di Grimilde, ci sono i balli dei Sette Nani. Accanto al Tirulero Urca Urca di Robin Hood (considerato da molti il più leggero dei classici) ci sono i poveri tartassati e la quasi morte di Robin Hood. Nolitta in Zagor ha fatto un equilibrio perfetto tra commedia, umorismo e dramma: è proprio come hai detto.

    CITAZIONE (Kirihito @ 9/3/2023, 19:14) 
    Ancora nel video che ho riportato sopra, Sergio Bonelli ricorda che il grande merito di suo padre è stato quello di rendere per primo popolare un fumetto che non era destinato solo ai bambini di 7-8 anni, ma anche a ragazzi più grandi e persino a persone adulte.
    In questo è stato lungimirante, perchè Tex sopravvive ancora grazie ai suoi vecchi lettori, mentre fumetti che negli anni '60 erano i campioni delle vendite, come Capitan Miki o il Grande Blek, hanno avuto una vita molto più breve.

    Ho letto il Grande Blek e Capitan Miki: sono storie divertenti, ma che non lasciano il segno, appaiono un pò datate. Anche il loro umorismo non è dei migliori: non si avvicina al livello di Zagor di Nolitta, dove certe scene fanno ridere davvero. E nemmeno all'avventura diretta e sfacciata di Tex, che mena chiunque senza problemi.

    Blek e Miki sono stati campioni delle vendite perchè era stato un boom: riuscivano a rendersi interessanti ai lettori di allora senza sforzarsi molto: i buoni, i cattivi e quelli di contorno erano semplificati, senza molti guizzi. Tex e Zagor, invece, furono il risultato di un lavoro più profondo sui personaggi, dove gli autori ci misero davvero del suo. La prova per vedere se un'opera è davvero buona è se supera il tempo: le storie di Zagor di Nolitta e del Tex bonelliano lo superano sicuramente.
     
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