82-83: LA STRADA DI FERRO / LA MASCHERA BIANCA (spoiler!) - Analisi di Joe7Testi: Guido Nolitta/Sergio Bonelli
Disegni: Franco Donatelli
Zagor edizione originale Zenith: n. 130-132 (usciti nel 1972). I numeri reali sono 82-83. Infatti, l'edizione Zenith originale pubblicò Zagor a partire dal numero 52, quindi ha la numerazione sfasata che continua ancor oggi, con 51 numeri in più. Prima del numero 52, pubblicava storie di altri personaggi bonelliani come
Hondo, Kociss, eccetera. Tutte le varie ristampe di Zagor, invece, seguono la numerazione reale, cioè coi numeri 82-83.
TRAMAL'ingegner Robson, un amico di Zagor, che sta progettando un'altra nuova ferrovia, ha dei problemi: gli indiani Kickapoo attaccano in continuazione i lavoratori, e anche i soldati che sono venuti in treno a dare man forte sono finiti massacrati. Zagor e Cico, che vengono coinvolti in questa storia, riescono a parlare col capo dei Kickapoo,
Lupo Solitario, che gli dice di essere estraneo ai fatti. Infatti, siccome gli indiani non ricevono più cibo e vettovaglie dai bianchi secondo gli accordi, ora li ricevono da un misterioso benefattore con una maschera bianca in volto.
Atkor, un guerriero Kickapoo, ha preso il comando e ha deciso di accettare l'aiuto di
Maschera Bianca, che chiede loro, in cambio, di attaccare la ferrovia. Zagor sospetta che la Maschera Bianca sia l'agente indiano
Stollmeyer: ma lui ha solo nascosto i rifornimenti dell'esercito per gli indiani, per darli poi sottobanco alla Maschera Bianca. Dopo aver catturato Stollmeyer, Zagor cerca di prendere la Maschera Bianca, che però fugge, rifugiandosi dai Kickapoo di Atkor. Questi, infuriati per aver ricevuto nulla dalla Maschera Bianca, che non era riuscito, a causa di Zagor, a fare il nuovo rifornimento, lo uccidono con una freccia. Zagor scopre che dietro la Maschera Bianca c'è l'affarista della Union Pacific,
Ramsey, che voleva che i lavori durassero a lungo il più possibile per poterci guadagnare sopra coi suoi negozi, ristoranti e bische frequentati dai lavoratori, grazie ai quali guadagnava molto. L'intervento degli indiani avrebbe bloccato i lavori fino a tutto l'inverno, e così Ramsey avrebbe guadagnato fino all'anno successivo. Ora le cose sono state chiarite: i Kickapoo riceveranno il cibo e le coperte da un altro agente indiano e
i lavori della ferrovia riprenderanno.
COMMENTOUna storia un pò noiosa con un cattivo veramente dimenticabile: un Nolitta decisamente sottotono. La trama si sviluppa senza particolari sussulti e il cattivo, dall'aria misteriosa e dall'altisonante nome di "Maschera Bianca" datogli persino dal titolo della copertina, alla fine praticamente si elimina da solo, facendosi ammazzare dai suoi stessi alleati indiani. Veramente una fine da pollo. Quando Zagor lo smaschera, dice che è
Ramsey. E chi cavolo è Ramsey?
Ma quale "peggiore di tutti". E i Lupi Neri? E Hellingen? E i mercanti di schiavi? Senza contare che il cattivo stava morendo, quindi un minimo di pietà ci poteva stare.
Bisogna rileggersi la storia per ricordarselo: Ramsey è il tizio che aveva arringato i lavoratori della ferrovia per eliminare una buona volta per tutte quegli sporchi musi rossi che fanno tante stragi (e in effetti di stragi ne hanno fatte a iosa in questa storia, ma ne parliamo dopo). Insomma, il cattivo misterioso era praticamente un perfetto sconosciuto. Sarebbe stato meglio caratterizzarlo un pò di più, in modo che il personaggio rimanesse impresso nella mente del lettore. Se alla fine della storia si scopre che il misterioso tizio in maschera era un tale visto di sfuggita trecento pagine fa, non è che la rivelazione faccia un grande effetto. Nolitta commise lo stesso errore anche nella storia dell'
Inferno dei vivi, dove l'organizzatore del piano per incastrare Zagor era un signor nessuno visto in due vignette all'inizio della storia.
Ecco Ramsey, l'uomo invisibile. Ricordatevelo bene, se no ve lo dimenticate.
Senza contare che il movente delle azioni di Ramsey/Maschera Bianca
manca completamente di logica. Infatti, lui vuole scatenare la guerra tra gli indiani Kickapoo e gli uomini della ferrovia per poterci guadagnare sopra, grazie ai suoi locali e negozi frequentati appunto dagli uomini della ferrovia. Con la guerra, infatti, secondo lui, i lavori sarebbero durati più a lungo e lui intanto ci avrebbe guadagnato di più. Non gli è nemmeno venuta nell'anticamera del cervello la possibilità che, appunto per la guerra, i lavori sarebbero stati bloccati, la compagnia ferroviaria di conseguenza sarebbe fallita, tutti i lavoratori sarebbero stati licenziati e lui sarebbe rimasto senza clienti...
proprio grazie alla sua geniale trovata?! Questo tizio non è certo una cima.
Riguardo agli indiani, sono piuttosto
feroci in questa storia, anche se possono avere i loro motivi per farlo. Hanno ammazzato dei lavoratori che non c'entravano niente, per non parlare dei soldati, o dei macchinisti del treno. Non mostrano nessuno scrupolo ad ammazzare: Atkor, il capo dei Kickapoo, esce da questa storia con le mani parecchio insanguinate. E' strano che una cosa come questa finisca a tarallucci e vino. Ci sono stati molti morti ammazzati qui, attribuirli tutti solo alla Maschera Bianca sa di eccessiva semplificazione. La mania di considerare gli indiani innocenti sempre e comunque, qualunque cosa facciano, porta spesso a queste assurdità narrative.
In ogni caso, qui
Cico è straordinario: la scena in cui riesce a farsi dare 35 panini mettendo per caso il suo panino sul tavolo della roulotte è stata una mossa degna di Poldo Sbaffini. Oppure quando si addormenta sui binari. Ma nello stesso tempo, qui
è troppo pasticcione, più del solito: somiglia un pò al Cico "palladilardo" di Gianluigi Bonelli. Infatti, in una scena, andando avanti ad occhi chiusi (così, stupidamente, per ghiribizzo), si fa scoprire dagli uomini dell'agente indiano Stollmeyer, che sparano a lui e a Zagor. Senza contare che, legando male Stollmeyer,
rischia di provocare indirettamente l'omicidio di Zagor, visto che Stollmeyer, una volta liberato, gli spara, e quasi lo ammazza. Una cosa così grave che, alla fine della storia, lo stesso Zagor (cosa rara) è costretto a punirlo, facendogli rifare i nodi mille volte.
Cico, il boscaiolo perfetto.
L'ingegner Robson è solo una comparsa, per quanto importante sia, perchè è il movente che permette a Zagor di agire, come in questa storia. Come personaggio, tra tutti quelli del mondo di Zagor, è sicuramente il più scalognato, perchè si trova sempre nei guai coi suoi lavori sulle ferrovie. Ogni volta che lo incontri è sempre sull'orlo del fallimento, qualunque cosa faccia, manco fosse Paperino.
Un pò di ottimismo, ingegnè!
Su
Franco Donatelli, niente da dire: un ottimo disegnatore, nonostante gli sfondi poveri e glabri, quasi lunari. Infatti riesce a realizzare dei personaggi ben caratterizzati. E, anzi, se il disegno qui sotto è interamente opera sua, bisognerà dire che, quando lui voleva, sapeva disegnare anche delle belle donne e non solo delle scorfane. Forse.
Per finire, una curiosità: la copertina "La strada di ferro" contiene per la prima volta la firma del disegnatore,
Ferri Gallieno, seminascosta e in stampatello sotto il fanale della locomotiva, come se l'avesse incisa sul metallo. Forse un gioco di parole tra "Ferro" e "Ferri"?
QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU ZAGOREdited by joe 7 - 8/9/2022, 21:45
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