Il blog di Joe7

  1. 2019: IL MEGLIO E IL PEGGIO - BONELLI (1)

    By joe 7 il 20 Jan. 2020
     
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    BONELLI: IL MEGLIO DEL 2019...
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    I BONELLI MIGLIORI

    Primo posto: Tex "LA FIGLIA DI SATANIA"
    Secondo posto: "LA FURIA DI MAKUA"
    Terzo posto: il Texone "DOC"

    Come sempre, i primi posti sono tutti di Tex, visto che gli altri personaggi sono davvero inguardabili. Il primo posto lo prende La figlia di Satania (Tex 705-707) di Mauro Boselli e Michele Benevento, un nuovo disegnatore della scuderia di Tex che promette molto bene: prima aveva lavorato alla Bonelli su Caravan, Dampyr e Lukas. Di solito i "ritorni dei cattivi" sono deludenti (Zagor su queste cose è diventato un campione), ma il ritorno di Satania, o meglio della figlia, è stato realizzato in modo splendido e coinvolgente: senza contare che non si capisce fino all'ultimo chi si celi dietro la maschera della nuova Satania: Boselli è stato abilissimo ad ingannare i lettori fino all'ultimo.

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    Raihana? O la bionda? O un'altra? No, non indovinerete mai.


    Organizzazioni segrete, misteri, pazzi fanatici, passaggi nascosti, bestie feroci addomesticate, pericolo di morte in ogni momento: la figlia non fa rimpiangere la madre. Satania era comparsa solo nel numero 5 di Tex nel lontano 1959 (per essere precisi, era comparsa prima nel Tex formato libretto: ma ci siamo capiti, è una storia antichissima), e il contesto era più o meno quello, ambientato però nel west: qui invece siamo in una Los Angeles notturna del 1800, che fa aumentare l'inquietudine e il mistero in una storia alla dottor Jekyll e Mister Hyde. Benevento è all'altezza della situazione, mostrando un Tex granitico e classico, con vignette dettagliate e dinamiche: credo che la scuderia texiana abbia acquistato un buon elemento. I miei complimenti anche alle ottime copertine di Claudio Villa: in particolare, quella postata ha la caratteristica di omaggiare Satania non solo con la comparsa minacciosa della figlia, ma anche nel nome "Satania" scritto nel titolo: ha gli stessi font del titolo originale del Tex n.5!

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    Il secondo posto è riservato a La furia di Makua (Tex 708-709) di Pasquale Ruju e Alfonso Font, che riprendono il personaggio di Makua, l'indiano mezzosangue comparso nel 2012 in Tex 621-622. Anche se nei forum di Tex Font piace a pochi, io lo trovo molto gradevole: il suo lavoro sul Texone 12 "Gli assassini" (1998) fu un colpo di fulmine. Makua è un personaggio ben caratterizzato che ruba la scena a Tex, che qui è solo una comparsa insieme a Kit Carson, anche se alla fine risolve la situazione. E questo è il difetto di base della storia: se una storia ti piace e Tex non è il protagonista, allora qualcosa non funziona. In ogni caso, Makua, in un primo tempo, trova la pace, ma poi il capo Mescalero Mateo distrugge il villaggio in cui è ospite e lui cerca vendetta. La trama è semplice ma ben articolata e i disegni di Font ti fanno entrare in un West alla Sergio Leone o quasi. Purtroppo, questa storia, in diversi siti di analisi dei fumetti, è stata analizzata seguendo l'attuale, ossessiva e ossessionante manfrina degli immigrati e dei razzisti, considerando Makua come un immigrato che cerca un posto dove stare, ma i cattivi razzisti non lo vogliono. Quando qualcuno ha il chiodo fisso su queste cose, non gliele togli più neanche se gli dai da leggere Cappuccetto Rosso: direbbero che il lupo cattivo è una vergognosa offesa agli immigrati. Tornando alla storia: Mateo è cattivo, spietato, crudele, furbo ma, alla fine, si rivela essere solo un vigliacco: infatti i vigliacchi spesso sono così: furbi e crudeli. La cosa strana dell storia è il fatto che Tex e Kit non riescono a fermare gli eccidi di Mateo, uno dopo l'altro (una cosa assurda, se ci pensate): e questo conferma il fatto che questa storia è di Makua, non di Tex.

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    La vestizione dell'eroe: il problema è che si tratta di Makua e non di Tex.


    Infine, al terzo posto abbiamo l'ultimo Texone, Doc! di Mauro Boselli e Laura Zuccheri: una storia ben fatta e coinvolgente, piuttosto articolata e col difetto di avere troppi personaggi secondari che rubano spesso la scena alla storia principale, rendendola complicata e difficile da seguire (un difetto comune nelle storie di Boselli). I personaggi sono comunque ben costruiti e girano tutti - Tex compreso - intorno a "Doc" Holliday, un pistolero, dentista, gambler e altre cose, che è veramente esistito. I disegni sono ottimi e ben curati, e posso dire che è un buon inizio per la nuova disegnatrice della serie di Tex, Laura Zuccheri. Che poi il disegnatore sia un uomo o una donna, questo mi lascia completamente indifferente: basta che sia bravo/brava. Anzi, mi dà fastidio lo strombazzare continuo della "prima donna che disegna Tex", come se si fosse scoperta l'America. Esistono disegnatori bravi e disegnatori pessimi, ed esistono pure disegnatrici brave e disegnatrici pessime. La Zuccheri si è fatta onore in questa storia: ma non tanto come "donna" - come se dovesse rivendicare qualcosa - ma semplicemente come "disegnatrice". Nel disegno non è il sesso che conta, ma la bravura, e la Zuccheri l'ha dimostrato ampiamente. E questo basta. Ma non facciamone una bandiera per la solita retorica femminista, per favore. Se una donna vuole disegnare un fumetto western ed è brava nel farlo, mi fa piacere ed è sempre la benvenuta. Anche Tex qui sotto è d'accordo.

    Laura-Zuccheri
    Tex: Ottimo lavoro, pard!
    Laura: Grazie, Texone!



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    Edited by joe 7 - 1/6/2020, 16:00
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