Il blog di Joe7

  1. HEIDI EPISODIO 22: "NOSTALGIA PER LA MONTAGNA"

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    Heidi
    By joe 7 il 2 May 2023
     
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    22 - NOSTALGIA PER LA MONTAGNA
    (primo post dell'analisi di Heidi: qui. Precedente post: qui)

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    RIASSUNTO: Siamo a Dorfli, in Svizzera, ai primi dell'Ottocento. Dete porta sua nipote, la bambina Heidi, dal Vecchio dell'Alpe, il nonno della bimba: un uomo burbero e solitario, che vive nella sua baita, lontano dal paese, con solo il suo cane Nebbia e un paio di capre. Dete deve andare a Francoforte per lavoro e il nonno è l'unico che può badare alla bimba. Nei giorni successivi, Heidi si ambienta sempre di più al mondo della montagna, mentre il nonno si prende cura della bambina e inizia ad affezionarsi a lei. Un giorno, alla baita ritorna Dete: dice di aver trovato un posto per lei a Francoforte e la porta dalla signorina Rottenmeier, la tutrice di Clara Sesemann, una ragazza che è rimasta paralizzata alle gambe per una malattia. Heidi si affeziona a Clara, ma sente la nostalgia delle montagne e si comporta in modo irruento. La Rottenmeier la mette in cantina per punirla, ma Heidi la spaventa coi topi che aveva portato innocentemente con sè dalla cantina. Dopo averli mandati via tutti, fanno fare un bagno alla bambina e le danno dei nuovi vestiti: vestiti di città, non più di montagna...

    STORIA

    Ormai è da una settimana che Heidi vive a Francoforte. Vede che l'uccellino in gabbia sta bene: ma è depressa. Clara le fa vedere le cartoline con le immagini degli animali. A Heidi piace molto la foto di un gattino, e Clara gliela regala: Heidi la nasconde in una tasca.
    "E' fatta così la tua casa, Heidi?" chiede Clara, mostrandole una tipica casa a due piani di legno.
    "No, la nostra casa è una baita di legno con un camino. Fuori c'è una panca. Il nonno munge le capre e lo faccio anch'io (Heidi fa finta di mungere una capra), poi raccolgo il latte in una bacinella e lo bevo: è molto buono!"
    Heidi fa finta di bere il latte. Poi Heidi abbaia, imitando Nebbia
    "E' Nebbia, il cane." spiega lei "Fa così perchè arriva Peter con le capre" e Heidi imita il cammino di Peter col bastone in mano. "Ecco, Peter è arrivato, ma non va oltre: non ne ha il coraggio, ha un pò paura del nonno" dice Heidi sorridendo. "E Peter gli dice: "Ciao, Vecchio dell'Alpe."
    "Vecchio dell'Alpe?" chiede Clara sorpresa.
    "Sì, il nonno lo chiamano così. E lui risponde: "Ciao, generale delle capre."
    Clara, divertita, fa finta di fare il nonno con la voce severa e Heidi fa Peter intimorito.
    "A volte mi metto a cantare. Su, canta con me, Clara"
    "Non so cantare."
    Le due ridono. Heidi, ormai immersa nel sogno a occhi aperti, vede Peter che si allontana e lo rincorre fischiando, fino quasi a sbattere ancora contro una porta: ma poi si ferma in tempo.
    "Ma tu sai fischiare?" chiede Clara.
    "Sì, me lo ha insegnato Peter".
    Clara prova a fischiare, ma non ci riesce. Arriva la Rottenmeier, seccata dai suoni che sente.

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    "Stavo insegnando a Clara come si fischia" si giustifica Heidi.
    "Non siamo in montagna. Non fare più cose del genere, non guastare l'educazione di Clara, capito?" poi se ne va.
    Heidi si chiede cosa stanno facendo il nonno e Peter.
    "Vorresti vedere le tue montagne, vero?" dice Clara "Ma qui non puoi vedere nulla dalle finestre. Dovresti andare più in alto per vederle."
    "E dove?" chiede Heidi.
    "Bè, il punto più alto della casa è la soffitta. La puoi raggiungere salendo le scale, ma fai attenzione a non farti scoprire. Poi mi racconterai cos'hai visto."
    Heidi esce e sale le scale in silenzio. Raggiunge la soffitta e cerca di salire sulla finestra (chiusa) ma si sporca. Però vede solo i tetti delle case. Scivola e cade dal materasso che aveva usato come sostegno. Scende dalle scale, tutta sporca di polvere e incontra Sebastiano, che sobbalza. Lei gli dice di tacere e di non dire alla Rottenmeier che l'ha vista così.
    "Va bene, signorina Heidi, ma lei dovrebbe lavarsi. La accompagno in camera."
    Dopo che si è lavata, chiede a Sebastiano dove si possono vedere i monti: dalla soffitta non si vedono.
    "Bè, bisognerebbe salire su qualcosa di più alto. Tipo un campanile."
    "Un campanile?"
    "Sì." Sebastiano fa per voltarsi, ma Heidi è già scomparsa.

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    Esce dalla casa Sesemann e cammina lungo le strade, fermandosi incuriosita davanti alla vetrina di un negozio di formaggi e salsicce. Passa una macchina a vapore sferragliando, e Heidi si rifugia in un angolo, coprendosi le orecchie per il rumore. Poi vede di lontano un campanile. Cerca di raggiungerlo, ma si perde. Sente poi una musica: è un ragazzino che suona l'organo per guadagnare qualche soldo. Lei lo ascolta e poi gli dice:
    "Mi piace la tua musica."
    "Allora pagami."
    "Non ho soldi."
    "Allora niente musica."
    "Sai mica dove si trova un campanile? Ti dò la foto del gatto di Clara" risponde Heidi, tirando fuori dalla tasca la cartolina.
    "Non mi interessa."
    Heidi riflette, poi le viene in mente la soluzione:
    "Ma Clara i soldi li ha. Posso chiederli a lei."
    "Va bene, allora seguimi."
    Heidi giocherella con la tartarughina che ha il ragazzo in tasca. Alla fine arrivano al campanile e al portone della chiesa, che è chiusa. Heidi bussa, ma niente. Fischia (e il ragazzino sobbalza), ma nulla. Prova a passare dal retro, dove c'è la porticina del campanile: la campanella da tirare è un pò troppo in alto e Heidi deve saltare per afferrarla: ma alla fine la tira.

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    "Ma poi avrò i miei 20 marchi?" chiede perplesso il ragazzo.
    "Certo" risponde Heidi. Arriva il campanaro, un vecchio un pò sovrappeso.
    "Ma che succede? Che volete?"
    "Mi fate salire sul campanile?"
    "Sul campanile? Ma mi prendi in giro? Fila via!" e fa per chiudere la porta, ma Heidi la ferma.
    "No, aspetti! Mi faccia salire! Voglio vedere le montagne!"
    "Sul serio?"
    "Sì"
    "Va bene, ma guarda che le scale sono ripide."

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    Heidi corre, divorando le rampe una dopo l'altra.
    "Ehi, calmati!" dice il campanaro, che la segue faticosamente.
    Dopo molte rampe, anche Heidi ha il fiato corto. Anche se è stanca, avanza lo stesso. Il campanaro la raggiunge e dice:
    "Ecco, quella è la scala a pioli, è l'ultima, poi sei arrivata in cima."
    Heidi sale e arriva, ma le mura attorno sono troppo alte per lei e il campanaro la aiuta alzandola. Heidi osserva entusiasta, ma poi rimane senza parole per la delusione. Vede solo la città, la città, la città, fino all'orizzonte.
    "Ma dove sono le montagne?"
    Scende giù e, con l'aiuto del campanaro, guarda da tutte le parti: non c'è nulla, solo case e strade distese.
    "Guarda che a Francoforte non ci sono montagne, qui siamo in pianura" spiega il campanaro "Se c'è bel tempo e non c'è foschia, si può vedere il monte Taunus o il fiume Meno."
    Heidi piange: soffre troppo di nostalgia.
    "Ascolta, ormai comincia a far tardi, devo chiudere" dice il campanaro.
    Heidi scende afflitta: si sente sconfortata. Si siede davanti a una rampa di scale e lì vede dei gattini.

    H5



    (Continua qui)

    QUI TUTTI I LINK SU HEIDI

    Edited by joe 7 - 3/5/2023, 16:38
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    Heidi è un piccolo capolavoro e la dimostrazione che si possono raccontare storie interessanti anche parlando semplicemente della vita umana, che è così ricca di sfumature nella commedia da non richiedere necessariamente la tragedia.
    In questo episodio si tratta il tema della nostalgia, non come un elemento paralizzante, che ti blocca nel passato, ma come un qualcosa di bello che si è perduto e si vuole riconquistare.
    Poi c'è il tema della familiarità e dell'affetto che sta nascendo tra le due bambine, la poverella Heidi che simboleggia il lato giocoso ed innocente dell'infanzia, e la ricca Clara che vive nella bolla di una protezione
    a volte troppo soffocante.
    Grazie per le sintesi e le immagini Joe, sembra di rivedere la puntata!
     
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    CITAZIONE (Kirihito @ 3/5/2023, 21:30) 
    Heidi è un piccolo capolavoro e la dimostrazione che si possono raccontare storie interessanti anche parlando semplicemente della vita umana, che è così ricca di sfumature nella commedia da non richiedere necessariamente la tragedia.

    Si tratta di umanità: l'uomo si riconosce in Heidi, nel suo stupore, nel suo tentativo di fare qualcosa, di aiutare Clara, di spaventarsi con la Rottenmeier, di chiedere consigli a Sebastiano, di cercare un modo per vedere almeno da lontano la sua baita. In sostanza, è la vita vera, con tutti gli avvenimenti belli e brutti che si mescolano insieme, le persone che incontriamo, le esperienze che viviamo. A rileggere, per esempio, la Stefi, rimango impressionato dalla capacità della Nidasio di entrare nel mondo reale e comune di tutti i giorni. E vedo che adesso sono pochi quelli che sanno raccontare la vita reale, coi sentimenti reali. Quando ci provano, fanno solo dell'ideologia: la natura, la tolleranza del diverso e altri argomenti da quaquaraquà. Ma niente sulla vita vera.

    CITAZIONE (Kirihito @ 3/5/2023, 21:30) 
    In questo episodio si tratta il tema della nostalgia, non come un elemento paralizzante, che ti blocca nel passato, ma come un qualcosa di bello che si è perduto e si vuole riconquistare.

    Se la nostalgia ti dà la forza di andare avanti, è una cosa buona. Se invece ti paralizza e ti porta a vivere solo nel passato, è una cosa sbagliata. Dipende da come la vivi. Nel caso di Heidi, la vive in entrambi i casi, in modo ondivago.

    CITAZIONE (Kirihito @ 3/5/2023, 21:30) 
    Poi c'è il tema della familiarità e dell'affetto che sta nascendo tra le due bambine, la poverella Heidi che simboleggia il lato giocoso ed innocente dell'infanzia, e la ricca Clara che vive nella bolla di una protezione a volte troppo soffocante.

    Complimenti per l'analisi. Clara è più complessa di Heidi: lei è più semplice, ma Clara è più tortuosa. Lo si vedrà più avanti. Sono due bambine entrambe semplici, ma entrambe diverse.

    CITAZIONE (Kirihito @ 3/5/2023, 21:30) 
    Grazie per le sintesi e le immagini Joe, sembra di rivedere la puntata!

    La mia intenzione infatti era quella. E poi leggere le battute e le scene aiuta molto a rifletterci su. Almeno per me...

    Sono contento che ti sia piaciuto! ^_^
     
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    Questo discorso mi ha ricordato Giovanni Guareschi, perché anche lui s'ispirava alla vita reale per scrivere i racconti di Don Camillo.
     
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    CITAZIONE (Andrea Michielon @ 4/5/2023, 18:17) 
    Questo discorso mi ha ricordato Giovanni Guareschi, perché anche lui s'ispirava alla vita reale per scrivere i racconti di Don Camillo.

    Ma è quello che dovrebbe fare ogni narratore, e questo vale anche per chi fa fumetti o cartoni animati. Se non parla dell'uomo, parla di niente.
     
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