Il blog di Joe7

  1. EVANGELION: IL VANGELO ALLA ROVESCIA (SPOILER!)

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    Evangelion
    By joe 7 il 29 June 2022
     
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    EVANGELION: IL VANGELO ALLA ROVESCIA (SPOILER!)
    (qui ho ampliato un pò un'interessantissima analisi di micheles su Animeclick)

    Neon-Genesis-Evangelion-cover
    Shinji e Asuka sorridono solo nelle locandine. In Evangelion non c'è nulla da ridere, e l'Eva qui sembra una minaccia incombente, più che un aiuto.


    PRESENTAZIONE

    Evangelion (il nome completo è il greco "Neon Genesis Evangelion", cioè "Vangelo, o buona notizia, della Nuova Genesi") è una serie televisiva di 26 episodi, uscita nel 1995 e prodotta dallo studio Gainax (famosa allora per la serie di Nadia). E' stata sceneggiata e diretta da Hideaki Anno ed è caratterizzata da numerosi riferimenti religiosi, cabalistici, ebraici e cristiani. Inoltre, i personaggi hanno una profonda - e molto tormentata - introspezione psicologica, con molti monologhi interiori. Grazie al suo successo, furono prodotti:
    - Death & Rebirth ("Morte e Rinascita", 1997): lungometraggio riassuntivo della serie con qualche scena inedita;
    - The End of Evangelion ("La fine del Vangelo", 1997): lungometraggio conclusivo della serie col rifacimento degli ultimi due episodi.
    - Rebuild of Evangelion ("Ricostruzione del Vangelo", 2007-2021): si tratta di quattro lungometraggi. I primi tre sono un remake della storia originale; il quarto è un finale a sè che conclude la serie, cambiando il finale della storia originale.

    LA STORIA IN BREVE

    Evangelion è ambientato nella città futuristica di Neo Tokyo-3, dopo una catastrofe planetaria di natura misteriosa chiamata il Secondo Impatto (Second Impact). Shinji Ikari è un ragazzo che viene reclutato dall'agenzia speciale Nerv per pilotare un mecha gigante noto con il nome di Eva e combattere insieme ad altri piloti (Rei e Asuka, soprattutto) contro dei misteriosi esseri chiamati Angeli. La storia, e il finale soprattutto, si focalizza però sul percorso interiore di Shinji, in particolare riguardo al suo tormentato rapporto col padre, Gendo Ikari, che è al comando della Nerv, lasciando però molti misteri irrisolti.

    INCOMUNICABILITA'

    L'incomunicabilità è il tema principale di Evangelion, e Shinji Ikari (l'alter ego di Hideaki Anno) ne è il simbolo: ma è solo la punta dell'iceberg. L'incomunicabilità tra le persone esiste, certo, ma, invece di essere un dato di fatto da accettare, qui diventa un'ossessione. Non c'è comunicazione tra i personaggi: ognuno di loro ha dei traumi negativi del passato che gli impediscono di aprirsi veramente agli altri; oppure hanno del rancore (Misato verso Kaji, per esempio). In particolare, Asuka Langley è la controparte femminile di Shinji: solo che, al posto del padre disumano, lei ha avuto una madre pazza che si è suicidata cercando di portarla con sé nella tomba. Asuka ha reagito con questo rifiuto accentuando il suo ego e cercando di affermarsi come la migliore: anche lei, sebbene in modo diverso da Shinji, non è capace di rapportarsi sinceramente con gli altri e alla fine crolla, prima psicologicamente e poi fisicamente, dopo una battaglia crudele e insensata, come lo è tutta la storia. Rei Ayanami è un caso limite, e forse è per questo che è diventata il personaggio più famoso di Evangelion. Infatti, lei è l'incomunicabilità fatta persona: è un clone, che, insieme a tutti i suoi cloni, è un non-personaggio. Non ha alcun pensiero, alcun interesse, alcuna espressione, non ha il minimo cenno di vita vera dentro di sè. In pratica è una zombi vivente. E impossibile da interpretare o da capire. E' un non-personaggio, fatto per non essere capito.

    Asuka-Rei
    Rei e Asuka, le controparti femminili di Shinji.


    Tutti i personaggi, soprattutto i principali, sono dei casi patologici coi quali non si può avere alcuna relazione: non li puoi comprendere in pieno, perchè sono fuori dalla normalità. Ma la stessa organizzazione Nerv è l'incomunicabilità fatta ambiente: infatti è piena di menzogne e segreti. Ogni volta che si scopre un segreto, ne spuntano altri dieci ancora peggiori, in una continua discesa agli inferi. Ci sono anche altri riferimenti simbolici all'incomunicabilità: si pensi agli AT field 1, che possono essere visti come una metafora delle barriere interpersonali. Ma non solo: non c'è comunicazione nemmeno con lo spettatore, che anche oggi deve arrovellarsi per capire bene quello che ha visto. Nulla è normale nell'orrendo mondo di Evangelion. Un altro esempio di incomunicabilità è la trama stessa, che non dice nulla, non porta a nulla e si interrompe bruscamente. Col suo brusco cambio di rotta e chiusura, diventa una presa in giro nei confronti dello spettatore: ma è un finale coerente con lo spirito della storia. Infatti, prendere in giro significa non avere nessuna intenzione di comunicare. Inoltre, com'è noto, i due episodi finali della serie (il 25 e 26) non sono stati il risultato di una geniale scelta registica, ma piuttosto dell'incapacità di Anno di chiudere la serie in tempo utile e col budget disponibile. Anno sperava che gli venissero assegnate più risorse dalla produzione, ma la serie stava andando male (quindi Evangelion all'inizio non era stato quel gran successo che è adesso), quindi decise di "trollare" la produzione e gli spettatori con un finale provocatorio. Non è certo un segno di professionalità, ma è comunque un altro segno di incomunicabilità.

    UNA VISIONE DI INCUBO E FOLLIA IN CUI TANTI SI RICONOSCONO: IL LATO INQUIETANTE DELLA SERIE

    Evangelion esprime il malessere esistenziale del mondo d'oggi, privo di sicurezze. La simbologia e i significati nascosti della serie sono molti e complessi, ma, a parte tutto questo, il suo notevole successo dimostra che ha toccato un nervo scoperto del disagio moderno. Se Evangelion è diventato un fenomeno di massa, significa che molte persone si riconoscono nel personaggio debole e sostanzialmente egoista di Shinji. Certo: i mecha, le situazioni, il mistero, lo splendido disegno di Sadamoto hanno aiutato senza dubbio il raggiungimento del successo. Ma è tutto qui? Solo grazie ai bei disegni si è avuto il successo di Evangelion? O grazie alla musica? O grazie alla qualità tecnica? Non credo siano solo questi i motivi. Non può essere stata la trama a conquistare gli spettatori, visto che si tronca letteralmente nell'episodio 23 (e lasciamo stare i remake degli anni 2000, che sono la conseguenza del successo di Evangelion, non la causa). Non possono essere stati i robot ad attirare gli appassionati: tanti fan di Evangelion hanno detto che non erano interessati al genere robotico, ma, nonostante questo, si erano appassionati a Evangelion. Quindi l'unico movente è il feeling coi personaggi, soprattutto Shinji Ikari. La serie infatti inizia con Shinji e finisce con Shinji: è lui il cuore della storia, non i robot nè gli avvenimento vari, che sono, tutto sommato, superflui, inutili. Evangelion non è una storia robotica quanto piuttosto una introspezione psicologica, quasi alla "Ulysses" di Joyce, in cui accompagniamo il protagonista con tutti i suoi pensieri, o meglio flusso di pensieri, "stream of consciousness", come diceva Joyce. Ippei Kuri, uno dei fondatori della Tatsunoko (famosa per Yattaman, Hurricane Polymar, Kyashan, Judo Boy, ecc.), disse a proposito di Evangelion che "se noi disegnavamo i nostri sogni, con Evangelion mi sembra che si entri in un incubo". Non solo: Yoshiyuki Tomino, che aveva creato Gundam, disse di Evangelion: "Sembra che ci vogliano far credere che tutti noi siamo dei malati di mente. Questo non è intrattenimento". Infatti è una bugia vera e propria sulla quale si basa la serie: non è vero che noi siamo tutti fuori di testa come i personaggi degli Eva. Questa è la visione di Anno, che non coincide con la realtà. Non dimentichiamo inoltre che Shinji è l'alter-ego di Anno: quindi in tutta questa serie sta praticamente parlando di se stesso e dei suoi problemi. E' vero comunque che l'uomo d'oggi è molto turbato, e assai più che negli anni '90 di Evangelion. Non ha certo aiutato questa situazione la menzogna del "virus pandemico", che è stata gonfiata fino all'inverosimile e strombazzata ai quattro venti dai mass media, dai Governi e dalla Chiesa (rinnegando la sua natura di portatrice del Vangelo, e quindi della speranza in Dio, tra l'altro), con la conseguente, spaventosa dittatura sanitaria, che ha provocato un effetto devastante sulla psiche della gente, che è stata praticamente uccisa spiritualmente. L'uomo d'oggi, simile a Shinji, è stato abbandonato a se stesso: non ha appoggi, ricevendo come uniche sicurezze solo le menzogne politically correct. Proprio come le menzogne che sosteneva la Nerv.

    LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA NATURALE E DELLA FIGURA DEL PADRE: GENDO IKARI E KENZO KABUTO

    Ma perchè questa fragilità dell'uomo? Una spiegazione può essere la disgregazione della famiglia naturale, cioè quella con un padre e una madre sposati in Chiesa e con dei figli. Il divorzio, l'aborto, la contraccezione, l'amore libero, la convivenza ha portato a questo stato di incertezza e disperazione visibile in Evangelion: e dire che quello degli anni '90 era stato solo l'inizio. Mi chiedo come si sarebbero comportati oggi i personaggi, con l'inserimento massiccio dell'omosessualità, del concetto di gender, di LGBTQI e cose simili imposte a mitraglia dai mass media come "cose normali". Di certo Shinji e gli altri avrebbero avuto uno stato di disperazione e angoscia ancora più grande. Si può fare un confronto con la generazione prima e dopo Evangelion con la figura del padre. Se prima di Evangelion il padre era duro e severo, non mostrava i suoi sentimenti, però era comunque sempre presente ed era una figura di riferimento fondamentale per il figlio. Come esempio possiamo prendere Kenzo Kabuto del Grande Mazinga: era il padre adottivo di Tetsuya e Jun e il padre biologico di Koji Kabuto. Come sappiamo, alla fine della serie Kenzo Kabuto muore sacrificandosi per salvare i figli.

    Kenzo-Kabuto


    Questi erano i padri prima di Evangelion: durissimi, ma senza alcun dubbio in grado di amare i figli e di morire per loro. Si potrebbe dire lo stesso per altri padri: quello di Genki ("Forza Sugar"), il professor Shiba di Jeeg Robot, Procton di Goldrake, e così via. Al contrario, il Padre-simbolo in Evangelion è Gendo Ikari, che è il padre più negativo che si sia mai visto. Infatti, non solo abbandona il figlio, ma, quando lo richiama a sé, non mostra nessun affetto verso di lui e non esita a sacrificarlo per il suo scopo, che è il ricongiungimento con la moglie scomparsa Yui. Per non parlare del suo ambiguo rapporto con Rei Ayanami e la dottoressa Akagi. E' un personaggio egoista e meschino, riversato unicamente su se stesso e sui suoi desideri: vuole una Yui/Rei/Akagi esattamente come li desidera lui, giocando con la genetica e con piani arzigogolati. Non è un caso che lui sia sempre in quella posizione (seduto, con le mani intrecciate davanti a sè): è eternamente immobile, fermo nel suo egoismo.

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    Mantenendo il confronto tra i padri Kenzo e Gendo (si noti la quasi omonimia), si può notare una differenza tra i figli Tetsuya e Shinji. Se Tetsuya, che è il figlio adottivo, prova invidia verso Koji, il vero figlio di Kenzo Kabuto, pure Shinji, che è il figlio biologico di Gendo, prova invidia verso Rei, che è però la figlia adottiva di Gendo (un'inversione della situazione), ed è più vicina a suo padre di quanto non lo sia lui. Tetsuya, però, davanti al sacrificio di Kenzo Kabuto, che mostra con la sua morte di aver amato anche il suo figlio adottivo, rinsavisce, si riconcilia con Koji e con se stesso e vince la guerra contro i Mikenes. Gendo invece rimane fermo nel suo egoismo e nel suo rifiuto del figlio: di conseguenza, Shinji, alla fine, ha un vero e proprio crollo psicologico e si lascia completamente trascinare dagli eventi, rivelandosi assolutamente inutile contro gli Angeli. E' come se il padre avesse ammazzato il figlio: non ci può essere comportamento peggiore per un padre.

    ev16
    Il crollo di Shinji è la sintesi della visione dell'uomo e della vita secondo Anno.


    NICHILISMO

    Nel finale televisivo (gli ultimi due episodi) Shinji si rinchiude nel suo mondo interiore, incapace di capire la differenza tra realtà interiore ed esteriore, in preda ad una crisi senza via di uscita. L'applauso finale delle illusioni di Misato, Asuka, Rei e tutti gli altri, nella mente del ragazzo, mostra la debolezza di Shinji: quella cioè di dipendere in modo totale dal giudizio positivo degli altri, senza nemmeno avere un suo proprio pensiero. E la sua frase finale: "Ma allora io forse posso vivere!" sa molto di crudele presa in giro: non si può vivere dipendendo esclusivamente dal giudizi del prossimo. Al massimo si diventa degli ipocriti. Anche nel finale del film "The End of Evangelion" abbiamo lo stesso messaggio nichilista: c'è la confusione tra la realtà e l'illusione, e nell'ultima scena vediamo Asuka che dice a Shinji, sulla riva del mare (rosso di sangue, tra l'altro: un simbolo di morte): "Che schifo!". E il film - e la serie - finisce così, con un'espressione di disprezzo praticamente verso tutto. Nichilismo allo stato puro: non esiste Dio, l'uomo deve salvarsi da solo, ma non ce la fa perchè non ne è capace ed è troppo schifoso, il mondo è finito e moriremo tutti. Proprio un "Evangelion/Vangelo/Buona Notizia" diabolica, "rovesciata", appunto.

    Immagine


    EVANGELION E' UNA SENSAZIONE DI DISAGIO, PIU' CHE UNA STORIA

    Anni dopo, forte del successo di pubblico, Anno ha avuto la possibilità di rifare il finale della serie con la quadrilogia, riproponendo gli episodi 25 e 26 in quattro film cinematografici ad alto budget. Nonostante questo, la trama rimane incompiuta e incomprensibile: di nuovo la sfera psicologica ha il sopravvento e le scene oniriche si sprecano. Secondo le dichiarazioni di Anno, il suo scopo nel fare Evangelion era quello di dare "un violento scossone alla coscienza degli otaku", rappresentati tramite Shinji come dei vigliacchi chiusi in se stessi. E qui torniamo all'incomunicabilità: infatti, Anno dice chiaramente di non voler dare un messaggio, nè di comunicare, ma solo di "dare degli scossoni": cioè picchiare gli spettatori, anche se non fisicamente. E questo non è certo un esempio di comunicazione. Piuttosto è un'azione di disprezzo: e qui ci colleghiamo ancora al nichilismo e alla parola "Che schifo" di Asuka. Se Anno voleva davvero "dare uno scossone", facendo ritornare alla realtà gli "otaku vigliacchi", come li ha chiamati lui, bè, ha fallito completamente, perchè ne ha creati degli altri. Ma se il suo vero scopo era quello di far parlare di sé attraverso opere discutibili e di diventare ricco, bè, allora ci è riuscito perfettamente. Tant'è vero che, oltre al suo feticcio "Evangelion", non ha realizzato nient'altro degno di nota. In sostanza, Evangelion non vale la fama che ha.

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    1 AT Field: abbreviazione di "Absolute Terror Field", Campo di Terrore Assoluto. E' un misterioso campo protettivo generato dagli Angeli. Si tratta di una barriera che gli Angeli estendono attorno a sé e che respinge quasi tutte le armi, anche quelle più potenti, degli uomini. La capacità degli Eva di neutralizzare l'AT Field è una delle ragioni per cui sono considerati l'unica arma contro gli Angeli. E il nome ""terrore assoluto" la dice lunga sul riferimento alla mancanza di rapporti tra i personaggi.

    FONTE:

    Fonte: www.animeclick.it/news/83847-i-man...lickit-28122019

    Edited by joe 7 - 14/6/2023, 19:48
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  1. francesco-due
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    Ho visto Evangelion alla prima messa in onda in Italia dalla fu MTV.
    Mi aveva intrigato per la costruzione della storia, con continui accenni a verità diverse da quelle ufficiali e con l'apparente chiarimento dei vari punti che portavano la trama a progredire verso un chiarimento finale probabilmente sorprendente.
    E di come tutto questo fosse visto dal protagonista e lo facesse maturare.
    Anche i vari crolli psicologici avevano un loro senso, anche se io, che appartengo ad una generazione precedente, non li condividevo affatto.
    Tutta la negatività dei vari personaggi, vista all'epoca, aveva un suo senso, dato dai diversi modi di affrontare gravi traumi occorsi.
    Ma quello che ricordo particolamente furono le due puntate finali: non mi sono sembrate affatto una chiusura affrettata. Anzi.
    Trasmettevano il crescendo di Shinji che alla fine non chiedeva se poteva vivere (una concessione fatta da altri) ma comprendeva che poteva vivere (un'autoaffermazione).
    E l'applauso finale dei comprimari rivelava che tutto quello che si era visto nelle puntate precedenti, fin dall'inizio, era solo una forma di teatro terapeutico (tutta una costruzione più o meno immaginaria) che aveva lo scopo di curare la depressione di Shinji.
    All'epoca pensai che fosse un colpo di scena magistrale.
    E se l'autore avesse messe un punto fermo e non avesse cercato di proseguire in altre forme, sarebbe stata una serie epocale.
     
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    Mi spiace, ma non sono d'accordo. Non c'è nulla di epocale in una storia che si conclude dicendo: "Ah ma tutto era solo un sogno". E' la cosa peggiore che possa fare uno sceneggiatore.
     
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  3. francesco-due
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    Non ho affatto detto che l'autore rivelasse con quel finale che la storia fosse solo un sogno.
    Ho solo affermato che io ho pensato fosse tutta una costruzione teatrale con lo scopo di far uscire Shinji dal suo guscio.
    E che la storia fermata in quel punto sarebbe stata davvero memorabile.
    E memorabile non significa bella o brutta, ma solo che la si ricorda.
    Voler dare altre spiegazioni, proseguendo la serie, ha solo danneggiato la storia perchè, a mio avviso, non si è saputo tenere lo stesso registro precedente nè portarla ad una conclusione vera/diversa/definitiva.
    Se hai letto Bastard!! forse comprenderai il mio punto di vista: la storia è abbastanza banale ma, almeno per me, avvincente.
    E si sarebbe dovuta concludere nel momento in cui viene distrutto Anslasax.
    Al più si sarebbe potuto aggiungere poco altro, diciamo come descrizione delle vite che i vari personaggi avrebbero condotto in seguito.
    Ma voler inserire a quel punto angeli e demoni e tutta il seguito, sempre a mio avviso, ha solo rovinato l'opera. Anche perché l'autore si è perso nel cercare effetti visivi sempre migliori facendo arenare la storia.
     
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    Non intendevo tanto il fatto che l'autore avesse detto che Evangelion è solo un sogno: quello era solo un esempio. Intendevo il fatto che, qualunque cose sia questa storia - un sogno, le idee di Shinji, il subconscio di Shinji o altre cose simili, la sostanza non cambia: è una storia sviluppata in modo sbagliato. Lo stesso si può dire di Bastard.

    Faccio degli esempi per spiegarmi meglio: non puoi fare un giallo mettendo in ballo alla fine il fatto che gli assassini del morto nella camera chiusa siano gli omini verdi di Marte che attraversano i muri. Non puoi fare una storia d'amore che diventa una filastrocca per bambini. Non puoi fare una storia di guerra alla Mad Max che diventa una storia leziosa alla Candy Candy. Una storia deve essere coerente con quello che racconta. "Sperimentale" è la parola spesso usata per giustificare una storia semplicemente brutta, o narrata male.

    Un narratore, che è la guida del lettore, è il croupier del gioco: non può essere un baro. Quindi non può fare una storia robotica di Evangelion che diventa la storia dei dolori del giovane Shinji. Una storia fantasy con Dark Schneider non può finire con uno scontro infinito con un cattivone e una valanga di disegnoni ed effetti speciali senza senso, incartocciandosi su se stessa.

    E' qui che Anno ha sbagliato. Ma è stato comunque coerente col tema dell'incomunicabilità di Evangelion di cui ho parlato nell'analisi: perchè alla fine ha mostrato di non aver comunicato proprio niente.
     
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  5. francesco-due
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    Concordo con quanto affermi: l'autore non può essere un baro.
    Solo alcuni maestri sono in grado di iniziare una storia che sembra una cosa e concluderla in un altro modo lasciandole tutto il suo senso.
    Ma si parla della capacità di indicare piccoli dettagli senza forzarli.
    Mi viene in mente il film Il sesto senso, anche se si tratta solo di un rovesciamento di prospettiva.
    Riguardo ad Evangelion, la tua analisi sull'incomunicabilità è notevole, per quanto alcuni dettagli possano far pendere la bilancia da un altro punto di vista: ad esempio in mezzo a tutte le spiegazioni che vengono fornite al protagonista, mancano molte di quelle che una persona media, quale dovrebbe essere Shinji, chiederebbe o analizzerebbe.
    Ad esempio questi angeli da dove spuntano: in un vero sci-fi si parlerebbe di dimensioni alternative, varchi spaziali e cose così, qui invece non se ne parla.
    Dati che il protagonista in qualche modo farebbe capire di conoscere o di voler comprendere, qui invece resta tutto nebbioso.
    Per questo, alla fine, l'impressione che si trattasse di un "teatro" per me è risultata naturale.
    E tutto quello che l'autore può aver detto, a mio avviso, non ha alcuna importanza: un'opera parla per se stessa.
     
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    Non ho visto "Il sesto senso" perchè non ho mai voluto guardare i film dell'orrore: però conosco la trama su Wikipedia. Il colpo di scena è coerente con la presentazione, quindi non è un barare: dai dati messi all'inizio del film, si può capire in un secondo tempo quanto tutto si colleghi. Una cosa simile è stata fatta in "A beautiful mind": anche qui non c'è stato nessun capovolgimento scorretto, ma è stato un colpo di scena ben studiato e coerente. Tutta un'altra cosa, invece, da "Colpo grosso a Dodge City", dove invece il narratore diventa davvero il baro. Ci sono tanti casi di storie corrette e storie scorrette: anche Devilman, come "Colpo Grosso a Dodge City", è una storia scorretta. Ma di quel manga ne parlerò un'altra volta, richiede un'analisi approfondita.

    Inoltre, in Evangelion tutta l'ambientazione (la Nerv, gli Angeli: chi sono, cosa vogliono, da dove vengono) è praticamente senza spiegazioni, o con spiegazioni ridotte ai minimi termini. La Nerv è piena di complotti infiniti e gli Angeli sono incomprensibili. E' sempre l'incomunicabilità che la fa da padrona. Tutto questo è solo una finzione, un teatro per raccogliere i "dolori del giovane Shinji" che alla fine esplodono letteralmente, trascurando e distruggendo completamente tutte le linee narrative. E questo, sì, è barare. Ma è anche essere coerenti col concetto di "incomunicabilità", che in Shinji si avvicina al menefreghismo: lui è concentrato solo su se stesso e sui suoi problemi. E' completamente disinteressato agli altri, a quello che gli accade intorno, Angeli o altro. Non si fa delle domande che una persona normale si farebbe (Misato, invece, che è abbastanza normale, qualche domanda almeno se la fa). Gli interessano solo i suoi problemi, tipo il suo rapporto con suo padre e altri complessi. Shinji gira solo attorno a se stesso, chiuso nel suo egoismo di base. Per questo vediamo tutto con gli occhi di Shinji, che è in sostanza l'autore che racconta dei suoi problemi personali.

    E' vero che un'opera parla per se stessa, ma questa, più che un'opera, è una "autobiografia personale" di Hideaki Anno, che non racconta una storia (lo fa solo in apparenza): in sostanza, Anno parla di se stesso. Un'opera vera trasmette un messaggio: Evangelion, invece, è una sensazione di disagio esistenziale, ma non dà messaggi veri.
     
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    Io Evangelion l'ho visto un poco, ma come serie non mi ha detto nulla.
    Sì, l'autore é fuori di testa: pensate che, a seguito delle critiche dei fans sul finale della serie, voleva suicidarsi buttandosi dal tetto, ma non l'ha fatto perché "sarebbe stato doloroso".
     
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    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 6/7/2022, 08:15) 
    Io Evangelion l'ho visto un poco, ma come serie non mi ha detto nulla.
    Sì, l'autore é fuori di testa: pensate che, a seguito delle critiche dei fans sul finale della serie, voleva suicidarsi buttandosi dal tetto, ma non l'ha fatto perché "sarebbe stato doloroso".

    Questa storia su Anno sa tanto di trovata pubblicitaria.

    Ma, indipendentemente dal fatto che quello che abbia detto Anno sia vero o falso, questa reazione è piuttosto infantile, da persona chiusa in se stessa, che non accetta discussioni, nè critiche, al grido di: "Se mi criticate mi ammazzo!". Molto infantile, tipo il bambino che si rotola per terra quando gli dicono di no. Proprio come i personaggi di Evangelion, tutti chiusi in se stessi.
     
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    'Tant'è vero che, oltre al suo feticcio "Evangelion", non ha realizzato nient'altro degno di nota. In sostanza, Evangelion non vale la fama che ha.'

    Concordo in pieno.
    Iniziai a vederlo ma dopo 3 episodi,mi caddero le @@!
    Mai piu' ripreso.
    Manco i robot,anoressici,mi attiravano.
    Classe'74...Puoi immaginare i robottoni a cui sono e saro' sempre legato...
     
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    Del resto, Evangelion é considerato un appartenete ai Real robots, che seguono il filone cupo-depressivo.
    Ma come mai certe serie ottengono una fama immeritata?
     
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    CITAZIONE (Coolguy @ 7/7/2022, 01:48)
    'Tant'è vero che, oltre al suo feticcio "Evangelion", non ha realizzato nient'altro degno di nota. In sostanza, Evangelion non vale la fama che ha.'
    Concordo in pieno.
    Iniziai a vederlo ma dopo 3 episodi,mi caddero le @@!
    Mai piu' ripreso.
    Manco i robot,anoressici,mi attiravano.
    Classe'74...Puoi immaginare i robottoni a cui sono e saro' sempre legato...

    Evangelion era una storia che mi sembrava fatta "a braccio", aggiungendo fatti e avvenimenti a caso, e poi cercando di collegarli: mentre quello che veramente interessava ad Anno non erano gli Angeli, nè la Nerv, nè gli Eva, nè la cabala, nè tutte le altre cose: quello che contava per lui erano solo "i dolori del giovane Shinji". Una cosa che nessuno avrebbe mai voluto seguire (chi vorrebbe ascoltare i lamenti di un piagnucolone? Chiunque scapperebbe via dopo due minuti), se non ci fosse stato tutto l'ambaradan attorno: molto fantasioso e ben costruito; molto ben disegnato e ben curato; ma, sostanzialmente, insignificante, perchè non porta a nessuno sviluppo vero. Tant'è che, alla fine, quando Anno non poteva più starci dentro con gli episodi, ha gettato la maschera e ha parlato direttamente di quello che gli stava davvero a cuore: cioè, appunto, "i dolori del giovane Shinji", parafrasando Goethe e il suo Werther. E, per tutto il resto, ha usato il vecchio sistema che facevano gli sceneggiatori alle prime armi che non sapevano più cosa fare con tutti i personaggi e con lo sviluppo narrativo ingarbugliatissimo: li mandavano tutti a morire sotto un camion. Che è praticamente quello che ha fatto Anno.

    CITAZIONE (Andrea Micky1 @ 7/7/2022, 11:47) 
    Del resto, Evangelion é considerato un appartenete ai Real robots, che seguono il filone cupo-depressivo.
    Ma come mai certe serie ottengono una fama immeritata?

    Sì, Evangelion fa parte del filone dei Real Robot, di cui avevo già parlato qui. Hanno fama perchè ci sono persone alle quali piacciono le cose deprimenti. E' un pò come il successo dei film horror: hanno fama perchè c'è a chi piace vedere queste scene. Non mi sembrano gusti sani, ma oh, tutti sono liberi di guardare quello che vogliono.
     
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    Ad ogni modo,guardati il sesto senso,non e' un horror.
    Merita davvero.
     
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    CITAZIONE (Coolguy @ 7/7/2022, 19:19) 
    Ad ogni modo,guardati il sesto senso,non e' un horror.
    Merita davvero.

    Ti ringrazio, ma io passo. Non ho nessuna intenzione di guardare questo genere di film, nemmeno se dicono che non è un horror. Preferisco i film allegri, o comici, le commedie, le avventure. Ma quel genere di cose no, nel modo più assoluto. Ma se qualcuno li vuole vedere, non è affar mio. Io parlo per me.
     
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    Anche io amo le commedie (un po' di tutto a dire il vero)...
    Come non ricordare i mitici..Allenatore nel pallone,Fracchia la belva 'umena',vieni avanti cretino,occhio,malocchio....e tutti i film di Bud e Terence...
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