26-28: ZAGOR ATTACCA - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta
Disegni: Gallieno Ferri
"Clark City" è tutta un'altra storia, ma la copertina fa riferimento senza dubbio a questa storia! Certe sviste erano comuni a quei tempi (si trattava di ristampe delle versioni libretto, dopotutto)
Zagor edizione originale Zenith: n. 77-79 (usciti nel 1967). I numeri reali sono 26-28. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 26-28. La storia è stata pubblicata in precedenza sullo Zagor formato libretto
"Terza Serie-Collana Lampo" n. 56-61 (Luglio-Settembre 1966):
56 - Il messaggio
57 - Sfida allo spazio
58 - La casa nel cielo
59- Zagor attacca!
60 - Il totem infranto
61 - Follia
TRAMAZagor e Cico sono invitati a Fort Morgan dal capitano Hart per assistere alle imprese volanti dell'inventore
Icaro La Plume, che finiscono regolarmente con lo spatafasciarsi per terra. A causa dei suoi soliti pasticci, Cico finisce su una mongolfiera di La Plume e viene spinto dal vento fino a una ghost-town dove incontra la banda di
One Eyed Jack. All'arrivo di Zagor e di La Plume, i due finiscono prigionieri assieme a Cico. One Eyed Jack vuole usare la mongolfiera per rapire una corona di diamanti custodita in una chiesa posta alla sommità di un altissimo picco, "La casa del cielo". Zagor riesce a raggiungere la chiesa prima del criminale, incontrando i custodi, i miti frati
Gelsomino e Serafino, dopo un'estenuante arrampicata. Affronta One Eyed Jack e gli altri, sconfiggendoli, poi li carica sulla mongolfiera insieme a Cico e La Plume. Tuttavia, a causa dell'eccessivo peso, Zagor butta nel lago One Eyed Jack e
"Happy" Lou, il suo aiutante. Alla fine atterrano in un villaggio di indiani, dove lo stregone
Kurawa sottopone Zagor ad una prova, facendolo en
trare in una caverna, dove entra anche lo stregone. Laggiù Zagor scopre la verità: lo stregone è
Burnett, un bianco che si è spacciato per stregone, in modo da ingannare gli indiani e permettere al suo socio
Larry, nascosto nella caverna, di estrarre l'oro che avevano trovato. Con la scusa della "caverna misteriosa", facevano entrare lì ed eliminare i testimoni scomodi. Quando Zagor inganna i due facendo credere loro di aver estratto dell'oro falso, i due impazziscono e si ammazzano a vicenda. Zagor esce dalla caverna, gli indiani lo considerano vincitore e lui si allontana con Cico e La Plume, al quale dà l'oro dei briganti, col quale l'inventore potrà costruire altre macchine volanti.
COMMENTIIn questa storia compaiono diversi personaggi minori, ma caratteristici, del mondo di Zagor: il più famoso è il barone
Icaro La Plume, sempre alle prese col tentativo di volare con strumenti incerti. Nolitta ovviamente ha preso il nome dalla leggenda di Icaro, il primo che provò a volare e finì male. E La Plume infatti colleziona rovinosi tentativi di volo, con ripetute gag: ma il personaggio rischiava di essere ripetitivo, visto che fa solo quella cosa, quindi Nolitta non l'ha usato molto.
Un ottimista ad oltranza. E anche un tantino masochista.
One Eyed Jack, il capobanda criminale dall'occhio di vetro, qui alla sua prima apparizione, è uno dei cattivi "minori" dell'universo zagoriano, un pò come "Bimbo" Sullivan o Marcus l'uomo volante. Non è una cima, ma è abbastanza intelligente da elaborare dei piani criminali efficienti. La cosa curiosa è il fatto che un tipo così, che dopotutto è una specie di "cattivo" comune, non un forzuto,
stende incredibilmente Zagor a cazzotti e poi sta per buttarlo giù dal picco, e l'avrebbe fatto, se non si fosse messo di mezzo La Plume. Questa strana debolezza di Zagor secondo me stona un pò. Va bene che è necessario mettere in difficoltà il protagonista per rendere la storia più avvincente, ma sarebbe stato meglio farlo con un avversario più
credibile.
E poi One Eyed Jack, il tizio che ha quasi steso Zagor, per tutta la storia non ha un nome suo. Solo nell'ultima vignetta dice il suo nome. Quindi Zagor si è fatto mettere sotto da uno sconosciuto...
"Happy" Lou, il pistolero jettatore e pessimista, tutto bardato di nero, è uno spasso: è stata la sua unica apparizione su Zagor, ma la sua presenza di pistolero nero è rimasta un classico che sarà replicato più volte, con diverse comparse di pistoleri e soprattutto con il travestimento
alla "Johnny Boia" di Bat Batterton nella storia di Kandrax. Il fatto che lui consideri Cico uno jettatore è una delle battute migliori della storia.
Padre Gelsomino e Padre Serafino sono personaggi molto secondari nella storia di Zagor (Nolitta non li userà più dopo questa comparsa), ma hanno lasciato comunque una certa impressione tra i lettori. Sono stati forse l'unica presenza di una religione cattolica nelle pagine di Zagor, piene di spiriti con la scure e credenze indiane. Il loro saio, curiosamente, sembra una via di mezzo tra quello dell'ordine francescano e quello dell'ordine domenicano. In ogni caso, si comportano da persone sprovvedute e ingenuotte: uno stereotipo comune, quando si presentano in un fumetto dei frati o dei simil-frati.
Infine, ci sono gli scalcinati
Burnett (il finto indiano) e
Larry (l'uomo delle caverne), nella storia finale, che non ha nessuna connessione con quella con One Eyed Jack ed è una storia a sè: il finale è drammatico, con la pazzia di Larry che esplode dopo anni in cui è rimasto nella caverna per niente, lasciandosi ingannare dalle parole di Zagor. Di certo è una storia assai improbabile: un bianco che si fa spacciare per indiano, e stregone per di più, richiede un notevole sforzo di sospensione dell'incredulità. Per non parlare dell'assurdità di un tizio che vive in una caverna da anni, sempre lì dentro e non ne esce MAI, vivendo una vita da Gollum.
Il cavernicolo Larry e il finto indiano stregone Burnett . Una coppia davvero ridicola e assurda, se non fosse così tragica.
Infine, abbiamo una gag assolutamente improponibile oggi. Qui Cico segue gli insegnamenti di un tal professor Gordoff, che avrà letto da qualche parte, per intimidire l'indiano: un paio di sberle in faccia e dirgli con tono deciso: "E non fiatare, uomo rosso di infima razza!". Ma quell'indiano era già svenuto, e Cico, quando se ne accorge, riprova con un altro indiano. Ma subisce lo stesso trattamento suggerito dal professore, con l'indiano che gli dà un paio di sberle e gli dice: "E non fiatare, uomo bianco di infima razza!"
E' tutta una presa in giro degli stereotipi razzisti che erano diffusi a quei tempi dell'800, in cui c'erano molti "professor Gordoff".
Cico vs l'indiano in versione prof Gordoff. Tra un pò, vedrete l'indiano vs Cico in versione prof Gordoff.
QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:16
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