GEPPO, IL DIAVOLO BUONOLa storia delle origini di Geppo deve molto all'aiuto di
Franco Ressa, che mi ha scritto a proposito dell'origine del nome.
Copertina di Pier Luigi Sangalli
PRIMA PARLIAMO DELL'ELEFANTE NELLA STANZAPrima di parlare del "diavolo buono", diciamo le cose come stavano: la Chiesa, a quei tempi, sconsigliava la lettura di Geppo: non ne vietava la lettura, ma la sconsigliava, e a buon ragione. Infatti, il fumetto mostrava una realtà come l'Inferno in chiave umoristica, satirica, coi dannati trattati da Geppo come
"dei poveretti che soffrono ingiustamente", mentre invece, in vita, avevano fatto delle atrocità: ma questo non viene mai fatto notare. Al massimo, erano visti come dei birichini, puniti un pò troppo severamente. Quindi una realtà seria come l'Inferno, che è la cosa peggiore in assoluto che possa capitare ad un uomo, è ridotta in burletta. Ora, è chiaro che le storie di Geppo possono essere divertenti, ben fatte, con un taglio umoristico e un disegno accattivante; è chiaro che Geppo è un tipo simpatico e un bonaccione. Ma non si deve mai dimenticare che questo fumetto, comunque, implica una deformazione della realtà dell'Inferno. Quindi andrebbe letto con questa consapevolezza. Detto questo, passiamo all'analisi.
IL PERSONAGGIO E I COMPRIMARIGeppo è un diavolo buono, e già questa è una contraddizione in termini: come dire il nero bianco o il bianco nero. Ma è appunto questo il segreto del fascino del personaggio. Geppo non sa fare cattive azioni, e quando ci prova, alla fine fa azioni benefiche. Ha una natura sognatrice e pasticciona e spesso satana lo pesta in continuazione alla fine di ogni storia, perchè avere un diavolo buono tra i piedi è una vergogna. Successivamente verranno svelate le sue origini, che si contraddicono: sembra che fosse stato un angelo sfortunato che, svenendo, cadde all'inferno al momento della ribellione di satana: tramutatosi così in diavolo, vive all'inferno dove, diversamente da tutti gli altri diavoli, cerca di soccorrere e aiutare i dannati dei vari gironi infernali, finendo spesso a contrastare il volere di satana, che invece vorrebbe farne un diavolo cattivo come tutti gli altri. In
un'altra storia, si scopre invece che Geppo avrebbe dovuto essere portato in Paradiso dalla cicogna (quindi era un uomo?
) quando era ancora in fasce per diventare un angelo (?), ma quest'ultima, alcolizzata, fu corrotta da satana, al quale lo cedette in cambio di un fiasco di vino. Insomma, delle origini molto pasticciate. In ogni caso, Geppo resta un tizio che è finito da quelle parti (infernali) per sbaglio. Nelle prime storie, Geppo è affiancato da un giovane studente svogliato di nome
Tomeo, che poi scomparirà. Gli altri comprimari, ben più importanti, compariranno successivamente: il primo è il capo,
Satana, (detto S. M. Satana, cioè Sua Maestà Satana), con due baffoni e una faccia da bandito messicano, che fa i suoi complotti che vengono regolarmente rovinati da Geppo, che si prende per questo un mucchio di legnate o viene sbattuto fuori dall'inferno per punizione. Inoltre, compare
Salvatore il serpente tentatore, che prova a trasformare Geppo in cattivo senza riuscirci; poi il gatto
Caligola, i cui progetti di sterminare i topi vengono involontariamente bloccati da Geppo;
Berlicche: diavoletto figlio adottivo di satana, che lo trovò dentro un sacco davanti alla porta di casa. E poi, soprattutto,
Fiammetta, la figlia di satana, di cui Geppo è innamorato ed alla quale è segretamente fidanzato. Ha un carattere dolce e in una storia si scopre addirittura che lavora in un asilo come maestra, all'insaputa del padre. Fu creata da Sangalli e Dossi, che volevano mettere almeno una donna nelle storie di Geppo. Ma non poteva essere una dannata: potevano venire fuori situazioni equivoche. Fiammetta è praticamente l'unica donna del cast, come la Puffetta, e per giustificare la sua presenza senza creare sottintesi l'hanno resa figlia di satana: così era intoccabile. Poi per contrastare il loro amore avevano inserito il personaggio di
Belzebù, che poi è sparito. Il nome "Fiammetta", oltre a ricordare le fiamme infernali, è anche quello della donna di cui lo scrittore e poeta Boccaccio era innamorato.
Copertina di Sandro Dossi coi comprimari e una bellissima Fiammetta di Ortolani.
COME HANNO CREATO GEPPO?E' difficile stabilire bene come sia nato Geppo. Di certo è stato il frutto di più autori, non di uno solo. Ogni autore ha contribuito, in misura diversa, alla sua creazione. Di certo
Bianconi, l’editore, aveva a lungo meditato e fortemente voluto la realizzazione di questo personaggio. L'idea iniziale non sembra sia venuta direttamente da lui, però, ma da
Carlo Chendi1 e
Luciano Bottaro2, almeno in fase embrionale. Eravamo ai primi tempi del dopoguerra (1950 circa) e Bottaro, in una storia di
Aroldo il bucaniere, uno dei suoi primi lavori, aveva presentato dei diavoletti neri che promettevano che sarebbero presto comparsi in una loro storia. Bottaro fece comparire uno di loro (nero, piccolo e coi cornini a lato stile Mazinga) in una storia comica su Robin Hood, che, tra l'altro, non fu mai finita nè pubblicata (probabilmente). Bottaro ne parlò con Franco Aloisi, un altro autore, e Carlo Chendi, e alla fine l'idea fu data a Bianconi, che ne fu molto interessato e chiese a Bottaro di lavorarci sopra. Sulle prime il disegnatore accettò, chiamando il diavoletto
Gepp, ma poi non se ne fece nulla.
Aroldo il bucaniere e il primissimo Geppo, che compare nella storia comica su Robin Hood.
PERCHE' FU SCELTO PROPRIO IL NOME "GEPPO"?Il nome "Gepp" fu preso da una persona realmente esistita, vissuta a Rapallo, in Liguria
3, chiamato cosi come soprannome (non ci è noto il nome nè il cognome). Il termine "gepp" significava "scarso, maldestro". Infatti era un ragazzo un pò tardo e semplice, con una testa sproporzionata. Nacque all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova alla fine degli anni Trenta: i suoi genitori, molto poveri, avevano deciso di emigrare in America, ma non potevano portare il figlio con loro, perchè le autorità americane rifiutavano il visto d’entrata alle persone malate e handicappate. Lasciarono perciò il bimbo a Rapallo, in un collegio di padri Somaschi: aveva allora 5-6 anni. Poi scoppiò la guerra: dopo il conflitto, un giorno, i pagamenti dall'America si interruppero, non si sa perchè: forse per la morte dei genitori. Il ragazzo, allora, aveva 17 anni ed era già capace di autogestirsi. Allora i padri Somaschi gli trovarono un piccolo alloggio e il ragazzo, "Gepp", campò di piccoli lavoretti. Dato il suo stato, il poveretto divenne il tipico “scemo del villaggio”: Bottaro e Chendi, però, ne prendevano le difese. Durante gli anni ’50-60, caratterizzati dal boom edilizio, Gepp trovò un lavoro fisso grazie ai caritatevoli imprenditori Cordano e Riveccio, che gli diedero l’incarico di fattorino, che svolse sempre con zelo, sentendosi finalmente utile, tanto da meritare, con la sua immancabile borsa a tracolla, l’appellativo scherzoso di
“corriere dello Zar”. "Gepp" concluse la sua vita negli anni '80, a poco più di 50 anni. Aveva forse inteso che nel frattempo fosse diventato un eroe dei fumetti come “buon diavolo”? Curiosamente, quella era un' altra definizione datagli dai suoi concittadini. Forse non lo capì o non se ne curò mai: aveva altro nella sua piccola testa. Per esempio, la cultura, che lo spinse a scrivere una specie di racconto giallo, intitolato
Il mistero di una donna (neanche brutto come trama).
"iè-che" è un'espressione ligure, che significa “c’è che”: secondo Bottaro e Chendi, era l’abituale intercalare del Gep in carne e ossa.
IL GEPPO DI CHIERCHINI E MAZZANTISu
Giornale Pop si è fatta l'ipotesi che il personaggio di Geppo, come struttura fisica, abbia preso spunto dai diavoletti di qualche racconto di Bill Everett, il creatore di Sub Mariner. Ma come idea mi sembra piuttosto forzata. La prima storia di Geppo fu disegnata da
Giulio Chierchini4 su testi di
Attilio Mazzanti5: fu un one-shot, una storia unica e autoconclusiva, con un Geppo più vicino alla versione che conosciamo, ma ancora troppo diverso. Comunque la sua indole "buona" compare a partire da qui.
Si vede?
La storia fu pubblicata nel numero natalizio del 1954 di
Trottolino, intitolato
"Trottolino e la "Enne" Dimensione". Per la cronaca, Trottolino era uno scoiattolo antropomorfo che aveva come comprimario, tra gli altri, lo Zio Trottolone. La somiglianza con Paperino e Paperone NON era casuale. Qui sotto c'è la copertina del famigerato numero con la prima storia di Geppo. Se volete prenderlo su Ebay, ricordatevi che costa una cifra.
Trottolino e l'alieno Piopok, una scopiazzatura smaccata di Eta Beta.
IL GEPPO DI GIOVAN BATTISTA CARPIDopo lo one-shot di Chierchini, Geppo fu ripreso qualche anno dopo da
Giovan Battista Carpi, che realizzò una quindicina di storie, che furono pubblicate sulla testata
Volpetto. A quei tempi, Geppo non aveva ancora una testata tutta sua. Dopo diverse e progressive modifiche (per dire: all'inizio Geppo portava una CODA!
), Carpi si è avvicinato molto al personaggio definitivo, anche se non ci siamo ancora: gli occhi sono tutti "uniti" e ci sono dei cenni di muscolatura sul petto. Inoltre, le corna, quando sono colorate, sono rosse, non sono ancora bianche. E le ali sono ancora troppo grandi, come pure le orecchie. E le gambe sono ancora troppo "articolate", poco "morbide". Però Carpi ha introdotto i calzoni "alla Obelix" e l'importantissimo
papillon, fissato chissà come, togliendo via la bretella unica che aveva il Geppo di Chierchini. Inoltre, porta i guanti bianchi "alla Topolino", con le tipiche quattro dita. Quindi Carpi ha gettato le basi per la realizzazione grafica definitiva del personaggio.
IL GEPPO DI LUCIANO GATTOSuccessivamente, Geppo fu reinterpretato da
Luciano Gatto6: anche queste storie furono pubblicate su
Volpetto. Le sue storie su Geppo si possono leggere per intero sul
suo sito. Il Geppo di Luciano Gatto ha caratteristiche diverse da quello di Carpi: intanto è
senza guanti (Gatto è l'unico disegnatore che ha fatto Geppo senza guanti), ma l'idea fu poi scartata dai disegnatori successivi, che tornarono ai guanti di Geppo. Inoltre, scompare il papillon, che però ritornerà. Le corna però diventano bianche.
IL GEPPO DI PIER LUIGI SANGALLI E ALBERICO MOTTANel 1958, quando
Pierluigi Sangalli7 iniziò a lavorare per la Bianconi, gli fu affidato il personaggio, mostrandogli le tavole disegnate da Carpi. Sangalli iniziò a realizzare le storie sceneggiate da
Alberico Motta8, che vennero pubblicate sulla testata
Soldino. L'opera di Motta e Sangalli (che fu anche sceneggiatore) convinse Bianconi a dedicargli una testata tutta sua. Le storie furono realizzate dal 1961 al 1968 da Sangalli, che fece evolvere il personaggio, facendolo diventare molto simile a come lo conosciamo adesso. Per prima cosa, Sangalli tornò ai guanti "alla Topolino", con, però, un'importante innovazione:
cinque dita, invece delle disneyane quattro. Inoltre, Geppo diventa molto più paffutello, con due grandi guanciotte, e le ali sono diventate molto più piccole. Al posto del papillon, Sangalli mette una specie di foulard nero, che sarà la caratteristica del Geppo sangalliano. Le gambe sono più morbide e il calzoni alla Obelix ora hanno anche le strisce alla Obelix. Però gli occhi non sono circoscritti, e forse è l'unico difetto di questo Geppo. Inoltre, Sangalli e Motta realizzarono anche i comprimari (Fiammetta, Salvatore, eccetera). Sangalli era affezionato a Geppo e, siccome ad un certo punto lo aveva dovuto abbandonare per realizzare le storie di altri personaggi Bianconi, aveva chiesto di poter realizzare tutte le copertine di Geppo anche nel periodo in cui tutte le storie erano disegnate da Sandro Dossi. Da qui le leggere perplessità dei lettori, che vedevano sempre sulla copertina il Geppo di Sangalli, col suo caratteristico
foulard nero al collo, mentre, invece, nelle storie, c'era il Geppo di Dossi, col suo
papillon bianco o con colori chiari. Sangalli tornò a disegnare le storie di Geppo negli anni Novanta.
IL GEPPO DI SANDRO DOSSICome abbiamo detto, a causa dei suoi numerosi impegni, Sangalli fu sostituito da
Sandro Dossi, che era stato suo allievo e aiutante. Dossi dà
la versione definitiva di Geppo. nella realizzazione delle storie, sia nel testo che nei disegni, Sandro Dossi portò alla piena maturazione il personaggio del diavolo buono: fece tornate il papillon e gli occhi furono circoscritti in modo netto. Fu aiutato anche dalla moglie, Loredana Motta (che era la sorella di Alberico, tra l'altro: tutto in famiglia!
). Le storie divennero più articolate, con riferimenti, anche sociali, che potevano essere capiti pure dagli adulti.
CONCLUSIONEGeppo è stato uno dei più grandi successi editoriali italiani, raggiungendo la fama dei vari Tiramolla, Nonna Abelarda, Soldino, Braccio di Ferro, eccetera (tutti della Bianconi). A parte il contesto "diabolico" in cui vive, la storia di Geppo è quella di un disadattato che non può stare dove dovrebbe essere: però ci resta, consapevole del diverso modo di pensare che ha rispetto a quello del suo, diciamo, "luogo di lavoro". E' un diavolo che però vuole fare il bene: è un personaggio che resta fedele ai suoi principi, segue la sua coscienza nonostante tutto il mondo (mass-media, politically correct, luoghi comuni, falsità dietro belle parole) gli dica di fare il contrario. Geppo è anche un personaggio che, logicamente, non ha senso: come giustamente gli dice una volta il serpente Salvatore (che cerca sempre di rendere Geppo cattivo senza mai riuscirci),
"Se tutti i demoni fossero come te, tutti gli uomini diventerebbero cattivi perchè non avrebbero più paura dell'inferno". La paura dell'Inferno, anche se non è certo una motivazione che parte dall'amore verso Dio, è sempre stata, comunque, uno stimolo per evitare di fare il male, o almeno di pensarci due volte prima di farlo. Ma, se si toglie questa paura, se si fa credere che l'Inferno non esiste o non è così brutto come si dipinge, questo non farà altro che incattivire di più la gente, priva del timore della punizione, che alla fine invece finirà nell'inferno lo stesso, quello vero, e in quantità ancora maggiore. Queste "azioni buone" di Geppo sono quindi controproducenti: per questo le azioni di Geppo sono un controsenso. Ma queste contraddizioni vengono abilmente escluse nella narrazione (se no, non sarebbe più possibile raccontare!), diventando così una storia comica da teatro dei burattini. E infatti è il modo migliore di raccontare le storie del personaggio: pacioccone, semplice, gentile, rotondetto, Geppo è una presenza rassicurante, tenera, infantile, che non può non fare breccia nei bambini che vedono in lui un bambinone che ha i loro stessi problemi: accettazione dagli altri, difficoltà varie, situazioni assurde ma familiari per i bambini, che devono ancora comprendere appieno la realtà. Geppo è, in fondo, un bambino come loro, che vede tutto il mondo coi suoi occhi infantili. E credo che questo sia il segreto del suo successo.
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1 Carlo Chendi è stato un famoso sceneggiatore disneyano, noto per le "Grandi Parodie", le storie di Pippo e la strega Nocciola, oltre alla creazione dei personaggi di OK Quack e Umperio Bogarto.
2 Luciano Bottaro, noto soprattutto come disegnatore, anche se ha sceneggiato delle storie, realizzò i fumetti di Pon Pon e Pepito il pirata; realizzò anche famose storie disneyane come il Paperin Furioso e gli incontri tra Pippo e Nocciola, in collaborazione con Carlo Chendi.
3 Ringrazio
Franco Ressa, che ha conosciuto Luciano Bottaro e Carlo Chendi e mi ha fornito queste preziose informazioni.
4 Giulio Chierchini ha realizzato diverse storie di Nonna Abelarda e soprattutto molte storie disneyane, tra le quali è frequente la componente "diabolica": personaggi che si menano con armi che spuntano da chissà dove e diavoli caratteristici come l'Inferno di Paperino.
Disegni di Carpi (a sinistra) e di Chierchini (a destra)
5 Attilio Mazzanti ha scritto delle storie di Cucciolo e Tiramolla, poi si è ritirato.
6 Luciano Gatto ha realizzato storie di Geppo e Nonna Abelarda. Per la Disney ha fatto numerosissime storie e ha creato il personaggio di
Zombi, un amico di Eta Beta.
7 Pierluigi Sangalli è stato un prolifico autore di storie di Geppo, Braccio di Ferro, Felix, Provolino, Pinocchio.
8 Alberico Motta, famoso soprattutto per la realizzazione di
Big Robot, il robot gigante italiano, scrisse alcune storie del primo periodo di Geppo e forse ha anche disegnato una o due storie. Ha realizzato - testo e disegni . delle storie di Nonna Abelarda, Tom e Jerry e altri personaggi Bianconi.
BIBLIOGRAFIA#entry26812440[/color] (dati di Franco Ressa)
www.giornalepop.it/luomo-creo-namor-devil-geppo/https://retronika.blogspot.com/2013/09/le-...ndro-dossi.htmlhttp://chico-fumetti.blogspot.com/2009/12/...dimensione.htmlwww.lucianobottaro.it/2013/10/28/le-origini-di-geppo/www.lospaziobianco.it/geppo-mondo-sandro-dossi-museo-wow/www.lospaziobianco.it/sandro-dossi-la-mia-vita-con-geppo/https://retronika.blogspot.com/2015/01/la-...ammetta-un.htmlwww.cattoliciliberi.it/geppo_97.html(Continua qui)Edited by joe 7 - 3/5/2022, 16:31
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