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  1. MANGAZINE E L'ARRIVO DEI MANGA E ANIME IN ITALIA

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    Mangazine
    By joe 7 il 24 Oct. 2019
     
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    30 ANNI FA: L'ARRIVO DEI MANGA IN ITALIA CON MANGAZINE

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    Tutti i cinque numeri di Mangazine e i Kappa Boys: immagine presa dal sito facebook di Kappalab


    Siamo nell'autunno del 1989, trent'anni fa, e non si leggeva nessun manga a quei tempi. Gli unici che furono pubblicati fino ad allora erano quelli pionieristici, ricolorati, ribaltati e rimaneggiati del Grande Mazinga e di Candy Candy della Fabbri (anni 1979- primi anni '80), insieme a pochi altri, come lo "Speciale manga" di Eureka. Gli unici fumetti che si potevano leggere allora erano - in generale - solo quelli della Bonelli e dei supereroi Marvel, che avevano riaperto i battenti in Italia da poco tempo, grazie alla Labor Comics e poi alla Star Comics. Il boom dei cartoni animati giapponesi da Goldrake in poi si era spento e venivano trasmessi in sordina solo sulle TV private.

    Fu allora che, a Bologna, quattro appassionati di manga e anime - Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni, Andrea Pietroni e Barbara Rossi, in futuro conosciuti come i Kappa Boys - vollero cercare di capire se c'erano ancora delle persone appassionate di queste cose come loro. In assenza di internet e altre vie di comunicazione digitale (a quei tempi non c'erano neanche i telefonini), fecero allora una fanzine, chiamata Mangazine: cioè "fanzine dei manga" (e degli anime). Fu pubblicata dalla Hobby Fumetto 1 in modo aperiodico e furono solo cinque numeri in tutto: ma provocò un'esplosione. Il successo della fanzine divenne incredibile. La tiratura del numero 1 (cinquecento copie, distribuite in fumetterie come l'Alessandro Distribuzioni e la Borsa del Fumetto) fu esaurita in pochi giorni. Il primo numero conteneva un servizio su Lupin di Monkey Punch, altri articoli e un capitolo del manga di Occhi di gatto (la prima edizione italiana in assoluto del manga). Fu la prima volta che si potevano leggere informazioni di prima mano su quei prodotti giapponesi così lontani e conosciuti solo per sentito dire. La fanzine fu ristampata subito, seguita poi da altri quattro numeri nell'arco di due anni (si pubblicò anche un episodio di Ranma 1/2, e anche quella fu la sua prima pubblicazione in Italia). Successivamente, i Kappa Boys entrarono in contatto con la Granata Press 2, favorevolmente colpita dal successo della loro fanzine, e fu pubblicata così la prima rivista italiana che conteneva fumetti giapponesi (ancora ribaltati all'occidentale, comunque): Zero, dai toni piuttosto duri. Il primo numero conteneva le violente storie di Ken il guerriero, Xenon e Baoh. Inoltre, su quella rivista furono pubblicati per la prima volta i manga di Alita e Patlabor. Il successo fu strepitoso e in poco tempo alla rivista Zero se ne aggiunse un'altra, Mangazine, con lo stesso nome della fanzine. Superò Zero in fama e divenne la rivista ammiraglia del manga in Italia. Il primo numero di Mangazine conteneva le storie di Lamù, Mai e Kamui, oltre ad articoli di approfondimento.

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    I primi manga in assoluto, pubblicati in riviste ufficiali, in Italia.


    Per tutti gli anni Novanta ci fu un'esplosione di titoli manga, le cui conseguenze si possono vedere ancora oggi. I Kappa boys passarono poi alla Star Comics, dove pubblicarono un'altra rivista contenitore, Kappa Magazine (1992). In particolare, la Star Comics, con Dragonball (1995), pubblicò per la prima volta i manga in versione non ribaltata: ebbe un successo strepitoso e numerose ristampe. Evidentemente, gli italiani non avevano problemi a leggere alla giapponese, una cosa che all'inizio si temeva non fosse possibile. Da allora ci fu una valanga di manga non ribaltati che continua ancor oggi, con le pubblicazioni Star, JPop, Panini, Flashbook, Goen, Bao, 001...

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    Il primo manga in assoluto in Italia con l'edizione non ribaltata, e quindi con la lettura da destra a sinistra...una scelta coraggiosa, che però ha portato molto frutto!


    Anche nel campo degli anime ci fui il boom: dopo le prime uscite in VHS, si seguirono sempre gli aggiornamenti e si passò alle versioni in DVD e infine al cinema, a cominciare da Akira nel 1992. Adesso gli anime ci sono anche in streaming.

    E tutto questo lo si deve all'opera dei Kappa Boys e alla pubblicazione di cinque numeri di una fanzine uscita in sordina trent'anni fa. Grazie, Kappa Boys, e tanti auguri, Mangazine! (conservo ancora i tuoi cinque numeri...) ^_^

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    1 Hobby Fumetto: non si trattava di una casa editrice, ma di un negozio di libri e fumetti che si trovava a Imola, in provincia di Bologna.

    2 Granata Press: Casa editrice bolognese gestita da Luigi Bernardi, scrittore e critico fumettistico. Oltre a Zero e Mangazine, la Granata produsse le prime VHS di anime in Italia con Conan il ragazzo del futuro. Famosa è anche la sua edizione manga in formato album di Nausicaa, conclusa proprio poco prima del fallimento della casa editrice. Altri suoi manga famosi pubblicati furono Devilman, Capitan Harlock, Mazinga Z e il Grande Mazinga di Ota (dopo la sua prima edizione della Fabbri). Però i manga dei robottoni non ebbero successo e di conseguenza la Granata non pubblicò il seguito, cioè il Goldrake di Ota, che fu pubblicato per la prima volta solo nel 2007 dalla D/Visual.

    Edited by joe 7 - 24/10/2019, 16:26
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    mickie 10 belts

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    che nostalgia che mi è preso con questo articolo. ricordo la rivista in questione e sono sempre grato ai kappa boys per il ruolo che hanno avuto nella diffusione dei manga in italia.
    non so se hai notato ma giusto quest'anno c'è stato un piccolo revival di riviste contenitore in Italia.
     
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    CITAZIONE (ironmaiden @ 26/2/2023, 13:16) 
    che nostalgia che mi è preso con questo articolo. ricordo la rivista in questione e sono sempre grato ai kappa boys per il ruolo che hanno avuto nella diffusione dei manga in italia.
    non so se hai notato ma giusto quest'anno c'è stato un piccolo revival di riviste contenitore in Italia.

    I Kappa Boys hanno rivoluzionato non solo il fumetto italiano, ma anche quello mondiale, con l'inserimento dei manga in Occidente. Credo che non abbiamo ancora capito bene la portata di quello che hanno fatto. Senza di loro i manga non sarebbero mai arrivati, o sarebbero arrivati in modo diverso, forse più centellinato, poco curato. Invece fu un boom.

    Ho presente il revival di riviste contenitore in Italia: ne ho parlato qui. Mi sembra un'idea interessante, vedremo gli sviluppi... ^_^
     
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