Il blog di Joe7

  1. GLI ANNIVERSARI DEL 2019 (6)

    By joe 7 il 17 Jan. 2020
     
    0 Comments   117 Views
    .
    GLI ANNIVERSARI DEL 2019 - SESTA PARTE
    (Qui l'articolo precedente)

    50 ANNI DALLA DISCESA DELL'UOMO SULLA LUNA

    Luna-2069-rat-man-ortolani jpg


    E'stato un anniversario seguito senza molto interesse dai mass-media. Dal punto di vista fumettistico, possiamo ricordare Luna 2069 (edizioni Feltrinelli) di Leo Ortolani, ambientato in un ipotetico 2169, 100 anni dopo lo sbarco sulla Luna, in cui intervengono Rat-Man (chiamato qui Mister Mask) e l'astronauta Fortunato (ma non troppo) e la storia di Topolino di Casty "Topolino e il castello sulla Luna" (Topolino 3321-3322), che segue le linee narrative di Gottfredson. L'intervista fatta a Leo Ortolani a riguardo è interessante: l'autore dice che

    "è una considerazione ignorante dire: 'Con tutti i problemi che abbiamo sulla terra, perché spendere soldi per esplorare lo spazio?' Infatti, le scoperte scaturite in questi decenni dalla corsa allo spazio hanno ricadute nella vita quotidiana: i nostri stessi cellulari sfruttano una tecnologia derivata da quel tipo di ricerche. La divulgazione serve proprio per non lasciare zone d’ombra, dove poi proliferano i complottisti. Le nuove tecnologie, che sono uno strumento potentissimo, vengono usate più per diffondere video di gente che posta idiozie, invece che cultura. Io sono un geologo, uno scienziato: basta informarsi un po’ per smontare qualsiasi teoria complottista. La prima cosa che ho fatto per questo libro è stato vedere un dvd di un famoso teorico del complotto italiano. Come prova del falso sbarco, si analizza la prima conferenza di Armstrong, Aldrin e Collins (l'equipaggio dell’Apollo 11): i complottisti sostengono che siano imbarazzati, sudino, balbettino. Io l’ho visto tutto, quell’incontro: dopo un minuto e mezzo, Armstrong comincia a fare battute, i tre ridono, scherzano e, se dicono che non potevano vedere le stelle direttamente, è per via del riverbero del Sole. Credere che sia tutto falso, tutto un inganno, è un messaggio devastante per i nostri ragazzi, è come dire: inutile che studi, tanto ti fregheranno sempre e comunque. È sbagliato.”

    Ne approfitto qui per smontare le idee complottiste che dicono che l'uomo non sia mai arrivato sulla Luna e che sia stata tutta una messa in scena diretta da Stanley Kubrick. Sulla Luna ci siamo andati davvero, non ci sono dubbi. Prima di parlarne, è necessario fare un passo indietro: non è possibile capire quello che è successo 50 anni fa senza tener conto della guerra fredda in corso allora tra gli Stati Uniti e la Russia.

    RICORDANO SEMPRE KENNEDY, MAI NIXON

    Kennedy


    Fu sotto l'amministrazione di Richard Nixon, in carica da sette mesi il giorno dell'allunaggio, che la Nasa portò a termine con successo la missione Apollo 11. Eppure, i servizi commemorativi, che hanno - giustamente - ricordato il discorso con cui John Kennedy (ucciso a Dallas sei anni prima della discesa sulla Luna, nel 1963) diede inizio al programma spaziale per portare l'uomo sulla Luna "entro la fine del decennio", non hanno mai nominato Nixon, il presidente in carica al momento dell'allunaggio, se non di striscio e solo per episodi curiosi, tipo il mancato incontro con gli astronauti prima della partenza (perché si temeva un potenziale contagio) e il discorso mai pronunciato per l'eventuale morte dei membri della missione. In ogni caso, la distorsione politica della memoria è evidente: l'uomo sulla Luna è un successo attribuito a Kennedy, morto assassinato 6 anni prima, ma non a Nixon, che era in carica e che avrebbe avuto tutto il diritto di prendersi il merito dell'impresa.

    L'AIUTO DI EX-NAZIONALSOCIALISTI

    Von-Braun
    Wernher von Braun


    L'ingegnere che progettò il Saturno V, il missile che portò i primi tre uomini sulla Luna, è stato menzionato solo di striscio: si trattava di Wernher von Braun, l'ingegnere che, nella Seconda Guerra Mondiale, con il grado di maggiore nazista delle SS, fu alla testa del programma per le armi segrete di Adolf Hitler. La V-2, da lui costruita, fu impiegata per i bombardamenti indiscriminati di Londra e Anversa negli ultimi due anni di guerra. Fu il primo missile balistico della storia e venne usato contro gli Alleati. Quando von Braun fu fatto prigioniero, non finì sotto processo per crimini di guerra, anche se le accuse erano molto pesanti: 10mila prigionieri perirono nella costruzione delle V-1 e delle V-2 nelle infernali fabbriche sotterranee usate per l'assemblaggio dei missili. Von Braun fu sottoposto a un lungo periodo di quarantena, durato dieci anni, durante i quali non poté comunicare col mondo esterno. Quando gli USA iniziarono a impiegarlo di nuovo per la costruzione di missili balistici nucleari, la sua immagine di nazista era stata "ripulita". Prima della missione lunare, fece anche da consulente a Walt Disney per un simpatico quanto raro cartone animato sugli effetti dell'assenza di gravità in un volo spaziale. Un altro membro tedesco del team di scienziati del programma Apollo 11, Arthur Rudolph, dovette lasciare gli Stati Uniti nel 1984 assieme alla famiglia: erano state raccolte prove a sufficienza per condannarlo per crimini di guerra nazisti, sempre per lo sfruttamento letale dei prigionieri per la costruzione delle V-2.

    IL TERRORE DELLA GUERRA FREDDA

    La presenza di scienziati ex nazisti nel programma spaziale americano si spiega solo con l'urgenza del programma stesso, che induceva i governi americani di allora a farsi meno scrupoli del solito. E qui c'è il terzo grande assente dell'anniversario dei cinquant'anni: la Guerra Fredda. Non è possibile comprendere la missione lunare, senza ricordare il terrore che provocò il lancio del primo satellite sovietico nel 1957, lo Sputnik. Non è possibile capire l'urgenza del programma spaziale senza tener conto di quella che, oggi, registi e giornalisti vedono come "paranoia anticomunista", ma che allora, in realtà, era una paura ben fondata: cioè la possibilità dei sovietici di colpire il territorio statunitense da casa loro con missili balistici intercontinentali, senza la possibilità di subire una rappresaglia. Ancora nel 1960, Kennedy vinse le elezioni anche grazie alla sua promessa di colmare il "missile gap", il vantaggio sovietico in campo missilistico (gap che era stato già stato colmato nel 1960, peraltro, ma il pubblico e gli elettori ancora non lo sapevano). Gli Usa avevano fretta di sviluppare missili altrettanto potenti. E poi avevano bisogno di dare una forte dimostrazione di superiorità tecnologica. Il primo progetto in tal senso consisteva nel lanciare una potente testata nucleare sulla Luna, la cui esplosione si sarebbe vista fin sulla Terra. Era il progetto A119, iniziato nel 1958, ma mai portato a termine, perché anche l'opinione pubblica americana, oltre ai vertici sovietici, ne sarebbe rimasta terrorizzata. Fu solo dopo che i sovietici mandarono il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, nell'aprile del 1961, che Kennedy lanciò il programma per far arrivare sulla Luna degli astronauti, non più una testata atomica. L'intento era sempre quello di arrivare primi in una corsa agli armamenti nello spazio. E' da notare, en passant, che l'evento di Gagarin (aprile 1961), oltre a terrorizzare gli americani - come successe con lo Sputnik - che temevano, e a ragione, un attacco intercontinentale dalla Russia, fu anche la molla che permise la creazione dei Fantastici Quattro, che furono creati anche in funzione anticomunista. Infatti, se si legge la versione originale del fumetto (uscito a Novembre 1961, quindi pochi mesi dopo l'evento di Gagarin), si capisce che Reed Richards, il capo dei Fantastici Quattro, e gli altri hanno voluto partire nello spazio con un missile proprio per battere la potenza sovietica e così dire loro: "Anche noi siamo capaci di fare questo (e, implicitamente, di rispondere ai vostri missili intercontinentali)".

    Fantastic-Four-v1-001-1961


    E' da notare che Sue usa anche la parola "commies", termine spregiativo per definire i comunisti. Inoltre, Reed e gli altri non parlano di andare sulla Luna, ma solo nello spazio, così da battere Gagarin, che si era diretto nello spazio circumnavigando la Terra, ma non era andato direttamente nello spazio. Infatti, la proposta di Kennedy di andare sulla Luna sarà dichiarata dal presidente solo un anno dopo, il 12 Settembre 1962. E il terrore dell'attacco sovietico era in quegli anni al massimo: infatti, solo un mese dopo la dichiarazione (e quindi la sfida) di Kennedy, i Russi solleveranno la terribile crisi di Cuba, in cui il mondo, terrorizzato, pensava di essere alla soglia della terza guerra mondiale con le bombe atomiche. E' facile irridere queste paure adesso, cinquant'anni dopo: ma a quei tempi nessuno sapeva come sarebbe andata a finire.

    LA SPETTACOLARE VITTORIA DEGLI STATI UNITI CONTRO L'UNIONE SOVIETICA

    E' vero che il risultato raggiunto, il primo viaggio extraterrestre dell'uomo e il primo sbarco dell'uomo in un corpo celeste, trascende la Guerra Fredda. Ma ci sono anche precise ragioni culturali di questa omissione. La prima è che, paradossalmente, gli americani di oggi, per lo meno nel mondo della cultura, tendono a non esaltare troppo le vittorie di ieri. Nel film First Man-Il primo uomo sulla missione Apollo 11, la scena in cui gli astronauti piantano la bandiera a stelle e strisce sulla Luna è assente. La bandiera si vede, ma solo per pochi fotogrammi. Per giustificarsi, il regista Damien Chazelle, prima ha affermato che il suo intento era quello di soffermarsi maggiormente sulla storia personale di Neil Armstrong, poi ha ammesso che voleva far vedere l'allunaggio come una vittoria dell'umanità più che degli Stati Uniti.

    first-man


    In realtà, allora, l'elemento nazionale, patriottico e bellico (con la guerra del Vietnam ancora in corso e la Guerra Fredda a un punto critico) era dominante. Ometterlo è un grave peccato per uno storico. Ammetterlo, però, vorrebbe dire ammettere una cosa molto politicamente scorretta: una spettacolare vittoria degli Stati Uniti contro l'Unione Sovietica. E più in senso lato: del mondo libero contro il comunismo. Un aspetto mai sottolineato in questo cinquantenario.

    SVERGOGNATA LA BUFALA CHE NEGA CHE L'UOMO SIA STATO SULLA LUNA

    Apollo-11-luna-1969-032-1000x600


    Ci sono siti Internet, libri e video che sostengono di aver trovato le "prove" che le missioni americane che portarono all'arrivo del primo uomo sulla Luna il 20 luglio 1969 e a una serie di esplorazioni del nostro satellite conclusasi nel 1972 non sarebbero mai avvenute: sarebbero invece state simulate in uno studio cinematografico e le immagini sarebbero state usate come mezzo per combattere la propaganda sovietica. In altre parole, secondo queste fonti, lungi dall'essere un evento storico, lo sbarco sulla Luna sarebbe "il più grande inganno di tutti i tempi". Per fortuna, ci sono centinaia di libri tecnici che spiegano come sono andate realmente le cose. Tuttavia, queste risorse peccano tutte di una certa prolissità, probabilmente inevitabile perché sono preparate con molto più rigore delle "prove" che devono smentire; inoltre,spesso sono in inglese, per cui sono poco accessibili a chi non conosce questa lingua. Detesto veder insultato così il lavoro, il coraggio e il sacrificio (a volte anche della vita stessa) di chi ha realizzato l'impresa più grandiosa e meravigliosa del ventesimo secolo, uno dei pochi eventi dei quali l'umanità può essere fiera senza ma e senza se. Così l'autore dell'articolo che sto usando come fonte (vedere in calce) ha preparato questa miniguida che smonta in breve le tesi di messinscena più frequenti.

    1) NELLE FOTO MANCANO LE STELLE!

    Eh già, perché alla NASA sono così cretini che nel ricostruire in studio l'allunaggio si sono dimenticati di metterci le stelle. Ma per favore! Soltanto chi non sa nulla di fotografia o si è fatto rintronare dai complottisti può sostenere un'argomentazione così ridicola. Le stelle non si vedono nelle foto (ma gli astronauti le vedono) sulla Luna perché non si devono vedere. E' questione di tecnica fotografica di base. Le stelle sono fioche rispetto al suolo fortemente illuminato dal sole. Per fare le foto senza sovraesporre il suolo, bisogna chiudere molto il diaframma dell'obiettivo e far entrare poca luce. Facendo entrare poca luce, però, non si fa entrare la luce fioca delle stelle. Ergo le stelle, nelle foto della superficie lunare, non si vedono. Se le si vuol vedere, bisogna aprire il diaframma della macchina fotografica, nel qual caso però si sovraespone il suolo (diventa tutto bianco). Solo che agli astronauti interessava fotografare il paesaggio della Luna, non le stelle, per cui hanno esposto la pellicola per il tempo che serviva per fotografare correttamente il suolo. Se non ci credete, andate fuori di notte, quando ci sono fuori le stelle, e cercate di fotografare il panorama illuminato della città insieme alle stelle. Scoprirete che non si può. Se esponete correttamente la foto in modo da vedere i dettagli della città, le stelle scompaiono; se esponete la foto in modo da far vedere le stelle, la città è fortemente sovraesposta. E se neppure questo vi convince, date un'occhiata alle foto fatte nello spazio dagli astronauti italiani dello Shuttle: anche lì non ci sono stelle. Anche gli italiani fanno parte del complotto?

    2) LA BANDIERA AMERICANA SVENTOLA, COME SE CI FOSSE ARIA. MA SULLA LUNA NON C'È ARIA

    La bandiera "sventola" soltanto quando l'astronauta la scuote. Quando la molla, dondola un po', come è giusto che faccia anche un oggetto leggero in assenza d'aria, ma poi non si muove più. Guardate bene i filmati, se non ci credete. Vi sfido a trovare un solo filmato in cui la bandiera sventola mentre non viene toccata. Anche sulla Terra si può far "sventolare" una bandiera in assenza di vento: basta darle una bottarella.

    3) LE OMBRE HANNO DIREZIONI DIVERSE, INVECE DI ESSERE PARALLELE, COME SE CI FOSSERO DUE SORGENTI DI LUCE. I RIFLETTORI DELLO STUDIO CINEMATOGRAFICO!

    Se davvero ci sono due sorgenti di luce, come mai nelle foto non ci sono anche due ombre per ogni oggetto? Basta guardare una partita di calcio in notturna per rendersi conto che se ci sono due sorgenti di luce, tutti gli oggetti devono formare due ombre. Anche sulla Terra, di giorno, le ombre possono avere direzioni diverse: hanno la stessa direzione soltanto se cadono su superfici disposte nello stesso modo. E sulla Luna, mancando ogni riferimento (oggetti familiari di dimensione nota) che indichi la pendenza del terreno, è molto facile non accorgersi che una zona è inclinata rispetto a un'altra.

    4) C'È UNA LETTERA C SU UN SASSO IN UNA FOTO! E C'È UNA LETTERA C SUL TERRENO ACCANTO AL SASSO! SONO I RIFERIMENTI DELLO SCENOGRAFO!

    Scusate, ma che senso avrebbe etichettare dei sassi di scena con una singola lettera? E' un sistema di etichettatura che permetterebbe soltanto ventisei oggetti. Un po' pochi per un set che deve ritrarre la Luna, la cui superficie è costellata di sassi, sassi e ancora sassi. La "C" sul sasso è in realtà un pelucco, presente nelle copie ma non negli originali. Lo si vede chiaramente ingrandendo l'immagine. [...] Presumibilmente il pelucco si è attaccato alla pellicola durante una delle tante duplicazioni delle foto originali (ricordate che questa è fotografia chimica, nella quale le copie non si fanno duplicando un file di computer, ma rifotografando la fotografia). C'è anche da considerare una singolare coincidenza: la "lettera" trovata sul sasso è proprio una di quelle a curva o linea semplice che un pelucco forma spontaneamente. Non è, per esempio, una K o F o H o M o A.

    5) NEGLI ARCHIVI DELLA NASA CI SONO FOTO RITOCCATE, QUINDI SONO TUTTE FALSE!

    Certo che ci sono foto ritoccate. Ma il ritocco è puramente estetico e non arriva mai alla falsificazione. Anche le foto di Naomi Campbell sui giornali sono ritoccate per rimuovere le imperfezioni della sua pelle, ma questo non vuol dire che il fotografo non ha immortalato Naomi e l'ha sostituita con la sua portinaia. Per esempio, una delle più celebri immagini del primo sbarco sulla Luna è da sempre ritoccata piuttosto pesantemente per ragioni estetiche. Fra l'altro, bisogna che questi complottisti si decidano: o dicono che le foto sono fatte in studio, e allora non si capisce perché ci sia stato bisogno di ritoccarle (bastava rifarle); oppure dicono che le foto sono ritoccate, ma allora questo implica che sono autentiche. Volete mettervi d'accordo una buona volta?

    6) PERCHÉ MAI NESSUNO HA RITENTATO L'IMPRESA?

    Perché costa ed è rischiosa, dannazione, e non si spendono miliardi e rischiano vite solo per fare contenti i complottisti. A meno che, naturalmente, paghino loro e si offrano come passeggeri. Ci deve essere un motivo molto forte per rischiare e spendere pur di andare sulla Luna, e per ora, passato il prestigio politico del primo sbarco, questo motivo non c'è.

    7) PERCHÉ NON VIENE DATA UNA VOLTA PER SEMPRE UNA PROVA INCONFUTABILE DELLO SBARCO UMANO SULLA LUNA?

    Purtroppo chi crede a queste ipotesi parte con dei preconcetti che rendono inutile ogni dimostrazione contraria. Noterete che molto spesso la gente crede al complotto semplicemente perché ha sentito dire che c'è qualcuno che ha scritto un libro in proposito. Con questi appunti non intendo certo far cambiare idea a chi crede: voglio solo fornire qualche spunto a chi vuol capire. Una delle soluzioni più eleganti, visto che sta nascendo l'epoca dei viaggi spaziali commerciali, è caricare gli scettici su una cosmonave e portarli sulla Luna, così che possano verificare con i propri occhi. Poi, però, li lasciamo là, così la smettono di rompere l'anima e sminuire il genio, il duro lavoro e i sacrifici di chi ha lavorato ai programmi spaziali, a volte rimettendoci la vita. Perché è questo che fanno i complottisti: si sentono superiori ai comuni mortali perché loro sanno la Verità che noi poveri scemi non riusciamo a cogliere. Ma mi sa che anche così probabilmente non ci crederebbero: penserebbero a un viaggio simulato o a qualche altra "spiegazione" strampalata. Almeno finché non vanno a fare una passeggiata all'aperto. Senza tuta spaziale, s'intende.

    LE PROVE VERIFICABILI A FAVORE DEGLI SBARCHI

    Ci sono comunque alcuni esperimenti che si possono davvero fare, persino adesso che sono passati più di trent'anni, per dimostrare che sulla Luna qualcuno c'è andato davvero.

    I CAMPIONI DI ROCCIA LUNARE

    Rocce-lunari


    Ci sono i campioni di roccia lunare (non solo quelli americani, ma anche quelli sovietici), che basta esaminare per verificare che sono chimicamente diversissimi da ogni roccia terrestre, ma bisogna essere geologi per capirlo.

    FILMATI FISICAMENTE IMPOSSIBILI

    Sarebbe stato comunque impossibile realizzare in studio i filmati dello sbarco. Ci sono alcune caratteristiche fisiche dell'ambiente lunare, come la mancanza d'aria e la gravità ridotta, che non si possono duplicare sulla Terra.
    a) La polvere sollevata dalle ruote del Lunar Rover (l'automobilina portata sulla Luna nelle missioni successive) viene proiettata secondo un arco perfetto: se ci fosse aria, formerebbe delle volute turbinose. Questo è un effetto ottenibile soltanto nel vuoto.
    b) Il modo in cui gli astronauti saltellano sulla superficie lunare è realizzabile soltanto in un ambiente a gravità ridotta. Se si cerca di ricreare l'effetto usando fili o altre tecniche tipiche del mondo cinematografico, come il rallentatore, si ottiene un comportamento vistosamente diverso e rilevabile anche da un occhio non esperto.

    IMMENSA MOLE DI DATI PUBBLICAMENTE CONSULTABILI

    Naturalmente c'è anche l'immensa mole di dati pubblicamente consultabili: i progetti, gli schemi tecnici, il software, i piani di volo, gli archivi, gli inventari, le infinite procedure burocratiche, gli appalti, i collaudi... Tutti meticolosamente documentati e protocollati come solo un progetto governativo sa fare. Per creare la messinscena, sarebbe stato necessario inventare di sana pianta tutto questo monumentale apparato di scartoffie, e inventarlo senza mai cadere in contraddizione. Un'impresa forse ancora più difficile che andare sulla Luna per davvero.

    IL SEGRETO MEGLIO TENUTO DELLA STORIA?

    Ciliegina sulla torta, c'è il piccolo problema che per far funzionare tutta questa messinscena bisognerebbe riuscire a tenere vincolate alla consegna al silenzio per decenni le centinaia di migliaia di persone (non esagero, sono cifre di dominio pubblico) che hanno lavorato al progetto. Sono ormai passati quasi cinquant'anni, e non c'è stata neppure una confessione in punto di morte di un ex dipendente della NASA o di una delle tantissime società private coinvolte nel progetto. Pensate quanto avrebbe dato il KGB per trovare una talpa che le vendesse la soffiata del secolo, ossia che era tutta una finta. Niente da fare.

    LE DOMANDE DA FARE AI COMPLOTTISTI

    a) Perché si sospetta la messinscena da parte statunitense, mentre non si solleva alcuna obiezione sulle missioni lunari sovietiche, che non portarono cosmonauti ma comunque andarono sulla Luna e ne riportarono campioni di roccia?

    b) Perché i sovietici, che pure avevano un sistema di spionaggio sofisticatissimo, non si accorsero della messinscena e non la denunciarono al mondo? Ne avrebbero avuto tutti i motivi. Far fare una figuraccia ai rivali capitalisti degenerati sarebbe stata un'occasione ghiottissima. Eppure rimasero zitti. Come mai?

    c) C'è una sola foto decente di Neil Armstrong sulla Luna, e anche in quella lo si vede di spalle. Se le foto sono state fatte in studio, come mai non hanno pensato a farne un po' anche ad Armstrong, visto che tutto sommato era il personaggio più "storico", essendo il primo uomo sulla Luna?

    d) I veicoli usati per le missioni furono progettati e fabbricati da società commerciali, nelle quali notoriamente la segretezza non è mai perfetta. Come mai, in tutti questi anni, nessuno dei cinquecentomila dipendenti della Boeing, della Grumman e delle altre società coinvolte (subappaltatrici comprese) si è mai fatto avanti per denunciare la truffa, per dire "guardate che questo veicolo è finto, non funziona e se va sulla Luna si sfracella"? Come mai non c'è stata nessuna confessione in punto di morte, quando non c'era più nulla da perdere? Allora avrebbero costruito dei veicoli perfettamente funzionanti, fino all'ultimo bullone, e non li avrebbero usati?

    e) Il filmato della ripartenza del modulo lunare dalla superficie della Luna, ripreso dalla telecamera automatica, mostra chiaramente che non c'è aria, perché polvere e frammenti vengono proiettati secondo linee rette invece di formare sbuffi o volute. Come sarebbe stato possibile ricreare un effetto del genere in studio, negli anni Sessanta?

    FONTE:
    Basta Bugie 1
    Basta Bugie 2: la fesseria dell'uomo che non è mai sbarcato sulla Luna
    Fumettologica: l'ultimo lavoro di Ortolani, Rat-Man sulla Luna

    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SUL 2019

    Edited by joe 7 - 20/1/2020, 13:45
      Share  
     
    .