EVANGELION: IL VANGELO ALLA ROVESCIA (SPOILER!)(qui ho ampliato un pò un'interessantissima analisi di micheles su Animeclick)
Shinji e Asuka sorridono solo nelle locandine. In Evangelion non c'è nulla da ridere, e l'Eva qui sembra una minaccia incombente, più che un aiuto.
PRESENTAZIONEEvangelion (il nome completo è il greco
"Neon Genesis Evangelion", cioè "Vangelo, o buona notizia, della Nuova Genesi") è una serie televisiva di 26 episodi, uscita nel 1995 e prodotta dallo studio Gainax (famosa allora per la serie di
Nadia). E' stata sceneggiata e diretta da
Hideaki Anno ed è caratterizzata da numerosi riferimenti religiosi, cabalistici, ebraici e cristiani. Inoltre, i personaggi hanno una profonda - e molto tormentata - introspezione psicologica, con molti monologhi interiori. Grazie al suo successo, furono prodotti:
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Death & Rebirth ("Morte e Rinascita", 1997): lungometraggio riassuntivo della serie con qualche scena inedita;
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The End of Evangelion ("La fine del Vangelo", 1997): lungometraggio conclusivo della serie col rifacimento degli ultimi due episodi.
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Rebuild of Evangelion ("Ricostruzione del Vangelo", 2007-2021): si tratta di quattro lungometraggi. I primi tre sono un remake della storia originale; il quarto è un finale a sè che conclude la serie, cambiando il finale della storia originale.
LA STORIA IN BREVEEvangelion è ambientato nella città futuristica di Neo Tokyo-3, dopo una catastrofe planetaria di natura misteriosa chiamata il Secondo Impatto (Second Impact).
Shinji Ikari è un ragazzo che viene reclutato dall'agenzia speciale
Nerv per pilotare un mecha gigante noto con il nome di
Eva e combattere insieme ad altri piloti (
Rei e
Asuka, soprattutto) contro dei misteriosi esseri chiamati
Angeli. La storia, e il finale soprattutto, si focalizza però sul percorso interiore di Shinji, in particolare riguardo al suo tormentato rapporto col padre,
Gendo Ikari, che è al comando della Nerv, lasciando però molti misteri irrisolti.
INCOMUNICABILITA'L'
incomunicabilità è il tema principale di Evangelion, e
Shinji Ikari (l'alter ego di Hideaki Anno) ne è il simbolo: ma è solo la punta dell'iceberg. L'incomunicabilità tra le persone esiste, certo, ma, invece di essere un dato di fatto da accettare, qui diventa un'ossessione. Non c'è comunicazione tra i personaggi: ognuno di loro ha dei traumi negativi del passato che gli impediscono di aprirsi veramente agli altri; oppure hanno del rancore (Misato verso Kaji, per esempio). In particolare,
Asuka Langley è la controparte femminile di Shinji: solo che, al posto del padre disumano, lei ha avuto una madre pazza che si è suicidata cercando di portarla con sé nella tomba. Asuka ha reagito con questo rifiuto accentuando il suo ego e cercando di affermarsi come la migliore: anche lei, sebbene in modo diverso da Shinji, non è capace di rapportarsi sinceramente con gli altri e alla fine crolla, prima psicologicamente e poi fisicamente, dopo una battaglia crudele e insensata, come lo è tutta la storia.
Rei Ayanami è un caso limite, e forse è per questo che è diventata il personaggio più famoso di Evangelion. Infatti, lei è
l'incomunicabilità fatta persona: è un clone, che, insieme a tutti i suoi cloni, è un non-personaggio. Non ha alcun pensiero, alcun interesse, alcuna espressione, non ha il minimo cenno di vita vera dentro di sè. In pratica è una zombi vivente. E impossibile da interpretare o da capire. E' un non-personaggio, fatto per non essere capito.
Rei e Asuka, le controparti femminili di Shinji.
Tutti i personaggi, soprattutto i principali, sono dei casi patologici coi quali non si può avere alcuna relazione: non li puoi comprendere in pieno, perchè sono fuori dalla normalità. Ma la stessa organizzazione
Nerv è
l'incomunicabilità fatta ambiente: infatti è piena di menzogne e segreti. Ogni volta che si scopre un segreto, ne spuntano altri dieci ancora peggiori, in una continua discesa agli inferi. Ci sono anche altri riferimenti simbolici all'incomunicabilità: si pensi agli
AT field 1, che possono essere visti come una metafora delle barriere interpersonali. Ma non solo:
non c'è comunicazione nemmeno con lo spettatore, che anche oggi deve arrovellarsi per capire bene quello che ha visto. Nulla è normale nell'orrendo mondo di Evangelion. Un altro esempio di incomunicabilità è
la trama stessa, che non dice nulla, non porta a nulla e si interrompe bruscamente. Col suo brusco cambio di rotta e chiusura, diventa una presa in giro nei confronti dello spettatore: ma è un finale coerente con lo spirito della storia. Infatti, prendere in giro significa non avere nessuna intenzione di comunicare. Inoltre, com'è noto, i due episodi finali della serie (il 25 e 26) non sono stati il risultato di una geniale scelta registica, ma piuttosto dell'incapacità di Anno di chiudere la serie in tempo utile e col budget disponibile. Anno sperava che gli venissero assegnate più risorse dalla produzione, ma la serie stava andando male (quindi Evangelion all'inizio non era stato quel gran successo che è adesso), quindi decise di "trollare" la produzione e gli spettatori con un finale provocatorio. Non è certo un segno di professionalità, ma è comunque un altro segno di incomunicabilità.
UNA VISIONE DI INCUBO E FOLLIA IN CUI TANTI SI RICONOSCONO: IL LATO INQUIETANTE DELLA SERIEEvangelion esprime
il malessere esistenziale del mondo d'oggi, privo di sicurezze. La simbologia e i significati nascosti della serie sono molti e complessi, ma, a parte tutto questo, il suo notevole successo dimostra che ha toccato un nervo scoperto del disagio moderno. Se Evangelion è diventato un fenomeno di massa, significa che molte persone si riconoscono nel personaggio debole e sostanzialmente egoista di Shinji. Certo: i mecha, le situazioni, il mistero, lo splendido disegno di Sadamoto hanno aiutato senza dubbio il raggiungimento del successo. Ma è tutto qui? Solo grazie ai bei disegni si è avuto il successo di Evangelion? O grazie alla musica? O grazie alla qualità tecnica? Non credo siano solo questi i motivi. Non può essere stata la trama a conquistare gli spettatori, visto che si tronca letteralmente nell'episodio 23 (e lasciamo stare i remake degli anni 2000, che sono la conseguenza del successo di Evangelion, non la causa). Non possono essere stati i robot ad attirare gli appassionati: tanti fan di Evangelion hanno detto che non erano interessati al genere robotico, ma, nonostante questo, si erano appassionati a Evangelion. Quindi l'unico movente è
il feeling coi personaggi, soprattutto Shinji Ikari. La serie infatti inizia con Shinji e finisce con Shinji: è lui il cuore della storia, non i robot nè gli avvenimento vari, che sono, tutto sommato, superflui, inutili. Evangelion non è una storia robotica quanto piuttosto una
introspezione psicologica, quasi alla
"Ulysses" di Joyce, in cui accompagniamo il protagonista con tutti i suoi pensieri, o meglio flusso di pensieri,
"stream of consciousness", come diceva Joyce.
Ippei Kuri, uno dei fondatori della Tatsunoko (famosa per Yattaman, Hurricane Polymar, Kyashan, Judo Boy, ecc.), disse a proposito di Evangelion che
"se noi disegnavamo i nostri sogni, con Evangelion mi sembra che si entri in un incubo". Non solo:
Yoshiyuki Tomino, che aveva creato Gundam, disse di Evangelion:
"Sembra che ci vogliano far credere che tutti noi siamo dei malati di mente. Questo non è intrattenimento". Infatti è una
bugia vera e propria sulla quale si basa la serie: non è vero che noi siamo tutti fuori di testa come i personaggi degli Eva. Questa è la visione di Anno, che non coincide con la realtà. Non dimentichiamo inoltre che Shinji è l'alter-ego di Anno: quindi in tutta questa serie sta praticamente parlando di se stesso e dei suoi problemi. E' vero comunque che l'uomo d'oggi è molto turbato, e assai più che negli anni '90 di Evangelion. Non ha certo aiutato questa situazione la menzogna del "virus pandemico", che è stata gonfiata fino all'inverosimile e strombazzata ai quattro venti dai mass media, dai Governi e dalla Chiesa (rinnegando la sua natura di portatrice del Vangelo, e quindi della speranza in Dio, tra l'altro), con la conseguente, spaventosa
dittatura sanitaria, che ha provocato un effetto
devastante sulla psiche della gente, che è stata praticamente uccisa spiritualmente. L'uomo d'oggi, simile a Shinji, è stato abbandonato a se stesso: non ha appoggi, ricevendo come uniche sicurezze solo le menzogne politically correct. Proprio come le menzogne che sosteneva la Nerv.
LA DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA NATURALE E DELLA FIGURA DEL PADRE: GENDO IKARI E KENZO KABUTOMa perchè questa fragilità dell'uomo? Una spiegazione può essere la disgregazione della
famiglia naturale, cioè quella con un padre e una madre sposati in Chiesa e con dei figli. Il divorzio, l'aborto, la contraccezione, l'amore libero, la convivenza ha portato a questo stato di incertezza e disperazione visibile in Evangelion: e dire che quello degli anni '90 era stato solo l'inizio. Mi chiedo come si sarebbero comportati oggi i personaggi, con l'inserimento massiccio dell'omosessualità, del concetto di gender, di LGBTQI e cose simili imposte a mitraglia dai mass media come "cose normali". Di certo Shinji e gli altri avrebbero avuto uno stato di disperazione e angoscia ancora più grande. Si può fare un confronto con la generazione prima e dopo Evangelion con la figura del
padre. Se prima di Evangelion il padre era duro e severo, non mostrava i suoi sentimenti, però era comunque sempre presente ed era una figura di riferimento fondamentale per il figlio. Come esempio possiamo prendere
Kenzo Kabuto del Grande Mazinga: era il padre adottivo di Tetsuya e Jun e il padre biologico di Koji Kabuto. Come sappiamo, alla fine della serie Kenzo Kabuto muore sacrificandosi per salvare i figli.
Questi erano i padri prima di Evangelion: durissimi, ma senza alcun dubbio in grado di amare i figli e di morire per loro. Si potrebbe dire lo stesso per altri padri: quello di Genki ("Forza Sugar"), il professor Shiba di Jeeg Robot, Procton di Goldrake, e così via. Al contrario, il Padre-simbolo in Evangelion è
Gendo Ikari, che è il padre più negativo che si sia mai visto. Infatti, non solo abbandona il figlio, ma, quando lo richiama a sé, non mostra nessun affetto verso di lui e non esita a sacrificarlo per il suo scopo, che è il ricongiungimento con la moglie scomparsa
Yui. Per non parlare del suo ambiguo rapporto con Rei Ayanami e la dottoressa Akagi. E' un personaggio egoista e meschino, riversato unicamente su se stesso e sui suoi desideri: vuole una Yui/Rei/Akagi esattamente come li desidera lui, giocando con la genetica e con piani arzigogolati. Non è un caso che lui sia sempre in quella posizione (seduto, con le mani intrecciate davanti a sè): è eternamente immobile, fermo nel suo egoismo.
Mantenendo il confronto tra i padri Kenzo e Gendo (si noti la quasi omonimia), si può notare una differenza tra i figli Tetsuya e Shinji. Se Tetsuya, che è il figlio adottivo, prova invidia verso Koji, il vero figlio di Kenzo Kabuto, pure Shinji, che è il figlio biologico di Gendo, prova invidia verso Rei, che è però la figlia adottiva di Gendo (un'inversione della situazione), ed è più vicina a suo padre di quanto non lo sia lui. Tetsuya, però, davanti al sacrificio di Kenzo Kabuto, che mostra con la sua morte di aver amato anche il suo figlio adottivo, rinsavisce, si riconcilia con Koji e con se stesso e vince la guerra contro i Mikenes. Gendo invece rimane fermo nel suo egoismo e nel suo rifiuto del figlio: di conseguenza, Shinji, alla fine, ha un vero e proprio
crollo psicologico e si lascia completamente trascinare dagli eventi, rivelandosi assolutamente inutile contro gli Angeli. E' come se
il padre avesse ammazzato il figlio: non ci può essere comportamento peggiore per un padre.
Il crollo di Shinji è la sintesi della visione dell'uomo e della vita secondo Anno.
NICHILISMONel finale televisivo (gli ultimi due episodi) Shinji si rinchiude nel suo mondo interiore, incapace di capire la differenza tra realtà interiore ed esteriore, in preda ad una crisi senza via di uscita. L'applauso finale delle illusioni di Misato, Asuka, Rei e tutti gli altri, nella mente del ragazzo, mostra la debolezza di Shinji: quella cioè di dipendere in modo totale dal giudizio positivo degli altri,
senza nemmeno avere un suo proprio pensiero. E la sua frase finale:
"Ma allora io forse posso vivere!" sa molto di crudele presa in giro: non si può vivere dipendendo esclusivamente dal giudizi del prossimo. Al massimo si diventa degli ipocriti. Anche nel finale del film "The End of Evangelion" abbiamo lo stesso messaggio nichilista: c'è la confusione tra la realtà e l'illusione, e nell'ultima scena vediamo Asuka che dice a Shinji, sulla riva del mare (rosso di sangue, tra l'altro: un simbolo di morte):
"Che schifo!". E il film - e la serie - finisce così, con un'espressione di disprezzo praticamente verso tutto. Nichilismo allo stato puro: non esiste Dio, l'uomo deve salvarsi da solo, ma non ce la fa perchè non ne è capace ed è troppo schifoso, il mondo è finito e moriremo tutti. Proprio un "Evangelion/Vangelo/Buona Notizia" diabolica, "rovesciata", appunto.
EVANGELION E' UNA SENSAZIONE DI DISAGIO, PIU' CHE UNA STORIAAnni dopo, forte del successo di pubblico, Anno ha avuto la possibilità di rifare il finale della serie con la quadrilogia, riproponendo gli episodi 25 e 26 in quattro film cinematografici ad alto budget. Nonostante questo, la trama rimane incompiuta e incomprensibile: di nuovo la sfera psicologica ha il sopravvento e le scene oniriche si sprecano. Secondo le dichiarazioni di Anno, il suo scopo nel fare Evangelion era quello di dare
"un violento scossone alla coscienza degli otaku", rappresentati tramite Shinji come dei vigliacchi chiusi in se stessi. E qui torniamo all'
incomunicabilità: infatti, Anno dice chiaramente di non voler dare un messaggio, nè di comunicare, ma solo di "dare degli scossoni": cioè
picchiare gli spettatori, anche se non fisicamente. E questo non è certo un esempio di comunicazione. Piuttosto è un'azione di disprezzo: e qui ci colleghiamo ancora al nichilismo e alla parola
"Che schifo" di Asuka. Se Anno voleva davvero "dare uno scossone", facendo ritornare alla realtà gli "otaku vigliacchi", come li ha chiamati lui, bè, ha fallito completamente, perchè ne ha creati degli altri. Ma se il suo vero scopo era quello di far parlare di sé attraverso opere discutibili e di diventare ricco, bè, allora ci è riuscito perfettamente. Tant'è vero che, oltre al suo feticcio "Evangelion", non ha realizzato nient'altro degno di nota. In sostanza, Evangelion non vale la fama che ha.
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1 AT Field: abbreviazione di "Absolute Terror Field", Campo di Terrore Assoluto. E' un misterioso campo protettivo generato dagli Angeli. Si tratta di una barriera che gli Angeli estendono attorno a sé e che respinge quasi tutte le armi, anche quelle più potenti, degli uomini. La capacità degli Eva di neutralizzare l'AT Field è una delle ragioni per cui sono considerati l'unica arma contro gli Angeli. E il nome ""terrore assoluto" la dice lunga sul riferimento alla mancanza di rapporti tra i personaggi.
FONTE:Fonte:
www.animeclick.it/news/83847-i-man...lickit-28122019Edited by joe 7 - 14/6/2023, 19:48
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