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  1. LUPIN III CONTRO DAITAN 3 - quinta parte

     
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    LUPIN III CONTRO DAITAN 3 - QUINTA PARTE
    (Prima puntata: qui. Puntata precedente: qui.)
    NOTA: Il termine più comunemente usato è "Daitarn 3" con la "r", ma, visto che è sempre chiamato Daitan, senza la "r", ho preferito escluderla anch'io nella scrittura

    LUP-D3


    RIASSUNTO

    Radik, il comandante dei Bluebeller che era comparso in una puntata di Daitan 3 (ep16, "Il triste canto dei Bluebeller") ha una sorellina che sta morendo, Kelly. Ne parla col suo collega che aveva incontrato in passato, Daisuke Jigen. Lupin è interessato non solo a trovare una cura per Kelly, ma anche all'oro che Haran Banjo, il pilota del Daitan 3, nasconde nella sua villa. E le sue fonti di informazione gli hanno fatto sapere che la cura per Kelly e l'oro si trovano nello stesso posto. Una sera, alla villa, si fanno dei festeggiamenti per il decimo anno della Solar Foundation, l'azienda ad energia solare fondata da Banjo: tra gli invitati è presente anche Fujiko Mine sotto falso nome. Banjo, Reika e Beauty, inaspettatamente, obbediscono a un misterioso mister Nach, che, insieme alla rediviva Koros, vuole realizzare il trionfo dei Meganoidi...

    L'OMEGATRON

    Quando Haran Banjo apparve sul palco, col frac rosso e accompagnato da Reika e Beauty, l’applauso fu scrosciante. Banjo fece per iniziare il discorso, quando, all'improvviso, si sentirono dei rumori di colluttazione, insulti e voci varie. Comparve un uomo con addosso un impermeabile sgualcito e stinto da tenente Colombo e in più un cappello da Indiana Jones, che avanzava ostinato, con uno sguardo quasi da fanatico, trascinando con sé una delle guardie che lo stava trattenendo, mettendogli le braccia addosso. L'uomo teneva alzata una mano che mostrava un distintivo e imprecava rivolto all'addetto di sorveglianza:
    “Lasciami andare, idiota! E’ una questione di vita o di morte!”
    “Chi siete, signore?” chiese Banjo, confuso.
    “Sono l’Ispettore Zenigata dell’Interpol! Mi mandi via questo cretino!”
    “Zenigata? Lo conosco, Banjo" gli sussurrò Reika all'orecchio "E' l'investigatore che dà la caccia a Lupin!"
    "Sei sicura?"
    "Ovvio. Io sono dell'Interpol come lui!"
    "Bè, quello lì ha una faccia da matto!"
    "E' famoso per questo. E' meglio se lo ricevi, se no non ti molla più."
    Dopo che Banjo allontanò la guardia con un cenno, Zenigata partì subito in quarta:
    “Lupin vuole rapinarvi, signor Banjo!”
    “Lo so, mi ha mandato un messaggio stamattina”
    "Maledetto! Ne ha mandato uno anche a me! Ma non tema, signor Banjo! Sguinzaglierò tutta la polizia alla difesa della vostra villa! Non passerà di qui neanche uno stuzzicadenti senza permesso!”
    "Ma proprio stasera doveva accadere tutto questo? L'Omegatron..." borbottò Beauty. Reika la zittì subito, parlando sottovoce.
    "Taci, scema! Bisogna assecondarlo!"
    "Ma se scopre qualcosa..."
    "Impossibile, è tutto sotto controllo."
    Banjo tranquillizzò Zenigata dicendo che era a sua completa disposizione, eccetera eccetera.
    "Grazie, stia tranquillo" rispose l'ispettore, rinfrancato "I poliziotti non disturberanno la festa, saranno nascosti. Dove tiene il suo oro, signor Banjo?"
    "Mi dispiace, ma è un segreto"
    "Ma io sono della polizia! Deve dirmi tutto!"
    "La sua giurisdizione nella mia villa non ha valore. Questo è uno spazio extraterritoriale"
    "Eh?"
    "Non lo sa? La mia villa è uno Stato indipendente. Nemmeno l'Imperatore può entrare qui senza permesso."
    "Alla faccia delle completa disposizione", pensò Zenigata, irritato.
    "Comunque lei può sguinzagliare i suoi poliziotti nella zona del guardino, se vuole, senza però disturbare gli invitati. E senza entrare nella villa."
    "Va bene" disse Zenigata a denti stretti. Fece il saluto militare e tornò sui suoi passi.

    Mentre la folla osservava incuriosita lo spettacolo dell'ispettore che si agitava come un forsennato, Fujiko stava fissando con molta attenzione le pietanze, coprendosi la faccia con la borsetta. Non si aspettava Zenigata qui. Questo significa che c'era in ballo anche Lupin.
    "Maledetto Lupin Perché ti sei messo di mezzo? L’oro di Banjo lo volevo io!"
    Al primo piano, un cameriere osservava la scena dalla finestra, in particolare la donna che si copriva la faccia con la borsetta. Sogghignava.
    "Sei troppo avida, Fujiko. Dopo avermi preso i gioielli, vuoi persino l'oro di Banjo, eh?"
    Lupin, togliendosi la maschera, osservò mentalmente la mappa della villa, che aveva memorizzato: l’obiettivo era in fondo al corridoio davanti a lui, dentro una camera chiusa con una porta blindata. Le combinazioni della porta erano quattro, e cambiavano ogni ora. Il pavimento era sensibile al peso e avrebbe fatto suonare l’allarme se solo ci fosse caduta sopra una piuma. Dei raggi ottici invisibili avrebbero fatto ugualmente scattare l’allarme al minimo contatto con un corpo estraneo. In più, c'erano anche delle telecamere di sicurezza.
    "Roba di ordinaria amministrazione", pensò Lupin con un sorriso. Capovolse la giacca da cameriere, cambiò i suoi vestiti e si mise la maschera di Garrison.
    “Vado, Jigen. Tenetevi pronti” sussurrò Lupin al microfono.
    “Va bene.” rispose il pistolero, col cappello da cuoco, mentre preparava le pietanze in cucina insieme agli altri.
    "Goemon?"
    "E' all'esterno. Tutto ok."
    Il finto Garrison appoggiò la mano sul quadro comandi: quella mano era coperta da un guanto trasparente dove erano state replicate le impronte digitali del maggiordomo. In pochi attimi, il sistema d’allarme fu disattivato e “Garrison” camminò tranquillo lungo il corridoio, aprendo la porta blindata grazie ad un semplice rilevatore di combinazioni. Dentro la camera blindata c’era un computer gigantesco, che occupava praticamente tutta la stanza: avrebbe fatto un figurone in qualche film di fantascienza.
    "E questo coso che sarebbe? Dov'è l'oro?" chiese Lupin smarrito, guardandosi in giro.

    Nel frattempo, Zenigata aveva già sguinzagliato i poliziotti a presiedere tutte le entrate della villa, e, davanti al portone principale, restò fermo in piedi, guardando con occhio truce e sospettoso ogni persona che gli compariva davanti. Ad un certo punto, gli sembrava di aver visto per un momento una donna che somigliava a Fujiko. Poteva essere un’impressione, ma per essere sicuro l’ispettore si infilò tra la folla, scrutando con attenzione tutte le donne che vedeva. Qualcuno cominciò a sospettare che quel tizio con l’impermeabile fosse un maniaco. Fujiko si rese conto che Zenigata stava per scoprirla.
    "Devo anticipare i piani!"
    Andando in bagno, si tolse le scarpe col tacco, troppo rumorose, e si mise le scarpe di gomma e la tuta aderente che nascondeva nel doppio fondo della borsetta. Si mosse silenziosamente come una gatta, svitando il pannello del soffitto che dava ai condotti dell'aria: passando attraverso le tubature, entrò nei corridoi e nelle stanze della villa, raggiungendo la camera blindata. La porta era chiusa, ma Fujiko sapeva per esperienza che Lupin era già dentro. Una ladra capisce subito quando è già passato un altro ladro. Sorridendo, estrasse dalla borsetta un rossetto, lo baciò e pensò:
    "Perdonami, Lupin, ma non voglio che tu mi ostacoli. Sono sicura che mi capirai."
    Gettò il rossetto con tranquillità, proprio sopra il pavimento del corridoio, sensibilissimo ad ogni urto.

    Poco prima, il computer si era acceso all'improvviso e Lupin sobbalzò. Non aveva toccato niente. Apparve l'immagine di un volto umano, realizzata con quadratini luminosi come un videogioco anni '80. Disse con voce meccanica:
    "L'Omegatron è pronto, padrone. Può attivarlo quando vuole."
    "?!?"
    Il rossetto toccò il pavimento proprio in quel momento.

    Dalla villa avvenne un'esplosione che la fece scuotere tutta, facendo sobbalzare gli invitati, compreso Zenigata e i poliziotti. Jigen e Goemon, nelle loro posizioni strategiche, non credevano ai loro occhi. Una colonna di luce, con un diametro di almeno venti metri, si era innalzata dalla villa, attraversando le nubi e raggiungendo il cielo. Poi, con un effetto simile ai globi di luce delle discoteche, si mise ad emettere raggi luminosi ai quattro venti. Jigen cercava di stare in piedi, mentre la villa tremava.
    "Accidenti, Lupin, che hai combinato stavolta?"
    Goemon, che era fuori dalla villa, in una via in penombra, accanto a un furgone pronto per l'uso, si voltò appena, osservando la scena con la sua tipica impassibilità orientale.
    "La mia spada era opaca da stamattina. C'è qualcosa di sinistro nell'aria, ben più di questi fuochi artificiali."

    "Ma che è successo?" esclamò Banjo sorpreso "L'Omegatron si è attivato in anticipo!"

    (Continua qui)

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    Edited by joe 7 - 27/9/2022, 17:28
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