Il blog di Joe7

  1. 2019: IL MEGLIO E IL PEGGIO - BONELLI (2)

    By joe 7 il 22 Jan. 2020
     
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    ...E IL PEGGIO DEL 2019 (BONELLI)
    Qui l'articolo precedente

    SCONFITTA


    Un disastro. Se escludiamo Tex, c'è il deserto in casa Bonelli. Ci sono delle eccezioni, OK, ma non sollevano il quadro generale. In questa classifica dei peggiori, passo dal primo posto (cioè i peggiori in assoluto) scendendo ai meno peggio.

    I BONELLI PEGGIORI - PRIMO POSTO: DYLAN DOG 399/400; DEADWOOD DICK

    A1


    Il primo posto di classifica, come ho detto, è dedicato ai peggiori dei peggiori, i veri e propri "pugni allo stomaco", fatti apposta effettivamente per dare dei cazzotti all'epigastro del lettore. A qualcuno saranno piaciuti, OK, ma questa è la mia classifica personale, mica si deve essere tutti d'accordo.
    Il matrimonio omosessuale tra Dylan e Groucho - fatto "per finta", anche se non tanto, nel corso della storia, ma sbattuto in prima pagina per fare più effetto e così provocare - sembrava una barzelletta quando ne avevano parlato. Invece l'hanno fatto sul serio. Per non parlare
    dell'omicidio di Groucho, che è un'altra idiozia, non dal punto di vista ideologico, ma dal punto di vista narrativo
    . Cioè, una storia che è solo una provocazione e non una storia vera e propria, fatta tanto per dividere il mondo in "omofobi" (cioè chi non è d'accordo, che si possono così identificare e insultare: un vecchio trucco) e allineati. Si tratta solo di volantinaggio ideologico e trovate shock che nascondono una grande carenza di idee. Dylan Dog ormai non ha più niente da raccontare.
    Deadwood Dick, invece, è uno sboccatissimo negro e razzista alla rovescia, per il quale il bianco è sempre e comunque "sporco". Grazie al cielo, nel 2019 Deadwood ha finito la sua corsa. Una storia piena di una valanga di parolacce da scaricatore di porto, che molti trovano "adulte". Cosa ci sia di "adulto" in questo devo ancora capirlo. Noto che a Mr. Deadwood non piacciono i bianchi perchè sono razzisti, però gli piace molto spassarsela con le pollastrelle bianche, che evidentemente per lui non sono razziste. Bel maiale di personaggio. Siamo lontani anni luce da personaggi di colore e seri, tipo Pantera Nera o Power Man, o Shaft o pure i Jefferson.

    BONELLI PEGGIORI - SECONDO POSTO: CANI SCIOLTI, ATTICA, MISTER NO REVOLUTION

    A4


    Il secondo posto in classifica è dedicato ai meno peggio (ma non di tanto): cioè i fumetti smaccatamente ideologici, che possono essere letti solo da chi condivide le loro idee, diventando così fumetti di élite politiche tipo Linus. Queste "storie adulte" - chiamiamole così - sono sempre applaudite come "coraggiose" dai forum e sono nello stesso tempo schifate dai lettori, che non hanno voglia di spendere (tanti) soldi per questi fumetti-volantini. Così abbiamo bassissime vendite e rumorosissimi applausi in rete che nascondono il vuoto e il fallimento di queste "storie". Storie come Cani sciolti, il fumetto-panegirico stile "formidabili quegli anni!". Talmente formidabili che hanno dovuto chiudere per basse vendite e hanno dovuto mettere il seguito in libreria a prezzi alti. Oppure come Attica, il fumettino-manga di protesta contro quei cattivoni che mettono i muri e non fanno i ponti, e ogni riferimento alla noiosa manfrina degli immigrati e dell'intolleranza dei cattivi muratori non è assolutamente casuale. Oppure Mister No Revolution, un titolo che è tutto un programma. Insomma, "Viva la Revoluciòn", "Il pueblo unido jemas sarà vencido": questi sono i fumetti attuali della Bonelli, che definire "di estrema sinistra" è un eufemismo. Chi è il direttore della Bonelli, Mario Capanna?

    BONELLI PEGGIORI - TERZO POSTO: MERCURIO LOI, ODESSA, DARWIN, COMMISSARIO RICCIARDI, BASTARDI DI PIZZOFALCONE

    A7


    Il terzo posto in classifica (non tanto distante dal primo e secondo) è dedicato ai fumetti "intellettualoidi", di cui il capostipite è senza dubbio Mercurio Loi, che - come tutti i fumetti intellettualoidi - ha avuto vita grama in edicola e alla fine è stato giustiziato con la chiusura col 16° numero a Marzo 2019. Ma, scusate, chi le vuole leggere le storie di una specie di scimmia umanoide che va a spasso senza motivo nella "cattolica, religiosa, fanatica, cattivissima, oppressiva" Roma papalina dell'Ottocento? Se agli autori piace tanto far andare il Mercurio Loi nei "posti oppressivi", perchè non hanno ambientato la storia nella Russia comunista, nella Spagna degli anni '30 dominata dai Rojos, o nel regime di Pol Pot, o di Castro o della Corea del Nord o della Cina, che, in quanto a oppressione mica scherzano e fanno cataste di morti? Ah, è vero, quelli non sono posti cattolici, ma di sinistra, quindi niente da fare, peccato. Dico sommessamente che nella cattivissima, cattolica, codina e oppressiva Roma papalina non si facevano cataste di morti o di teschi. Odessa: una storia confusa con la solita simbologia immigrazionista dell'arrivo degli alieni/immigrati. Chi ci ha capito qualcosa alzi la mano. Darwin: storia del dopobomba col solito complotto per colpa dei cattivoni e dei soliti marmocchi-risolvitutto, che sono peggio di Qui, Quo e Qua. Un altro fumettone post apocalittico, insomma: un filone che la Bonelli segue imperterrita a fare, nonostante le basse vendite del genere. Storie come Odessa, Orfani, Brendon, Brad Barron, Sottosopra. Allegria, ragazzi, il mondo è finito e moriremo tutti. Ah, Darwin chiude a Gennaio per basse vendite, come volevasi dimostrare. Prosit. Aspettiamo con ansia il prossimo eccezionale fumettone postapocalittico (sbadiglio). Il Commissario Ricciardi: un commissario che fa il parapsicologo in storie horror o quasi. I bastardi di Pizzofalcone: la nuova Walt Disney bonelliana. Scusate, sarebbero questi i "fumetti per tutti"? Ma per favore. Hanno scritto sopra "chiuso per scarse vendite" sin dal primo numero.

    BONELLI PEGGIORI - QUARTO POSTO: ZAGOR CLASSIC, TEX CLASSIC, ZAGOR LE ORIGINI, STORIA DEL WEST A COLORI, TUTTO IL RESTO DELLA BONELLI

    A13


    Diciamo che questi sono il meno peggio. Ma si tratta, purtroppo, in gran parte di ristampe. A colori. E' l'attuale ossessione colorista bonelliana, quella di colorare fumetti che erano stati fatti per il bianco e nero. Così in Zagor Classic vediamo un buffone vestito di rosso con un cerchio giallo sul petto che va a spasso nella foresta accompagnato da un piccolo panzone baffuto vestito di verde. Oppure in Tex Classic vediamo un cowboy che va a spasso con un paio di jeans e una tuta gialla da benzinaio dell'AGIP. O sulla Storia del West a colori vediamo colori scurissimi che coprono tutto. Oh, de gustibus, chi si contenta gode. E quando non sono ristampe, si tratta di (orrendi) remake - a colori, obviously - come quelle della riscrittura new-age e pizzosa delle Origini di Zagor. Disegnati male, peraltro, con pessime copertine e con uno Zagor che sembra un pescatore di merluzzi. O del nuovo Martin Mystere - a colori, sì - con storielle da fustino Dixan da leggere in due-tre minuti. Oppure abbiamo storie noiose tipo il Martin Mystere attuale. O storie torbide con una psicologia da due soldi che sostiene che l'uomo è solo una pattumiera: Julia. Oppure storie dark sull'uomo pattumiera dal punto di vista sociale tipo Lukas, Morgan Lost, Dampyr. Di Dragonero ne parlano bene, però non brilla come vendite. OK, avete capito, è un disastro.

    LA BONELLI-SNOB CON LA PUZZA SOTTO IL NASO

    Si vede che Tex vende davvero parecchio, per poter sostenere iniziative simili, che si rivelano dei flop continui senza fine. Si tratta in sostanza di fumetti per pochi, di nicchia, al contrario di quello che la Bonelli è sempre stata, cioè un fumetto per tutti. Il concetto stesso di "Audace", la collana varata di recente e definita come "autoriale", la dice lunga sulle idee bonelliane attuali. La tendenza degli ultimi anni è snobistica, di fumetto per élite e non per la gente. Per intenderci, cose "profonde e impegnate" alla Blade Runner e non chiare e lineari alla "Guerre Stellari". Blade Runner ha sempre attirato gli appassionati, ma non è mai stato popolare; Guerre Stellari, invece, ha sempre attirato un mare di gente. Per stare sul fantascientifico, Nathan Never, che ha sempre venduto poco, e Orfani (un vero e proprio disastro commerciale che ha dissanguato le casse della Bonelli) sono storie "alla Blade Runner".

    E SE QUALCUNO SI BUTTA A SINISTRA

    L’errore grave della Bonelli è che non intercetta più neanche i gusti di chi lo legge da sempre. Tutti i fumetti, escluso Tex e Zagor (ma un pò anche loro, sebbene in modo molto soft), sono fortemente ideologizzati a sinistra, ignorando il fatto che non tutti i lettori la pensano nello stesso modo. Inoltre, molte storie hanno scene di nudo inutili che sono messe lì tanto per titillare i gusti e vendere di più, tipo Morgan Lost o Dylan Dog. E le trame sono veramente minimali (Morgan Lost, Mercurio Loi). E' deleterio pubblicare albi che non siano trasversali come Tex, che piace, indipendentemente dall'appartenenza politica.

    "TRISTEZZA" E' LA SUA CANZONE

    Invece di storie brillanti, alla Bonelli abbiamo un mare di storie noiose con personaggi musoni e allegri come un becchino che ha voglia di suicidarsi. Oppure simpatici come una suocera. Sono spesso lagnosi, pretenziosi, piatti, per nulla appassionanti. Ma scusate, l’avete letto Mercurio Loi? Uno che va in giro a filosofeggiare per tutto l’albo. E Orfani? Pieno di frasi profondissime e intelligenti tipo "bum bum, bastardo", "ti uccido", "sei morto", "maledizione", "aaaah". 100 pagine che si leggono in meno di 3 minuti con personaggi che hanno la profondità psicologica di un cercopiteco. Non vedo come gente simile possa attirare i lettori. Magari per qualcuno, ma non certo per tutti. Le persone tristi, uggiose e antipatiche non piacciono a nessuno. Eppure questi tipi di personaggi vengono prodotti a tavoletta alla Bonelli. Questa impostazione lagnosa è destinata al fallimento, ma alla Bonelli da quest'orecchio non ci sentono. Se Martin Mystère all'inizio era una specie di archeologo avventuroso alla Indiana Jones, ora è diventato un logorroico che si parla addosso. Se Dylan Dog all'inizio era un fumetto brillante, poi è diventato un noioso horror che si butta in politica con un personaggio che dire spento è dir poco. Fargli sposare
    (e ammazzare)
    Groucho mostra il livello di vuotezza che ha ora il personaggio.

    VITTIMISMO A GOGO

    Inoltre, spessissimo le storie della Bonelli presentano l'uomo bianco come un oppressore: tanto che bisognerebbe accusarli di razzismo, visto che l'uomo bianco è visto da loro sempre come il più gran fetente che sia mai esistito sin dalla creazione dell'universo. Si parla solo e sempre dell'oppressione dei pellerossa, dell'oppressione degli africani (Adam Wild), dell'oppressione dei messicani (Saguaro). Ma sapete solo accusare? Non siete capaci di fare altro? Di raccontare almeno qualcosa di buono, santo cielo, sul "cattivo banco"? Che pure qualcosa di buono l'avrà pur fatto, mica sarà un demonio. E quando ambientate le storie nella metropoli moderna, o è horror ("i mostri siamo noi", e aridaje su questo tono) o pieno di psicologia dove l'uomo (bianco eh, gli altri mai) è sempre un disturbato, e poi se è religioso e cattolico meglio, così diciamo che è anche un fanatico retrogrado. Insomma, le solite menate laiciste e vuote ripetute all'infinito.

    GADGET, AMORE MIO

    Per far fronte al calo delle vendite e al fallimento di personaggi malinconici, piagnosi e sgradevoli, la Bonelli si sta buttando a peso morto sul merchandising: orribili giochini e figurine (FIGURINE! A degli adulti con famiglia e figli, ridicolo! :huh: ) di Tex, brutti calendari, cofanetti orrendi, gadget degni da mettere sotto lo schiacciasassi. E infatti questi gadget stanno mostrando il fiato e si vendono sempre meno. E con quello che costano, poi, persino i collezionisti, nel loro piccolo, si possono incavolare.

    CILIEGINA SULLA TORTA: IL NUOVO AUMENTO DEI PREZZI

    La Bonelli nel 2019 ha aumentato ancora i prezzi dei loro fumetti: a Giugno sono aumentati di ben 40 centesimi (800 lire) da 3,50 € a 3,90 € (quindi sono quasi 8.000 lire!). Due anni prima, nel 2017, i prezzi erano aumentati di 30 centesimi da 3,20 € a 3,50 € (ne avevo parlato qui). Con questo aumento, superiore al precedente, praticamente ogni pagina costa da 40 a 60 lire. Mica male come prezzo: una volta con 50 lire ci potevi fare una partita ai videogiochi. OK che eravamo nel tardo Mesozoico, ma credo comunque che questo sia il segno che alla Bonelli non si vende come si vorrebbe: sono sempre meno quelli che li comprano. D'altra parte, a chi possono interessare le storie Bonelli, a parte Tex? Storie imbevute di politica stile viva-la-sinistra-e-gli-immigrati, omosessualità sparata a go go, le solite storie horror di serie Z dove, invece di vampiri, zombi eccetera il vero mostro sei tu (che lagna), esoterismo a tonnellate, personaggi piatti, tristi, noiosi e pesanti come elenchi telefonici. Siamo lontani anni luce dai personaggi più leggeri e ottimisti dei manga. O dai personaggi classici bonelliani. Se vanno avanti così, i fumetti li dovranno vendere a 100 euro l'uno. A patto che ci arrivino a quel punto, e non chiudano prima. E, se ci arriveranno, avranno come acquirenti solo due o tre lettori fanatici e quattro collezionisti pieni di soldi che non sanno distinguere un fumetto da uno stiracosauro. Se a loro va bene questo, va bene anche a me, tanto io i 100 euro non li spenderò di certo e andrò su altri lidi. Il mondo è pieno di altri fumetti, boys, non esiste solo la Bonelli.

    CONCLUSIONE

    Non sarebbe meglio fare delle buone storie con protagonisti fatti meglio e che piangono meno? I ragazzini purtroppo non leggono più i fumetti oggi. Anche perchè al termine delle elementari spesso sono ancora semianalfabeti. Cioè non sanno nè leggere nè scrivere, se non in un modo, diciamo, irregolare, tipo i muratori e i contadini di una volta (sfido chiunque a dimostrarmi il contrario). E quando imparano un minimo di italiano, si buttano subito su internet.
    Eppure i fumetti manga vendono, quindi è possibile comunicare lo stesso ai lettori coi fumetti. Il punto è che la Bonelli ha dimenticato come si fa e si rivolge quindi alle elites intellettualoidi-sinistrorse. Una strada perdente, con pochi guadagni. Sommersi da molti applausi in rete, OK. Ma con gli applausi non si mangia, coi soldi invece sì.

    FONTI:
    Giornale Pop- Sauro Pennacchioli

    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 1/6/2020, 16:09
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    CITAZIONE (Andrea Micky @ 28/6/2020, 16:56) 
    Non mi stanco mai di leggere quest'analisi.
    Almeno una volta al mese vengo in questa pagina.

    Sono contento che ti piaccia questo articolo, ti ringrazio per il commento.

    Quella che ho descritto è - almeno per me - la situazione del fumetto italiano attuale, di cui la Bonelli è la casa editrice più rappresentativa (Topolino non è un personaggio italiano, e Diabolik, per quanto famoso, non è abbastanza rappresentativo; Alan Ford ormai è un fumetto di nicchia).

    Oggi c'è molta incertezza e insicurezza nel pensare di saper raccontare una storia. Si preferisce andare sul sicuro, facendo storie banali o che seguono la mentalità politica-sociale prevalente. Questo richiede meno fatica, si vende il minimo sindacabile, si ha uno stipendio e si campa, si hanno degli applausi in rete. Ma non ci sono possibilità di prendere il largo.

    Ci possono essere delle eccezioni, come Leo Ortolani con il suo Rat-Man e la sua capacità umoristica fuori dal comune (anche se ha delle grandi cadute di stile, facendo riferimento a situazioni squallide o quando parla di religione), ma si tratta di eccezioni. E' da notare comunque che nei fumetti di oggi (italiani soprattutto, ma anche esteri) si ride poco, e questo è un brutto segno. Se manca la risata, manca la gioia di vivere. E di raccontare.

    Gli autori di oggi non si sentono più capaci di creare qualcosa di nuovo e che piaccia alla gente: quindi fanno personaggi di elite, che sono la morte del fumetto, perchè lo fanno diventare di nicchia. Ma questo avviene perchè lo vogliono loro, non perchè lo vuole la società, come dicono spesso per scusarsi dei loro scarsi risultati.
     
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