"GESU' DI NAZARETH", IL CAPOLAVORO DI ZEFFIRELLI - SECONDA PARTELa prima parte si può leggere qui.
Il regista Franco Zeffirelli
I FILM ITALIANI RELIGIOSI PRIMA DEL "GESU'" DI ZEFFIRELLIA quei tempi, erano già usciti dei film e soprattutto sceneggiati televisivi di carattere religioso prima di
Gesù di Nazareth. Ecco un elenco.
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Il cardinale Lambertini (1954) con Gino Cervi: parla del Cardinale di Bologna Prospero Lambertini vissuto nel'700, che poi diventerà Papa. Nel 1963 esce anche uno sceneggiato con lo stesso soggetto per la Rai, interpretato nuovamente da Gino Cervi.
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Processo a Gesù di Diego Fabbri (1952-54). Opera teatrale di dubbio gusto, denunciata come offesa alla religione cattolica e istigatrice all'odio sociale.
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E venne un uomo, film di Ermanno Olmi su Giovanni XXIII.
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Francesco d’Assisi (1966) di Liliana Cavani. Miniserie televisiva, fu il primo film fatto per la televisione della RAI.
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Atti degli Apostoli (1969) di Roberto Rossellini. Sceneggiato televisivo che parla della predicazione degli Apostoli dopo la Pentecoste e la loro persecuzione da parte degli Ebrei a Gerusalemme.
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I Racconti di Padre Brown (1970), sceneggiato di 6 episodi con Renato Rascel.
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Il caso don Minzoni (1973), sceneggiato su Don Minzoni, un sacerdote ucciso dai fascisti.
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Mosè (1974) sceneggiato televisivo in 7 episodi su Mosè e sull'Esodo, contenente diverse discordanze col testo biblico.
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Ambrogio da Milano (1976), film televisivo praticamente scomparso da internet: non si trova nessun dato al riguardo, se non sul regista e gli attori. Ambrogio fu un importante vescovo di Milano nei primi secoli del Cristianesimo e fu fautore della conversione di Sant'Agostino.
LE POLEMICHELo sceneggiato "Gesù di Nazareth" di cinque episodi, trasmesso nel Marzo 1977, fu visto da ben
700 milioni di persone. Il mondo laico protestò perchè il film avrebbe fatto una propaganda smaccata ai cattolici. Anzi, sembra che gli uomini di sinistra avessero chiesto ufficialmente che il film terminasse
senza la Risurrezione, che invece è l'evento base del Cristianesimo. Infatti, senza la Risurrezione di Cristo, tutto il cristianesimo non ha senso, visto che quello è il messaggio base: un
evento, non una filosofia, nè insieme di condotte da fare. Se sei cristiano e non credi alla resurrezione di Gesù - non simbolica, ma
reale - non sei cristiano.
ZEFFIRELLI E IL FILM "L'INCHIESTA""Ogni regista ha come sogno nel cassetto quello di fare un film su Gesù", disse una volta Zeffirelli in un'intervista. Per lui, però, era una cosa troppo impegnativa e non ne voleva sapere. Tuttavia, fece il soggetto de
"L'inchiesta", insieme a Ennio Flaiano e alla Suso Cecchi D'Amico. Era un film in cui un inviato speciale di Tiberio, giovane, cinico e smaliziato, avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire la verità su questo Gesù che è stato crocifisso ma che sembra sia ancora vivo. E più andava avanti più il fatto lo coinvolgeva. Del film non se ne fece nulla. Però, forse a causa del successo di
Gesù di Nazareth, fu poi realizzato nel 1986, riscuotendo molti riconoscimenti cinematigrafici. Quattro anni prima che si facesse questo film, però, nel 1982, curiosamente, il settimanale cattolico
Il Giornalino fece il fumetto di
"Dubius", che ricalcava quasi la storia dell'"Inchiesta": solo che lì il protagonista, Dubius Menneio Agrippa, fa sì delle indagini, ma
durante la predicazione di Gesù, non dopo la sua morte e risurrezione.
Il film e il fumetto PRIMA del film.
ALL'INIZIO ZEFFIRELLI NON VOLEVA FARLODue giornalisti televisivi cattolici,
Pier Emilio Gennarini e
Fabiano Fabiani, che avevano lavorato su
Mosè e gli
Atti degli Apostoli, dissero a Zeffirelli che era il momento di affrontare Gesù, prima che lo facessero altre persone, e lo facessero male. L'idea di un film di Gesù era partita proprio dai due giornalisti e raggiunse anche l'Inghilterra: Sir Lew Grade, baronetto, si impossessò dell'idea e dichiarò la disponibilità dell'Inghilterra nella realizzazione del telefilm.
Non solo: lo stesso produttore di
Mosè e
Venne un uomo,
Vincenzo Labella, contattò Zeffirelli: aveva una lunga lista di registi, e il cattolico Zeffirelli era in testa (un altro era Bergman). Per la cronaca,
Gesù di Nazareth ebbe due produttori: oltre a Labella, ci fu anche Bernard Kingham, che si occupò però solo del primo episodio della serie. Comunque, Zeffirelli all'inizio rifiutò. Non se la sentiva, la responsabilità era troppo grossa. Ma Labella e i due giornalisti continuarono ad insistere: a livello professionale, oltre ad essere cattolico, Zeffirelli dava forti garanzie, perché era amato, rispettato e conosciuto anche all'estero. E la produzione del film fu per una parte importante anglosassone. Inoltre, l'arco narrativo temporale era ben più vasto di quello che poteva offrire un solo film: ben
sei ore e mezza di recitazione.
Zeffirelli aveva fatto prima un film su San Francesco:
Fratello Sole, Sorella Luna, e pensava così di aver già detto tutto quello che aveva da dire come cattolico. E non solo: dopo quel film, Zeffirelli fu inondato di proposte su film religiosi, tra i quali anche Gesù di Nazareth. Ma lui li rifiutò tutti, e stava anche preparando un film sulla
Divina Commedia, che poi non fu mai realizzato, anche se in quel momento era il suo chiodo fisso, al posto di
Gesù di Nazareth. Zeffirelli successivamente ammise che il suo rifiuto era dovuto alla paura di dover reggere lo sforzo spirituale e la responsabilità che un film simile gli avrebbe dato. Ma non c'era niente da fare: "Qualcuno" lo stava portando lo stesso alla realizzazione del film. Per prima cosa, il progetto sulla Divina Commedia fu annullato, perchè la produzione non aveva strutture capaci di reggere un'impresa simile. Zeffirelli allora lavorò ad un altro film, la
Signora delle Camelie, con Liza Minnelli: ma anche quel progetto alla fine naufragò, anche per via degli impegni della Minnelli.
Il San Francesco di Zeffirelli in Fratello Sole, Sorella Luna.
Vincenzo Labella allora tornò alla carica e insistette: "Zeffirelli", diceva, "lei non può rinunciare a questo progetto. Almeno se ne potrebbe parlare senza impegno. Questo film potrebbe essere anche una riscoperta dei Vangeli alla luce degli studi storici più recenti. E anche un atto d'amore verso Cristo. E per questo è necessario un regista italiano, cattolico e affermato anche nel mondo anglosassone come lei". Insomma, c'era solo Zeffirelli e nessun altro.
Zeffirelli aveva visto tutti i film su Gesù e il più bello per lui era
Golgota, un film di Duvivier del 1935 (e Duvivier divenne famoso soprattutto per
Don Camillo e
Il ritorno di Don Camillo, due film cattolici). Ma era troppo breve (solo un'ora e mezza circa). Non sarebbero bastate neanche tre ore per raccontare adeguatamente un racconto così grande come quello dei Vangeli. Sarebbe venuta su una storia oleografica, retorica, simile ai film apologetici fascisti e nazisti, o ai film sulle glorie comuniste. Mentre invece una trasmissione a puntate di sei ore e mezza sarebbe stata più adatta, sia ai credenti che agli increduli. Zeffirelli aveva capito che, se avesse rifiutato questa occasione, se ne sarebbe pentito per sempre. Quindi accettò, e fu solo l'inizio del lungo lavoro dietro le quinte. Era il Natale del 1973.
Robert Le Vigant che interpreta Cristo nel Golgota di Duvivier.
BIBLIOGRAFIA:Cammilleri, Bussola Quotidianahttps://it.clonline.org/storie/incontri/20...di-nazaret-1977(Continua qui)QUI TUTTI I LINK SUL GESU' DI ZEFFIRELLIEdited by joe 7 - 5/4/2022, 16:12
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